Una decina di giorni fa abbiamo parlato di insulina, indice glicemico e carico glicemico.
Vi avevo promesso che avrei approfondito ulteriormente l’argomento, andando a dare consigli pratici su come distribuire i carboidrati lungo la giornata al fine di ottimizzare la secrezione insulinica e mantenere a lungo la sazietà, evitando l’ipoglicemia conseguente ad un pasto sbilanciato (vuoi di proteine, vuoi di carboidrati).
Penso sia inutile ricordarlo, ma le quantità di carboidrati necessarie al funzionamento ottimale del nostro corpo sono strettamente personali, e variano in base a molti fattori, in primis l’attività fisica svolta.
Specifico che i consigli di cui sotto si intendono per un corretto bilanciamento dei nutrienti durante la giornata, salvo dovute eccezioni: non fate diventare i miei suggerimenti un rigido dogmatismo. Fluidità e adattamento personale in primo luogo.
Abbiamo detto che esistono alcune condizioni per le quali è bene avere un occhio di riguardo al carico glicemico dei pasti: ad esempio durante il dimagrimento, o in caso di acne o policistosi ovarica. Tale attenzione va posta anche per evitare ipoglicemia postprandiale, vale a dire il calo delle energie fisiche e della prestazione mentale a distanza di 2-3 ore dal pasto. Molto spesso ad essere sbagliata non è tanto la quantità complessiva di carboidrati che vengono assunti durante la giornata, quanto la loro fonte e il bilanciamento con altri nutrienti. Entriamo nello specifico.
Le fonti di carboidrati: quali e perché
Prima regola: non facciamo lo sbaglio di confondere i carboidrati con i cereali o peggio ancora con le farine.
I carboidrati sono un nutriente essenziale; quando si pensa ai carboidrati automaticamente il discorso si sposta su pane, riso, pasta e altri cereali come orzo o farro. Verissimo: questi alimenti sono ottime fonti di carboidrati, ma non sono le uniche. Troviamo carboidrati anche in frutta e verdura, patate, castagne, cereali minori come avena o segale, quinoa, amaranto, grano saraceno, miglio.
Quando si dice che “il fabbisogno di una persona è di 170/250/300 g di carboidrati al giorno” non si stanno indicando le quantità giornaliere di pasta, pane o succedanei, bensì la quantità complessiva di carboidrati proveniente dall’alimentazione.
Esempio pratico. In 100 g di pasta sono contenuti circa 80 g di carboidrati. In 100 g di verdura abbiamo mediamente 3-5 g di carboidrati, mentre in 100 g di patate ne troviamo 18 g.
Esistono alcune condizioni patologiche o al limite della patologia che richiedono la riduzione o l’eliminazione di alcune fonti di carboidrati poiché riacutizzanti i sintomi: ad esempio un intollerante al glutine starà male quando mangerà la pasta, chi soffre di colon irritabile mal sopporterà le farine, in caso di stitichezza persistente il riso e le patate non sono la scelta migliore.
Sarebbe sbagliatissimo fare di tutta l’erba un fascio: escludere alcuni alimenti non significa eliminare in toto il nutriente caratterizzante. Se per qualche motivo non posso mangiare glutine o farine, la mia fonte di carboidrati diventeranno il riso, le patate, gli pseudo-cereali (quinoa, amaranto, grano saraceno) la frutta e la verdura.
Diversi studi hanno messo in relazione la leaky gut syndrome (sindrome da intestino permeabile) con l’abuso di prodotti a base di farine, glutine o lectine. Queste sostanze andrebbero a determinare un assottigliamento della trama intestinale, causando un allargamento delle maglie che comporta inizialmente sgradavoli sintomi (gonfiore, dissenteria, distensione addominale), successivamente malassorbimento (tipicamente di lattosio, ferro, certe vitamine) e alla lunga veri e propri stati patologici (malattie infiammatorie intestinali, coliti ricorrenti).
