In giardino ho un albero di melograno: quando il primo frutto viene sgranato, per me comincia l’autunno. I chicchi rossi sono una delle ultime note di colore che la natura ci offre prima di diventare giorno dopo giorno sempre più opaca e sfumata, fino a raggiungere la trasparenza del ghiaccio invernale. Questo frutto, di origine araba, è presente in numerosissimi miti e leggende, nei quali è sempre caratterizzato da un duplice significato: da una parte è simbolo di fecondità e fertilità ed era per questo usato in cerimonie nuziali; dall’altra la melagrana nel mondo greco è anche considerata il cibo dei morti: Persefone, figlia di Demetra dea della Terra, fu condannata a vivere nell’Oltretomba per averne mangiato qualche chicco.
Benché alcune proprietà della melagrana fossero già conosciute dagli Egizi, è grazie al medico di Kos Ippocrate (V secolo a.C.) che abbiamo le prime testimonianze scritte riguardo i suoi usi terapeutici. Negli anni più recenti le considerazioni empiriche risalenti a più di duemila anni fa hanno trovato sempre più conferme da esperimenti e indagini scientifiche.
Il segreto dei tanti effetti benefici del succo di melagrana è la sua ricchezza di antiossidanti, paragonabile solo a quella del the verde: 100 g dei sui chicchi apportano circa 5000-6000 ORAC (unità di misura del potere antiossidante), pari alla quantità giornaliera raccomandata. E’ grazie a questo che la melagrana è da considerarsi frutto preziosissimo per la nostra salute: è utile a proteggere il sistema cardiovascolare e prevenire patologie cardiache; è benefico nella donna in menopausa per contrastare depressione e fragilità ossea; migliora il profilo lipidico del sangue, abbassando il colesterolo ‘cattivo’ LDL. Chi soffre di ipertensione trova nella melagrana un valido aiuto, così come chi ha problemi di artrite (alcune sostanze contenute nel succo inibiscono la degradazione e l’assottigliamento della cartilagine).
Ma il vero motivo per cui la melagrana ha riscosso tanto interesse dal mondo scientifico è un altro: si tratta delle sue ormai comprovate proprietà antitumorali. Ciò è dovuto in primo luogo all’azione degli antiossidanti che proteggono l’integrità del codice genetico delle cellule, ma recenti esperimenti condotti dal biochimico israeliano Michael Aviram ad Haifa evidenziano il ruolo importantissimo svolto dall’acido ellagico. Questa sostanza, contenuta in percentuali più basse anche in lamponi, fragole e noci, è in grado di indurre l’apoptosi cellulare: si tratta di un vero e proprio suicidio programmato di quelle cellule già colpite da degenerazione tumorale, che se continuassero a vivere si moltiplicherebbero dando origine al cancro. In particolare, l’acido ellegico è efficace nel prevenire e contrastare il tumore al seno e quello alla prostata.
Tutte queste proprietà benefiche sono state spesso utilizzate in campagne pubblicitarie per sponsorizzare succhi e sciroppi di melagrana: questi prodotti sono veramente validi? Come ogni alimento, anche la melagrana esplica al meglio le sue virtù solo in un’alimentazione sana e bilanciata: un bicchiere di succo al giorno fa poco o niente, se i vostri pranzi sono a base di patatine fritte e le vostre cene consistono in piatti precotti. Bisogna inoltre stare attenti a che tipo di succo si è messo nel carrello della spesa: potrebbe essere semplice acqua zuccherata, aromatizzata con estratti di melegrana e colorata a dovere da prodotti chimici che conferiscono un bel rosso brillante. Prima di pagare uno sproposito per un prodotto del genere, leggete l’etichetta, ed assicuratevi che non contenga zuccheri aggiunti e che si tratti di succo di melograno al 100%. Se avete a disposizione il frutto fresco e maturo, tanto meglio: potete sgranarlo e mangiarvi i chicchi, oppure tagliarlo a metà e, con un po’ di forza, schiacciarlo per spremerne il prezioso succo.
2 Comments
Ciao Arianna, ti faccio i miei complimenti per il nuovo blog! Bellissima grafica e ottimi contenuti! Un saluto 🙂
Grazie mille! 🙂