Nel pieno stato di salute il corpo è caratterizzato da un perfetto equilibrio, che viene definito omeostasi organica. Tale equilibrio non è da intendersi come una condizione statica: è al contrario caratterizzato da una raffinata dinamicità tale per cui ad ogni azione corrisponde una reazione adeguata a bilanciarla.
La nostra omeostasi viene quotidianamente scossa non solo da eventi traumatici quali malattie o stress psicofisico, ma anche dai più banali atti giornalieri, come il semplice nutrirsi, fare un lavoro di fatica, correre, esporsi all’aria fredda ambientale o del climatizzatore. Se è in salute il nostro corpo è perfettamente in grado di far fronte a queste piccole sfide, e a bilanciare in modo ottimale le perturbazioni che scuotono l’equilibrio omeostatico. Tuttavia, quando le difese immunitarie sono basse o quando le condizioni perturbanti durano nel tempo il nostro organismo è meno efficiente, ed è in questo modo che possono prendere avvio fenomeni che se trascurati possono portare all’instaurarsi di patologie. Mi riferisco ad esempio a infiammazione cronica e all’acidosi metabolica. L’infiammazione tissutale è quel fil rouge che unisce diversi tipi di malattia – dal cancro al diabete, dall’obesità all’aterosclerosi; ma non è di questo che voglio parlarvi oggi. Affronterò invece l’argomento dell’acidosi metabolica, che -esattamente come l’infiammazione- si può instaurare a seguito di uno stile di vita poco equilibrato.
Che cos’è l’acidosi e le sue cause
I sintomi che possono far suonare un campanello d’allarme sono molteplici e molto diffusi nella popolazione: stanchezza cronica e apatia, ottundimento mentale, nervosismo, facilità di insorgenza di crampi muscolari, dolori a ossa e articolazioni, ritenzione idrica e cellulite diffusa, borse scure sotto gli occhi, secchezza della cute e fragilità dei capelli.
Una condizione cronica di acidosi può essere causa di invecchiamento precoce, sonnolenza, episodi di calcolosi renale, perdita di minerali ossei (osteopenia) e -cosa assai temuta dagli atleti- catabolismo muscolare (ossia perdita di massa magra).
Di fatto l’acidosi metabolica è un accumulo di scorie metaboliche provenienti da attività fisica intensa, stress psicofisico, esposizione costante a inquinanti ambientali, (ab)uso di farmaci, droghe e alcol, scarso apporto di liquidi, sedentarietà e abitudini alimentari scorrette. Normalmente il nostro corpo è in grado di pulire l’organismo dalle scorie grazie ai cosiddetti organi emuntori (depurativi): pelle, polmoni, intestino, reni. Tuttavia, quando lo stimolo scorretto di protrae nel tempo la capacità del corpo di ri-equilibrarsi subisce un rallentamento, che porta all’accumulo costante di sostanze acide nei tessuti. Un buon modo di misurare lo stato di acidosi è la misurazione del pH urinario attraverso appositi kit che si comprano in farmacia: valori auspicabili sono di 6.5-7, valori inferiori a 5.0 indicano forte acidosi.
Alimentazione e acidosi
La dieta e il modo di alimentarsi incidono in modo significativo sullo stato di acidosi metabolica, per diversi motivi. Innanzitutto bisogna considerare che a seconda della specifica composizione biochimica un alimento può essere acidificante o alcalinizzante (ovvero in grado di contrastare l’acidosi): le proteine e i carboidrati creano acidosi, i grassi sono pressoché neutri, i sali minerali sono alcalinizzanti (in particolare potassio, magnesio, calcio e fosforo, mentre zinco, fosforo e cloro sono leggermente acidificanti).
Al di là del potere acidificante o alcalinizzante del cibo preso di per sé stesso, anche il modo in cui ci nutriamo incide e contribuisce all’acidosi metabolica. L’esempio classico è quello della dieta dimagrante: la perdita di peso corporeo porta -così come è auspicabile- alla liberazione di acidi grassi conservati nel tessuto adiposo; questi acidi grassi liberi (FFA, free fatty acid) comportano tuttavia un peggioramento dell’acidosi organica: è per questo motivo che diete fortemente ipocaloriche e sbilanciate compromettono lo stato di salute. La persona sarà deperita, non dimagrita. Nel contesto di una dieta ipocalorica è indispensabile che siano presenti alimenti alcalinizzanti in grado di contrastare l’acidosi: frutta, verdura, erbe aromatiche fresche e spezie.
