Punto ottavo per prevenire il cancro: gli integratori dietetici.
La raccomandazione per la salute e per la prevenzione dell’insorgenza di tumori è quella di cercare di raggiungere il fabbisogno giornaliero dei macro e dei micronutrienti solo attraverso l’alimentazione.
Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, attraverso la review dei più recenti studi scientifici, ha decretato che non solo non esistono prove sufficienti ad attribuire proprietà anticancro ad alcun supplemento dietetico, ma anche che alcuni integratori aumentano il rischio di cancro.
Una supplementazione di beta-carotene (vitamina A) si è dimostrata essere un fattore di rischio con un’evidenza di I grado per il cancro ai polmoni, soprattutto tra i fumatori. Anche l’integrazione di vitamina E in forma di retinolo-equivalente può favorire il cancro ai polmoni (evidenza di III grado), così come la supplementazione di selenio si correla ad un aumentato rischio per il cancro alla pelle (evidenza di III grado).
Se si volesse essere scrupolosi, si potrebbe anche dire che la review di certi studi ha associato l’integrazione di selenio e di equivalenti di vitamina E (retinolo e alfa-tocoferolo) ad un diminuito rischio di tumore alla prostata, alla pelle e al colon-retto (evidenze di II e III grado).
Le autorità per la salute hanno giustamente stabilito che di fronte a dati così controversi è sempre meglio la scelta della prudenza: la possibilità che una qualsiasi forma di integrazione minerale o vitaminica protegga dal rischio tumorale in determinati distretti corporei non giustifica né compensa il fatto che gli stessi nutrienti siano allo stesso tempo fattori protettivi per il cancro in altri organi.
Integratore alimentare o fortificazione dell’alimento?
Per prima cosa, diamo una definizione di cosa voglia dire integrare o fortificare.
Gli integratori alimentari sono forme concentrate di sostanze nutritive in forme predosate quali capsule, pillole o compresse. Possono esserci integratori di macronutrienti (ad esempio integratori di amminoacidi ramificati, di omega 3, di fibra) oppure di micronutrienti (ferro, calcio, zinco…).
Gli alimenti fortificati sono invece alimenti veri e propri come pane, farina o latte che vengono arricchiti di principi nutritivi qualora si verificasse una delle seguenti necessità:
– Il reintegro di vitamine o nutrienti persi nel processo di produzione (ad esempio il l’aggiunta di vitamina C in quei prodotti pastorizzati a base di frutta come i succhi o le puree: con la pastorizzazione la vitamina C naturale viene degradata, e quindi per farla risultare nel prodotto finito c’è bisogno di reintegrarla);
– L’equivalenza nutrizionale in alimenti succedanei (ad esempio l’aggiunta di calcio al latte di soia per mimare il più possibile il latte vaccino, di cui questa bevanda vegetale è un sostituto);
– Il rafforzamento dell’alimento per sopperire ad una carenza della popolazione o per migliorarne lo stato nutrizionale.
L’alimento fortificato
Concentriamoci sull’ultimo punto della fortificazione.
1. Un alimento può essere rafforzato di nutrienti per sopperire ad una carenza accertata nella popolazione. E’ quello che è successo negli anni Settanta, quando il Ministero della Salute ha deciso di fortificare il comune sale da cucina con iodio, dopo che era stato accertato che una buona parte della popolazione italiana era carente o a rischio di carenza di questo minerale, e di conseguenza maggiormente esposta al rischio di gozzo.
2. Un alimento può essere fortificato anche per migliorare la salute della popolazione, senza che ci sia carenza accertata. Dal momento che a livello di popolazione è ormai difficile individuare vere e proprie carenze alimentari, l’industria ha spinto maggiormente sull’aspetto salutistico: fortificare non per compensare deficit, ma per migliorare.
Un esempio pratico? Il calcio. Il calcio è il minerale che aiuta la formazione delle ossa, e sappiamo che ossa forti sono meno soggette a osteoporosi. Ecco allora che nel banco frigo troviamo yogurt arricchiti di calcio e sugli scaffali del supermercato ci sono cereali fortificati di calcio. Se qualcosa fa bene, assumerne di più fa meglio.
… ma è veramente così? Abbiamo realmente bisogno di questa fortificazione? Ci protegge concretamente dal rischio di osteoporosi?
Lo stesso interrogativo è venuto, qualche anno fa, all’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), che si era accorta del grosso business offerto dai cosiddetti functional food. L’EFSA ha stabilito che ci possano essere tre diversi livelli di claim, ossia messaggi salutistici associati alla fortificazione; ciascuna categoria risponde a requisiti specifici che un dato alimento deve possedere prima di poter essere associato a un claim.
– Messaggi nutrizionali, ossia quei claims che danno indicazioni circa il contenuto di nutrienti di un alimento. Ad esempio uno yogurt “fonte di calcio”, biscotti “privi di colesterolo”, merendine “a basso contenuto di grassi”. Esiste una lista di claim preventivamente approvati dall’EFSA da cui poter attingere: ad esempio, qualsiasi alimenti che non contenga più di 3 g di grasso per 100 g di prodotto può essere venduto con la dicitura “a basso contenuto di grassi”.
– Messaggi sulla salute, vale a dire claims che indicano un rapporto tra l’alimento (o uno dei suoi componenti) e la salute. Ad esempio lo yogurt “fonte di calcio che fa bene alle ossa”: fate attenzione, perché si sta dicendo che il calcio fa bene alle ossa, non (o non necessariamente) che lo yogurt fa bene alle ossa.
