L’alimentazione è un campo complesso, e per molti aspetti inesplorato. Le conseguenze positive o negative degli alimenti possono essere evidenti solo sul lungo termine: per questo motivo i consigli alimentari di oggi non sono uguali a quelli di trent’anni fa, e saranno ancora diversi tra altri trenta.
L’alto grado di incertezza che regna nella scienza alimentare non è dovuto esclusivamente alla mancanza di strumenti e conoscenze che sottolineino la correlazione tra determinati nutrienti e lo stato di salute della persona, ma anche ai finanziamenti di tali studi. Purtroppo, dietro la dietetica c’è un grosso business: moltissimi lavori scientifici sono finanziati da multinazionali del settore; per quanto possano essere rigorosi nello svolgimento, tendono comunque a indirizzare i risultati degli studi al profitto dell’azienda: non si dicono falsità, ma nemmeno un’incontrovertibile verità. Ancora troppo spesso si tratta di punti di vista: uno studio può portare a conclusioni diametralmente opposte a seconda della numerosità del campione, degli strumenti usati, dei limiti di accettabilità ritenuti idonei, del periodo di osservazione.
Prendiamo in considerazione il latte e i latticini. Se da una parte vi è una ricca letteratura scientifica che esalta le proprietà nutrizionali e salutistiche di questi prodotti, è sempre più consistente anche quella che ne mette in risalto tutta una serie di controindicazioni.
Per scrivere quest’articolo ho preso spunto da un libro letto settimana scorsa, e che consiglio a chi volesse approfondire l’argomento: Il male di latte, di Lorenzo Acerra. Sottolineo che è un libro divulgativo: ulteriore materiale scientifico e molto più tecnico può essere reperito in internet su portali specifici: per scrivere quest’articolo ho consultato anche lavori scientifici raccolti su PubMed.
Zuccheri e latte: il lattosio e le difficoltà digestive
Uno dei punti di forza di chi ritiene che il latte non debba essere bevuto dopo l’infanzia è il fatto che il latte sia un prodotto specifico per la prima nutrizione, e che la composizione nutrizionale di ciascun latte è propria della specie animale: quello della donna per il bimbo, quello della mucca per il vitello, quello della pecora per l’agnello. Già dopo i 2 anni la lattasi, ossia l’enzima che scinde lo zucchero presente nel latte (il lattosio), progressivamente perde la sua funzionalità. Se continuiamo a essere in grado di digerire il latte è solo perché non smettiamo di berlo, o ne consumiamo in modeste quantità: una funzionalità residua della lattasi rimane. Popolazioni come quelle asiatiche, che non bevono latte di mucca, sono completamente incapaci di digerire il latte, tuttavia sempre di più anche nel mondo occidentale si evidenziano intolleranze al latte in età adulta.
I problemi causati dalla carenza della lattasi sono di natura gastrointestinale (dissenteria, vomito, gonfiore), e non si riscontrano a seguito del consumo di tutti i derivati del latte: ad esempio nello yogurt il lattosio viene parzialmente scisso dai batteri, quindi risulta più digeribile del latte; nei formaggi stagionati il processo di scissione è completo: non contengono più lattosio, e sono perfettamente tollerati anche da chi è carente di lattasi. Ecco perché gli intolleranti possono mangiare senza problemi formaggi come il Parmigiano-Reggiano.
Proteine e latte: la caseina
Il lattosio e la lattasi non sono però gli unici due imputati per quanto riguarda l’insalubrità dei latticini; i problemi maggiori e le conseguenze più negative per la salute sono legati ad una proteina, la caseina, che si può presentare in due forme chimiche differenti. Avremo quindi due forme diverse di latte: il latte A1 e il latte A2. Le razze più antiche di mucca (così come bufalo, yak, capra e pecora) secernono latte A2, mentre quelle più moderne e largamente diffuse in Europa producono latte A1.
Le proteine del latte vaccino sono costituite da caseina per l’80%, mentre nel latte materno la percentuale cala al 35%: una bella differenza, che non dovrebbe essere sottovalutata dal momento che nei preparati di latte in polvere sostitutivi di quello materno si usano miscele di latte di mucca.
La caseina degradata
Se gli studi sui due diversi tipi di latte sono ancora agli albori, qualcosa di più si sa sugli effetti della caseina degradata da processi industriali, primo tra tutti la pastorizzazione, a cui tutto il latte viene sottoposto per abbatterne la carica batterica e aumentarne la conservabilità. Quando si sottopone la caseina (sia A1 che A2) alla temperatura di pastorizzazione (circa 70°C), questa proteina coagula e decade, diventando una sostanza colloidale insolubile. In questa forma la caseina è utilizzata come collante a livello industriale: è quella sostanza che permette alle etichette di rimanere incollate alle bottiglie di vetro, ad esempio.
E nel nostro organismo, cosa causa la caseina degradata? A seconda del grado di denaturazione subito si ha una più o meno marcata alterazione della permeabilità intestinale: più il processo termico del latte è spinto, più la caseina sarà compromessa.
Per questo motivo è categorico evitare il latte a lunga conservazione: le condizioni termiche a cui è stato sottoposto sono davvero molto più violente rispetto al latte fresco da banco frigo (che comunque è pastorizzato).
L’alterata permeabilità intestinale predispone a molte patologie atopiche, infiammatorie e autoimmuni; l’elenco di malattie di cui la caseina degradata aumenterebbe il rischio è lungo, soprattutto per quelle pediatriche: dermatite, eczema, raffreddore da fieno, asma, otite, tonsillite, orticaria. Ovviamente esistono persone molto sensibili alla caseina e persone poco sensibili, quindi i sintomi a medio-lungo termine derivanti dal consumo di latte e latticini non sono uguali per tutti; quello che è curioso notare è che molto raramente si riesce a ricondurre con test medici affidabili malattie oro-laringo-faringee o dermiche all’intollerenza al latte. Per vedere se effettivamente si soffra di una forma di intolleranza si può ricorrere alla dieta da eliminazione: per un periodo di 3 settimane si sospende il consumo di qualsiasi tipo di derivato del latte (compreso caffè macchiato, cioccolato al latte, Parmigiano-Reggiano sulla pasta…) e si monitorano i sintomi; successivamente si reintroducono a piccole dosi i prodotti caseari: se i sintomi ricompaiono, è il vostro corpo che vi segnala la sua intolleranza.
Ma allora il latte fa male?
Come ho scritto all’inizio di quest’articolo, dipende dai punti di vista: tanti sono gli studi pro-latte quanti quelli contro-latte. Il messaggio che voglio far passare con quest’articolo e con gli altri che scriverò sull’argomento non è né quello di demonizzare né quello di esaltare il latte e i latticini: voglio offrire un punto di vista che si discosta dalle comuni conoscenze alimentari, poi la scelta del consumo (o del non consumo) rimane comunque personale.
Il consiglio che posso darvi vale per il latte come per ogni altro prodotto alimentare: ascoltate il vostro corpo. Nessuno meglio del nostro stesso organismo sa cosa gli può far bene e cosa no. Se dopo aver fatto colazione con una tazza di caffelatte o dopo un assaggio di formaggi a pranzo vi viene mal di testa, o prurito, o continui starnuti, forse vi è una qualche forma di intolleranza, seppur labile.
In quest’articolo ho trattato essenzialmente dei problemi legati alle proteine del latte: ne pubblicherò almeno un altro paio, uno volto a valutare le conseguenze dagli ormoni contenuti del latte, un altro tratterà dell’aumentato rischio di osteoporosi legato al consumo di latticini. Parrebbe paradossale, ma i Paesi che sono i maggiori consumatori di latte e latticini -così vastamente pubblicizzati e consigliati per essere “fonti di calcio utile alle ossa”- hanno anche la più alta prevalenza di osteoporosi e fratture ossee.
