Premessa: sarà un articolo un po’ lungo, ma è una sorta di introduzione a tanti altri articoli sull’argomento che seguiranno, portate pazienza per la mia prolissità 🙂
Glicemia, indice glicemico, picco glicemico, rebound glicemico: chi non li ha mai sentiti nominare? Sapete di cosa si tratta?
Tutti questi termini hanno in comune la radice greca glykys, la stessa che ritroviamo anche in glucosio: significa ‘dolce’, aggettivo che ci rimanda al denominatore comune di tutte queste parole, cioè lo zucchero.
Personalmente ritengo che l’indice glicemico sia il fattore discriminante tra una buona e una cattiva alimentazione: non mi riferisco solo al conoscere l’indice glicemico dei singoli alimenti (cosa che, di per sé, vuol dire poco o niente), ma soprattutto al saper gestire un’alimentazione che sia in toto a basso indice.
Indice glicemico: cos’è?
Analizziamo in primo luogo cosa sia quest’indice glicemico (IG). Si tratta di un valore che indica la velocità con cui si alza la glicemia in seguito all’assunzione di quel alimento: maggiore è l’IG, maggiore sarà l’innalzamento glicemico. Attenzione: questo valore non tiene conto della quantità dei carboidrati, per cui esistono alcuni alimenti che, pur contenendo pochi carboidrati, risultano avere un indice glicemico elevato: ad esempio le carote e la zucca. Non significa che mangiando una carota avremo un picco di glicemia come per lo zucchero, anzi! 100 g di carote contengono 8 g di carboidrati, mentre 100 g di zucchero contengono 100 g di carboidrati: per innalzare la glicemia tanto quanto lo zucchero, servirebbero un kg di carote! Quindi, diffidate da chi dice di non mangiare carote perché “hanno un indice glicemico altissimo”: è la quantità a fare la differenza in questo caso.
A chi serve conoscere l’indice glicemico?
A tutti: un’alimentazione a basso indice previene quei pericolosi sbalzi di glicemia che, protratti giorno dopo giorno, favoriscono l’insorgenza del diabete. Tuttavia, esistono categorie di persone che devono stare particolarmente attente alla regolazione glicemica e di conseguenza all’IG:
– I malati di diabete, ovviamente;
– Gli sportivi: per ottimizzare le scorte di glicogeno e migliorare la performance è bene consumare alimenti a diverso indice glicemico prima, dopo e durante la gara ;
– Coloro che seguono una dieta dimagrante: infatti, più l’indice glicemico dell’alimentazione è basso, maggiore sarà la sazietà;
– Donne con ovaio micropolicistico: l’insulino-resistenza cui sono soggette, che causa un’innalzamento della produzione di ormoni maschili a discapito di quelli femminili, può essere controllata e corretta anche grazie a una dieta a basso IG.
Come si alza la glicemia?
Ogni volta che mangiamo qualcosa, la glicemia si alza. Dal momento che per funzionare correttamente il nostro organismo deve necessariamente mantenerla entro certi limiti, il pancreas secerne l’ormone insulina che ha il compito di abbassare la glicemia. La quantità di insulina prodotta è proporzionale al picco glicemico: maggiore è il picco, maggiore insulina verrà riversata nel sangue. Sembrerebbe esserci equilibrio tra glicemia e insulina, ma non sempre è così: se il picco glicemico è troppo rapido, l’insulina tenderà a farlo scendere al di sotto del livello minimo. Come ho detto la glicemia deve essere costante: se si abbassa troppo, il corpo attua meccanismi per farla alzare nuovamente entro la normalità. In che modo? Il più immediato è il più semplice: stimolando la fame, di modo che gli alimenti consumati determinino l’innalzamento. E quali alimenti aumentano più rapidamente la glicemia? Gli zuccheri semplici! Questo è uno dei tanti motivi per cui chi ha una cattiva alimentazione ha sempre voglia di carboidrati. Il circolo vizioso è facile da instaurarsi: picco glicemico -> insulina -> drastico abbassamento della glicemia -> fame -> zuccheri semplici -> nuovo picco glicemico.