L’indice PRAL
Il PRAL (potential renal acid load) esprime la misura potenziale del carico acido renale, ovvero il potere acidificante dei cibi. I valori sono calcolati in base al contenuto proteico e minerale degli alimenti: valori positivi indicano cibi acidificanti, valori negativi indicano cibi alcalinizzanti.
Come per l’indice glicemico, ha poco senso prendere il considerazione il PRAL di un alimento svincolandolo dal contesto: quello che conta è il potenziale acidificante totale di un pasto. Ad esempio un pasto a base di carne o pesce sarà certamente acidificante, ma se fosse ben bilanciato da un contorno di verdura cruda il carico PRAL verrebbe abbassato notevolmente.
Bisogna inoltre tenere in considerazione i processi industriali che un dato alimento può aver subito: più un alimento è processato, più sarà acidificante. Per esempio, i grassi animali e gli oli vegetali hanno valori PRAL prossimi alla neutralità: andiamo da un massimo di +0,4 dell’olio di cocco a una media di -0,2 degli oli vegetali (colza, mais, lino, soia, girasole). I processi industriali cui sono sottoposti questi oli portano tuttavia alla formazione di un maggior quantitativo di acidi grassi liberi e di acidi grassi trans, che rendono i prodotti più acidificanti. Tali oli sono usati in moltissimi prodotti dell’industria: zuppe pronte, merendine, biscotti, barrette di cereali, cornflakes da prima colazione, pizze, fritti, patatine, crackers…
Dal momento che sono ricchi di sali minerali, frutta e verdura sono categorie alimentari dal potere alcalinizzante, ma è importante tenere in considerazione il tipo di agricoltura da cui gli ortaggi provengono, il metodo di conservazione e la stagionalità.
– Tipo di agricoltura: purtroppo l’agricoltura tradizionale usa fertilizzanti e pesticidi che aumentano il potenziale acidificante di frutta e verdura. Quando possibile, meglio affidarsi ai prodotti biologici o alla piccola distribuzione non bio ma *consapevole*: non smetterò mai di ripetere che è preferibile una piccola azienda agricola -pur senza certificazione biologica- con un occhio di riguardo alla coltivazione sostenibile, piuttosto che la grande distribuzione biologica.
– Metodi di conservazione: le aziende agricole hanno trovato un escamotage per fare in modo che sulle nostre tavole arrivino prodotti esteticamente perfetti. Frutta e verdura vengono colte prima della completa maturazione, di modo che non vadano a male nel giro di pochi giorni, per poi essere conservate per lungo tempo in celle refrigerate in atmosfera controllata. Prima di passare sui banconi del supermercato, i vegetali vengono trattati con sostanze chimiche che ne accelerano la maturazione e conferiscono un aspetto apparentemente sano e impeccabile. Questo è un fattore che aumenta il potere acidificante di materie prime che di per sé sarebbero alcalinizzanti. Ma non è tutto: i prodotti di IV gamma, ossia quelli pronti al consumo confezionati in busta o appositi imballi alimentari, vengono trattati con soluzioni al cloro per impedire la crescita batterica. Come ho scritto prima, il cloro è un minerale acidificante: meglio evitare insalate in busta e altri vegetali “pronti da mordere”, ed essere disposti a perdere poco tempo in più per mondarli e lavarli. In fondo, quanto ci si mette a pulire e centrifugare un cespo di insalata?
– Stagionalità: un alimento coltivato fuori stagione inevitabilmente è stato trattato con qualche concimante particolare (mi riferisco anche all’agricoltura bio, poiché anche in essa sono consentiti alcuni tipi di sostanze chimiche). Provate a coltivare zucchine e pomodori in pieno inverno senza l’uso di alcun fertilizzante: dal vostro orto non potrà spuntare nulla, proprio perché è contro natura. In rete si trovano molte tabelle di stagionalità dei vegetali: perdete cinque minuti per stamparle e consultarle all’occorrenza.
Alimenti e PRAL
Carne: tutta la carne è acidificante; lo sono maggiormente selvaggina e fegato, a causa dell’elevato contenuto di purine.
Pesce: come la carne, anche il pesce è un alimento proteico molto acidificante (in particolare tonno, spada, anguilla e molluschi ricchi di zinco).
Cereali e legumi: tutti i legumi e gli alimenti a base di carboidrati (raffinati o integrali) sono acidificanti, anche se in misura inferiore rispetto a carne e pesce. Tra i cereali, sono le varietà minori ad avere valori di PRAL più bassi: miglio, quinoa, amaranto, grano saraceno. Il riso integrale, l’orzo e il farro hanno valori medio-acidificanti.