Crocifiggere un singolo alimento sarebbe da stupidi: si tratta pur sempre di sindromi e patologie multifattoriali; quel che è certo è che -una volta dato l’avvio alla cascata- il soggetto intollerante non potrà più mangiare a cuor leggero pasta, pane e farinacei (pena l’acutizzazione dei suoi sintomi).
Dal momento che prevenire è sempre meglio che curare…:
– Limitiamo la quantità di farinacei: pane, grissini, taralli, schiacciatine, biscotti, fette biscottate e merendine. Non è infrequente che una persona introduca questi alimenti ad ogni singolo pasto della giornata, tutti i giorni della settimana, per tutta la vita: non è sano, a maggior ragione se le farine con cui sono stati prodotti sono di grano tenero anche se integrali (ricordate questo articolo?). Leggermente migliore sembra essere il grano duro, ma rinnovo comunque il consiglio a limitare le fonti di farina.
– Variamo le fonti di carboidrati amidacei, vale a dire pasta e cereali, riso, patate. Anche in questo caso, non è infrequente che si consumi la pasta due volte al giorno, soprattutto se si è sportivi ad alto livello con numerosi allenamenti settimanali: sebbene il fabbisogno di carboidrati sia indiscutibile, per un discorso salutistico e preventivo è bene fare in modo che l’unica scelta possibile non sia sempre e solo pasta. Alterniamo con risotti e orzotti; introduciamo un paio di volte a settimana anche cereali in chicchi come segale, avena, miglio; proviamo quinoa, grano saraceno e amaranto; non disdegniamo le patate (e non consideriamole semplice ‘verdura’!).
L’abbinamento di carboidrati e altri nutrienti
Vi ricordate quanto vi ho detto nell’articolo di settimana scorsa? Ai fini del controllo insulinico, fare pasti di soli carboidrati (es.pasta al pomodoro) sarebbe tanto sbagliato quanto fare pasti di sole proteine o di proteine+grassi (es. pesce al forno o bistecca alla griglia, con o senza olio/burro/frutta secca). Sia i carboidrati che le proteine hanno un potere insulinemico: riguardate l’esempio del pompiere dell’articolo precedente per afferrare meglio il meccanismo che sta alla base.
In sostanza, quello che volevo sottolineare è perché sia importante che a ciascun pasto ci sia il giusto equilibrio tra i tre nutrienti: proteine, carboidrati e grassi.
L’espressione più immediata di questo consiglio è sicuramente l’idea di un primo piatto seguito da un secondo piatto, o di un piatto unico che comprenda proteine e carboidrati, ad esempio pasta e ceci (fonte di proteine vegetali) o risotto con cozze e vongole (proteine animali).
Esistono però determinate situazioni nelle quali non è sempre possibile far sì che la fonte di carboidrati del pasto siano i cereali come negli esempi appena citati: può essere per una dieta terapeutica e/o ipoglucidica, per determinati fini sportivi, o anche per motivi molto più banali (la mera mancanza di tempo).
Ecco che in questi casi ci verranno in aiuto i carboidrati di frutta e verdura: sebbene da un punto di vista strettamente calorico non possano certamente sostituire un primo piatto, anche gli ortaggi apportano una quota di carboidrati capace di bilanciare lo stimolo insulinemico delle proteine. Ovviamente dovremo far attenzione alle quantità: due foglie di insalata abbinate ad una bistecca da 200 g sono un contributo davvero irrisorio! E altrettanto ovviamente dovremo accertarci che il contributo energetico complessivo della giornata non sia eccessivamente risicato: mangiare due volte al giorno secondi piatti e verdura senza l’adeguato bilanciamento con altri alimenti sarebbe sbagliato. Dovremo fare in modo che almeno uno dei due pasti abbia una fonte di carboidrati complessi (cereali o patate), anche se è doveroso ricordare che alcuni protocolli dietetici possono prevedere la quasi totale esclusione di cereali andando però a compensare il gap calorico che si genera con grassi provenienti da frutta secca, olio extravergine, cocco, burro (appena mi sarà possibile dedicherò un articolo a questi modelli alimentari).