Il trucco per prolungare il più a lungo possibile la sazietà è quello di consumare alimenti a basso indice glicemico, e in generale a fare in modo che il pasto sia a basso carico glicemico. Questo metodo non solo eviterà i morsi di fame, ma sarà anche protettivo verso l’insorgenza di diabete.
Come regolare il carico glicemico dei pasti?
Ci sono un’infinità di trucchi e piccoli accorgimenti per tener basso l’indice glicemico della propria alimentazione: dedicherò molti articoli all’argomento, perché ritengo che imprescindibile tenerne conto nel formulare una qualsiasi dieta, oserei dire ancor più del mero conteggio calorico.
Per il momento lascio un elenco degli alimenti a basso, medio ed alto IG: tabelle del genere le trovate tranquillamente in internet, ma la selezione che ho fatto io tiene conto anche del carico glicemico. In altre parole, per rifarmi all’esempio citato a inizio articolo, non metterò mai le carote o simili nell’elenco dell’alto indice glicemico: basta che non ne mangiate un chilo a volta! 😉
Alimenti ad alto IG
- Sciroppo di mais, sciroppo di glucosio, glucosio (attenzione alle etichette!)
- Zucchero bianco o di canna o integrale, miele, bibite zuccherate, succhi di frutta
- Patate, fecola di patate, fiocchi di patate (patatine nel sacchetto), purè istantaneo, gnocchi, mais
- Cereali raffinati: pasta o riso bianchi, farina (bianca o di mais o di riso), pane, maizena, amido di mais, tapioca, riso soffiato o altri cereali soffiati, pizza
- Tutti i dolci: torte, biscotti, marmellate, cioccolato al latte o bianco, caramelle, cereali da prima colazione…
- Certa frutta: banana matura, papaya, frutta disidratata o essiccata (uvetta, albicocche secche, prugne secche, fichi secchi, datteri…)
Alimenti a medio IG
- Certa frutta: mango, banana acerba, cachi, uva, cocco, ananas in scatola, castagne
- Alcuni cereali: farro, orzo perlato, kamut, avena, grano saraceno, segale, pasta e riso integrali
- Pane di segale, pane d’avena, fiocchi d’avena
- Barbabietola, topinambur, carote cotte e zucca cotta
Alimenti a basso IG
- Legumi: ceci, fagioli, lenticchie, fave, piselli, soia…
- Alcuni cereali in chicchi: amaranto, quinoa, orzo mondato
- Pane esseno (di cereali germogliati), crusca (di grano, d’avena…)
- La maggior parte della frutta fresca
- La verdura
- Latte e yogurt freschi o di soia (senza zuccheri aggiunti)
- Frutta secca: noci, mandorle, nocciole, pinoli, semi di girasole o lino o sesamo o di zucca o di papavero…
- Cioccolato fondente >70% di cacao
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Dopo aver letto il tuo elenco, davvero, mi sono sentita meglio.
Davvero, escluso qualche sgarro posso considerarmi fiera di me stessa!!! =D
A parte gli scherzi, grazie perché tenendo a mente consigli come questi è anche più facile rendersi conto di cosa si sta mangiando e regolarsi di conseguenza. =*
Spero di poter dare molti altri suggerimenti con gli articoli che pubblicherò pian piano su quest’argomento, perché è qualcosa di cui non sempre si tiene conto e che invece è importante! 🙂
Ecco, sarebbe da spiegare un po’ meglio la differenza tra indice glicemico e carico glicemico. A quanto ho capito (correggimi se sbaglio):
– L’ IG è il rapporto tra l’integrale delle curve del livello di glucosio tra tot grammi dell’alimento in esame e pari peso di un alimento di riferimento (glucosio schietto, ad esempio)
– Il CG “pesa” l’IG sulla percentuale di carboidrati dell’alimento in esame
Ora, il mio dubbio è questo: se le carote come IG hanno 90, vuol dire che tot grammi di carote mi variano la glicemia quasi come tot grammi di glucosio. Il basso CG mi dice invece che hanno pochi carboidrati. Come si collega però all’IG? Non è questo il solo fattore che conta sull’andamento della glicemia?
