L’ultimo punto per la prevenzione del cancro riguarda la prevenzione terziaria: è rivolto a chi è già stato colpito da cancro, ne è sopravvissuto e vuole scongiurare il rischio di recidive. Il World Cancer Research Fund raccomanda a queste persone di attenersi ai suggerimenti che sono stati dati in precedenza: mantenersi del giusto peso corporeo, fare attività fisica, mangiare poca carne rossa e molti vegetali e cereali integrali, evitare cibi conservati o in scatola.
Spesso seguire queste indicazioni non è possibile per chi sta ancora completando la chemioterapia, la radioterapia o altri tipi cicli farmacologici: le cure sono talmente debilitanti che difficilmente si ha fame, e meno di ogni altra cosa si ha voglia di seguire protocolli alimentari specifici. Si fatica a trattenere qualsiasi tipo di nutriente perché il senso di nausea e il vomito sono persistenti; quando la persona non riesce ancora ad alimentarsi normalmente a causa delle terapie è indispensabile che il team di medici e dietisti ospedalieri studi di caso in caso il giusto approccio alimentare.
Le ricerche scientifiche riguardo stile di vita, nutrizione e attività fisica in relazione alle recidive di cancro sono ancora agli albori. Vige il principio della precauzione: dal momento che non è ancora stato provato che alcun alimento sia in grado di scongiurare o provocare recidive, il suggerimento più efficace che si possa dare è quello di attenersi ai principi della sana alimentazione preventiva. A seconda delle varie necessità individuali spetterà poi ai medici dare indicazioni: ad esempio, persone che a causa del cancro hanno subito un intervento chirurgico con asportazione di un organo avranno delle regole dietetiche particolari, così come chi ha ileostomia o colonstomia.
L’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), oltre a consigliare di seguire le raccomandazioni del WCRF che abbiamo affrontato nelle scorse settimane, invita anche a prestare attenzione a certi alimenti che possono interferire con alcune terapie: ad esempio il succo di pompelmo riduce l’efficacia di alcuni farmaci, così come potrebbero esserci problemi anche per quanto riguarda l’uso di anticoagulanti e il consumo di vegetali a foglia verde (spinaci, cavoli, basilico, broccoletti, rape…).
Il tumore al seno e le recidive
Il Dr. Berrino, Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha promosso il progetto Diana per la prevenzione del cancro al seno e delle sue recidive attraverso l’alimentazione.
Il carcinoma mammario, a differenza di altri tumori, ha la particolarità di promuovere l’aumento di peso anche dopo l’operazione al seno: questo incide pesantemente sulla prognosi, in quanto va a disequilibrare nuovamente gli ormoni e l’insulina, aumentando di molto il rischio di recidive. Con il progetto Diana il Dr. Berrino e il suo team stanno mettendo a punto una dieta specifica per le donne, che le aiuti nella prevenzione di questo terribile tumore e di successive ricadute post-operatorie: si tratta di un’alimentazione che concilia alcuni aspetti della dieta mediterranea con i principi della macrobiotica.
I risultati preliminari sono incoraggianti: lo studio si concluderà nel 2015, ma già da ora il gruppo di ricerca comunica che la dieta proposta alle volontarie di Diana sta dando i risultati sperati nella prevenzione delle recidive. Questo, purtroppo, non vuol dire eliminare del tutto il rischio che ci siano ricadute della malattia, ma arginare il più possibile il rischio.
Il progetto promosso da Berrino ha regole molto rigide: non basta mangiare in modo sano con esclusione degli alimenti più nocivi, ma le donne arruolate -tutte con una diagnosi di tumore al seno- hanno dovuto eliminare dalla propria tavola anche alimenti che in genere si consiglia di “evitare” o “consumare con moderazione”, come ad esempio caffè e alcol, farine raffinate, riso bianco, latte e formaggi. Sono banditi dalla dispensa anche salumi, tutta la carne rossa (vitello compreso) e qualsiasi tipo di dolcificante (compresi fruttosio, zucchero bianco o di canna, sciroppo d’agave/d’acero/di mais).
Con quest’articolo ho concluso l’approfondimento del decalogo anticancro (ricordate? Lo trovate qui). Certamente in futuro scriverò nuovamente articoli riguardanti la prevenzione dei tumori attraverso la sana alimentazione, ma nelle prossime settimane mi dedicherò ad altre tematiche.
