Il gusto è sicuramente tra i criteri da tenere maggiormente in considerazione quando si parla di cibo. Una dieta può infatti essere ineccepibile dal punto di vista teorico, ma se manca di appetibilità è ben difficile seguirla per più di qualche giorno!
Un piatto è appetibile quando è palatabile: si tratta di una caratteristica tattile del cibo, percepita a livello di palato, che ne identifica la gradevolezza gustativa. Un alimento grasso è maggiormente palatabile di uno secco, perché stimola in modo diverso le cellule sensoriali. A contendere ai lipidi il primo posto nella determinazione della palatabilità c’è il sale, ingrediente che -si sa- va centellinato per evitare ipertensione e rischio di infarto (e, di questo sono ben consapevoli le donne, per ridurre l’antiestetica temutissima cellulite): niente sale sull’insalata, attenzione agli affettati e ai formaggi stagionati che ne contengono un’enormità, magari controllare anche la quantità di sodio contenuta nell’acqua che beviamo. Ma bollire la pasta senza sale, chi è disposto a farlo? Ed è proprio necessario bandire il salino dalla tavola?
Il comune sale da cucina è il bianchissimo cloruro di sodio: gli unici minerali di cui è costituito sono il cloro e il sodio; proprio quest’ultimo componente è quello di cui si deve moderare l’assunzione. Esattamente come tutti i prodotti ‘bianchi’ (zucchero, pasta, pane, riso…) questo sale ha subito un processo di raffinazione, che elimina quelle che vengono declassate a impurità ma che in realtà sono minerali preziosi per la nostra salute. Viene inoltre arricchito di sbiancanti e stabilizzanti per renderlo ai nostri occhi assolutamente perfetto. Di poco differente è il sale iodato, a cui si aggiunge iodio chimico dopo il processo di raffinazione: prima lo si toglie insieme a tanti altri micronutrienti assolutamente naturali, e poi lo si introduce nuovamente in forma chimica. Un po’ un controsenso, non trovate? Eppure questo espediente è stato introdotto evitare la carenza di iodio diffusa in alcune aree d’Italia (specialmente in Lombardia), carenza che porta a sviluppare ritardi neurocognitivi nei bambini e problemi tiroidei.
Quindi: il sale fa male, il sale iodato fa (forse) un poco meglio. Esistono alternative salutiste per esaltare la sapidità del cibo? Indubbiamente: spezie ed erbe aromatiche! Ma avete mai visto qualcuno buttare nell’acqua bollente per la pasta un mazzetto di prezzemolo e basilico? Penso proprio di no…
Ecco quindi che ci viene in aiuto il sale marino integrale che, a differenza di quello bianco, non ha subito il processo di raffinazione e perciò mantiene intatte le sue originali caratteristiche nutrizionali. Si presenta più umido e grumoso del sale tradizionale, perché non contiene stabilizzanti chimici che vengono addizionati al cloruro di sodio; il colore spazia tra diverse tonalità di grigio (e questo è spesso un deterrente visivo al suo acquisto: “non sarà per caso sporco?!”).
Oltre a cloro e sodio, il sale integrale contiene minerali indispensabili per il nostro organismo: potassio, magnesio, zinco, ferro, iodio, rame solo per citarne alcuni. E le proporzioni tra questi componenti sono ideali: garantiscono l’omeostasi cellulare, a preservarne l’equilibrio fisico ed energetico. La ricchezza in minerali, infatti, conferisce al sale marino integrale un’importante proprietà: quella di essere un alimento alcalinizzante, proprio come la frutta e la verdura.
Facciamo un piccolo passo indietro: tutto ciò che mangiamo è in grado di acificare o alcalinizzare il nostro sangue; è indispensabile che vi sia equilibrio tra le due azioni, ma se anche non ci fosse intervengono dei complessi sistemi metabolici a scongiurare danni. L’alimentazione moderna è però eccessivamente acidificante, perché troppo povera di alimenti vegetali (ortaggi, frutta, legumi…) e troppo ricca di alimenti raffinati (pasta, pane, riso… sale bianco!), di additivi chimici, di zuccheri semplici, di proteine. Questo determina un lavoro molto più intenso di quei sistemi riequilibranti cui accennavo, che possono facilmente andare incontro a complicazioni: ecco quindi l’ipertensione, la ritenzione idrica, il battito accelerato, l’osteoporosi (che, secondo i più recenti studi, è determinata proprio dall’acificazione sanguigna più che da una carenza di calcio alimentare!).