Dolci: a causa dell’alto contenuto di zuccheri, grassi raffinati e farine, i dolci sono acidificanti. Ci sono delle eccezioni, come il cacao amaro puro e il cioccolato fondente: l’alto contenuto di pasta di cacao ne abbassa l’acidità. Ovviamente se li consumiamo in forma di cioccolata calda o come dolce (cookies, snack di cioccolato, torte…) il discorso cambia visto che entrano in gioco altri ingredienti!
Frutta secca: i semi di zucca, lino e girasole sono acidificanti, così come arachidi e sesamo. Sono invece alcalinizzanti mandorle, noci e nocciole.
Grassi: tutti i grassi, animali o vegetali, sono mediamente prossimi a valori neutrali. Se il grasso è raffinato, fritto o processato (margarine) i valori di acidità salgono.
Uova, latte e latticini: le uova, il latte e i formaggi sono fortemente acidificanti; lo yogurt intero bianco, il latte di capra e il siero del latte (ricotta) sono lievemente alcalini.
Bevande: gli alcolici, i succhi confezionati e le bevande gassate sono acidificanti. Il caffè e il tè sono mediamente acidificanti, ma è bene tenere in considerazione che il caffè in grani di buona qualità è lievemente alcalino, così come il tè in foglie: la macinatura dei grani e lo spezzettamento delle foglie aumenta l’acidità. Meglio quindi preferire infusi da foglia intera e non da bustina, e caffè appena macinato.
Come scritto in apertura dell’articolo, il nostro corpo è caratterizzato da un equilibrio dinamico: il segreto per avere una corretta alimentazione non è eliminare gli alimenti acidificanti, bensì bilanciarli con la giusta dose di alimenti alcalinizzanti. In termini pratici:
1. Mai far mancare un contorno di verdura a ciascun pasto, e frutta durante la giornata
2. Preferire cibi freschi e locali, non inscatolati o prodotti di IV gamma
3. Prediligere cotture dolci che non portino ad una perdita di minerali dalle verdure (cottura al vapore, scottatura, vegetali crudi)
4. Consumare alimenti non industrializzati, a basso contenuto di farine e zuccheri, senza coloranti o conservanti
5. Usare olio extravergine d’oliva a crudo come condimento, e piccole quantità di burro di centrifuga scaldato a basse temperature
Acidosi e acidità gastrica
E’ importante sottolineare che acidosi metabolica e acidità gastrica sono due cose distinte: nel primo caso si ha un accumulo di residui acidi nei tessuti corporei, condizione che può portare a ristagno di liquidi, infiammazione e catabolismo muscolare. L’acidità gastrica è invece un problema che insorge a livello di stomaco e che si manifesta con bruciore e reflusso: dal punto di vista dietoterapico è bene evitare tutti gli alimenti che possano risultare irritanti. Fanno parte di questa categoria anche alcuni cibi che sono al contrario indicati in caso di acidosi metabolica, come ad esempio gli agrumi o le spezie (pepe, peperoncino, curcuma, curry).
Nota postscritta
Nei commenti a quest’articolo Gabriele, nutrizionista, mi ha lanciato una provocazione chiedendomi in che modo proteine, carboidrati e sali minerali possano produrre acidificazione o alcalinizzazione.
Mi scuso con i lettori perché mi rendo perfettamente conto di aver sbagliato a non cercare preventivamente del materiale in letteratura circa il potenziale acidificante del cibo, così come sono consapevole che quest’argomento è oggetto di un acceso dibattito in ambito nutrizionale. Personalmente non sono a favore della cosiddetta “dieta alcalina” o “dieta del pH” (di cui a essere sincera non ho nemmeno mai letto il libro), ma in letteratura ci sono numerosi riscontri che dimostrano come un’alimentazione ricca di frutta e verdura sia in grado di migliorare i valori di ipocitraturia, iperossaluria e iperuricuria (connessi a un pH urinario non fisiologico). Nei prossimi giorni non avrò molto tempo per consultare Pubmed (portale di riferimento per chi cerca materiale bibliografico medico): qui sotto pubblico i riferimenti ad alcuni studi che ho guardato stamattina, a posteriori rispetto alla stesura del mio articolo.