Le definizioni che hai dato sono corrette: l’IG ti dà informazioni circa la velocità con cui i carboidrati contenuti passano nel sangue, il CG della quantità. Il CG si calcola moltiplicando l’IG per i gr di carboidrati contenuti in 100 g e dividendo per 100. In altre parole: le carote hanno IG=90, e 100 g contengono solo 8 g di carboidrati. (90*8)/100 = 7,2 è il carico glicemico di un etto di carote, in confronto a un valore di 100 per un etto di zucchero.
Se tu mangi qualcosa con un IG alto, ma che contiene pochi carboidrati, ne dovresti consumare quantità consistenti per avere variazioni significative della glicemia: immagina di avere, a pari velocità, 8 g di zuccheri e 100 g di zuccheri che vanno nel sangue. La glicemia non si alza allo stesso modo: nel primo caso questi zuccheri verranno usati praticamente subito a scopo energetico, nel secondo caso no.
Nel controllo della glicemia conta poi molto anche la risposta insulinica: indice insulinemico delle carote è basso, quello dello zucchero è alto. Nel primo caso l’equilibrio glicemia-insulina è rapido a reinstaurarsi, nel secondo caso si hanno più problemi.
Alimenti come i latticini hanno basso IG, ma una risposta insulinica spropositata. Però qui si va troppo nella biochimica rispetto al messaggio che voglio dare io attraverso il sito, quindi ho evitato di approfondire perché altrimenti non mi leggeva più nessuno, però le tue domande sono stimolanti (e sono un costante buon ripasso per me).
Ah, mi mancava un passaggio.
L’IG si calcola non base alla risposta a pari peso tra l’alimento test e il glucosio, ma a pari carboidrati, giusto?
Cioé: non sono 50g di carote vs. 50 g di glucosio ma 625g di carote vs 50g di glucosio?
In quel caso mi torna…
Esattamente così!
Adoro questo blog, ormai è il mio “angolino della salute” 🙂
Adesso, dopo la gravidanza e dopo aver debellato una decennale dipendenza pesante da nicotina, sto investendo di nuovo su di me a livello non solo di alimentazione, ma anche di sport (sto per cominciare un programma individuale mirato con un allenatore, per poi passare, quando sarà il momento, a un workout in autonomia) e il tuo blog è una spinta in più.
Io consumo poche cose con indice glicemico alto.
Tolti gli alcolici, che sicuramente rientrano nella prima categoria…
Sono contenta che il mio sito ti piaccia e ti sia utile, davvero tantissimo!
Gli alcolici sono una questione controversa: diciamo che è meglio evitarli non tanto per l’indice glicemico, quanto per tutt’una serie di risvolti negativi sulla salute. Anche se le proprietà di modiche quantità giornaliere di vino rosso (ma solo rosso) sono ormai note non solo al mondo scientifico 😉
Mi piace moltissimo questo articolo. E’ un argomento che ho approfondito molto in questi ultimi mesi perché a causa della gravidanza mi son trovata un non gradito regalino ad accompagnarmi in questi mesi ovvero un diabete gestazionale molto leggero però una rognetta da gestire…
Fai un ottima cosa a divulgare questo genere di informazioni, perché c’è poca conoscenza di ciò e spesso la gente imposta delle diete squilibratissime…
Non mi dilungo su questo ultimo aspetto perché non ce ne è bisogno! 😉
Buon lavoro e al prossimo articolo!
Oh, ma grazie! E benvenuta!
Il diabete gestazionale è una gran brutta seccatura: stai attenta alla tua alimentazione nei prossimi anni perché molte donne nella tua situazione si sono poi ritrovate con un diabete di tipo II verso i 40-50 anni… Prevenire meglio che curare!
Ho giusto in stand-by un articolo sull’IG: lo pubblicherò nei prossimi giorni!
Ti ringrazio per la premura! 😉
Comunque nel mio caso sto abbastanza tranquilla, il mio è più una ridotta tolleranza ai carboidrati che altro e solo perché ho un gine iper scrupoloso lo abbiamo evidenziato.