L’uso del sale marino integrale, affiancato ad un’alimentazione bilanciata, determina quindi più di un vantaggio per la salute: esalta il gusto dei piatti che cuciniamo senza apportare tanto sodio quanto il sale bianco, contribuisce ad alcalinizzare l’organismo e garantisce un buon assorbimento di minerali preziosi, che andranno poi a svolgere tutte le funzioni metaboliche a cui sono deputati. Il manganese aiuta il cuore, il rame e lo iodio per la costituzione degli ormoni tiroidei, lo zinco indispensabile alle cellule nervose e così via.
Tutte queste proprietà positive non autorizzano comunque ad abusare del sale integrale: tutti gli eccessi sono nocivi per la salute, anche quando si tratta di eccessi di alimenti che, nelle giuste quantità, sono sani e salutari.
Un accorgimento da non trascurare: il sale, di qualsiasi tipo sia, ha la caratteristica di favorire l’eliminazione dell’acqua e di trattenere il calore. Pensiamo ad esempio alla pratica di salare i pomodori per farli spurgare del liquido, o alla cottura del branzino in crosta di sale per agevolare la diffusione del calore. Queste proprietà del sale non si esplicano solo sugli alimenti, ma anche su di noi: ad esempio è per questo che favorisce la ritenzione idrica (trattenendo l’acqua che invece dovrebbe fluire nel corpo per poi essere drenata dal sistema linfatico). Nella stagione calda questo è controproducente: ci fa perdere molta acqua con il sudore, quando invece ne avremmo bisogno per evitare squilibri pressori e disidratazione. Cerchiamo quindi di usare meno sale da maggio a settembre, anche facendo attenzione al consumo di prodotti particolarmente salati (formaggi stagionati, affettati, alimenti conservati in salamoia).
Dove si compra?
Sicuramente nei negozi di alimenti naturali e/o biologici, ma ormai si può trovare anche in certe catene di supermercati (magari non a fianco del sale bianco, ma nel classico reparto salutistico, dove purtroppo si confondono cibi sani con integratori di dubbio vantaggio). Attenzione all’etichettatura: deve esserci scritto “sale marino integrale”, mentre se è riportato solo “sale marino” o “sale marino iodato” non si tratta del prodotto che state cercando.
29 Comments
Ma-che-MERAVIGLIA!
Fantastico sito, utilissimo ma anche estremamente “invitante” dal pdv grafico.
Ti seguirò assiduamente, mia adorata guru della sana alimentazione ♥
Ma non sapevo mi leggessi ancora! 🙂 Sono contenta se tornerai qui, ti aspetto e spero di stimolarti con pillole positive 🙂
Grazie per il prezioso consiglio, io che soffro di ritenzione idrica a causa della pillola però come mi regolo? Limitandolo non solo da maggio a settembre, ma tutto l’anno (come sto provando a fare, anche se mentre per lo zucchero mi è risultato più “facile”, per il sale faccio molta più fatica).
Dopo qualche mese qualche piccolo miglioramento l’ho notato, soprattutto a livello tattile, un po’ meno a livello estetico, ma ad occhio mi sembra stia migliorando, anche se per ora solo sulle cosce. Ma c’è ancora molto da fare. Moltissimo. Io adoro il sale, da piccola ricordo che lo mangiavo (quello grosso) a secco. E’ dura, ma fattibile.
Credo che il tuo sia un problema che non si risolve con la semplice alimentazione, perché c’è dietro uno squilibrio anche ormonale che si ripercuote sul drenaggio linfatico: se vuoi rimanere sul naturale potrebbero esistere rimedi omeopatici (mentre i semplici drenanti erboristici fanno poco), oppure esistono soluzioni più mediche. Eviterei creme e rassodanti da profumeria: sono solo uno spreco di soldi. Per migliorare la circolazione, nel frattempo (e vista la stagione), puoi abbondare di mirtilli: sono tra gli alimenti che più aiutano, se non il numero uno in assoluto!