Preso atto di questa mia mancanza, e del fatto che l’acidità/alcalinità degli alimenti sia un argomento controverso, credo comunque che possiate essere tutti (quasi?) concordi nel ritenere validi i consigli che ho dato in quest’articolo: mangiare verdura ad ogni pasto, condire con grassi e oli non cotti, non eccedere nel consumo di proteine (che producano scorie azotate è un dato di fatto) e preferire alimenti non industrializzati e non trattati.
G.K.Schwalfenberg – The alkaline diet: is there evidence that an alkaline pH diet benefits health? – J Environ Public Health 2012
I.F.Robey – Examining the relationship between diet-induced acidosis and cancer – Nutr Metab 2012
M.M.Adeva, G.Souto – Diet-induced metabolic acidosis – Clin Nutr 2011
A.Kanbara, Y.Miura, H.Hyogo, K.Chayama, I.Seyama – Effect of urine pH changed by dietary intervention on uric acid clearance mechanism of pH-dependent excretion of urinary uric acid – Nutr J 2012
37 Comments
Mi piacerebbe conoscere il motivo per cui carboidrati e zuccheri sarebbero acidificanti.
Grazie
In realtà io ho parlato di ‘carboidrati’ per semplificare: avrei forse più correttamente parlare di ‘cereali’ e ‘zuccheri’. Gli zuccheri sono acidificanti per via della completa assenza di minerali, fibra o vitamine; stesso discorso o quasi per i cereali raffinati, mentre per quelli integrali si somma l’effetto degli ossalati contenuti (tant’è che ad esempio segale e avena hanno un valore più alto rispetto al grano comune). Altri alimenti a base di carboidrati ma con un diverso rapporto di minerali -come ad esempio le patate- hanno un indice PRAL alcalino.
A questo link (http://www.acidosi.it/pral/) puoi consulare la lista completa degli alimenti con relativo indice PRAL. Se selezioni “Granaglie, prodotti cerealicoli e farine” puoi vedere i valori positivi/acidificanti dei cereali 🙂
Allora la domanda si sposta: qual è il meccanismo per cui minerali o vitamine sono alcalinizzanti?
Ma le domande potrebbero continuare: perche i cibi processati dovrebbero essere acidificanti? E cosi via.
Se mi rimandi a un sito che vende integratori l’attendibilità di ciò che dici cala vistosamente. Non pensi che un professionista serio dovrebbe indicare fonti attendibili prima di scrivere cose senza nessun fondamento scientifico? Perché questo hai fatto, incoraggiando la cattiva informazione che gia straripa da tutte le parti su questi argomenti.
Io non promuovo la dieta alcalinizzante né gli integratori sponsorizzati dal sito. In quest’articolo non ho mai citato l’uno o l’altro e mi dispiace sinceramente se sia questa l’impressione che se ne trae. In università e sui testi ci hanno insegnato l’importanza di frutta e vegetali nel prevenire e curare la calcolosi, la gotta e problemi urogenitali grazie al loro potere antiacido: tutte patologie con valori acidi di urine determinati da un eccesso di scorie acide, azotate o puriniche, che possono essere corretti con l’alimentazione.
Il fatto che catabolismo e acidosi vadano di pari passo è dimostrabile grazie alla bia e alle cartine urinarie; catabolismo significa anche perdita di massa minerale ossea e cattiva circolazione linfatica. Anche questo è corriggibile da sane abitudini di vita (a meno che sia patologico, tipo da cancro o chemio).
Ammetto che magari ho sbagliato a non aver cercato riferimenti bibliografici (domani comunque cercherò su Pubmed), ma se conosci il mio sito sai che li ho sempre messi in casi del genere. Io ti chiedo: ammettendo di aver sbagliato a non cercare preventivamente in letteratura degli studi e appurato che non sono pro-dieta alcalina,credi che i contenuti del mio articolo siano sbagliati? Che i consigli che ho dato siano incosistenti e l’indice PRAL non significativo?
l’acidosi metabolica riconosce cause che nulla hanno a che fare con l’alimentazione. Una cosa sono i residui acidi che possono produrre gli alimenti (ancora devi spiegarmi il meccanismo per cui i cereali sono acidificanti perchè io lo ignoro), un’altra cosa è dire che questi residui provochino l’acidosi che invece si produce in casi ben più gravi come l’insufficienza renale, il vomito ecc.
sono associazioni libere senza motivazioni scientifiche.
L’acidosi metabolica può insorgere anche in casi non patologici, come per un accumulo di acido lattico derivato da sovrallenamento: sbaglio?