Lo sapevi che…
La pellicina che si forma sulla superficie del latte quando lo si fa sobbollire è formata da caseina denaturata: eliminando questa sottile pellicola si elimina buona parte delle caseine; allo stesso modo la schiuma del cappuccino è costituita da caseine degradate: sarebbe meglio evitarlo.
151 Comments
premesso che dal 2000 non bevo latte, ma il kefir, che sono fermeti lattici vivi che vanno mescolati con il latte parzialmente scremato e fatto inacidire in contenitore ermetico per 24/48 ore? Non è pur sempre latte? Eppure ha dei benefici ottimali per tutto l’organismo. Potrei avere delle delucidazioni sulle reazioni chimiche che avvengono nel processo?
Ciao
Diego
Ciao Diego e benvenuto.
Riguardo le reazioni chimiche che interessano la produzione di kefir non posso aiutarti: sono una dietista e non una chimica, ma ti lascio questo link se volessi approfondire l’argomento.
Credo che i latti fermentati, come il kefir e lo yogurt, abbiano proprietà nutrizionali ben diverse dal latte e dai formaggi: li ritengo più benefici per la salute. Però, per ora, non mi sbilancio a dare giudizi eccessivamente categorici: dopo essermi informata scriverò anche di questa categoria di prodotti.
In ogni caso sottolineo che ci sono due motivazioni che possono far del latte (o di qualsiasi altro alimento) qualcosa di negativo per la salute: 1) Motivazioni qualitative (es. latte prodotto da mucche malate o vecchie o alimentate in modo scorretto, o i processi termici a cui viene sottoposto) 2) Motivazioni intrinseche del prodotto (es. la caseina del latte A1, i cui effetti sono comunque ancora poco chiari). Esistono compromessi? Forse sì: ad esempio il latte crudo, o il latte biologico, oppure di nuovo il latte fermentato. Non mi dilungo ora, scriverò un articolo specifico in proposito perché merita una trattazione più approfondita.
Grazie Arianna! articolo interessantissimo. quella tra chi è a favore del latte e chi è contro è una lunga diatriba e sono anni che spero che aumentino gli studi per vederci un pò chiaro. Io non bevo latte, ho smesso da piccola, prima per problemi di gusto, poi non sono più riuscita a digerirlo, ne intendo “riallenare” i miei enzimi! in macrobiotica, che ho seguito per diverso tempo, i latticini, soprattutto vaccini, sono evitati e io ne ricordo solo benefici. Ma in famiglia si continua ad assumere sia latte che altri prodotti caseari, avendo un bimbo piccolo trovo di non poco conto le patologie di cui scrivi, cui la caseina degradata predisporrebbe in età pediatrica. pur usando prodotti bio da frigo la data di scadenza sui prodotti in commercio non è esattamente breve, sono sottoposti anch’essi a una pastorizzazione spinta?
Se la caseina presente nel latte di tipo A2, tipo pecora e capra, coagula anch’essa, allora i benefici di questi tipi di latte sarebbero solo per la presenza in quantità inferiore della caseina stessa o chimicamente presentano qualche differenza rilevante?
avevo già letto di un effetto pro-osteoporosi in quanto il latte sottrarebbe più calcio alle ossa rispetto a quello fornito, quindi aspetto con ansia il seguito, apprezzo molto il tuo lavoro e l’informazione imparziale che ci fornisci!
Ciao Marianna! Cercherò di rispondere alle tue domande andando per punti.
1. Il latte di capra contiene leggermente meno caseine del latte di mucca, e la frazione di caseine che possono scatenare allergia (le alfa) sono pressoché assenti. Diverso è invece il discorso per il latte di pecora, che ha caseina anche superiore rispetto al latte vaccino.
2. Il latte di capra è un sostituto del latte materno molto migliore rispetto al latte di mucca, quindi adatto ai bambini per la migliore digeribilità e tolleranza.
3. Anche il latte ovino e caprino è, per legge, sottoposto a pastorizzazione, quindi a rigor di logica anche la loro caseina può essere degradata. Ha le stesse “controindicazioni”? Sinceramente, non saprei: se pochi sono gli studi sul latte vaccino e caseina degradata, penso siano inesistenti quelli su altro tipo di latte…
4. Sì, anche il latte biologico è pastorizzato: solo quello crudo non lo è. Ad ogni modo il latte bio ha qualche vantaggio rispetto a quello normale: ad esempio l’assenza di ormoni e antibiotici nell’alimentazione degli animali, che quindi non passano nel latte. Comunque, dire “biologico” non significa dire “sano”, anzi… Spesso le certificazioni sono meno serie di quanto dovrebbero: se puoi cerca prodotti a certificazione “Demeter” (è scritto sulle confezioni), per quanto ne so è una delle più sicure.
Per quanto riguarda l’articolo sull’osteoporosi ci sto lavorando, lo pubblico settimana prossima credo! Ci metto un po’ perché devo scremare le informazioni troppo tecniche… 🙂
Per ora buona serata!
Per evitare completamente i presunti pericoli della pastorizzazione si può consumare latte microfiltrato.
Non capisco se la tua sia una domanda, comunque dal mio punto di vista il latte microfiltrato non ha grossi vantaggi rispetto a quello fresco normale: subisce anch’esso un trattamento termico di pastorizzazione. Il processo è semplice: il latte crudo viene microfiltrato per separare la parte più liquida da quella grassa che contiene batteri. Poi entrambe le parti vengono pastorizzate: quella liquida alla solita temperatura di pastorizzazione, quella più solida ad una temperatura maggiore; in seguito le due parti vengono ri-unite. Questo permette di eliminare una quantità superiore di batteri, ma comunque entrambe le parti vengono pastorizzate, seppur a condizioni diverse l’una dall’altra.
Ciao. Io pensavo che il latte microfiltrato venisse pastorizzato ad una temperatura più bassa…perchè appunto la firltrazione porta ad una maggiore eliminazione di batteri.
ma trovo notizie contrastanti a riguardo.
http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/latte/latte_microfiltrato.htm
http://nutritionvalley.it/nutrizione/alimenti/microfiltrazione-del-latte.html
http://www.parmalat.it/editoriale/benessere/1860_awParmalat.htm
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/29/fresco-anche-il-latte-microfiltrato-la.html
La temperatura minima di pastorizzazione mi pare che sia 72°C: le aziende possono comunque fare diversi abbinamenti temperatura/tempo per ottenere lo stesso risultato finale, ovvero la sanificazione batteriologica del prodotto. E’ per questo che trovi dati che sembrano contrastanti: in realtà è il fine ad interessare, il mezzo può essere variabile.
Bellissimo articolo!!!
Da circa due anni a questa parte sto cercando di limitare il consumo di latte e derivati, anche perché mi era capitato di leggere su un libro che legava alimentazione e prevenzione rispetto alla formazione di cellule tumorali che il calcio presente nel latte non è biodisponibile ed è troppo acido rispetto a quello che già circola nel nostro organismo; quindi quello assorbito con il latte andrebbe ad intaccare quello “buono” annullandone gli effetti. Tu cosa ne pensi?
Io – soffrendo peraltro di osteopatologie a livello ereditario – cerco di integrare con sesamo e germogli. Hai consigli in merito?