Gli health claim possono attingere a una lista approvata dall’EFSA, oppure è necessario chiedere l’autorizzazione dopo aver raccolto dati scientifici a sostegno qualora si volesse creare un claim ex-novo. Ad esempio, che il calcio faccia bene alle ossa è un’evidenza approvata. Se si volesse attribuire al calcio una proprietà benefica per l’intestino bisognerebbe iniziare l’iter di approvazione.
– Messaggi sulla riduzione del rischio di malattia, cioè claims che indicano che un alimento (o un suo componente) riduce significativamente un fattore di rischio nello sviluppo di una patologia. Ad esempio lo yogurt “che previene l’osteoporosi”.
Questi claims sono soggetti a controlli molto serrati, tanto che finora l’EFSA ne ha fatti passare pochissimi e per pochissimi prodotti: ad aprile 2011, solo 24 dei 50 risk reduction claims che erano stati presentati dalle aziende sono effettivamente stati adottati. Uno di questi riguarda i celeberrimi stanoli vegetali di cui vengono addizionati yogurt in drink per “abbassare i livelli di colesterolo nel sangue”.
Non è infrequente che una multinazionale venga pesantemente sanzionata per l’uso non autorizzato di claims salutistici o legati al rischio di malattia. E’ il caso della linea Alixir della Barilla o Pro-Active della Danone.
Integrazione antitumorale: vero o falso?
Ritorniamo a ciò da cui eravamo partiti con questo articolo: l’integrazione dietetica e i tumori.
La ricerca scientifica riguardante l’alimentazione anticancro è sempre più approfondita: non si limita a dire che un alimento sia protettivo, ma cerca di individuare quale siano le singole componenti benefiche. Ecco dunque che di giorno in giorno si succedono pubblicazioni riguardanti carotenoidi e licopene, vitamina C e vitamina E, quercitina e flavonoidi.
Così facendo, però, si rischia di perdere di vista il fulcro della protezione antitumorale: l’alimento. Sarebbe bello se ciascuna delle sostanze che ho elencato e molte altre fossero in grado, da sole, di essere una protezione sufficiente: sarebbe indubbiamente la gioia delle ditte farmaceutiche, che vedrebbero triplicate le vendite dei loro integratori alimentari qualora potessero sponsorizzarle come “anticancro”. Di fatto non esiste e non esisterà mai una singola molecola alimentare utile ed efficace alla prevenzione dei tumori.
Il WCRF stesso riposta che “non è possibile attribuire con certezza a un singolo micronutriente un concreto effetto protettivo, in quanto la ricerca scientifica evidenzia che il maggiore contributo per la salute è dato dall’interazione simultanea di diversi nutrienti presenti contemporaneamente nell’alimento”. Vale a dire: l’integratore di licopene (nota sostanza che riduce il rischio di cancro alla prostata) serve a poco, se non è associato a tutti gli altri nutrienti presenti nel pomodoro. E mi spingo oltre: per alcune molecole non basta la sinergia con i nutrienti stessi dell’alimento, ma la sua efficacia dipende anche dall’intero pasto. Per rimanere sull’esempio del licopene, esso viene assorbito in larga percentuale solo in presenza di una matrice lipidica, vale a dire un bel giro d’olio extravergine sulla nostra insalata di pomodori.
I veri functional food
Ma allora, quali sono i veri alimenti funzionali? Quelli processati e addizionati di sostanze benefiche, o quelli che le contengono già naturalmente?
I veri alimenti funzionali sono quelli naturali: basta guardarsi intorno, e non c’è bisogno di cercare l’arricchimento artificioso di quello che mangiamo.
– Prebiotici come l’inulina sono contenuti in vegetali quali aglio, cipolla, topinambur, carciofi, cicoria
– Probiotici benefici per la flora intestinale si trovano in yogurt (intero bianco), kefir, pane lievitato con pasta madre
– Steroli vegetali che coadiuvano l’abbassamento del colesterolo si ritrovano in tutti i legumi (non solo soia, ma anche lenticchie, fagioli, ceci, fave)
– Omega-3, anti-infiammatori e protettivi per il cuore, si trovano nel pesce (salmone, aringhe, sardine, branzino…) e nelle noci
Isotiocianati, importantissimi antitumorali naturali, sono contenuti in tutta la famiglia dei cavoli (cavolfiore, broccoli, cavoletti di Bruxelles…)
E poi ancora: licopene nel pomodoro, antociani nei frutti rossi, flavoni nel sedano e nelle olive…
Sitografia
World Cancer Research Fund
4 Comments
ciao!
vorrei scriverti per chiederti un’informazione ma non riesco ad aprire la pagina con il contatto mail…
mi piace molto il tuo sito e sono molto interessata a tutto quello che riguarda una sana alimentazione e un sano stile di vita.
c’è molta confusione anche tra gli “addetti ai lavori” ed è bello vedere che non tutti sono rimasti ancorati a vecchi clichè. se riesci mi fai avere il tuo indirizzo mail?
grazie!
Ti ho appena scritto io via mail! Grazie per i complimenti 🙂
Trovo l’articolo molto interessante. Desidero ricevere informazioni sulla corretta alimentazione.
Gentile Giosetta, se vuole continuare a seguirmi passi sul sito ogni settimana: lo aggiorno frequentemente. Per leggere articoli passati vada sull’archivio, mentre per seguirmi su Facebook clicchi “mi piace” a questa pagina! A presto!