Inoltre anche con la diabetologa che mi ha seguito abbiamo visto che ho comunque un’alimentazione molto corretta (grandissima fan di verdure, integrali e frutta) e il mio peso pregravidanza partiva comunque da un normopeso.
Il mio obiettivo post gravidanza è tornare presto al mio peso forma e appena i figli me lo consentiranno ricominciare a fare qualche sport…
Comunque i controlli come curva glicemica o simili li farò sia tre mesi dopo il parto che a distanza di due anni.
Quindi come dicevo sto tranquilla, anche mio papà ha una leggera resistenza insulinica, ma anche nel suo caso talmente sfumata che l’ha evidenziata solo perché abbiamo la fortuna di rivolgerci a dei dottori scrupolosi e non superficiali. E anche lui a 57 anni sta ancora una meraviglia, iper sportivo e stabile di peso da una vita.
Vabbè, ti sto raccontando la storia della mia vita! 😀
Ti auguro un buon proseguimento di giornata!
Ma allora tanto di cappello ai vostri medici: non sempre hanno così tante attenzioni per chi non sta male in modo conclamato! 🙂
Se vuoi un consiglio per perdere in fretta i kg della gravidanza, *allatta per almeno 6 mesi*! In primo luogo perché ti potrei dare tutta una serie di buoni motivi per il futuro del bambino (anzi, mi hai ispirata: ci farò un articolo in settimana!). In secondo luogo perché durante la gravidanza il grasso si accumula a livello di fianchi in quanto è proprio questa riserva energetica che verrà poi usata durante l’allattamento: quindi faresti solo del bene a te e al bimbo!
Con la prima sono riuscita ad allattare in maniera esclusiva per 4 mesi e mezzo e per un mese abbondante misto. Poi è finito… 🙁
Vediamo con il secondo! Perché ci tengo tanto, soprattutto perché io sono un soggetto molto allergico e decisamente l’allattamento materno aiuta. Vedremo…
Non vedo l’ora di leggere l’articolo che hai in mente!
Buon lavoro!
[…] http://www.alimentazioneinequilibrio.com/2011/09/27/lindice-glicemico/ http://www.alimentazioneinequilibrio.com/2011/10/04/lindice-glicemico-e-la-temperatura/ […]
grazie Arianna per questi bei post, molto chiari ed interessanti 😉
Grazie mille Roberta! 🙂
Ciao Arianna,
complimenti per il blog!
il mio dubbio è questo se io inizio a mangiare cibi a basso indice glicemico cosa succede quando poi per qualche motivo vado a sgarrare e ad assumere cibi ad alto IG ? non è che ingrasso di più o peggio ancora aumento il rischio di diabete?
grazie
Ciao Vanessa e grazie per il complimento!
L’equilibrio tra alto IG e basso IG non è un dogma assoluto, come nulla nell’alimentazione (per fortuna!): se tu hai un’alimentazione a basso impatto glicemico, non è per nulla un problema se una volta ogni tanto ti concedi un sano sgarro iperglicemico! 🙂 Io adotto questa strategia: durante la settimana sto attenta alla mia alimentazione (anche perché, mangiando perlopiù da sola, è difficile essere indotta in tentazione…), mentre il sabato e la domenica -che sono in giro- prendo quello che mi piace senza sensi di colpa.
Certo, se invece il dolcetto è qualcosa di quotidiano o se lo sgarro diventa un pasto pantagruelico e senza limiti ogni settimana la situazione è ben diversa…
Come dicevano i Romani: “semel in anno licet insanire”, quindi una volta tanto e con il giusto senso della misura lo sgarro viene riequilibrato da un’alimentazione nel suo complesso bilanciata.