Grazie – come sempre!!! – e buona serata =)
Sam
Proprio sulla biodisponibilità del calcio sarà incentrato il prossimo articolo: su quello e sull’osteoporosi! Quindi per rispondere alle tue domande ti chiedo solo di pazientare un po’: se poi avrai ancora dubbi sarò felice di rispondere! 🙂
Buon weekend!
Complimenti per l’articolo. In più il latte vaccino contiene lactenina e acido rumenico, due sostanze antibiotico simili. Chiedo cosa ne pensa di queste due sostanze. Per esempio se finiscono o permangono anche nel kefir. E se si se esse possono far fuori i fermenti del kefir. Grazie
Aggiungo: oltre a lactenina e acido rumenico, che giustamente lei ha citato, non è del tutto escluso che nel latte ci siano poi antibiotici veri e propri derivati dai fitofarmaci che si danno alle mucche…
Tutto quello che è contenuto nel latte si ritrova anche in kefir e yogurt, ma se la fermentazione è ben fatta non vanno ad intaccare la carica di fermenti lattici caratteristica di questi due prodotti.
Dovrei però informarmi maggiormente riguardo alle due sostanze antibiotico simili perché non sono a conoscenza di studi che le correlino a qualche disagio fisico: ci sono notizie che le riconducono ad una non efficiente attività della flora intestinale, ma sinceramente non so se si tratti di qualcosa di scientificamente fondato.
[…] http://www.alimentazioneinequilibrio.com/2012/02/14/punti-di-vista-sul-latte-i-problemi-della-caseina/#mce_temp_url# Veganitalia Palodieta Wikipedia Guida al consumo critico Ed Nuovo Modello di Sviluppo (No Ratings Yet) Loading … […]
Ciao Arianna,
complimenti per il tuo sito e per l’approccio “equilibrato”!
Ho eliminato da circa 6 mesi il latte a colazione e ridotto i latticini, ad eccezione dello yogurt che prendo a colazione alternandolo a quello di soia. Le problematiche legate alla caseina del latte pastorizzato sono presenti anche nello yogurt? Che differenza c’è tra yogurt e latte fermentato? Quello che prendo si chiama bioghurt ed è fermentato con batteri diversi da quelli dello yogurt tradizionale.
Grazie
Michele
Ciao Michele,
grazie mille per i complimenti! 🙂
Allora… Lo yogurt purtroppo mantiene gran parte della caseina del latte, quindi ha gli stessi problemi. Va però detto che i fermenti lattici dello yogurt lo rendono un prodotto migliore per la flora batterica intestinale, in quanto stimola la produzione di parecchie sostanze che rafforzano il sistema immunitario. Ancora meglio dello yogurt è il kefir, un latte fermentato di origine medio-orientale. Qui mi ricollego alla tua seconda domanda: per “latte fermentato” si intende qualsiasi tipo di latte inoculato con batteri che lo fermentano e ne aumentano la conservazione; ovviamente i batteri in questione devono essere benefici per l’uomo! Lo yogurt è un latte fermentato, così come il kefir o altri prodotti che si trovano in commercio; la differenza sta nel tipo di batteri fermentanti: per lo yogurt sono lattobacilli e bifidobatteri, il kefir ha uno spettro fermentativo molto più ampio. Non basta la quantità di batteri a farci dire se un latte fermentato sia miglio di un altro: dipende anche dalla qualità; ad esempio alcuni ceppi, anche se presenti in grande numero, sono distrutti dall’ambiente acido dello stomaco e quindi assolutamente inutili per l’intestino.
Spero di aver risposto alla tua domanda 🙂
ciao mi chiamo simona. Ho un bambino di poco piu’ di tre anni al quale hanno diagnosticato un autismo. Il medico gli ha prescritto una dieta senza glutine e senza caseina. Esite un latte e latticini, in particolari formaggi e parmigiano per la pasta senza caseina? Cosa posso dare a questo bambino?
il latte di riso e di soia non li vuole e comunque non sono dei latte ma bevande.
Vi prego aiutatemi non so cosa fare. grazie Simona
Cara Simona, purtroppo tutti i tipi di latte e i suoi derivati contengono caseina, quindi devi escludere dalla sua alimentazione ogni tipo di formaggio o yogurt. Questo vale per il latte di qualsiasi animale: mucca, capra, pecora.
Se sei preoccupata per quanto riguarda il calcio, stai tranquilla: esistono moltissime fonti vegetali che contengono calcio in forma estremamente biodisponibile, come mandorle, semi di sesamo, semi di lino, rucola, cavoli e cavolfiore, broccoli. C’è molto calcio anche in alcuni tipi di acqua minerale, come Lete e Sangemini. Per sostituire il latte come bevanda al mattino puoi usare spremute d’arancia, latte di mandorla, tisane di frutti di bosco (meglio niente tè a un bimbo così piccolo). I formaggi li devi eliminare del tutto, ma esistono delle buone qualità di tofu da aromatizzare con erbette e olio extravergine per farne delle mousse con cui farcire le verdure, per esempio. Per sostituire il parmigiano cerca in un negozio bio del gomasio (sale integrale misto a sesamo macinato): ne basta una puntina per insaporire moltissimo le pietanze. Al posto del burro (che contiene caseina) puoi usare burro chiarificato: se cerchi in rete è facilissimo da fare a casa partendo da burro normale, altrimenti lo trovi già purificato (perlopiù in negozi bio).
Stai attenta anche alla pasta, che tu hai citato nel tuo commento… Contiene glutine, che il pediatra ha bandito. Puoi usare altri cereali, come riso, avena, quinoa, amaranto, miglio…
Se hai bisogno di qualche altra informazione o consiglio, perché non mi scrivi una mail? Sarò felice di aiutarti!
grazie mille per la tua risposta, mi e’ molto utile. Se avrò bisogno di altri consigli non esiterò a contattarti. Grazie Simona
Buonasera, mi spiace dover attuare una correzione, ma lo trovo doveroso nei confronti della mamma che le scrive e del bambino in questione. L’avena contiene glutine e va eliminata!
I cereali naturalmente senza glutine sono la quinoa, l’amaranto, il miglio, il mais, il grano saraceno, e il riso.
http://csg.freeshell.org/farinegf_nat.htm
Cordialmente
Secondo le linee guida GAPS l’avena può essere usata, non va invece usata dai celiaci perché le minime quantità di glutine contenute sono problematiche in caso di autoimmunità.
Mi scusi Arianna, si e vero che il latte e derivati come il formaggio e lo yogurt contengono la caseina…
ma la ricotta?
Questa e la definizione sul wikipedia…”La ricotta pur essendo un prodotto caseario, non si può definire formaggio ma va classificata semplicemente come latticino: non viene ottenuta infatti attraverso la coagulazione della caseina, ma dalle proteine del siero di latte, cioè della parte liquida che si separa dalla cagliata durante la caseificazione.”
Quindi se la ricotta e fatta con il siero del latte, la parte liquida, non dovrebbe contenere la caseina, giusto?
Vero, la ricotta ha una bassissima percentuale di caseine. Il problema, per quel derivato del latte, è la grande concentrazione di lattosio, che la rende problematica a livello intestinale per molte persone.
Ma se tutto quello che dici fosse vero non pensi che una grande industria farmaceutica mettiamo per esempio la ( Baier) non ne approfitti per lanciare sul mercato la vera alternativa al sistema? Saluti
Ciao Luciano, scusami ma non capisco il tuo commento… dici che una casa farmaceutica sarebbe in grado di creare un farmaco che contrasti gli effetti della caseina? Non penso sia possibile perché si tratterebbe di impedire l’assorbimento selettivo di un amminoacido… e sinceramente troverei assurdo prendere un farmaco che chissà quali effetti collaterali avrebbe anziché, più semplicemente, sospendere/moderare il consumo di latte e derivati.