Comunque: non sono una biochimica e non conosco i meccanismi di acidificazione organici, al più posso rispolverare il funzionamento dei sistemi tampone di sangue, polmoni e reni. Gli articoli che ho citato (tra cui se non ricordo male due sono review) mostrano una correlazione tra alimentazione “alcalina” e stato di salute: se giro il discorso dicendo che l’alimentazione non causa acidosi, ma aiuta a correggerla sei d’accordo? Parliamo di acidosi non patologica: acido lattico, leggera disidratazione, catabolismo.
Per dovere di cronaca: su Pubmed stamattina ho trovato anche correlazioni inconsistenti tra alimentazione “acidificante” e perdita di minerali ossei, così come correlazioni positive per l’eccessivo consumo di proteine e sodio e valori inferiori di mineralizzazione ossea (per eccessivo intendo “oltre il fabbisogno”). Nel secondo caso non si parlava di alimentazione “acidificante” intesa come l’ho intesa io in questo articolo (ossia alimenti che promuovono acidosi), ma si prendevano in considerazione proteine e zuccheri + minerali quali sodio, calcio, fosforo, magnesio + vitamina D.
Anche l’accumulo di acido lattico promuove l’acidosi, si.
Una cosa è correggere una acidosi già instaurata, diverso invece è dire che alcuni cibi sono acidificanti.
mi andrò a leggere gli studi che citi.
Una nota: è impossibile copiare il testo dal tuo sito. E’ un po’ scocciante! ;o)
Nemmeno nei siti governativi ho mai visto una cosa simile! ;o)
Come penso fosse doveroso, ho aggiunto un postscritto all’articolo.
Ti ringrazio per l’osservazione! 🙂
A questo punto in me la confusione regna sovrana: per il mio problema di “urine acide” (scusami la semplificazione nel termine) mi hanno sempre consigliato di mangiare molti cereali integrali. Ma mi sembra tu li classifichi come acidificanti. Il problema, forse, non è il citare o non citare fonti (sicuramente tu le hai, e attendibili), è che la scienza della nutrizione, anche in letteratura, continua a contraddirsi. Per esempio, è appena uscito un articolo su Obesity che sostiene che si dimagrisce di più mangiando i cereali a cena, quando per anni i nutrizionisti ci hanno terrorizzato sul cenare con carboidrati. Penso che i nutrizionisti in generale (non voglio parlare di te) dovrebbero iniziare ad essere più critici rispetto agli studi che questa “scienza” sforna in continuazione, e basarsi un pò di più sulla pratica clinica.
Graziella, è solo un problema di fonti attendibili che in italia sono l’inran e l’istituto superiore di sanità.
Non ci sono linee guida ufficiali che parlino di acidosi indotta da cibo e men che meno consigli dietetici per evitare questa ipotetica acidosi.
Per quel che riguarda i carboidrati la sera, non c’era bisogno di una studio per sapere che era una balla.
Io ho fatto parte del mio tirocinio lavorando con pazienti con problemi renali: soprattutto calcolosi con urine acide. Dal punto di vista alimentare stavamo attenti a consigliare frutta e verdura, escludendo quella ad alto contenuto di ossalati (barbabietole, spinaci, fagioli). Per quanto riguarda i cereali, se non sbaglio in orzo, farro, miglio e grano integrale non c’è un eccesso di ossalato, mentre nella segale sì.
Questione letteratura scientifica: il punto è che quei dati devono essere interpretati da persone competenti di alimentazione. A volte le pubblicazioni si contraddicono, ma è spesso dovuto a diversi metodi di indagine. Dire “i carboidrati la sera non fanno ingrassare” non vuol dire nulla… Che dieta veniva data complessivamente ai pazienti? Quanti grammi di carboidrati la sera, e da che fonte? Che quadro clinico si è registrato? Che attività fisica facevano? Le variabili in gioco sono moltissime, bisogna sapere contestualizzare le conclusioni: per alcune persone e date determinabili variabili una certa cosa funziona, per altri no. I singoli studi, da soli, ci dicono pochissimo: più significative sono invece le review e le meta-analisi, che prendono in considerazione decine di studi (quindi migliaia di pazienti e di dati) e vedono se ci possano essere conclusioni statisticamente significative o meno.
Spero di aver risposto in modo adeguato alla tua -giustissima- critica! 🙂
Escludere gli ossalati va bene per i calcoli, ma che c’entra con l’acidosi?