Il consiglio di sfruttare le verdure come unica fonte di carboidrati ad un pasto è rivolto anche a tutte le persone -come la sottoscritta- che risentono a livello mentale la ‘pesantezza’ dei cereali: avendo imparato a sentire le necessità del mio corpo, mi rendo perfettamente conto che quando a pranzo mangio un primo piatto (sia esso di pasta o di altri cereali) nel pomeriggio ho più sonno, meno concentrazione e meno lucidità. Decisamente controproducente se devo lavorare! Ecco dunque che tendenzialmente preferisco consumare i cereali la sera e le proteine a pranzo, sempre abbinate ad un contorno di verdure o a un frutto ed eventualmente ad una quota molto minima di cereali senza glutine. Tornerò prossimamente a parlare di questa suddivisione.
Viceversa, a volte per comodità si tende a fare solo un primo piatto a mezzogiorno. Tuttavia, come detto in precedenza, fare pasti di soli carboidrati ci intorpidisce, smuove in modo non idoneo i livelli di insulina e ci predispone a fame precoce. In questi casi per equilibrare il pasto si può aggiungere una piccola quota di grassi, ad esempio una manciata di mandorle, un paio di noci, degli anacardi non salati (questi ultimi sono tra la frutta secca più ricca di aminoacidi essenziali, insieme ai pinoli).
Ultimissimo appunto. In quest’articolo mi sono focalizzata sui pasti principali, ma non trascuriamo la prima colazione: se mangiassimo solo fette biscottate con marmellata o biscotti avremmo un non indifferente picco glicemico. Vi consiglio questo mio articolo per riequilibrare anche la colazione: tantissimi miei pazienti tornano al controllo dicendomi che grazie alle mie “colazioni da campione” i buchi allo stomaco e il calo di energie delle 10-11 di mattina sono solo un lontano ricordo… Quanti di voi hanno questo problema a metà mattina e sono disposti a provare…?
Bibliografia
D.Kiefer, L.Ali-Akbarian – A brief evidence-based review of two gastrointestinal illnesses: irritable bowel and leaky gut syndromes – Altern Ther Health Med. 2004 May.Jun;10(3):22-30
S.Eswaran, A.Goel, W.D.Chey – What role does wheat play in the symptoms of irritable bowel syndrome? – Gastroenterol Hepatol. 2013 Feb;9(2):85-91
47 Comments
Ti seguo da tanto e , veramente, che peccato tu sia così lontana…dalla Puglia. Grazie per quello che ci trasmetti con tanta generosità.
Grazie, di cuore.
Ma questo articolo l’hai scritto su misura per me!!! I tuoi consigli sono preziosi!
Già prima compilavo menù settimanali, ma ora con le tue dritte i miei menù volano!
Una domanda: merende scolastiche per bimba di scuola primaria… Trovo qualcosa tra ciò che hai scritto nel blog?
Che bello Anna! 🙂
No, non ho ancora scritto nulla sui bimbi ma anche questo “è nel cassetto”. Qualche suggerimento velocissimo:
– Una BELLA colazione (come anche Sonia insegna, pane+burro *consapevole*+marmellata!)
– Spuntini: ad esempio biscotti fatti in casa (vedi mia penultima ricetta, o altre ricette senza/con poco zucchero); barrette di frutta secca e miele; fetta di castagnaccio; semplicemente frutta fresca; crackers con un pezzetto di parmigiano; pane e cioccolato (cioccolato vero!)… Ma ci tornerò e approfondirò 🙂
Ciao Arianna, i tuoi articoli sono sempre molto interessanti e stò imparando a sentire i bisogni del mio corpo.
Grazie.
Grazie a te per seguirmi con costanza! 🙂
Ciao Arianna!!
Ho iniziato a seguirti da un paio di mesi e devo dire che sei stata illuminante per me!! Ho già modificato da un mese la mia colazione con il porridge (che qui in Finlandia -dove abito temporaneamente- è un must!) (avena+frutta secca+frutta fresca), e ho già dimenticato da un pezzo il buco allo stomaco di metà mattina!