🙂
La verità su ciò che scrivi non sarebbe linfa x una grande casa farmaceutica ??
Finalmente un po’ di controinformazione.
Ritengo tuttavia eccessiva la prudenza utilizzata. Forse per non spaventare i lettori?
Perché non dire pane al pane e vino al vino’? Perchè non citare il più grande studio scientifico mai realizzato dall’umanità: The China Study?
I dubbi sugli effetti negativi del latte agli umani sono ormai troppi e appurati. Gli studi che contraddicono con la stessa autorevolezza i risultati di The China Study, attualmente, non ne esistono.
Quindi diciamo pure ad alta voce a tutti di allontanare latte e derivati dalla propria alimentazione.
Prudenza eccessiva, hai ragione, ma non voglio scatenare uno di quegli interminabili dibattiti che ho visto su altri siti.
Ho letto The China Study e lo ritengo una raccolta bibliografica fondamentale per qualsiasi professionista dell’alimentazione: se letto da chi non ha basi per interpretarlo rischia però di essere eccessivamente terroristico. Ad esempio c’è chi lo usa per giustificare la dieta vegana sotto tutti i punti di vista, e questo non lo condivido.
Comunque, per rimanere in tema di latte e latticini… Sono contraria al loro uso abituale e quotidiano in quanto fonti di caseina, ma anche per alcuni processi tecnologici cui il latte è sottoposto e per l’alimentazione con cui vengono foraggiate le mucche. Per come la vedo io, è un discorso sia quantitativo che qualitativo: un conto è bere tutte le mattine una tazza di latte da supermercato o -peggio- UHT, un altro è usarlo una tantum in qualche ricetta, quindi come semplice ingrediente. Tanto meglio, poi, se il latte è biologico o crudo proveniente da piccole aziende consapevoli 🙂
Condivido.
esattamente … sll’ IMPORTANTISSIMO STUDIO condotto da Colin Campbell mi rimane un dubbio non so se abbia (forse sì, forse no ???) indagato e approfondito una ” sub-variabile ” generalizzando il suo Sudio alla CASEINA in senso lato.
Vale adire il Latte A2 ( ad es. quello di capra o vacche di razze antiche ) è totalmente equiparabile per effetti negativi a quello di tipo A1 o parzialmente scagionabile ???
Sarei davvero grata a chiunque potesse indirizzarmi/fornirmi dati e studi scientifici a riguardo.
Sto leggendo The Cina Study, e questo blog mi è di grande aiuto.
Ho un bambino di 3 anni, che ho allattato fino ai due. Non ha mai bevuto latte se non del latte di capra per i cereali. Ora vorrei limitare al massimo l’apporto di caseina nella nostra dieta ma ho paura di togliere sostanze indispensabile alla sua crescita. Come devo comportarmi? È davvero sufficiente frutta e verdura?
Molti complimenti per l’articolo, interessantissimo.
Ciao Duda! Ti potrei consigliare fonti vegetali di calcio come brassicacee (broccoli, cavoli, rucola, pianta di senape, crescione…), semi di sesamo (ne sono ricchissimi), mandorle e avena. Il calcio è contenuto anche in alcuni tipi di pesce (come sardine, crostacei, spigola, branzino, salmone) oltre che nell’acqua (di quella in bottiglia ne sono ricchissime e indicate ai bambini la Sangemini e la Lete).
Spero di esserti stata utile! 🙂
Utilissima, grazie!
Quindi a colazione TUTTI i giorni, al posto del latte, ti spari broccoli, mandorla o avena (senza considerare l’apporto calorico, il latte è tra i 40/50 kcal ogni 100ml, la mandorla o l’avena?) ?
Forse sarebbe più saggio smettere di dipingere il latte come la causa di tutti i mali e concentrarsi sulla dieta sana equilibrata e comprensiva di tutti gli alimenti nelle proporzioni/quantità giuste per il fabbisogno di ciascun individuo…
Forse prima di fare certi commenti sarebbe bene leggere anche altri miei articoli e informarsi sui meccanismi di assorbimento del calcio (cercando in letteratura medica e non su siti internet) 🙂
Già fatto grazie. Di articoli ne ho letto a iosa, anche di nutrizionisti, biologi, giornalisti e via discorrendo. La conclusione, dal mio punto di vista, naturalmente, e che la maggior parte di queste affermazioni allarmistiche sono da classificarsi come bufale. E’ la moda del momento: il latte nemico numero uno della salute pubblica! Peccato che poi, quando si vanno a guardare gli studi seri crolla tutto come un castello di sabbia anche perchè bisogna prima avere la capacità di “isolare” il supposto effetto negativo della caseina (cosa mai dimostrata in maniera netta e incontrovertibile) dallo stile di vita che ciascuno di noi conduce. Non siamo macchine, siamo esseri viventi: il numero di parametri e variabili che governano il funzionamento delle macchine biologiche è talmente grande (e non del tutto noto…) che pretendere di individuare in un singolo fattore la causa di tanti “malfunzionamenti” è, come minimo, azzardato.
Appunto, non ho mai messo sul banco degli imputati alcun alimento, men che meno alcun singolo nutriente 🙂
Ci tengo a precisare che quest’articolo è stato pubblicato taaaanto tempo fa: da allora ho avuto modo di crescere come professionista e di informarmi maggiormente. Mea culpa non aver ancora provveduto ad un aggiornamento (…a trovare il tempo!), ma da quando ho scritto queste righe ho rivisto le mie posizioni.
Di certo ora come ora non do alla caseina la rilevanza che potevo dare un tempo.
Riguardo al latte, ne faccio ora una questione *qualitativa* e non *di genere*. Spero di aver modo di approfondire queste mie affermazioni, per il momento ti ringrazio per il tuo commento e non posso che essere d’accordo quando dici che …individuare in un singolo fattore la causa di tanti malfunzionamenti è come minimo azzardato.
Peccato che conosca decine di persone (io incluso) che hanno ricevuto grandi benefici dalla scelta di non assumere più latte. Invito Raffaele a provare, così da accorgersi se si tratti o meno di bufale. L’intolleranza al lattosio è incontrovertibile e riferita a grandi fette di popolazione.
Grazie mille 🙂
Mi è capitato recentemente di vedere una paziente con grossi fastidi gastrointestinali, cutanei e di tosse persistente: le ho consigliato di escludere i latticini e fare il test delle intolleranze. Risultato: test negativo, eppure la sua qualità di vita è nettamente migliorata dall’esclusione di tali alimenti.
Da un lato, non possiamo pretendere che sia vero solo ciò che è scientificamente provato: la scienza ha i suoi limiti.
Dall’altro, in campo alimentare la personalizzazione è d’obbligo: c’è chi tollera benissimo il latte, e chi no.
Articolo molto utile. Sia per chi vittima di tipici bias di conferma riesce a conservare la propria tesi che effettivamente non è detto che il latte faccia male se preso con moderazione, sia per chi all’opposto facilita la propria motivazione nell’aver adottato una dieta sperimentale di tipo vegana, come il sottoscritto. Volevo sapere, se possibile, che tipo di dieta lei ritenga più utile per la sua di salute. Grazie.