Grazie Arianna sei preparatissima, hai chiarito i miei dubbi! D’ora in poi adotterò anch’io la tua strategia! 😉
leggendo questo libro: la dieta 300 domande 300 risposte di judith wills ho notato che le albicocche secche sono indicate tra gli alimenti a basso IG.. Ed il riso basmati con un IG minore di quello bianco o integrale.. La pasta integrale la classifica come a basso IG mentre il riso integrale come medio-alto! Tu che ne pensi? A me ha confuso le idee! 🙂
Le albicocche secche hanno un IG medio (40): nell’elenco le ho riportate tra quelli ad alto IG perché hanno un indice insulinico elevato. Cioè: sono un concentrato di zuccheri e, al contrario della frutta fresca, contengono poca fibra, dunque stimolano maggiormente la produzione di insulina. Ho cercato di mediare il “dato glicemico” con il “dato insulinico”, perché l’effetto del cibo sul corpo è dato più dal secondo che dal primo 🙂
E’ vero invece che il basmati ha un IG inferiore rispetto a quello bianco, ma non di quello integrale… Dipende dal maggior contenuto di amilosio rispetto al riso normale.
Pasta integrale e pasta normale hanno un indice molto simile a dire il vero: diciamo che dipende dalla cottura e dal formato della pasta. Ad esempio spaghetti non integrali cotti al dente hanno un IG inferiore rispetto ai fusilli integrali di qualsiasi cottura: anche in questo caso dipende dall’amilosio – che, con l’amilopectina, è una delle due componenti dell’amido.
Il riso integrale ha indice 50 – quindi medio; quello bianco comune ha valore 70 (alto), mentre il riso selvaggio è a basso IG (35).
Spero di averti chiarito un po’ le idee 🙂
ciao io sn una vegana e siccome ho intenzione d perdere almeno 5 kg volevo sapere se sn avvantaggiata….a parte la pasta integrale (ke noi vegani utilizziamo rigorosamente) e il farro e l orzo (ke kmq devo integrare durante la settimana) credo d nn avere problemi? ho letto in un altro sito ke l indice glicemico cambia a seconda della cottura della verdura…in altre parole la consigliano cruda….illuminami grazie 🙂
Ciao Sole e benvenuta! E’ vero che la cottura influenza l’indice glicemico, se vai qui trovi tutti gli articoli che avevo scritto in merito. Comunque la cottura agisce sull’IG dei cereali (pasta, riso, orzo, farro…), mentre l’effetto sulle verdure è praticamente trascurabile fatta eccezione per carote e zucchine; meglio tuttavia mangiarle crude perché più ricche di minerali!
Per quanto riguarda il tuo dimagrimento, tutto dipende dagli abbinamenti che fai nei vari pasti: avendo un’alimentazione vegana, se ricorri al fai da te rischi di ridurre troppo le calorie ma al contempo di mangiare troppi carboidrati. Ti consiglierei di rivolgerti a un dietista qualificato, in modo da non fare errori che potrebbero peggiorare il tuo stato di salute e di energie! 🙂
eccomi qui. ciao!
molto interessante il tuo blog. ti ho scritto un commento all’articolo di oggi (25/10/2012) ma vorrei chiederti qui una cosa.
Io ho l’ovaio micropolicistico, mi è stata asportata una ciste ovarica anni fa (da lì la scoperta) e prendo la pillola da più di dieci anni ormai, proprio per gestire questa situazione. Ho scoperto solo lo scorso anno, dopo essermi rivolta ad una ginecologa specializzata in endocrinologia, di essere insulino resistente. Ho letto tantissimo sull’argomento e ho iniziato a seguire un’alimentazione a basso indice glicemico (fai da te). Diciamo che faccio colazione con frutta fresca e muesli in fiocchi (rigorosamente bio e senza zuccheri aggiunti), quindi arricchiti con frutta secca. Pranzo di solito con un cerale abbinato a proteine vegetali (tipo riso integrale + ceci) e verdure in quantità industriali alla sera, abbinate a pesce o prodotti di soia (tofu, yogurt di soia naturale).
Mangio pane che faccio con la pasta madre e farine integrali.
Non riesco però a rinunciare al dolcetto serale. Per questo mi sono messa a fare dolci naturali quindi senza zucchero ma utilizzando frutta secca, frutta essicata come uvetta, datteri, farine integrali e succo concentrato di mela.