Sitografia
World Cancer Research Fund
12 Comments
Ciao, molto interessante il tuo sito, complimenti!
Mi ci sono ritrovata per caso, cercando online nuove ricette con l’avena (sono un’amante del porridge!) e colazioni “alternative”.
Leggevo tra i tuoi vari articoli che sconsigli di mangiare la frutta a fine pasto e mi sembra anche di aver notato una certa avversione nei confronti di latte e derivati.
Le linee guida dell’INRAN dicono che è assolutamente indifferente consumare frutta a fine pasto, che non rende la digestione più difficile (può rallentarla, ma solo di pochissimo, come tutti gli alimenti ricchi di fibra), che non fermenta un bel niente e che non fa ingrassare.
Inoltre, sempre secondo l’INRAN bisognerebbe assumere TUTTI I GIORNI una porzione di latte e una di yogurt perchè il calcio contenuto nel latte e i suoi derivati è quello che viene assorbito meglio dal nostro organismo. Il latte contiene inoltre proteine di elevato valore biologico, grassi soprattutto saturi, zuccheri (lattosio) e vitamine (soprattutto A, D e B). I formaggi contengono le stesse sostanze, ma in misura più concentrata via via che aumenta il loro gradi di stagionatura. Inoltre sono molto ricchi di sale e di calorie, per questo il loro consumo va limitato.
Ora, non voglio mettere in dubbio i tuoi articoli e sono sicura che tu sia una persona, nonchè un medico competente, te come tanti altri che la pensano come te. Sono una persona molto aperta al cambiamento e al dialogo e disposta a mettersi in discussione, per tutti questi motivi, vorrei chiederti: come deve comportarsi “l’uomo della strada” che voglia costruirsi un’alimentazione sana trovandosi di fronte tutti questi pareri discordanti?
Ti ringrazio, un saluto.
Ciao Lullaby, grazie per avermi scritto e aver espresso il tuo parere.
L’INRAN è un ottimo istituto (a cui purtroppo l’attuale governo ha tagliato i fondi), ma che fa comunicazione a tutta la popolazione: non avrebbe senso creare allarmismo sul consumo di latte e derivati, perché non sono tossici. E’ però vero che esistono studi che collegano il loro consumo a diverse patologie (tra cui cancro alla prostata e al seno, vorrei far notare): la correlazione mi pare sia oltre le 2-3 unità giornaliere (quindi oltre il livello soglia consigliato dall’INRAN).
Mi chiedi: che strada prendere di fronte a pareri così differenti? In questo caso, non posso che consigliarti di usare il buon senso, informarti il più possibile e provare su te stessa. I nutrienti contenuti nel latte non sono indispensabili, nel senso che si trovano facilmente in moltissimi altri prodotti: ad esempio, non è affatto vero che il calcio del latte sia il più biodisponibile! Lo assorbiamo per il 30%, contro il 50% di quello contenuto in broccoli e cavoli; assorbiamo al 30% anche quello contenuto nell’acqua, una fonte di calcio a 0 calorie e 0 grassi saturi. La vitamina B si trova in tutti i prodotti animali, la vitamina A anche nei vegetali (in forma di carotenoidi) e -mi spiace contraddirti- ma il latte NON è fonte di vitamina D (ne contiene 0,03 MICROgrammi, nemmeno MILLIgrammi). Il lattosio è uno zucchero che riusciamo a digerire benissimo nell’infanzia (è contenuto nel latte di mamma), ma crescendo pian piano perdiamo la capacità di digerirlo: non a caso crea problemi a tantissime persone adulte. Le proteine del latte non sono esattamente ad alto valore biologico: contengono un eccesso di caseina, che stimola eccessivamente l’ormone della crescita e che ormai molti scienziati correlano all’autismo (come il glutine). Per quello che ho letto io circa latte e derivati non posso fare a meno, da dietista, che sconsigliare il loro consumo quotidiano (i motivi li trovi negli articoli che ho scritto, oltre ad altri per i quali non ho ancora avuto modo di approfondire qui sul sito). Certo, volendo armonizzare alimentazione e buon vivere, non posso nemmeno proibire le eccezioni: sono la prima ad apprezzare lo yogurt, una cioccolata calda o un pezzo di parmigiano. Però appunto, che siano eccezioni se l’obiettivo finale è la massima salute possibile.