Devo dire che questo articolo mi ha spiazzato non poco, e ti spiego perché: non avevi detto in qualche articolo fa che bisogna mangiare carboidrati+proteine+verdura nello stesso piatto (indicativamente 25%-25%-50%)? secondo questa regola alla pasta+ceci io ci abbinerei normalmente della verdura, o nel caso opposto se dovessi mangiare uova/carne/pesce e verdura, aggiungerei un po’ di patate o di pane…sbaglio io?
Grazie per la tua disponibilità, e continua così!
Ciao Marta, felice di averti tra i miei lettori!
Però non capisco dove sia il problema… Voglio dire: pasta e ceci è un piatto unico con carboidrati e proteine vegetali; carne/pesce/uova sono proteine animali a cui puoi abbinare carboidrati complessi da pane o patate come stai facendo. Quello che qui ho specificato è che in alcuni casi si può bilanciare il secondo piatto con solo verdura e/o frutta a patto che il resto della giornata sia soddisfacente per il proprio fabbisogno 🙂
Esempio 1. Devo dimagrire e devo contingentare i carboidrati semplici. Decido quindi di metterne una fonte a colazione e una a pranzo, e la sera faccio solo secondo con verdura e magari un piccolo frutto, senza cereali o pane (sbagliato invece fare solo ed esclusivamente secondo piatto).
Esempio 2 (che applico a me stessa). I cereali mi danno sonnolenza anche in piccole quantità, quindi è bene che non li mangi a mezzogiorno se poi voglio essere mentalmente lucida nel pomeriggio. Metto una buona fonte di carboidrati al mattino, una buona fonte la sera, e a mezzogiorno compenso il gap calorico dei carboidrati con frutta secca (+ verdura e secondo, ovviamente).
Esempio 3. Sono di fretta e a mezzogiorno riesco a mangiare solo un secondo piatto veloce e un’insalatina. O sono celiaco e le uniche cose senza glutine del bar in cui pranzo sono le suddette. Colazione saziante, cena soddisfacente (e completa), e aggiungerò più frutta durante il giorno come fonte di carboidrati alternativa ai cereali.
E’ più chiaro adesso? 🙂 Vale SEMPRE quanto detto nell’articolo passato cui ti riferisci: qui facevo riferimento più che altro alle eccezioni 😉
Ciao Arianna, ti seguo da quando hai avviato questo sito anche se è la prima volta che ti scrivo.
Mi piace molto leggerti perché hai uno stile molto leggero e chiaro anche trattando temi in modo tutt’altro che superficiale.
Io da sempre ho passione per la scienza dell’ alimentazione e le tue pagine per me sono un mezzo di coltivarla e tenermi aggiornata.
Devo dire che normalmente trovo nei tuoi articoli conferme ed approfondimenti di cose che già conosco, ma oggi con una delle tue dichiarazioni mi hai un po’spiazzata e fatta preoccupare. Mi riferisco all’accenno sulle lecitine come fattore di rischio per la leaky gut syndrome.
Purtroppo io, da quando sono andata in menopausa, ho un innalzamento costante del colesterolo (fortunatamente quello buono) ma ormai sono arrivata a 213, anche se la mia alimentazione non è, e non è mai stata, particolarmente scorretta. Da quest’estate però tutte le mattine ho inserito nella mia colazione 2 cucchiaini di lecitina di soia e per la prima volta, da 2 anni a questa parte, nelle analisi del sangue quel maledetto numero non è salito,e io spero che con il tempo possa anche diminuire.
Detto questo, la tua osservazione mi ha fatta preoccupare. Non è che sto curando un problema per trovarmene uno peggiore?
Cosa pensi della lecitina di soia ?
Lo so, mi dirai che se uno segue una dieta equilibrata e varia non ha bisogno di integratori, ma ti assicuro che la menopausa è uno sconvolgimento totale, che fa saltare ogni regola! Colesterolo, aumento di peso, e chi più ne ha più ne metta.
E ti assicuro, che tra “sapere” cosa ti aspetta e “vivere” cosa ti aspettava c’è una bella differenza.
Ti ringrazio in anticipo se avrai il tempo di rispondere a questo mio dubbio o vorrai chiarirlo in uno dei tuoi prossimi articoli.