Volevo chiederti se il loro consumo quotidiano (alla sera, dopo cena) può influenzare e “rovinare” il lavoro fatto durante la giornata per tenere basso l’IG. La mia insulino resistenza cosa comporta? Io questo non è che l’abbia ancora capito bene…svilupperò il diabete? Grazie per la tua disponibilità e scusa la prolissità 🙂
a presto!
Laura
L’insulino resistenza è collegata a ovaio micropolicisto: le due cose sono inscindibili. Non sono una ginecologa, ma so che l’ovaio MP è caratterizzato da un rapporto invertito rispetto al normale degli ormoni FSH e LH: questo è dato appunto da una resistenza all’insulina. L’ovaio MP si collega a cicli anovulatori (cioè si ha il mestruo, ma non è avvenuta l’ovulazione: è una delle principali cause di infertilità femminile), problemi di acne e spesso anche a caratteristiche fisiche legate all’eccesso di ormoni maschili in circolo (es. peletti neri, baffetti pronunciati). L’insulino-resistenza è invece un fattore di rischio per il diabete, ma questo non significa che lo svilupperai certamente! Anzi, attraverso un’alimentazione a basso impatto glicemico è possibile agire su entrambi i fronti: prevenire il diabete, e permettere la normalizzazione ormonale.
Il tuo dolcetto serale, se è quotidiano, può compromettere la riuscita di un’alimentazione al 100% a basso indice glicemico: utilizzi senza dubbio ingredienti sani, ma vista la diagnosi ti consiglierei di lasciare il dolce 1-2 volte a settimana, e soprattutto di consumarli preferibilmente al mattino 🙂
grazie mille per la tua risposta!!
come mai dici di consumare eventualmente il dolce al mattino? avevo letto che se si vuole consumare un dolce sarebbe meglio farlo dopo aver mangiato qualche alimento che ne rallenta l’assorbimento e quindi il picco glicemico, tipo dopo un pranzo o una cena a base di verdure e legumi per esempio…
sto dicendo una fesseria?
Quello che dici tu è verissimo, ma è anche vero che il corpo è più reattivo all’insulina al mattino che non alla sera. E’ per lo stesso motivo che mangiare dolci la sera fa ingrassare più facilmente: al mattino l’insulina è più efficace ad abbassare picchi glicemici e di conseguenza a non stoccare le energie in eccesso come grasso.
grazie mille Arianna!
mi sa che ti stresserò ancora in futuro 😉 ancora complimenti per il blog. utilissimo!
volevo sapere come invece comportarsi con la zucca sono molto amante di questo alimento ma per motivi di sovrappeso mi hanno detto di toglierla dalla dieta.leggendo questo articolo mi è venuto qualche dubbio. quanta ne potrei mangiare senza sentirmi in colpa? grazie
Cara Claudia, hai tutti i motivi per avere dubbi: non ci sono controindicazioni nel mangiare la zucca, anzi! E’ ricca di fibra e carotenoidi, quindi perché vietarla? Lo trovo assurdo… Come quantità valgono le stesse raccomandazioni del resto della verdura: circa 400-600 g al giorno tra pranzo e cena.
A presto 🙂
Ciao Arianna! Davvero tanti complimenti, sei molto preparata e hai il grande dono della chiarezza, mi associo anch’io all’altra Laura, sei nella mia barra dei preferiti, non passa giorno che non legga almeno uno dei tuoi articoli.
