L’acne è una patologia della pelle caratterizzata da un processo infiammatorio che determina seborrea (pelle unta), comedoni (punti neri) e foruncoli infiammati. Ne sono interessati la maggior parte degli adolescenti tra i 14 e i 19 anni: benché la patologia rimanga perlopiù circoscritta all’età puberale, non è raro che si protragga fino ai 30 anni. E’ più diffusa tra i maschi che tra le femmine: è infatti un disturbo strettamente correlato alla secrezione tipicamente maschile di ormoni androgeni. Tra le donne, a soffrirne maggiormente sono quelle con una sindrome da ovaio micropolicistico, anch’essa legata al disequilibrio ormonale.

Penso che la maggior parte di noi da adolescente si sia sentita dire che “mangiare il cioccolato fa venire i brufoli”: sebbene esista una relazione tra alimentazione e acne, queste evidenze non hanno nulla a che fare con il cioccolato. Che tipo di alimenti, allora, può influenzare la comparsa di brufoletti e punti neri?

Gli studi volti a indagare come gli alimenti influenzino la comparsa di acne sono stati condotti fin dagli anni Sessanta, ma non ci sono mai stati risultati statisticamente rilevanti fino a pochi anni fa; intorno al 2007-2008 alcuni ricercatori hanno focalizzato la loro attenzione su alcuni componenti dell’alimentazione relazionati a quello squilibrio endocrino che sta alla base della comparsa dell’acne. Due sembrano essere i principali imputati: l’indice glicemico e il consumo di prodotti caseari (latte e formaggi).

L’indice glicemico
Dell’indice glicemico avevamo parlato qui, e negli articoli correlati qui. L’indice glicemico è un valore che esprime quanto un alimento o un pasto sia in grado di innalzare il livello di zuccheri nel sangue. E’ strettamente collegato al livello di insulina circolante: una condizione di iperinsulinemia è implicata nel processo di insorgenza dell’acne, in quanto va a stimolare la biodisponibilità di ormoni androgeni e i livelli di IGF-1 (ormone della crescita). Quando androgeni e IGF-1 raggiungono alti livelli si ha una maggiore lipogenesi a livello delle ghiandole sebacee della pelle: in altre parole si va a stimolare la produzione del sebo nei brufoletti.

Uno studio condotto nel 2012 ha indagato gli effetti di una dieta a basso indice glicemico sui sintomi dell’acne: sono stati arruolati 32 soggetti, maschi e femmine, con un’età media di 23 anni. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: al gruppo in studio è stata fatta seguire una dieta a basso indice glicemico per 10 settimane, mentre il gruppo di controllo ha continuato a seguire l’alimentazione abituale. I risultati dello studio sono stati molto positivi: il gruppo con la dieta a basso IG ha avuto una diminuzione del 28% delle lesioni infiammatorie e non-infiammatorie della pelle, ed è stato riscontrato un cambiamento delle dimensioni delle ghiandole sebacee. Ci sono dunque stati miglioramenti sia clinici che istopatologici: gli autori dello studio hanno concluso che una dieta a basso indice glicemico è efficace nella riduzione dei livelli di lesione cutanea causati dall’acne.

Latte e latticini
Studi molto recenti hanno correlato il consumo di prodotti caseari con l’insorgenza dell’acne: sembrerebbe che la leucina, un amminoacido particolarmente presente in latte e derivati, vada a stimolare in modo consistente mTORC1, un complesso enzimatico in grado di integrare quegli stimoli che stanno alla base della comparsa dell’acne.
Latte e latticini, oltre a incidere su mTORC1, sono dei potenti stimolatori dell’iperinsulinemia; oltretutto spesso nel latte si ritrovano alti livelli di steoridi e procursori di androgeni che vengono dati alle mucche come fitofarmaci, e che una volta mangiati e assorbiti dall’uomo svolgono un ruolo incisivo nella patogenesi dell’acne.

Un studio volto ad indagare le abitudini alimentari degli adolescenti ha evidenziato che il consumo di latte e di gelato è associato alla prevalenza di acne e al peggioramento dei suoi sintomi: dallo studio si evince che non ci sia differenza beneficio a consumare parzialmente scremato anziché intero. Anzi, ne è emerso che le ragazze che consumavano tutti i giorni due o più porzioni di latte scremato (pari a circa 300 ml, o due bicchieri) avevano il 22% di probabilità in più di soffrire di acne e il 44% di probabilità in più di sviluppare acne nodulare rispetto a chi consumava meno di un bicchiere di latte al giorno.