Intende dire che tipo di alimentazione ho io? 🙂 Ascolto il mio corpo: ci sono dei periodi in cui non mangio proteine animali, altre volte (specialmente quando incremento lo sport) sento di averne bisogno. In estate il mio corpo chiede più verdura cruda e frutta, in inverno adoro vellutate e piatti con legumi. Mi piace sperimentare ingredienti, sapori, ricette. Quello che per me è un punto fermo è la qualità di quello che mangio: non mangio carne del supermercato, pesce di bassa qualità o di provenienza poco chiara, frutta o verdura che non sanno di nulla o che provengono da agricoltura intensiva.
Non ho uno schema alimentare sempre uguale semplicemente perché armonizzo ciò che mangio a ciò che faccio, al mio stato di salute o anche semplicemente a quanto tempo ho per mangiare 🙂
Quindi relativamente alla sua personale scienza, alle sue conoscenze e al suo campo di ricerca, non ritiene per niente utile applicare una vera e propria forzatura del proprio organismo al fine di abituare il proprio palato e il proprio corpo ad una alimentazione totalmente priva di alimenti animali? Assumendo che il concetto di forzatura potrebbe essere giustificato al fine di un proposito essenziale come quello relativo al buon nutrimento.
Posso ritenere utile l’eliminazione totale di proteine animali in alcuni casi, così come posso comprendere pienamente la scelta vegetariana o vegana quando sostenuta da motivazioni etico-ambientali. Dal punto di vista salutistico, no. Anzi: ritengo la che la moderazione del consumo di prodotti animali sia preferibile alla loro completa soppressione.
L’unica postilla è, ancora una volta, la qualità: se devo scegliere tra animali allevati in condizioni abominevoli e nutriti con mangimi pessimi e l’esclusione della carne dalla dieta, scelgo questa seconda opzione. Eticamente, nutrizionalmente ed ecologicamente.
Se lei avesse un figlio o qualora lo avesse già, quindi, non sceglierebbe per lui una dieta vegana naturale dedotta da ipotesi di illustri colleghi come il dottor Luciano Proietti o Colin Campbell stesso?
Non consiglierei mai una dieta esclusivamente vegana a un bambino, tantomeno a mio figlio: ripeto che posso accettare la scelta vegana per motivi etico-ambientali una volta che si è adulti e consapevoli. Ritengo che non vada imposta ai bambini, anche tenendo conto che il loro fabbisogno proteico è talmente ridotto in quanto a grammi che basta veramente una porzione minima di carne o pesce (o altra fonte di proteine animali) per coprire il fabbisogno. Per illustri scienziati sostenitori della scelta vegana ce ne sono di altrettanto illustri per la scelta onnivora: come da titolo del sito, io scelgo l’equilibrio. E la qualità. E l’adattamento delle scelte alimentari a seconda delle innumerevoli variabili che influenzano il modo in cui ci nutriamo.
Quello che mi fa paura è che si vuole pensare di poter decidere delle correnti di pensiero scientifiche quale sia preferibile non facendo però riferimento ai fondamentali metodi scientifici relativi al conseguimento della ricerca. Il problema è che poiché bisogna affidarsi ad una spiegazione caratterizzata dall’inferenza verso la spiegazione migliore, allora, si dovrà dire che qualsiasi (e sottolineo qualsiasi) studio atto a confutare le tesi, ad esempio della ricerca China Project di Campbell, dovrà vedersela con una ricerca altrettanto valida. Quando una ricerca i cui campioni sfiorano i milioni e milioni di soggetti espleta un certo risultato, è difficile confutarlo se non si effettua una ricerca che contenga altrettanti campioni. E’ facile che uno “scienziato” come Ghiselli sostenga che effettivamente il latte vaccino non sia dannoso quando magari il suo studio si basa su un povero campionamento o su esperimenti chimici da laboratorio. Il problema qui è capire quale studio scientifico sia più probabilmente veritiero. E se nutre ancora dubbi sulla insalubrità delle proteine animali vuol dire che non crede nella ricerca scientifica. Saluti.
Provi a leggere qui. Anche il tanto osannato The China Study è stato accusato di voler tirare acqua al suo mulino. Altro esempio: questo è solo uno degli ultimi casi di morte di neonati per aver seguito nei primi mesi di vita una dieta vegana. Altro esempio: se davvero le proteine animali fossero così insalubri, perché gli Eschimesi (che si nutrono all’80% di proteine di animali marini) non sono flagellati da tumori e altre patologie?
Io sono d’accordo sugli studi riguardo la caseina, che è *una* proteina animale contenuta prevalentemente il latte e latticini. Non sono affatto d’accordo nel dire che il consumo di carne e pesce sia dannoso per l’organismo, quando assunto in corrette quantità.
Questo sito, comunque, non è e non vuole essere un terreno di scontro tra scelta vegan e non-vegan.
Qualsiasi regime alimentare se errato porta a conseguenze drastiche. La dieta vegana non è facile. Ma certamente più variegata della dieta onnivora, dacché chi è fiero della propria vivacità culinaria ed è convinto di mangiare molte varietà di cibi poi si ritrova a mangiare pollo e manzo da mattina a sera e uova e latte contenuti in praticamente tutti i prodotti in busta da biscotti a cornetti a dolci vari a bevande. Non sto dicendo che The China Study è la bibbia, sto dicendo che forze voi scienziati dovreste smetterla di essere così acritici e privi di idee e tentare di porvi in maniera costruttiva nei confronti di un potenziale cambio di paradigma scientifico.
Io non sono una scienziata, sono una dietista.
Onestamente, la varietà culinaria, la fantasia creativa ed una vasta gamma di sapori si ritrova tanto nell’onnivoro quanto nel vegano. Lei ha ragione a citare esempi di monotonia carnivora, ma le assicuro che ho conosciuto persone vegane che campavano a farinacei, patate, verdure e soia.
Mi accusa di acricismo, ma lei non è forse acritico a supporre che qualsiasi proteina animale, in qualsiasi modalità venga assunta e in qualsiasi contesto dietetico, sia insana?
Se lei è venuto su questo sito pensando che io consigli cibo industrializzato, carne tutti i giorni, pesce in scatola e frittate, le consiglio di dare un’occhiata a tutti i miei articoli per farsi un’opinione più precisa di me e del modo con cui conduco la mia professione.
Punto primo: Il fatto che le proteine animali contengano nutrienti non conclude che possa esistere una tesi secondo cui l’uomo è carnivoro partendo da quella premessa.
Punto secondo: Non dovrebbe sentirsi attaccata e dovrebbe essere gioiosa di qualsiasi scambio di opinione che sia educato. Apprezzo il modo in cui presenta gli articoli, altrimenti non starei qui a discutere con lei.
Tornando per cui alla sanità mentale, mi sento di dirle che i neonati muoiono spesso per malnutrizione, ma appena l’accento si sposta sul “veganismo” allora la colpa è della dieta vegana. Inoltre, mi sembra che lei voglia far passare come atteggiamento pericoloso quello di non somministrare carne al bambino. Sostanzialmente sta dicendo che è innaturale abusare dell’organismo di un neonato nutrendolo con vegetali ma è invece plausibile nutrirlo con carcasse morte e cancerogene. Questo lo si può anche accettare, purché si sia consapevoli. L’ho tacciata di essere acritica in quanto dogmatica nel sostenere che non è possibile che esista una probabilità che la carne sia insalubre. Perché comunque, nel dubbio, la si evita. Se non la si evita è perché non si crede possa essere dannosa. E inoltre non può usare l’argomento della “dieta variegata” con semplicità, dacché ciò ammetterebbe anche la nutrizione a base di terra e sassi dato il contenuto di sali minerali. Con simpatia.