Non so se hai più approfondito la questione dell’indice insulinico, per favore vorrei davvero che mi chiarissi perchè alcuni alimenti hanno un indice glicemico basso o medio e un indice insulinico alto…è veramente una questione che non riesco a comprendere…
grazie 🙂
Grazie mille Laura! 🙂
Non ho più parlato dell’indice insulinico, dunque ti rispondo qui. L’indice glicemico non riflette l’indice insulinico: alimenti ad alto IG hanno sempre alto II, ma non è sempre vero che alimenti a basso IG abbiano anche un basso II. Questo perché le proteine (e in parte i grassi) sono dei forti stimolatori dell’insulina, ma non lo sono per la glicemia. Prendi ad esempio una bistecca di carne: ha indice glicemico pari a 0, perché esso è determinato esclusivamente dal contenuto di carboidrati dell’alimento (la carne contiene 0 carboidrati, o comunque una bassissima percentuale data da residui di glicogeno depositato nelle fibre). Ha però un indice insulinico medio, perché gli aminoacidi delle proteine stimolano l’insulina a essere secreta: l’insulina è un ormone anabolico che provvede -tra le altre cose e detto in parole molto semplici- a trasformare le proteine che mangiamo in muscoli (o altri composti proteici dell’organismo, come proteine di trasporto, proteine del sistema immunitario etc). Quindi è logico che venga secreto quando si mangiano proteine, anche se esse non hanno azione sulla variazione di glicemia. Stessa cosa (più o meno) vale per i grassi.
L’indice insulinico in relazione alle proteine non è variato dalla quantità di proteine ma dalla qualità degli aminoacidi che compongono le proteine.
Spero di essere stata chiara 🙂
GRANDE! Finalmente è chiarissimo 🙂 grazie mille!
Ciao Arianna!!Sono sempre molto interessanti i tuoi articoli!Davvero complimenti!Volevo qualche consiglio….a pranzo mangio 60g di pasta misura (o 80 g di fiberpasta)condita con olio di oliva e verdura, di secondo ancora verdura ed un frutto!!A merenda qualche noce, 1 fetta integrale ed un frutto.Infine x cena circa 70 g di legumi conditi con olio d’oliva,una porzione di verdura ed un frutto,oppure 100 g di carne con verdure oppure salmone tonno o merluzzo sempre abbinato a verdure.Raramente formaggio o uovo sempre con verdura!!Che impatto ha questa alimentazione sulla mia insulina?è vero che x evitare picchi di insulina non devo associare carboidrati con proteine?Posso abbinare invece cereali con legumi e in che quantità?scusa x le mie tante domande ma di sicuro tu mi sarai di grande aiuto!!Grazie mille!!!Ciao!!
Ciao anche qui Ilary! Ti rispondo per punti:
– Come per Weetabix e All-Bran, sconsiglio pasta integrale non bio perché la crusca è aggiunta e non naturale, e anche per il discorso dei pesticidi a cui ti avevo accennato; ti consiglio piuttosto di alternare con cereali integrali in chicchi biologici o pasta integrale bio: nei negozi specializzati troverai anche farro, orzo, avena in chicchi, segale, grano saraceno, miglio… Si cuocono proprio come il riso: semplicemente bolliti. Visto che hanno tempi di cottura superiori, puoi farne 3-4 porzioni da conservare in frigo per i pasti settimanali, in modo da cucinare solo una volta 🙂
– Non è affatto vero che associare carboidrati e proteine sia nocivo per l’insulinemia, anzi! Prova a leggere qui: http://www.alimentazioneinequilibrio.com/2012/01/11/lindice-glicemico-e-le-proteine/ L’ideale a mezzogiorno è unire cereali in chicchi e legumi, almeno 3 volte a settimana; i legumi sono una fonte di proteine vegetali, ma sono proteine ‘incomplete’: solo unendole a quelle dei cereali si può avere un alto valore biologico paragonabile a carne e pesce. Tecnicamente, si dice che gli aminoacidi contenuti nei legumi completano quelli contenuti nei cereali 🙂 La quantità in genere è 1:2 (ad es. 30 g di legumi secchi + 60 g di cereali in chicchi).
– La sera aggiungerei anche del pane di segale o comunque una piccola fonte di cereali a basso indice glicemico (ad esempio vellutate di verdura con miglio, amaranto o fiocchi d’avena; tortini di verdure e riso integrale o grano saraceno).
– Personalmente non consiglio il tonno e lo spada: sono molto grossi, vivono di più e assorbono più inquinanti dal mare. Meglio altri tipi di pesce: branzino, orata, salmone, ombrina, rombo…
Se vuoi, su questo sito (http://www.cucina-naturale.it/) puoi trovare ricettine sfizione, naturali e a basso indice glicemico (c’è la categoria apposta).