Tanti complimenti ed un abbraccio da chi sente di conoscerti un po’, perché è attenta da tempo ad ogni tua parola.
Licia
Cara Licia ti ringrazio per avermi commentata e per le belle parole che hai avuto: davvero mi segui da anni?! Che emozione, è bello sapere di avere lettori silenziosi da così tanto tempo 🙂
Mi spiace però segnalarti un tuo piccolo errore di lettura: io ho parlato di LECTINE e non lecitine: si tratta di due cose diverse, quindi puoi davvero stare tranquilla 🙂
Cosa ne penso della lecitina di soia… onestamente non l’ho mai consigliata anche se so che è efficace: preferisco non consigliare la soiao suoi derivati per diversi momotivi. In genere se non riesco a risolvere con la sola alimentazione mi avvalgo di altri integratori 🙂
Più che una svista era ignoranza purissima!! Non sapevo neanche dell’esistenza delle lectine. Grazie alla tua risposta ho fatto qualche search e mi sono acculturata un po’.
Tornando all’argomento che mi tocca di più: a quando un bell’articolo sugli integratori di aiuto al controllo del colesterolo??
Non che mi sia dimenticata i tuoi bellissimi articoli di qualche anno fa sui consigli alimentari, ma come ti ho già detto, purtroppo, stare solamente attenta all’alimentazione a me non è bastato . E neanche il glucomannano ha fatto al caso mio. Sono proprio curiosa di sapere a quali stavi pensando tu.
Di solito in prossimità della menopausa consiglio integratori specifici di trifoglio rosso: preferisco non fare nomi sul sito per evitare qualsiasi forma di pubblicità occulta 🙂
Quanto ad un articolo su alimentazione e colesterolo, temo che dovrai attendere un po’: ne ho molti altri in cantiere a cui mi voglio dedicare prossimamente… Però metto in lista anche la tua curiosità, sperando di trovare l’ispirazione per esaudirla: preferisco non fare articoli a richiesta per non perdere la prima cosa che mi serve a scrivere, ossia la voglia di farlo. Spero tu non ne abbia a male, ma scrivo a seconda delle cose che mi interessano di più al momento… 🙂
Parola d’ordine: variare, variare e ancora variare!!!! :-)) Esattamente come hai detto in un precedente articolo riguardo il pesce, siamo abituati a mangiare in modo monotono un pó tutti i nutrienti, mentre se solo ci abituiamo a guardare tra gli scaffali del supermercato e soprattutto degli ipermercati tipo ipercoop, piú grandi e con piú scelta, scopriamo un vero mondo! Un esempio il bulgur per gli sformati: rende moltissimo con poca grammatura (per tener d’occhio la dieta), e assieme a verdure e pesce, o legumi e verdure etc spolverato con abbondante parmigiano e ripassato al forno é una vera leccornia!!! Ci sono moltissime possibilitá anche sulle farine, mischiando tra quelle a piú alto indice e quelle a minore impatto, per la preparazione di ottimi panini, focacce e dolci persino, avendo sempre cura di non snobbare i grassi buoni e utili! Un vero toccasana alla salute questo tipo di attenzioni, per una popolazione come quella occidentale “drogata” di zuccheri, che solo ora si comincia a capire come siano veri e propri killer silenziosi, non a caso i numerosi casi di intolleranze anche e soprattutto nei bambini che escono fuori ogni giorno! Grande Arianna, ora, come sempre :-))
Tu mi lusinghi troppo Martina, oltre ad essere una delle mie migliori pazienti (amiche!) in quanto a rapidità di “presa di consapevolezza” 🙂
Sempre illuminanti i tuoi post Arianna, complimentio, sei bravissima (e se aggiungiamo che, da quanto ho capito, sei anche molto giovane, chapò!). Da anni sono alla ricerca di quello che mi fa male nella mia alimentazione, perchè qualcosa c’è, ma non credo nei test delle intolleranze. Così sto provando a monitorare il mio organismo e il discorso sulle farine è stato illuminante, perchè quando mangio qualcosa fatta con la farina (pane e pasta di tutti i tipi, con tutte le farine, senza lievito, con lievito, con pasta madre e non mi dilungo oltre) non sto per niente bene. Assumo patate, riso, purè, farro, orzo o quinoa ed è tutta un’altra vita. Non capivo perchè, ora sono quasi sicura sia per quello. Ma mangiando dolci fatti da me non mi succede. Che sia il tipo di farina che uso (Miscela di farine Antico Molino Rosso, farina di frumento tipo 0, amido di frumento, farina di soya micronizzata tostata da agricoltura biologica)? Ho voluto fare un esperimento : ieri ho fatto un dolce con un preparato per torte di una famosa industria alimentare, a base di: zucchero, farina di grano tenero 00, amido di frumento, amido e altro che ometto. Buona, due fette e sto male, ho persino la nausea. Come test ha funzionato! Rimane il mistero dell’unica farina che non mi fa male.