Guarda, se hai da consigliarmi un medicinale adatto, io poi obbligo il mio medico a farmi la ricetta, non è un problema 😀
Ahah! Non conosco alcun medicinale, e non potrei nemmeno consigliarne perché è necessario il consulto medico (senza contare che vanno contro le mie idee :P). Si tratterebbe proprio di sentire qualcuno con specializzazione in Medicina estetica, se vuoi qualcosa di drastico 😉
Ecco dove sta l’inghippo 🙁
A me l’unico consiglio che hanno dato è stata l’ozono terapia. Costa un sacco di soldi, ma pare sia l’unica (tolta la lipo) a massacrare i cuscinetti di ritenzione (o cellulite che sia) dati dai casini ormonali, e reduci di una passata obesità.
Solo che appunto, i costi sono molto elevati.
Ma che bel consiglio (e anche il blog mi interessa moltissimo, tornerò sicuramente a leggerti) : io salo pochissimo, salvo alcuni casi, ma la mia dolce metà fa molta fatica a regolarsi col sale e cercava un prodotto più sano di quello raffinato.
Grazie della dritta!
Fammi sapere come ti trovi! Io ho trovato sia il sale grosso per le cotture, che il sale fino per i condimenti: quest’ultimo è arricchito da un mix di erbe aromatiche essiccate e tritate che lo rendono ancora più saporito!
Io ho avuto la fortuna di scoprire il Sale Grigio dell’Atlantico. Un sale grezzo, un po’ umidiccio ma FANTASTICO. Il sapore a primo acchito lascia straniti proprio perché non essendo trattato è diverso dal classico sale del supermercato ma rende ogni pietanza unica e – soprattutto – permette di essere centellinato. Ce ne va davvero pochissimo!!!
Vero: se ne usa di meno e arricchisce di più in gusto, quindi ottima scelta!
E come ti poni nei confronti dei sali costituiti da cloruro di potassio (sopra 50%) mischiato al cloruro di sodio?
Contro. Un eccesso di potassio può essere dannoso quanto un eccesso di sodio, se non di più. Infatti si ripercuote direttamente sul cuore: le iniezioni di potassio vengono usate come eutanasia. Vero che il potassio per bocca ha un assorbimento ben diverso da quello in vena, ma a essere importante è l’equilibrio sodio-potassio, non il valore assoluto di sodio. Lo eviterei del tutto.
Ciao! Bell’articolo sul sale! Come avevo accennato, anche io sto preparando un post sul sale integrale. L’anno scorso ho letto il libro di Sabine Eck…e mi sono (re)interessato al sale integrale che già usavo e conoscevo! Tu lo conosci quel libro? Ciao un saluto!
Non lo conoscevo, sono andata a cercarlo su Google e me lo sono subito segnata tra i prossimi acquisti! Oddio, tra i romanzi e i libri di alimentazione che voglio leggere ho i prossimi 10 anni impegnati 🙂
Aspetto di veder pubblicato il tuo articolo: è bello impegnarsi non a ‘vietare’ ma a insegnare la buona salute in cucina…
[…] ben spiegato qui, tutto ciò che mangiamo è in grado di acificare o alcalinizzare il nostro sangue; è […]
Forse rispondo con un po’ di ritardo, ho scoperto solo ora questo fantastico sito! Meglio tardi che mai! Sei entrata nella lista dei miei preferiti e ora nn mi scappi ti seguirò settimanalmente !
Un domanda : ultimamente spopolano tanti tipi di sali strani che ne pensi del sale rosa dell’Himalaya ?!? Naturale e ok o raffinato pure quello quindi è da bandire ? Noi lo abbiamo sostituito al classico sale iodato
Piacere di averti tra i miei lettori Chiara! 🙂
Sale dell’Himalaya: a differenza del sale che usiamo normalmente, questo non è ricavato dal sale marino ma dal sale di roccia (salgemma). Contiene moltissimi microelementi, di cui quello presente in maggiore quantità è il ferro (che dà la colorazione rosa a questo sale). Dicono sia estremamente curativo, ma bisogna applicarlo a ricette e preparazioni particolari; per altro esistono anche le famose ‘lampade di sale’. Io lo consiglio in caso di carenza di ferro, e lo ritengo comunque migliore del classico “sale bianchissimo”.
Arianna ciao,
che ne pensi del gomasio?
Io me lo faccio da me con alga nori o wakame, ovviamente sesamo, semi di lino e una piccolissima parte di sale fino.