Per quanto riguarda gli studi scientifici hai ragione ma noi dobbiamo più che altro basarci sulle linee guida. E le LG ufficiali non parlano di acidosi correlata alla dieta (a parte il discorso “eccesso di proteine”)
Chiedo scusa se mi intrometto tra voi esperti, ma mi sono sembrati quantomeno fuori tono i commenti “acidi” del Dott. Gabriele… Da lettrice assidua ma silente di questo sito mi sento di far notare che lo stampo e l’impronta fin qui tenuti sono tutto fuorchè cattiva informazione! Nella fattispecie, in questo articolo, le premesse ben chiariscono che le indicazioni che seguono non possono essere prese come “dieta per tutti”. Innanzitutto ti spiego cos’è l’acidosi metabolica. Sospetti di soffrirne per questo, questo e quest’altro motivo? Allora può darsi che sia per quest’altro, e allora puoi provare a cambiare la tua alimentazione così…. Io così l’ho interpretata. Io non ho di questi problemi, ma le indicazioni generali date al termine dell’articolo credo siano valide per la quasi totalità delle persone. Da qui ad insinuare che si voglia far pubblicità ce ne passa! Se c’è un sito che spiega le cose e non si limita a dire cosa è meglio mangiare è proprio questo. Ovvio poi che se qualcuno ha dei problemi seri non si fa la dieta leggendo qua e là su internet o chiedendo in un forum.
Credo che chi frequenta abitualmente questo sito conosca la serietà e la preparazione di chi lo gestisce e credo sia altrettanto evidente che non si possa pretendere di risolvere i propri problemi prendendo informazioni qua e là, interpretarle soggettivamente e poi prendercela con tizio o caio perchè ci hanno detto di non mangiare questo e quello.
E, Arianna, riguardo ai riferimenti bibliografici non ti devi scusare, chi ti segue sa che ogni riga che scrivi è studiata, ragionata e approfondita. So che non hai bisogno di nessuno che ti difenda, ma mi sentivo di dire queste due o tre cose… Comunque non avevo mai visto qualcuno ergersi a “portatore di verità” sul sito di qualcun altro: se è vero che “la cattiva informazione gia straripa da tutte le parti su questi argomenti” il Dottore ha già redento tutto il resto del web?
So che questi non sono toni adatti a questo sito, ma quando è troppo…
Paola che dire… sono sorpresa e lusingata da questo tuo intervento: ti ringrazio per aver parlato a mia difesa! 🙂
Non so quanto Gabriele conosca il mio sito, ma spero che abbia tempo e voglia di dare un’occhiata ad articoli passati per capire che se anche stavolta ho sbagliato non era mia intenzione fare cattiva informazione o vendere qualunquismi.
Di certo, dopo questa tirata d’orecchie la prossima volta starò ben più attenta a documentarmi e dosare le parole.
Grazie ancora! 🙂
Leggo spesso i tuoi articoli e proprio perchè mi piace quello che scrivi sono rimasto perplesso di fronte a questo che mi è sembrato palesemente discordante rispetto agli altri. Che i cereali siano acidificanti lo sento dire da anni ma nessuno mi ha mai saputo spiegare il motivo. Se ci si riguarda un momento il metabolismo di questi alimenti non ci sono spiegazioni logice per le quali dovrebbeo acidificare il sangue e allora io domando il perchè vengono fatte certe affermazioni. tutto qua.
per il resto fai un ottimo lavoro.
Paola, se vengono dette inesattezze io mi sento in dovere di sottolinearle. Pensavo che si potesse intervenire, altrimenti che ci stanno a fare i commenti? solo per gli elogi? ;o)
@Gabriele (ti rispondo in un unico commento che è più semplice): non mi sono offesa dal tuo commento, anzi. Le critiche fanno sempre piacere se sono costruttive, ma capirai che mi sono sentita “attaccata”: io cerco sempre di fare un lavoro pulito e coerente, e il tuo intervento mi è sembrato graffiante. In parte mi è dispiaciuto essere stata così superficiale da non approfondire prima di pubblicare l’articolo, in parte ci sono rimasta male dall’essere bollata al pari di altra disinformazione che si trova in rete – visto l’impegno che ci metto in questo sito.
Allora siamo d’accordo: alimentazione per correggere l’acidosi, e non per promuoverla 🙂 Anche se prossimamente cercherò se ci siano basi biochimiche per poter definire un alimento promuovente o inibente l’acidosi.