Glisserò su quanto ha detto di terra e sassi sperando che sia solo un riferimento sarcastico, e che lei non pensi veramente che possa essere in un qualsivoglia modo associato alla dieta variegata 🙂
Glisserò anche sul suo incipit, a meno che lei non mi specifichi dove io abbia detto che “la carne contiene nutrienti QUINDI l’uomo è carnivoro”. E per carità, stiamo parlando di ONNIVORI, non di CARNIVORI.
Detto questo. Per consapevolezza io intendo salubrità delle materie prime: un vegano che si ciba di frutta e verdura irradiata o trattata con pesticidi è sano? No. Un onnivoro che si ciba di carne allevata nelle condizioni più improbabili è sano? No. Un onnivoro che, di tanto in tanto, introduce carne o pesce nella sua alimentazione proveniente da allevamenti all’aperto è sano? Sì.
La sua filosofia “nel dubbio la si evita” attecchisce poco: allora perché non evitiamo anche frutta e verdura, nel dubbio che sia contaminata? Perché non evitamo farine e cereali, nel dubbio che siano state stoccate in mulini con aflatossine? Siamo seri, suvvia 🙂
Io non credo che carne, pesce e uova possano essere dannosi, se consumati nelle corrette quantità in base al proprio fabbisogno e se si tratta di materie prime ottime (ripeto: non industriali).
Detto questo, se vuole continuare il confronto la invito a contattarmi via mail: anche solo per una questione di grafica (la tabulazione di questi commenti è pessima), sul sito è poco pratico. In questo modo le potrò anche dare le mie fonti di riferimento, che assicuro non trattarsi di studi di laboratorio come da lei accennato qualche commento fa. Ripeto anche un’altra cosa importante: a mio parare, latte e latticini non sono salubri, e su questo penso che la pensiamo allo stesso modo.
Saluti a lei 🙂
se le è una dietista con tutto il rispetto, studi i cibi alcalini , le teorie del premio nobel Dott. Max Gerson poi ne parliamo. Le ricordo cara dietista che 4-6 noci al giorno sostituiscono le proteine di una fetta di carne…ma sono sicuro che questo lo saprà già e che senza mangiare carne che contiene cadaverina e putrescina prendo la vitamina b12 dall’albume e dalle alghe marine. Lei sapeva che il Dott. Veronesi dopo il tumore …è diventato e lo è a tutt oggi VEGETARIANO ? Buona salute
Mi perdoni, questo cosa c’entra con l’articolo?
Prendere esempio dalla dieta degli eschimesi ,il popolo meno longevo al mondo, non mi sembra il caso.
Non mi pare di aver mai consigliato la loro dieta 🙂 Ho preso uno spunto per approfondire un argomento.
Tipico errore. Comparare la verdura contaminata con la innaturalezza del mangiare carcasse. Siamo seri, suvvia. Il problema è che non possiamo prenderci il lusso di andare a prelevare proteine “nobili” là dove le troviamo e solo perché siamo convinti che ci servano. A questo punto la mia teoria dei sassi non diviene poi molto surreale. Ritengo solo che i cosiddetti nutrizionisti debbano muoversi per risolvere il problema ecologico adattando la dieta vegana alla salute umana che siamo soliti conoscere anziché limitarsi a dire “un po’ di pesce e un po’ di carne maciullata fanno bene perché contengono proteine”.
D’accordo, evidentemente questa conversazione è sterile. A presto!
Ciao Arianna,
torno col dirti che ho letto attentamente i tuoi post sul latte, sia questo che quello dell’acne e sono qui solo per dirti che mi hai ancora più convinta a non consumarne più. Io avevo già notato un netto miglioramento dell’acne da quando l’ho eliminato, ma tu mi hai dato la conferma e ti ringrazio degli spunti che mi dai!
Alice
Figurati, è un piacere poter essere utile! 🙂 Tienimi aggiornata sulla situazione della tua acne: sono certa che continuerà a migliorare!
Salve, come latte, ho pensato di creare una bevanda con acqua, 125 grammi di ricotta dal siero di latte e 40 grammi di proteine in polvere dal siero di latte. Vi aggiungo 2 cucchiaini di zucchero. Non sarà latte vero. Ma vi assomiglia tanto. Questo per evitare Caseine. Che ne dite? Grazie
Buongiorno,argomento latticini: li ho eliminati completamente da 1 anno,perché ne sento parlare male tra cui ho letto: sono fattore di crescita dell’epidermide e ispessiscono la pelle: lei cosa mi può dire di questo? in che senso ispessiscono la pelle? vuol dire che se si mangiano la pelle diventa più spessa,ma in che senso. Anche se mangiassi solo quelli magri: yogurt magri,mozzarelle light?
Da cosa è dovuto lo ispessimento della pelle dai latticini: dai grassi,dal lattosio,dalla caseina, ? quale di questi?
Non li mangio anche perchè dicono aumenta il muco, ritenzione idrica, caglio sui denti, e tantissime altre cose (…). Però ultimamente sento un po’ la mancanza dei latticini, perche faccio la dieta zona e senza latticini è più difficile fare pasti in zona, e variare nello stesso tempo. Però sono comunque bloccata nel ricominciare a mangiarne un po’ come prima anche solo mozzarella light e yogurt magri, per il discorso della pelle spessa,ecc. Lei cosa mi sa dire su questo? Grazie mille
Buongiorno Rachele, non ho mai sentito parlare di questo “fattore di crescita epidermico”: mi sembra poco credibile, e per valutare mi servirebbe quantomeno conoscere la fonte… Quanto al resto, gli effetti che mi ha citato sono tutti veri ma i sintomi variano da soggetto a soggetto (ad alcuni non fa assolutamente niente per esempio).
Di mio sconsiglio completamente latticini light in quanto hanno subito processi industriali che ne diminuiscono la qualità nutrizionale e gustativa… 🙂
Grazie, dove ho letto dei latticini e fattore di crescita epidermide,in alcuni testi e in forum. Forum bodybuilding e usano appunto questi termini “ispessimento pelle” oppure “appannamento” “ritenzione idrica” . Ma perché in Asia non consumano affatto latticini? per scelta o solo perché sono intolleranti? I latticini fanno male anche per il ciclo e sindrome premestruale?
Se non troverò risposte da nessuna parte 🙂 fa niente lascio perdere e forse riprenderò a consumare qualche latticino per variare la dieta. C.saluti. Rachele
una domanda, che differenza c’è tra la caseina e le proteine della carne? quindi la differenza tra le proteine dei latticini e della carne. Sono più sane le proteine della carne o quelle dei latticini, la carne è carne e il latticini sono un derivato della carne, su questo ci sono.
In Asia consumano poco i latticini perché non sono geneticamente predisposti a digerirlo: hanno infatti meno enzima lattasi (preposto alla digestione del lattosio), quindi dopo aver mangiato latte e latticini hanno mooolto più mal di pancia di noi? 🙂
Qualcosa su alimentazione e ciclo puoi leggere qui e qui 😉
Per quanto riguarda la differenza latte/carne: il primo è estremamente ricco di caseina, una proteina che è stata collegata a molti problemi per l’uomo (con diversa suscettibilità da persona a persona); in sostanza è uno stimolo molto potente alla crescita (infatti i vitelli allattati crescono molto velocemente in pochissimo tempo), e dunque sembra essere correlata anche a fattori di crescita tumorale.
grazie,quindi in definitiva è meglio mangiare la carne che latticini? la carne non contiene caseina?. Ma una alimentazione senza latticini va bene? Secondo me va bene ma è solo più difficile seguire la dieta zona e variare. io faccio la dieta zona e ho notato che senza latticini è più difficile creare pasti e spuntini in zona e variare. Però sostituisco il latte e yogurt con quelli di soia e mi trovo bene. Per il calcio lo prendo da altri alimenti e acqua. I latticini però hanno anche alcune cose positive?? quali? . La caseina cosa provoca. grazie
Quelle che potrebbe provocare la caseina l’ho descritto nell’articolo, eventualmente ti consiglio di leggere il libricino “Il male di latte” per approndire.