Grazie per il lavoro prezioso che fai, mannaggia abitassi più vicino sarei da tempo tua paziente!
io ho lo stesso tuo problema post-prandiale, oltre che una policistosi ovarica che determina insulino-resistenza, per cui a pranzo non mi faccio mai mancare un bel mix di cereali (o pseudo cereali) in chicchi (circa 30/40 gr), proteine vegetali (legumi di ogni sorta, circa 20 gr) e verdure in quantità! Il tutto condito con un po’ di gomasio e un filo di olio evo. Sono brava?? 🙂
ps. anche io faccio parte del team delle colazioni da campione!
Direi che se questa soluzione non ti causa sonnolenza, è la scelta vincente! Io l’ho adottata per lungo tempo, ma alle 15… Sonno atroce! Ora che sono passata alle proteine da carne, pesce e uova va molto meglio 🙂
Ma che carboidrati bisogna abbinare, escludendo il pane? Solo verdura? Comunque purtroppo qualsiasi cosa io mangi mi “rallenta” poi il ritmo del lavoro, ecco perchè faccio solo spuntini. Ma d’inverno è dura, fa freddo e mi viene fame. Secondo te potrebbe essere una soluzione fare una buona colazione (seguendo i tuoi suggerimenti), un porridge a mezzogiorno e poi una buona cena alle 15.30? Piccolo spuntino con frutta cotta prima di dormire, ovvero verso le 23) e via…Lo so che mi hai suggerito spuntini vari, ma se mangio il pane poi sogno veramente il letto, invece il porridge non mi dà alcuna sonnolenza.
Graziella, questi sì che sono consigli personalizzati 🙂 Qualche dritta te l’ho già data in passato: se non funziona, o se non è adatta a te, ti devo chiedere per favore di prendere un appuntamento con qualche collega della tua zona che ti possa aiutare. Io, davvero, più di così non ho idea di cosa fare o cosa consigliarti…
Hai ragione, perdonami, mi sono fatta un pò prendere la mano…
Mi sa che ho scritto il commento precedente nel posto sbagliato: nel “rispondi” anzichè commento all’articolo. Questa mattina non mi funzionava il cervello: colpa del torta-esperimento che ti ho descritto.
Grazie a te per la costanza con cui mi segui, davvero 🙂 Non saprei dirti nel tuo specifico caso cosa crei problemi: il tipo di macinazione della farina? Il tipo di cereale? La quantità? L’abbinamento con altri ingredienti? Onestamente non saprei… L’unico modo è fare come fai tu: provare, provare, provare 🙂 Segnarsi quando e a seguito di cosa si hanno sintomi, e ogni mese provare a isolare i fattori comuni…!
Sì, in effetti se non mangio cibi fatti con farine sto meglio. Probabilmente la torta fatta da me ha una farina meno raffinata, ne ha comunque meno perchè aggiungo sempre frutta, e poco zucchero. Una sola fetta di quella al giorno , non accumulandosi ad altri alimenti a base di farina, non mi crea problemi. Sto facendo come dici, andando per esclusione. Ma che fatica! Invece leggerti è un piacere.