Se hai bisogno di altro scrivimi senza problemi! 🙂
Grazie ancora Arianna!!!Cercherò presto un negozio bio…non ci sono mai andata xchè non mi sono mai posta il problema!!Ma ora che è da 3 anni che io e mio marito stiamo cercando un bimbo che non arriva,oltre alle cure ormonali che devo cominciare a fare, ho deciso di cambiare un po’ il mio stile di alimentazione!!!Grazie e sicuramente ti scriverò ancora xchè i tuoi consigli sono preziosissimi x la salute!! 🙂
Ciao Arianna scusami…guardando su internet ho trovato una catena di negozi biologici che si chiamano CUORE BIO!!Conosci?Che ne dici?Xchè ho visto che ce ne sono un paio non distanti da dove abito io!!!Grazie ancora 🙂
Sì, li conosco! Sono molto buoni: hanno ottimi prodotti basilari. Non lasciarti ingannare da tutto ciò che è biologico ma industriale: merendine, biscotti, succhi di frutta etc… Anche se le materie prime sono bio, si tratta comunque di prodotti da consumare con moderazione, tanto più che stai cercando una gravidanza 🙂
Aspetto tue notizie allora! 🙂
Grazie Arianna!!!Ottimi consigli!!!Oggi andrò in questo negozio allora!!!Ci sentiamo presto…;-)
Volevo cortesemente un’informazione: mio marito, 57 anni, da sempre ha la glicemia border (106, massimo 124, se sgarra un po’). Quale potrebbe essere una dieta adeguata giornaliera? Grazie davvero. Rosanna
Buongiorno Rosanna, le consiglierei in primo luogo di rivolgersi a uno specialista perché io non posso dare consigli personalizzati attraverso uno schermo.
Potrebbe comunque cominciare a seguire un’alimentazione a basso carico glicemico, con cereali integrali in chicchi (orzo, farro), diradare il consumo di riso, preferire pasta di lungo formato (es.spaghetti), evitare pane bianco, dolci e prodotti a base di farine. Visti i valori di suo marito ritengo comunque molto più utile che fissi l’appuntamento con un dietista che possa essere più esaustivo di me…
Ciao Arianna, sono Serena, stamattina mi sono preparata una colazione seguendo piú o meno le tue indicazione, fiocchi di avena in ammolo ieri sera e stamani ci ho aggiunto semini vari, mango essiccato e spolverata di cioccolato fondente, é a basso indice glicemico? Va bene per l’acne?
ti devo ringraziare perché da quando seguo le tue indicazioni la mia acne é quasi sparita. Grazie.
Mi pare vada benissimo! 🙂
Sono contenta che l’acne stia migliorando grazie ai miei consigli!
salve Arianna oggi ho scoperto il tuo blog e mi piace tanto…ho scoperto da due giorni la teoria dell’indice glicemico per perdere peso…e trovo tutto molto molto interessante
ho 57 anni e chili 10 in più….
per prima cosa farò subito esami per glicemia….
poi gentilmente posso chiederti se puoi mandarmi uno schema settimanale o almeno di tre o quattro giorni di alimentazione ad indice glicemico basso?
sò che chiedo troppo….ma ci provo!!!
GRAZIE IN ANTICIPO e saluti!!!:):)
Ciao Giovanna, mi fa piacere che il mio blog ti piaccia 🙂
Purtroppo non posso esserti utile per la tua richiesta: faccio solo diete personalizzate, e non schemi generici, che sono inutili e controproducenti. Se volessi prendere appuntamento con me, ricevo a Verdello (BG) e Mestrino (PD).
ciao arianna dici che carote e zucchero hanno lo stesso indice glicemico cioe alto, ma che le carote avendo pochi carboidrati rispetto allo zucchero, influenzano diversamente la glicemia rispetto allo zucchero, ma quindi questo significa in sostanza che le carote pur avendo un alto indice glicemico, stimolano poca secrezione di insulina poiche hanno pochi carboidrati giusto
Esattamente!