Essendo tendenzialmente contraria alla dieta a Zona, non saprei cosa suggerirti per il resto, mi spiace…
Quanto a un’alimentazione senza latticini: certo che può essere fatta! Altrimenti tutti gli intolleranti al lattosio o allergici al latte sarebbero morti 😉
Complimenti Arianna, l’articolo è molto interessante. “Cresciuto” a pane e latte (quasi 1L a giorno) , sono uno sportivo e senza alcuna intolleranza. Papà da 5 anni ho voluto approfondire l’argomento, su cui ero molto scettico poichè in perfetta forma, per capire come comportarmi con mia figlia. Ho smesso di bere latte e tolto tutti gli alimenti che lo contengono, prosciutto incluso. Mi è cambiata completamente la vita… in meglio ovviamente. Mi figlia ad oggi non beve latte ne mangia formaggio (se non dai nonni alla domenica…che proprio non sentono) ed è in perfetta forma. E’ difficile spiegare quanto possano cambiare le cose. Poi non si torna più indietro 🙂 . Solo un pò di nostalgia psicologica del cappuccio e brioche. Ma quando cedo sono capaci di mettermi al tappeto per 2 giorni : )
A volte più che consultare tante teorie e tanti studi… Non c’è nulla di meglio che provare su sé stessi 🙂
Ho letto con interesse il post sui problemi della caseina. Sono stato spinto a questa ricerca da un fatto strano che mi è capitato brevemente: dopo un intervento laser per la riduzione della miopia, per oltre due mesi, non sono potuto rientrare al lavore per problemi che l’oculista non riusciva a risolvere (l’intervento era andato bene, il visus recuoerato) avevo “fastidio” agli occhim eccessiva secrezione agli occhi, (palpebre letteralmente incollate), calazio ed amenità di questo genere. Un amico un giorno mi suggerisce di sospendere l’assunzione di latte e derivatim perchè anche lui aveva il medesimo problema e lo aveva risolto in questa maniare, voglio precisare che all’epoca avevo 57 anni è da sempre ho consumato latte e yougurt (non industriale) in quantità industriali e non avevo alcun sintomo intestinale. I problemi algli occhi bel giro di poco tempo sono scomparsi. Dopo mesi di totale astinenza dal latte ho provato ad inserire una minima quantità di latte senza lattosio, 0.01% ,,, ho passsato una giornata in bagno. Da questo il convincimento che il problema non è nel lattosio, ma in qualcosaltro contenuto nel latte ed ho pensato alla caseina.
Leggendo i commenti ho trovato quello di quel signore vegano che difende, senza accettare il confronto pacato, vorrei ricordare, molto sommessamente, che anche i così detti carnivori, quando mangiano le loro prede introducono vegetali dal consume delle entrame.
Io ritengo che niente fa male e tutto fa bene: dipende dalla quantità e frequenza.
Un bicchire di vino a giorno fa bene, una sbronza al giorno, no
Grazie mille Antonio per la tua testimonianza: sono queste cose che, a mio parere, fanno la differenza, molto più di studi scientifici. Probabilmente, se sottoponessimo il tuo caso alla scienza risulterebbe che tu non hai proprio alcuna intolleranza né al lattosio né alla caseina, cosa che contraddirebbe il dato empirico. Però non credo che per questo tu reintrodurresti latte e derivati nella tua dieta, se ti fanno star male.
E’ vero: in alimentazione nulla fa bene e nulla fa male; oltre che quantità e frequenza si deve prendere in considerazione anche varietà della dieta, e predisposizione personale.
A presto! 🙂
Gentile Dottoressa, le diatribe sul latte e sulle proteine di origine animale sembrano infinite e paiono non arrivare mai a nulla. Io per conto mio sperimenterei qualsiasi cosa possa essere salutare, ma quando si hanno dei figli si rischia di cadere in crisi. Ed è ciò che sta succedendo a me, per l’eco incessante di chi mi dice che faccio male ai miei figli dando loro il latte e la carne e quella di chi asserisce che ne hanno bisogno dato che crescono al limite inferiore del 3 percentile. Oltretutto sto cercando di introdurre nella dieta della famiglia alimenti che fino a questo momento nemmeno conoscevo, come la quinoa, il kamut, il miso, il latte di miglio, di mandorle e così via, al fine di rendere la mia alimentazione più varia e completa (ma ancora sono lontana dal saperli usare!). Dopo infiniti dubbi e letture ho trovato il suo articolo che non mi sembra, finalmente, incline alla faciloneria e al terrorismo. Spero, per questo che vorrà rispondere ad alcuni quesiti: per i bambini (1 e 3 anni) sono indicati i cereali e il riso integrali? Ci sono controindicazioni all’uso dello zenzero e della quinoa? La crescita che mi aspetto per i miei figli per l’assunzione di latte può essere conseguita in altri modi? E ha poi pubblicato gli aggiornamenti di questo articolo a cui faceva riferimento? La ringrazio in anticipo per la risposta.
Buona sera Carmen, mi fa piacere che abbia potuto trovare nel mio sito un’opinione più equilibrata rispetto a quelle che si sentono dalle fazioni più estremiste. Se volesse approfondire, qui trova tutti i miei articoli riguardanti latte e latticini, mentre qui avevo espresso il mio punto di vista sulla carne e qui l’importanza di un’alimentazione naturale a prescindere dal modello dietetico che si decide di adottare.
Per quanto riguarda i consigli per i suoi figli non posso sbilanciarmi troppo perché sono in una fascia d’età molto, molto, molto giovane e purtroppo non si hanno indicazioni certe circa l’introduzione dei cereali integrali nell’alimentazione infantile; suggerirei di iniziare con farro e orzo perlati, e con il miglio. Dai 2-3 anni in avanti proverei ad introdurre anche riso semintegrale (non integrale), quinoa e amaranto. Zenzero (e altre spezie) in piccolissime quantità dai 5 anni in avanti.
Le assicuro poi che un’alimentazione ben bilanciata nel bambino non ha necessità quotidiana di latte e latticini.
Spero di esserle stata d’aiuto!
I suoi consigli sono interessanti e preziosi. Le farei qualche altra domanda, se non le dispiace: I latti vegetali sono indicati anche subito dopo l’anno? Tutti? E potrebbe suggerirmi qualche testo sull’alimentazione infantile? Grazie!
Ho appena scaricato il ricettario per far mangiare le verdure ai bimbi!
Non tutti i latti vegetali sono indicati dopo l’anno: eviterei di fisso (e sempre!) la soia, mentre potrebbe provare a introdurre latte di riso o di mandorla senza zuccheri aggiunti. Aspetterei almeno i 2-3 anni per quelli di cereali (es. avena o miglio).
Purtroppo non so suggerirle testi su alimentazione pediatrica perché non è il mio ambito di specializzazione: avrei solo titoli molto tecnici di dietoterapia, e non credo che siano quello che lei cerca. Mi spiace… Spero invece che possa trovare interessante il file che ha scaricato! 🙂
Sicuramente! Grazie infinite e buon lavoro (continuerò a seguirla).
