Punto nono per prevenire il cancro: l’allattamento al seno.

Mesi fa, in questo articolo, avevo parlato dei motivi per cui l’allattamento al seno è importante per la salute del bimbo. Grazie agli studi del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) è stato possibile concludere che l’allattamento al seno è prezioso anche per madre: allattare al seno significa proteggersi dal rischio di cancro alla mammella (evidenza di I grado) e alle ovaie (evidenza di II grado).
Essere stati allattati al seno per i primi 6 mesi di vita, con altri 6 mesi di svezzamento, è un fattore protettivo per sovrappeso e obesità per il bimbo, dunque è utile per una prevenzione fin dalla culla di quei tipi di cancro la cui causa è correlata all’eccesso di peso (approfondimenti qui).

La protezione per chi allatta
L’effetto protettivo per la madre è dovuto alle modifiche ormonali promosse dall’allattamento al seno: molti studi hanno dimostrato che uno squilibrio ormonale dell’asse estrogeni-progesterone è spesso alla base della comparsa di noduli mammari. E’ questo il motivo per cui la pillola anticoncezionale e la terapia ormonale sostitutiva in menopausa sono oggetto di un acceso dibattito in ambito medico: al giorno d’oggi non esistono ancora prove concrete che scagionino questi farmaci dall’accusa di essere promotori del cancro.
Gli estrogeni sono in grado di stimolare la crescita cellulare: in gravidanza sono i responsabili dell’ingrossamento delle mammelle per accogliere la produzione del latte, e partecipano attivamente alla crescita del bambino quando è ancora nella pancia della mamma. La loro azione è modulata dalla presenza di progesterone, i cui livelli devono mantenersi in perfetta armonia con quelli degli estrogeni per poter garantire la salute; un eccesso di estrogeni circolanti non compensato da una paritaria presenza di progesterone causa un maggior rischio del cancro al seno e all’endometrio: l’eccedenza di ormoni presenti va infatti a stimolare la crescita di piccole masse tumorali. Oltretutto si è visto che i tumori ormono-sensibili (seno, endometrio, utero e ovaie) presentano sulla loro superficie recettori per gli estrogeni: legando questi ormoni sono in grado di garantirsi un costante stimolo alla crescita.
L’allattamento al seno permette di normalizzare il livello di estrogeni circolanti: l’effetto si protrae nel tempo in misura proporzionale a quanto si è allattato; per questo consiglio di continuare ad allattare al seno anche oltre i 6 mesi (tenendo conto che dai 6 mesi in avanti il latte materno non è più sufficiente al bambino: è necessario iniziare l’alimentazione complementare con l’introduzione di pappette e cibi adatti).

Da alcuni studi risulterebbe che anche il numero di gravidanze sia direttamente correlato ad un minore rischio di cancro al seno: secondo uno studio inglese condotto su circa 150.000 donne per ogni gravidanza il rischio si abbasserebbe del 7%, e per ogni 6 mesi di allattamento ci sarebbe un’ulteriore diminuizione del 4%.

La protezione per chi è allattato
Il meccanismo per il quale l’allattamento al seno è protettivo per il bambino non è diretto come nel caso della madre, ma non per questo motivo risulta essere meno importante.
Allattare al seno significa ridurre il rischio che il proprio figlio sia sovrappeso o obeso: un bambino con un eccesso di peso durante la prima infanzia ha grandi probabilità di essere un adulto sovrappeso. Avevamo visto qualche settimana fa che l’eccesso di peso corporeo è fattore di rischio per diversi tipi di cancro (tra cui colon-retto, pancreas, endometrio, reni): prevenire il sovrappeso nei bambini anche attraverso l’allattamento materno significa assicurare loro una maggiore protezione verso malattie metaboliche, cardiovascolari e tumori.

Uno dei più importanti studi condotti sulla relazione tra allattamento al seno e prevalenza di eccesso di peso in quasi 10.000 bambini tra 5 e 6 anni (Von Kries R. et al, BMJ 1999) aveva dimostrato che maggiore è il tempo per cui si protrae l’allattamento, minore è la prevalenza di sovrappeso. Tra i bambini mai allattati o allattati per meno di due mesi si era registrato l’11-12% di sovrappeso e il 4% di obesità, contro il 5% di sovrappeso e solo l’1% di obesità di chi era stato allattato per 12 mesi.

Perché allattare al seno protegge dall’obesità?
Gli adipociti sono le cellule che accumulano il grasso immagazzinando energia sottoforma di trigliceridi: si ingrassa perché le cellule adipose aumentano di volume (ipertrofia adiposa). E’ abbastanza intuitivo che maggiore è il numero di adipociti, maggiore sarà anche la loro capacità di immagazzinare grasso: è ben diverso averne a disposizione 10, 100 oppure 1000. L’iperplasia adiposa, ossia l’aumento di numero degli adipociti, è maggiore durante la crescita intrauterina e nei primissimi mesi di vita, ed è influenzato dall’alimentazione della mamma durante la gravidanza e l’allattamento, e dalla composizione nutrizionale del primo cibo che si propone al bambino (vale a dire il latte, materno o di sintesi). Un introito proteico eccessivo rispetto al fabbisogno del bambino è uno stimolo molto forte per le cellule adipose, che saranno sollecitate a replicarsi come numero. Se è vero che il dimagrimento comporta uno svuotamento del volume delle cellule, non è vero che determini anche una loro riduzione quantitativa: se si arriva all’età adulta con 100 adipociti a disposizione, questo numero non calerà mai a 99.
Il latte materno è l’alimento fatto su misura per il bambino: cambia continuamente la sua composizione nutrizionale in armonia con le esigenze del piccolo. Le formule di sintesi, invece, sono standard: benché esistano quelle per le prime settimane di vita, quelle per i primi mesi e quelle dai 6 ai 12 mesi, il cambiamento della loro composizione non è graduale come avviene per il latte materno. Si passa da una formulazione ad un’altra, senza che nel frattempo ci sia stato alcun adattamento. Le formule della primissima infanzia contengono un quantitativo di proteine eccessivo rispetto ai fabbisogni del bambino, e per di più gli amminoacidi che costituiscono queste proteine non sono quelli adatti ad una sua crescita armonica. Ne risulta che i bambini nutriti con latte di sintesi sviluppano più facilmente un eccesso di peso fin dai primi mesi di vita: non solo avranno cellule adipose più voluminose rispetto agli allattati al seno, ma anche maggiori come numero.

Sitografia
World Cancer Research Fund