Andando al supermercato sono rimasta sbigottita nel passare di fronte agli scaffali dedicati agli integratori alimentari; ripiani ed espositori pieni di coadiuvanti “naturali” per ogni esigenza: dimagrire, drenare, detossificare, arricchire, proteggere, rafforzare.
Stando allo spazio che viene riservato a questi prodotti sembrerebbe che nessuno sia immune da un concreto e quasi tangibile rischio di carenza alimentare. Ma è davvero così, o si tratta di una paura ingiustificata e veicolata unicamente da sponsor pubblicitari volti a incrementare le vendite?
Al di là di stati morbosi, la popolazione media non ha bisogno di un quantitativo di nutrienti che vada oltre la misura garantita dalla normale alimentazione. Anzi, in alcuni casi una dose eccessiva di vitamine e sali minerali è stata dimostrata essere nociva: gli effetti dell’ipervitaminosi -ossia di un quantitativo eccessivo di vitamina nel sangue- sono molteplici e diversi a seconda della vitamina in esame, e possono spingersi fino ad un aumentato rischio di sviluppare tumori.
E’ dunque sbagliato pensare che “tanto male non fa” e lasciarsi tentare da pillole e compresse effervescenti vendute grazie a spot accattivanti; soprattutto si dovrebbe evitare di darle ai bambini in fase di crescita decidendo senza alcun criterio il dosaggio e le modalità di somministrazione.
Esistono tuttavia delle condizioni per cui l’alimentazione normale non è sufficiente a coprire le esigenze dell’organismo: solo in questi casi si dovrebbe ricorrere ad integratori, sempre su consiglio di una figura competente. Quali sono queste condizioni particolari? Ad esempio, senza cercare casi di patologia, la donna che cerca una gravidanza ha bisogno di un’integrazione di acido folico per annullare il rischio che il bambino sviluppi alterazioni del tubo neurale.
Tra gli integratori, un posto particolare viene riservato a quelli dedicati agli sportivi: l’industria farmaceutica punta sul fatto che con il sudore si perdono effettivamente consistenti quantità di sali minerali, perdite che andrebbero prontamente compensate.
In realtà nella maggior parte dei casi basta consumare regolarmente frutta e verdura fresche e di stagione per assicurare il completo reintegro di quanto si è perso: solo gli atleti professionisti potrebbero essere a rischio di reali stati carenziali.
E’ tuttavia vero che esistono delle condizioni ambientali che determinano una reale necessità di supplementazione anche nello sportivo amatoriale, e non solo in chi pratica attività fisica di endurance (maratora, triathlon, gare di ciclismo…). Ad esempio una situazione climatica avversa: temperature troppo elevate o troppo rigide, pioggia, umidità ed afa incidono pesantemente sull’organismo.
Ciò non vuol dire che sia necessario ricorrere a integratori salini in polvere o a bottigliette: non sono altro che un concentrato di coloranti, stabilizzanti e sostanze chimiche dal dubbio effetto sull’organismo. Un mix la cui unica conseguenza è quella di sovraffaticare i reni.
Una soluzione più sana, completa, sicura e meno costosa è quella di farsi l’integratore salino in casa: gli ingredienti sono quantomai banali e facilmente reperibili. Vediamo cosa serve per un litro abbondante di bibita:
– 1 litro di acqua non gassata
– Due pompelmi spremuti
– 60 g di miele di erica o di sulla o di castagno
– 8 g di sale marino integrale (qui l’articolo per saperne di più in merito)
Mettete tutto in una caraffa di vetro o in una bottiglia e mescolate (o agitate) finché miele e sale non si saranno sciolti. Prima berrete la bevanda, più ne trarrete un completo beneficio vitaminico.
E’ una bibita ricca di vitamina C (dal pompelmo), vitamine del gruppo B (dal miele), zuccheri semplici per un rapido recupero energetico (sempre grazie al miele) e di sali minerali proveniente da ciascun ingrediente. Serve per riequilibrare le scorte elettrolitiche, per reidratare dopo lo sport e rimineralizzare l’organismo, contrastando l’insorgere dell’acidosi metabolica causata dallo sport. L’attività sportiva infatti determina un’acidificazione del sangue: al contrario dei sali minerali in bustina o già pronti nelle bottigliette colorate, una bevanda preparata come descritto agevola la basificazione perché completamente naturale, priva di sostanze chimiche che incentivano un’acidosi aggiuntiva a quella dello sport. Gli agrumi sono particolarmente indicati per basificare i fluidi corporei.
Consiglio di dolcificare con miele d’erica, di sulla o di castagno perché sono più adatti allo sportivo: il miele d’erica aiuta a detossificare, quello di castagno è il più ricco di ferro, mentre quello di sulla ha una composizione di minerali e un contenuto di fruttosio che lo rendono adatto per l’affaticamento muscolare.
6 Comments
Ohhh finalmente! Qualcuno che dice le cose come stanno. Quando vado in palestra porto sempre e solo acqua di rubinetto e ho sempre fatto così, in anni di agonismo cestistico.
Questa bibita la voglio provare, almeno ogni tanto vario 🙂 Ma la si può preparare un paio di giorni prima e conservarla in frigorifero?
Io ti consiglio di farla e berla subito, magari dimezzando le dosi: a contatto con l’aria le sostanze più preziose (ad esempio la vitamina C) si ossidano e decadono. Più il tempo passa più i benefici nutrizionali diminuiscono: meglio non conservarla per più di qualche ora.
A seconda dei gusti, poi, puoi regolare miele e sale come più preferisci, oppure aggiungere spremuta di limone per rendere la bibita più acidula: fammi sapere come ti trovi 🙂
Ok grazie! Lo chiedevo perché sono sempre tiratissima e non ho il tempo materiale tra il lavoro e la palestra di fermarmi, se non per recuperare il cambio. Che vitacciaaa XD
Puoi berlo una volta che arrivi a casa, così lo prepari in tutta calma 😉
Non avendo una bilancia che pesa esattamente le minime quantità, ti chiedo, cara Arianna, come posso calcolare gli 8 grammi di sale? Un pizzico?
Sono un cucchiaino da tè raso Silvana, oppure un cucchiaio da minestra scarso! Ti consiglio comunque di stare un poco scarsa, assaggiare ciò che hai miscelato, e al massimo dopo aggiungerne ancora un pizzico…!