Quanto al fatto che non si riesca a copia-incollare parti del testo del mio sito… Ho dovuto prendere questo provvedimento: non è stato carino trovare miei articoli spudoratamente plagiati in rete, né vedermi arrivare una paziente in ambulatorio con il mio articolo sui FODMAPs che le è stato dato dal suo gastroenterologo. Ovviamente senza alcun riferimento a me (è stato per puro caso che lei cercando in internet informazioni sia arrivata a me). Ecco, perdo parecchio tempo a cercare materiale e scrivere gli articoli e lo faccio con passione e senza cercare un guadagno: quantomeno prendo provvedimenti perché il mio lavoro non venga sfruttato a mia insaputa 🙂
A posto, mi scuso della “graffiatura” esagerata ;o)
@ Arianna e Paola : Io in realtà non ho trovato per nulla offensivo l’intervento di Gabriele, solo un pò “graffiante” come dice lui. E meno male! I blog italiani sono pieni di inutili salamelecchi (brava, fantastica, ti voglio bene, che bel post ecc.), che ricalcano l’ipocrita società italiana. Tutti a farsi dei complimenti, di solito solo di facciata. Forse perchè lavoro quotidianamente con americani e medici che hanno studiato in america sono abituata ai toni “bruschi”” e alle accese discussioni mediche, che poi portano però a utili sintesi e conclusioni. Perchè se si discute ci si stima. Solo un idiota perderebbe tempo a disquisire di studi scientifici con chi crede sia un cretino impreparato.
P.S. Avete mai provato a leggere quei blog di cucina in cui, dopo la ricetta è tutto un: brava, tesoro, che fantastica ricetta, grazie oggi è un giorno migliore…ma dico??? Sembra gente che si è bevuta completamente il cervello.
Graziella, quanto sono d’accordo con te!
Si discute solo fra persone intelligenti e che sono in grado di controbattere.
Gli altri solitamente si ignorano. Almeno questo faccio io.
I salamelecchi non mi sono mai piaciuti.
Ma infatti io ho ringraziato Gabriele: il suo commento mi è servito per mettermi in discussione e cercare maggiori informazioni in modo critico.
Però, cara Graziella, sono una ragazza (e dietista, e donna) con molti difetti, tra cui un estremo perfezionismo, una buona dose di insicurezza e il bisogno di sentirmi sempre “all’altezza”. Il commento di Gabriele è stato una critica costruittiva, i suoi toni mi hanno messo sulla difensiva. ‘nsomma, imparerò 😉
Ma la mia non era una critica, Arianna! Solo un incitamento a continuare così. Quanto al mettersi sulla difensiva è un attaggiamento naturale, ci mancherebbe. Per favore, continuiamo così, anche le reazioni d’impulso rendono il tuo blog più interessante di altri.
ciao arianna, l’argomento che hai trattato – al di là della questione specifica sollevata da gabriele – è comunque molto interessante: va forse un po’ di moda parlare di diete alcalinizzanti, o sbaglio? mi piacerebbe che affrontassi ancora questo tema, così come quello dell’infiammazione tissutale! grazie!
L’articolo sull’infiammazione è già in cantiere! 🙂
La dieta alcalinizzante propriamente detta è un regime alimentare specifico, di cui non so granchè: una moda, come hai detto tu, o una fissazione 🙂
Cara Arianna, a questo punto una domanda: poichè, bene o male, gli alimenti acidificanti io li mangio, e la verdura cruda d’inverno non mi piace, lo stesso potere alcalinizzante ce l’ha la frutta? Per esempio, se mangio una bistecca e poi una mela o un’arancia va bene?
Per quanto riguarda i cereali integrali, tutti dicono che sono più salutari di quelli raffinati, chi invece, come me, ha qualche problema di acidosi nelle urine, dovrebbe evitarli? Grazie se potrai rispondermi.
Mi dicevi di avere un problema di urine acide, giusto? In questo caso consiglierei agrumi in abbondanza, oltretutto adesso è stagione 🙂 Aiutano a normalizzare i livelli di citrati nelle urine.
Per quanto riguarda i cereali, ti potrei consigliare di fare attenzione a non abbondare con segale, avena e farro, ma non rinuncerei ad altri cereali integrali come orzo perlato, quinoa, miglio. Più che ai cereali, comunque, starei attenta alle proteine, soprattutto quelle animali dalla carne.
Buongiorno a tutti! Ciao carissima Arianna, ho letto con estremo interesse l’articolo e i vari commenti, credo che sia estremamente stimolante avere qualcuno che ci mette in discussione, nella mia vita sono state le persone che mi hanno permesso di imparare di più. Vorrei dire ad Arianna che scegli sempre argomenti molto interessanti e affronti i complimenti e le critiche in modo equilibrato e costruttivo.