Riguardo alla frutta invece… E’ vero che non rallenta la digestione, e anzi in alcuni casi è utile, ma ti assicuro che a moltissime persone crea problemi di gonfiore se consumata a fine pasto. Se tu non hai problemi a mangiarla dopo pranzo o dopo cena, non vedo perché dovresti cambiare abitudini: io preferisco consigliarla come spuntino perché a stomaco vuoto se ne assorbono maggiormente vitamine e nutrienti, e oltretutto è uno snack sano. Mangiarla sia ai pasti che fuori pasto non è in linea nemmeno con le linee guida dell’INRAN: si supererebbero quei 400-500 g giornalieri consigliati, e si andrebbe a introdurre quotidianamente un eccesso di zuccheri semplici. Il fruttosio in eccesso, per altro, stimola in modo consistente i trigliceridi nel sangue: un giovane in buona salute non ha problemi a mangiare anche 4 porzioni di frutta al giorno, ma un adulto con un quadro ematico non perfetto dovrebbe stare attento anche alla frutta.
Spero di aver risposto alle tue domande in modo esaustivo, se avessi bisogno di altro scrivimi! 🙂
PS. Grazie per i complimenti ma una precisazione: non sono medico 🙂 Sono una dietista, con laurea triennale in Dietistica e non in Medicina.
Ops, ho sbagliato! Dovevo rispondere qui.
Piano, piano sto leggendo tutti i tuoi post. Molto interessanti, soprattutto quelli in cui leggo che la ricotta è altamente digeribile. Che bello quando qualcosa che ti piace da morire, fa anche bene 🙂
Posso chiederti come mai consigli di consumare yogurt bianco intero piuttosto che magro? Io di solito scelgo sempre quello magro, sia che si tratti del bianco naturale, sia del greco.
Evito quelli alla frutta perchè sono sempre addizionati di zuccheri e aromi vari. Ogni tanto mi concedo uno alla vaniglia come dessert 😛
Grazie! Un saluto.
Grazie a te per la professionalità con cui gestisci questo sito e per la risposta esaustiva!
Di solito infatti cerco di usare buon senso e moderazione e vario il modo di alimentarmi giorno per giorno, facendo tesoro dei vari consigli che leggo qua e là. Mi piace tenermi informata sull’argomento, mangiare bene e sperimentare piatti nuovi, fare la spesa con cura, scoprire ingredienti che non conoscevo prima, sapori particolari, spezie ecc… Il problema è che spesso si trovano persone più interessate al portafogli che alla salute della gente, le quali propinano delle diete assurde o demonizzano determinati tipi di alimenti, ad esempio il latte, como fossero veleno. Ecco, queste persone secondo me sono totalmente prive di buon senso.
Io preferisco affidarmi al consiglio degli esperti più la mia testa. Credo che nessun cibo in sè faccia male, l’abuso di qualsiasi cosa invece sì.
A proposito, ti segnalo questo articolo del Dottor Ghiselli dell’Inran che nel suo forum ha così risposto riguardo alla questione-latte: http://forum.corriere.it/nutrizione/06-08-2012/eliminare-il-latte-e-i-latticini-2105430.html
A me piace cambiare! A colazione alterno; latte, yogurt magro bianco con cereali o frutta, porridge con frutta e frutta secca, pane e marmellata e quando ho voglia di coccolarmi ricotta con miele e cannella… Ah, che delizia! Non disdegno le colazioni salate, che mi concedo di tanto in tanto… Ok, la smetto… Potrei stare a parlare di colazione per ore 😛
Per quanto riguarda la frutta allora cercherò di stare sulle due porzioni giornaliere, pensi che possa andare? Diciamo due frutti grandi, uno a colazione e l’altro a merenda, per esempio. In effetti tengo sempre a sforare quando mangio la frutta anche ai pasti 😛
Leggevo sempre qua e là dal tuo sito che consigli di consumare la frutta con la buccia, ma non è piena di pesticidi? Alla fine togliendo la buccia rinunciamo solo ad un pò di fibra che è comunque contenuta nella polpa del frutto, no?!
Lo so, forse sto dicendo scemenze, ma posso approfittare della tua disponibilità e competenza per togliermi alcuni dubbi?!
Grazie ancora 🙂
Rispondi pure dove sei più comoda 🙂 I commenti li vedo comunque, e appena ho un attimo rispondo!