Non sono state evidenziate correlazioni statisticamente rilevanti tra consumo di yogurt e acne: anzi gli autori ipotizzano che il processo di fermentazione del latte ad opera dei lattobacilli sia in grado i diminuire i livelli di IGF-1 presenti nello yogurt (IGF-1 è quell’ormone che stimola la produzione di sebo).

Altri fattori dietetici
Dagli studi condotti, sembrerebbe che il consumo di acidi grassi trans (presenti negli olii vegetali cotti, nelle margarine, nei grassi idrogenati e nelle fritture) sia correlato a un peggioramento dell’acne. Allo stesso modo, il giusto apporto di acidi grassi essenziali omega-3 e omega-6 derivanti da pesce e da frutta secca porterebbe a un miglioramento dei sintomi. Questo perché i grassi trans andrebbero a stimolare la produzione di prostaglandine infiammatorie, mentre i grassi essenziali ne modulerebbero l’effetto.

Lo studio che ho citato prima riguardo le abitudini alimentari degli adolescenti non ha riscontrato alcuna associazione tra il consumo di cioccolato e la prevalenza di acne, nonostante le credenze popolari. Va però specificato che è stato preso in considerazione solo il cioccolato fondente puro, ossia con un’alta percentuale di pasta di cacao: gli snack a base di cioccolato possono influenzare l’acne in quanto contengono anche zuccheri e latte (o proteine del latte).

I consigli alimentari per l’acne

1. Eliminare completamente latte e creme a base di latte (besciamella, crema pasticcera, gelati, mousse e preparazioni che prevedano l’uso di panna da cucina sia nella versione dolce che salata)
2. Eliminare anche i formaggi, o quantomeno limitarne fortemente il consumo (parmigiano, grana, robiola, crescenza, mascarpone, mozzarella, ricotta, fontina… insomma, tutti i formaggi che vi vengano in mente)
3. Seguire una dieta a basso indice glicemico, evitando i dolci, i farinacei (pane, pasta, crackers e affini) e le bevande zuccherate
4. Preferire cereali a basso indice glicemico, come orzo, farro, riso integrale, miglio, grano saraceno; consiglio di consumarli esclusivamente in chicchi, evitando pertanto prodotti a base delle loro farine (ad esempio pane di farro, farina di riso, pasta di farro…)
5. Consumare con moderazione la frutta eccessivamente zuccherina, ossia quella disidratata (fichi, prugne, albicocche), le banane, i cachi, l’uva, i mandarini e i mandaranci, i fichi; evitare completamente la frutta sciroppata e candita
6. Evitare gli snack, che sono ad alto indice glicemico: piuttosto che una barretta a base di cioccolato come può essere il Kinder Bueno, il Mars, il Bounty, è nettamente meglio un pezzo di cioccolato fondente; no al cioccolato al latte e bianco
7. Evitare margarina e panna vegetale; attenzione alle etichette: se c’è scritto “olio vegetale” non comprate il prodotto, perché è un’indicazione troppo vaga per essere sicura (olio vegetale può essere quello d’oliva, ma anche quello di palma o di cocco raffinati)
8. Usare solo olio extravergine a crudo: per il primo periodo sarebbe meglio evitare anche ogni tipo di soffritto e la frittura (e per frittura intendo anche crocchette di pesce o di pollo, cotoletta, olive ascolane e simili); è consentito l’olio di semi di lino con spremitura a freddo, ma ricordate che va conservato in bottiglie scure e in frigorifero perché si deteriora molto facilmente
9. Tre noci al giorno vi assicurano un buon rifornimento di acidi grassi essenziali che attenuano l’infiammazione; ne trovate anche nel pesce (salmone, branzino, acciughe al naturale, sgombro), nel tuorlo di uova biologiche e nella frutta secca non tostata (mandorle, noci, pinoli, nocciole)

Personalmente, con miei pazienti che soffrono di acne (adolescenziale e non) ho sempre avuto ottimi riscontri anche solo con l’eliminazione di latte e derivati: tra tutti i punti che ho elencato, per la mia esperienza ritengo che i primi due siano i più importanti e dall’efficacia maggiore.

Bibliografia
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