Illuminante! Grazie per i validi suggerimenti che ci dispensi. Ieri ho pranzato con insalata mista condita con olio extra vergine gomasio e semi oleosi vari e una zuppa di lenticchie e quinoa e alle 16 ero uno zombie…stentavo a tenere gli occhi aperti davanti al computer. Oggi finocchi crudi conditi come sopra con uova, zucchine in padella e va meglio. Niente sonnolenza però un pò di fame che ho saziato con un frutto….Credo che d’ora in poi cercherò di consumare i cereali alla sera ma secondo te a pranzo posso comunque mangiare una fetta di pane integrale?
Dovresti provare… Io preferisco fare doppia porzione di pane al mattino ed evitarlo a mezzogiorno: ho notato che è la combinazione migliore. Però c’è da personalizzare 🙂
Proverò, sperimentare e ascoltare il mio corpo è una cosa a cui mi sto piacevolmente abituando. Grazie Arianna per il prezioso aiuto.
Una curiosità se a pranzo volessi consumare legumi posso considerarli come fonte proteica considerandoli un secondo piatto e mangiarli senza abbinarli ai cereali? Come ad esempio mettendoli in una super insalata mista?
Una tantum sì, ma considerali un sostituto dei carboidrati: le proteine che contengono, se consumati da soli, sono davvero troppo esigue per poter essere considerate complete.
Sempre sollecita ed esaustiva. Grazie
Ciao Arianna, sono Serena, ho eliminato il pane azzimo ed ho inserito il pane di segale ma mi gonfia la pancia e allora quando ho voglia( non lo mangia mai) ho preso il pane integrale e non a lievitazione naturale, dopo mi viene un lieve mal di testa. Io soffro di acne e ci vado molto piano. Un’alternativa al pane di segale.
Grazie.
Pane di grano duro, meglio quello di Altamura o a lievitazione naturale.
Comunque, anche questo potrebbe darti problemi se hai intolleranza al lievito…
Ciao Arianna, che bella sorpresa questo blog! Sono molto “appassionata” di cibo e alimentazione, ci tengo a mangiare cose buone e golose ma che facciano anche bene… per questo nelle mie ricette cerco sempre un buon equilibrio.
Ultimamente ho qualche problema e qualche dubbio sulla mia alimentazione, per questo ho trovato molto interessanti e istruttivi i tuoi articoli. Sono al settimo mese di gravidanza, non ho mai avuto problemi di peso, colesterolo o glicemia (pur mangiando con costanza ogni giorno qualche dolcetto)… ora però con l’esame della curva glicemica mi è stato riscontrata qualche difficoltà nello smaltimento del glucosio. Il suggerimento del mio medico è stato quello di limitare i carboidrati. Mi chiedo se un regime bilanciato come quello che suggerisci (mantenere ad agni pasto un minimo di carboidrati provenienti da farinacei/pasta/cereali, magari integrali) possa aiutarmi. Poi mi resta solo da capire come “creare” una torta o dei biscotti adatti alla colazione, minimamente dolci e che mi forniscano un pò di energia e sazietà! 🙂
Ciao…è da tempo che ti seguo e i tuoi articoli sono stati molto chiari e utili.Volevo farti una domanda: visto che mi alleno in palestra di sera (verso le 9) e vorrei dimagrire soprattutto a livello addominale, come posso distribuire al meglio i carboidrati durante la giornata in modo tale da avere energie per l’ allenamento serale e continuare a bruciare grasso?
grazie
Per consigli personalizzati sono disponibile con appuntamenti nei miei ambulatori: spero che tu capisca che il confronto di persona è indispensabile per dare consigli efficaci… 🙂
A presto!
Ciao Arianna,
in questi sto rileggendo con piacere i tuoi articoli. In molti di questi e nei relativi commenti vengono spesso nominate le tua colazioni da campioni. Ricordo di aver letto, tempo fa, tale articolo…ma sinceramente non lo ricordo bene. Ho cliccato sul link che dovrebbe portare al post riguardante appunto le colazioni da campioni, ma non me lo trova. Potresti darmi una mano a ritrovarlo? Oppure, se ti è più comodo, ha riportarmi in breve cosa avevi scritto.