Allora… Frutta va benissimo attestarsi sulle due porzioni giornaliere; una porzione corrisponde a circa 200 g di frutta (pari a una mela, una pera, due kiwi, tre prugne…).
Verissima l’osservazione che hai fatto sui pesticidi: dovrei, ogni volta che dico di mangiare la frutta con la buccia, specificare che intendo frutta biologica o quantomeno di produzione *consapevole* (spesso piccoli agricoltori che non usano pesticidi non possono o non vogliono farsi riconoscere come bio, ma i loro prodotti sono comunque eccellenti!). Se hai dubbi sulla provenienza, meglio togliere la buccia (questo vale anche per la verdura).
Riguardo allo yogurt invece… Lo consiglio intero perché da un punto di vista calorico cambia davvero poco rispetto a quello magro, ma sotto l’aspetto nutrizionale cambia molto! Se togli il grasso, togli anche quelle vitamine che tu stessa hai citato (A,D,K,E) che sono liposolubili, ossia si sciolgono nel grasso: senza grasso, non le assorbi. Inoltre lo yogurt intero sazia di più, è meno acido, e più bilanciato. Diverso invece il discorso dello yogurt greco… Se lo mangi una volta tanto va bene quello intero, ma se lo consumi più spesso meglio quello al 2% o 10% (meglio di no quello allo 0-1%); questo per non andare a incidere eccessivamente sui grassi saturi. C’è però da dire che lo yogurt greco in commercio è fatto anche con crema di latte (ossia panna), mentre quello “originale” dovrebbe essere solo yogurt al 100%, dunque migliore qualitativamente.
Se hai altre curiosità, disturbami senza problemi 🙂
Perfetto, grazie dei consigli! Scegliero sicuramente lo yogurt intero allora. Quello greco lo mangio ogni tanto e compro il Total Fage 0%, ma a questo punto proverò il 2%. Lo 0% (non so gli altri) è fatto con latte scremato e fermenti lattici, stop.
Sicuramente ti disturberò svariate volte, ahahah. Bella scoperta questo posto 🙂
ciao sono milly ho 44 anni e ho avuto un cancro al seno ,quest’estate mi hanno tolto un nodulo maligno,ho fatto un ciclo di chemioterapia e a gennaio mi hanno fatto una mastctomia con ricostruzione ,adesso sono in cura con il tamoxifene( per 5anni)e menopausa forzata.mi hanno detto che son guarita ma nn sono tranquilla vorrei sapere come cambiare la mia alimentazione cosa posso o non posso mangiare ,ho sempre fame è una lotta tutti giorni con il frigo ahahahah
Ciao Milly, purtroppo non posso dare indicazioni personali attraverso il sito, soprattutto in una situazione delicata come la tua: se vuoi ricevo in provincia di Bergamo, mi puoi contattare per un appuntamento! 🙂
io con cancro al seno,con le cure ho preso18 kg.ora dovevo finire cura ormonale,ma
mi dicono di continuare,devo dimagrirex grasso= ormoni,per me letali.
la mia dieta è basata su frutta e verdura ,pochi carboidrati ,niente carne rossa,
ogni tanto un pò di zuccheri(sono molto golosa),e ci sono formaggi possibilmente
freschi.faccio molta attività fisica,posso avere consigli???????
Mi spiace cara Franca, ma non me la sento -eticamente e professionalmente- di darle consigli senza averla vista di persona: la sua è una situazione molto delicata che si discosta dai consigli generici che di solito offro sul mio sito, e non vorrei in alcun modo dirle qualcosa che potesse nuocerle. Non conoscendo la sua personale condizione attuale né avendo alcuna informazione riguardo parametri clinici, non mi è possibile aiutarla attraverso il sito, mi spiace. L’unica cosa che posso dirle, è di chiedere al suo oncologo il nome di un dietista fidato che la possa affiancare nel percorso di dimagrimento, o di trovarne uno della sua zona esperto di alimentazione in caso di recidive: le sarà sicuramente molto più utile di quanto possa fare io attraverso uno schermo.
Ciao, riguardo la ricotta, è possibile mangiarla se c è allergia al latte e per dimagrire un po o la sconsigli? L allergene è il lattosio o la caseina? Ti ringrazio
Se c’è allergia al latte, non va consumata.