Vorrei una vostra opinione in merito a un disturbo, iniziato da qualche mese che ho messo in relazione alla diversa alimentazione che ho iniziato da qualche tempo. Premetto che ho intenzione di parlarne con il medico ma ho il forte sospetto che possa essere correlato ad un problema di acidificazione dato che utilizzo tanti cereali integrali, soprattutto segale ed avena…la mattina mi sveglio con le mani doloranti e ho alcune delle giunture delle dita che se premute mi fanno male…un conoscente mi ha consigliato di prendere del citrato di magnesio per aiutarmi ad alcalinizzare, così ho fatto, senza avere però particolari giovamenti…oltre alla visita da uno specialista cosa mi consigliate? Devo smettere davvero di mangiare segale ed avena che adoro?
Ciao Laura! 🙂
Mi sembra un po’ -un po’ tanto- azzardato collegare il dolore che senti alle mani con il fatto che mangi segale e avena! Anzi, sinceramente lo trovo questa correlazione ben poco probabile… Non sono un medico, ma la tua potrebbe essere un’infiammazione delle articolazioni e delle giunture che non ha nulla a che fare con l’alimentazione; se così fosse potrei dirti che la curcuma, una spezia indiana, è ottima per curare i problemi articolari: la puoi usare per insaporire i tuoi piatti tutti i giorni, con una macinata di pepe nero che aumenta la biodisponibilità delle sostanze attive (curcuminoidi). La curcuma non ha controindicazioni, quindi puoi usarla anche se la mia ipotesi è sbagliata; meglio comunque che consumi un medico, e non trarre conclusioni affrettate. Per parlare di acidosi ci vogliono dati clinici, e se anche fosse prima di mettere sul banco degli imputati i cereali integrali proverei a prendere in considerazione altre variabili dell’alimentazione (conservanti, proteine, quantità di frutta e verdura).
Tienimi aggiornata! 🙂
Grazie Arianna, seguirò i tuoi consigli, la curcuma ha un sapore che mi piace molto, non farò fatica ad aumentarne l’utilizzo. Uso molta frutta e verdura e carne bianca la sera, non credo di eccedere nelle proteine…Eh… mi sa che sto invecchiando e i dolori mi toccano 😉 comunque andrò dal medico
Buona serata!
Oppure magari sono fattori ambientali: sai quante persone soffrono di dolori articolari durante l’inverno? 🙂
Fammi sapere!
Salve, mi chiamo Maria e avrei una domanda da porre a chiunque ne sappia qualcosa.
Adesso va di moda dire che l’acidita’ è dannosa per il nostro organismo e un modo per alcalinizzare il sistema è quello di bere un’ acqua alcalina che può aiutarci a contrastare anche alcune malattie anche gravi. L’acqua alacalina si ottiene con una macchina chiamata ionizzatore e si collega direttamente all’ acquedotto. E’ una bufala o c’è qualcosa di vero in tutto questo? Grazie
Ciao Maria, non conosco i principi fisici della macchina ionizzatrice quindi non posso esserti d’aiuto, mi spiace.
Ti basta comprare dell’acqua con oh superiore a 7.
Scusa…volevo scrivere ph
Hai del materiale in merito che potrei leggere? Mi interesserebbe saperne di più 🙂
Buongiorno Arianna, molto interessante il suo articolo. In oltre ho notato con piacere che risponde sempre ai commenti e alle domande di chi la segue. Per cui glie ne voglio fare una anche io.. Ho letto tra i commenti chr c’è chi sostiene che l’acidosi metabolica può essere provocata solo da patologie serie come quelle renali. Quindi le chiedo: un’alimentazione basata principalmente su zuccheri, farine raffinate, cornetti, pizza , dolci di ogni tipo, protratta per anni, può essere la causa di una crisi da acidosi metabolica con calo del potassio, tachicardia, intossicazione profonda , al punto da necessitare felle flebo di potassio (probabilmente sceso per tamponare per l’appunto l’acidosi?). Sembra brutto dirlo, ms i medici non sono molto informati su queste cose..per cui lo chiedo gentilmente a lei, che mi sembra una persona molto professionale e preparata. Grazie. Ariel
Buongiorno Ariel. L’alimentazione deleteria seguita potrebbe essere tra le concause dei sintomi riferiti, ma bisognerebbe inquadrare più attentamente la situazione individuale per chiarire esattamente la diagnosi: chiaramente io non posso farla. Migliorare l’alimentazione non può fare che bene, visti i presupposti che mi ha riferito…