Lo sostituisco al sale, secondo me è ottimo e puó essere un buon punto di partenza per iniziare a ridurne il consumo.
Ottimo il gomasio! Purtroppo in commercio ne ho trovati di pessima qualità, se si ha l’apposito attrezzo meglio farselo in casa. Alcuni lo fanno tritando i semini: è sbagliato, perché facilità l’irrancidimento dei loro acidi grassi.
Farei un filo di attenzione in più sulle alghe in caso di problematiche tiroidee, o se la provenienza delle alghe è il Giappone: visto quello che è successo con Fukushima, non mi fiderei a prendere materie prime che provengano da lì…
Le alghe che uso dovrebbero essere francesi e quando posso uso il suribaki.
Sto facendo un elenco sui miei dubbi a 360 gradi per la visita di gennaio 🙂
Fai una lista: quelle che puoi me le fai qui o per mail, del resto parliamo quando ci vediamo! 😉
Mi ricollego a questo interessantissimo posto per parlare ancora di gomasio.
Io lo faccio in casa (semi si sesamo tostati, sale marino integrale tostato e semi di canapa). Purtroppo possiedo solo un banale mortaio di legno, niente diavolerie giapponesi per triturare bene il tutto!
Il pizzico di sale che una volta mettevo sull’insalata è diventato due o tre pizzichi di gomasio.
Ma…. l’apporto calorico del sesamo e della canapa… farà danni alla lunga?
Ahah! Non voglio nemmeno rispondere a questa domanda, ti prego 🙂
Attenzione a fare bene il gomasio, tostando senza bruciare, e se puoi procurati l’attrezzo specifico per farlo è meglio… Avevo seguito un corso di cucina naturale macrobiotica quest’estate, ed è davvero importante usare sempre gli attrezzi giusti.
Ciao Arianna!
A mia madre per problemi alla tiroide il medico che annualmente la controlla si è straraccomandato di comprare sale iodato e di tenerlo ben chiuso…cosa che viene rispettata religiosamente! Era da tempo che volevo capirci qualcosa in quanto ho letto appunto che questa aggiunta di iodio non sia proprio ad hoc …credo di aver trovato risposta qui, ma gentilmente ne vorrei conferma…il sale marino integrale contiene quindi anche iodio..anch’esso “evapora” e c’è n’è di meno o di più che nel comune sale iodato?!
Comunque non ci vedrei niente di strano a mettere delle erbe aromatiche nell’acqua della pasta…me ne potresti consigliare qualcuna?! 🙂
Grazie!
Il sale marino integrale contiene tutti i micronutrienti, compreso lo iodio. La misura è minore rispetto allo iodio aggiunto al sale iodato.
Come erbe aromatiche puoi usare quelle che preferisci, meno il basilico che non andrebbe cotto.
Gentilissima, grazie!
ciao arianna per quanto riguarda il sale integrale ho letto diversi articoli di dario bressanini che conoscerai sicuramente, in cui dice che nel sale integrale in realta la quantita di iodio e scarsissima, e che proprio per tale motivo viene poi riaggiunto. e si vero che il sale integrale contiene sali minerali, ma ne contiene in percentuali talmente basse, che non sono sufficienti a soddisfare il nostro fabbisogno quotidiano. in parole semplici si evince che il vantaggio del sale integrale è quello di non essere sbiancato, e trattato con additivi, antiagglomeranti e altro, ma dal punto di vista salutistico mi è sembrato di capire che non apporta nessun tipo di benefici perche i sali minerali son presenti in concentrazioni troppo basse. il punto non è verificare se un prodotto contiene, o non contiene sali minerali, ma piuttosto verificare QUANTO ne contiene. io consumo i sali da te citati, quindi quelli integrali solo perche non trattati con additivi, antiagglomeranti e altro, ma non perche penso che il sale integrale mi apporta dei benefici, questo è quello che si evince leggendo gli articoli di dario bressanini che per molti aspetti non mi trova in accordo con lui, pero per altri si.
Il fabbisogno quotidiano di iodio non è elevato, e la natura ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno: se la dieta è varia ed equilibrata, la quantità di iodio del sale marino integrale è sufficiente.
Se la dieta è sbilanciata verso gli zuccheri o è iperproteica, il fabbisogno di iodio aumenta, e quello del sale naturale non è sufficiente.