Grazie in anticipo della cordialità,
Sara
Da quando ho cambiato grafica al sito alcuni link non funzionano più… Ecco qui quello sulla colazione 🙂
Eventualmente puoi usare la funzione ‘CERCA’ in alto a destra e inserire le parole chiave che desideri.
Cara Arianna,
da qualche mese, stanca di pancia e stomaco perennemente gonfi, ho provato ad eliminare totalmente i cereali (inclusi gli pseodo cereali), i legumi e le patate dalla mia dieta. I soli carboidrati che mangio provengono quindi dalla frutta (che mangio comunque con moderazione) e dalle verdure ( che mangio invece in gran quantità). Ebbene, devo dire che non mi sono mai sentita cosí bene in vita mia. Mi è persino quasi sparita la cellulite. Eppure non sono affatto intollerante al glutine…. E’ possibile che tutti i miei vari disturbi digestivi derivassero dai cereali, legumi e patate? Hanno quindi ragione i seguaci della paleo dieta, che ritengono tali alimenti inadatti per l’alimentazione umana?
Grazie e a presto
Chiara
Sulla Paleo-dieta ci sarebbe molto da dire: io la ritengo molto valida, soprattutto in casi di certe patologie (patologie autoimmuni, colon irritabile che si protrae da anni, disequilibri endocrini o digestivi). Per la popolazione ‘sana’, senza particolari disturbi, può essere utile recepire i principi base senza estremizzarne il senso: a mio parere legumi, glutine e latticini non sono completamente inadatti all’alimentazione umana, ma molte persone presentano scarsi livelli di tolleranza nei confronti dell’accumulo di questi alimenti. L’accumulo va poi ad esacerbare certi sintomi verso cui la persona stessa è sensibile.
Quello che è fondamentale quando si segue una pseudo-paleo è di fare estrema attenzione alla qualità delle proteine che si mangiano: se per ‘paleo’ si intendono carni da allevamento intensivo, pesci inquinati da mercurio o nutriti con sfarinati, uova da batteria… Magari si sta meglio per un verso, ma alla lunga si vanno ad accumulare altre sostanze (es. metalli pesanti) parimenti pericolosi. Se si passa alla paleo (e io talvolta lo consiglio) si deve avere disponibilità di acquistare materie prime praticamente ineccepibili e non trasformate.
Grazie Arianna, risposta veramente utilissima.
Vorrei avere una dieta per la settimana per evitare ingrassare e ridurre le cellulite
Può prendere appuntamento con me scrivendo alla mail indicata nella sezione ‘contatti’, dove è indicato anche il mio indirizzo di ricevimento.
Buongiorno,
So che questo post è stato scritto tempo fa, e che magari lei non riuscirà a darmi una risposta…
Adesso che sto seguendo una dieta e cercando di mnagiare in maniera salutare, volevo ringraziarla di tutti i consigli. Il suo blog sta diventando di lettura obbligata ogni giorno.
Io mi trovo con il seguente “problema”. Nella mia dieta includo, a pranzo, 3 giorni a settimana 60 grammi di pasta+verdure+petto di pollo. Quei giorni in cui la pasta è inclusa, il pomeriggio mi viene una gran voglia di carboidrati in qualsasi forma: cereali, pasta, patate….a metà pomeriggio distruggo la mia dieta. Ho osservato bene ed è sempre quando mangio pasta a pranzo.
Per adesso l’ho eliminata completamente, e mangio soltanto 3 fette biscottate la mattina, ma non mi sembra giusto non mangiare pasta.
A cosa puo essere dovuta questa gran voglia di “abuffarmi” nei pomeriggi dei giorni che mangio pasta?
Grazie mille!
Patricia.
Gentile Patricia, potrebbe essere una questione di rebound di glicemia, e/o particolare sensibilità al glutine, e/o inadeguato pasto (aumenterei magari un po’ le proteine). Provi ad indagare con il suo nutrizionista, che certamente la può conoscere e comprendere meglio di me 🙂