Come mai il latte di soia va evitato? A me avevano consigliato molto il miglio e il latte di miglio per i piccolini. E poi, che cosa contengono a livello nutrizionale i latti di derivazione vegetale e cosa contiene invece quello vaccino? Ho sempre sentito che è un alimento molto completo. Grazie e complimenti per la serietà.
Cara Krizia, sconsiglio il latte di soia per diversi motivi. Qui avevo trattato l’argomento a grandi linee, ma da settimana prossima approfondirò con una serie di tre-quattro articoli dedicati alla soia.
I latti vegetali non sono comparabili al latte vaccino, poiché presentano una componente molto consistente, se non totalitaria come nel caso del latte di riso, di carboidrati a rapido assorbimento. Vanno visti come una bevanda e non come un sostituto del latte. Consiglio sempre bevande vegetali biologiche e non zuccherate, ma onestamente non mi sono mai trovata a mio agio a consigliarne un consumo quotidiano: non hanno un significativo vantaggio per la salute e sono spesso costosi. Se invece piacciono come gusto, ecco, questa è una giustificazione che approvo 🙂
Quindi il Kefir potrebbe essere una buona alternativa al latte? Ho capito bene? 🙂
Esatto, a patto di avere i grani “vivi” di kefir! 🙂
Dove si compra? 🙂
Non si compra 🙂
Leggi qui e qui.
buonasera,
sono intollerante a latte vaccino,caseina e latte di capra, oltre all’albume.
Non ho ancora capito se la ricotta (di pecora o di bufala) è consentita nella mia alimentazione o no e se vi sono altri “formaggi” che posso mangiare senza problemi,
grazie per l’aiuto,
dani
Salve Daniela, la caseina è contenuta in tutti i tipi di latte: vaccino, di pecora, capra o bufala che sia. Di conseguenza, anche in tutti i formaggi.
Il lattosio contiene caseina? Moltissime medicine hanno come componente principale il lattosio. Come fare quando un farmaco è da prendere tutti i giorni (vedi tamoxifene – cura ormonale per combattere il tumore al seno)?
Il lattosio non contiene caseina, ma in alcuni casi è comunque controindicato (es. tumore al seno). Meglio parlare con il medico per valutare se la sua assunzione sia comunque sicura, o se sia il caso di usare altro.
Gentile dottoressa Arianna, la ringrazio per il contributo al difficilissimo compito che può avere ognuno di noi navigatori di farsi qualche idea definitiva a proposito di questa tematica non marginale all’esistenza, attraverso il “tritacarne” del web e degli altri media, ove si trova tutto lo scibile e la sua antitesi, con le mille contraddizioni prevedibili a proposito di infiniti argomenti. A rigor di logica “madre-naturale”, per il solo fatto che il nostro organismo metabolizza il lattosio solo nei primi mesi di vita poi più, qualche indicazione alimentare dovremmo ragionevolmente trarne, pur essendo l’uomo anche soggetto attivo di intervento “culturale” sui propri scenari organici ed evolutivi (e qui si aprirebbe un versante di valutazioni sesquipedale). Al momento gli esperti delle discipline coinvolte non riescono a convincere i profani della bontà dell’una o dell’altra scuola di pensiero, soprattutto in un mondo che ama vivere di schieramenti ideologici o al massimo di una non meglio definita utopia del “buon senso”. Ce ne faremo una ragione. Lei non desista dai propri approfondimenti e utilizzi il rigore metodologico che ha imparato nella tanto vituperata università italiana. Cerchiamo di fare insieme il cammino più corretto possibile. A questo proposito mi permetta di chiederle una piccola correzione al suo bell’articolo, nel quale chiama due volte il più premiato formaggio del mondo “Parmigiano”, mentre il suo nome corretto e “Parmigiano-Reggiano”. Mezzo milione di reggiani gliene saranno grati. Io medito seriamente di limitare al minimo i latticini nella mia dieta e in quella dei miei familiari, pur tuttavia qualche assaggio di questo capolavoro della tradizione gastronomica emiliana credo continuerò a concedermelo. Non si può solo soffrire a tavola 🙂
Grazie mille per le belle parole di questo commento, e per la precisazione: non me ne vogliano i reggiani, provvedo subito a modificare la denominazione nell’articolo 🙂
Se volesse approfondire su latte, lattosio e latticini (di qualità) potrebbe trovare interessante anche quest’altro articolo.
A presto!
Cara Arianna, nn mi fraintedere: bell’articolo, io nn bevo latte e apprezzo quello che hai scritto..
Però la caseina non coagula significativamente con la pastorizzazione (solo per coagulazione acida e presamica), succede invece alle proteine del siero del latte.
Ciò che hai scritto (caseina degradata) non è corretto
Ciao Alessio, grazie per la segnalazione! Sei sicuro di quello che mi scrivi? Io ho preso le informazioni dal manuale di tecnologie alimentari usato in università e dal libro di L.Acerra “Male di latte”: ora non l’ho sottomano, ma controllerò più approfonditamente. Se è come dici, devo assolutamente mettere un’errata corrige!
Ciao Arianna,
sì sono piuttosto sicuro.. (comunque ti invito ad andare ad approfondire), è un principio di biochimica: le caseine non precipitano in seguito a pastorizzazione del latte (riscaldamento a 70-85°C per 10-15”), il trattamento termico a più basso impatto; vi potrebbero essere maggiori probabilità di coagulazione delle caseine (ed eventuale loro flocculazione) nel latte sottoposto a sterilizzazione, ma anche qui le perdite sono poco significative in quanto sono necessarie temperature attorno ai 140°C per non poche decine di minuti, e né la sterilizzazione classica né quella UHT (che sia con metodo diretto o indiretto) rispettano tali presupposti. Le caseine invece precipitano per coagulazione acida (vedi la preparazione dello yogurt) o per coagulazione presamica (vedi la preparazione dei formaggi).
Il calore rende invece possibile la coagulazione delle sieroproteine del latte (vedi la preparazione della ricotta).
In generale, il patrimonio proteico del latte industriale (pastorizzato o sterilizzato) rimane notevole: le caseine rimangono grosso modo inalterate, le siero proteine possono denaturarsi ma le perdite risultano cmq limitate (dipende dai tempi e dalle temperature). In quest’ultimi casi, la denaturazione causa la perdita della struttura e della funzionalità bio-chimica delle proteine, ma non altera le loro caratteristiche nutrizionali.
I nutrienti che, nel latte, davvero risentono dei trattamenti termici sono zuccheri (lattosio), vitamine, minerali ed enzimi… :/
Grazie mille Alessio, intanto ho corretto mettendo che “la caseina si modifica”. Riprenderò in mano la bibliografia proposta da Acerra e controllerò quanto da lui scritto. Non vorrei aver sbagliato a interpretare, potrebbe anche essere che la caseina sia problematica di per sé a livello di assorbimento, non in conseguenza di trattamenti termici. Dovrei confrontare su studi fatti con latte crudo. Non so quando però, sono un filino incasinata al momento 🙁
Però, GRAZIE DAVVERO per la precisazione, sono questi i confronti che mi fanno incuriosire e crescere 🙂
Salve, vorrei esporre il mio problema per conoscerne la causa. Oramai da anni , in coincidenza con l’assunzione di latte o derivati del latte, le mie articolazioni diventano dolenti nel giro di 24/48 ore. Sono le piccole articolazioni delle mani, del polso o del piede che si ingrossano, diventando rosse e dolenti al movimento. Ho provato ad assumere il latte di capra e devo dire che in questo caso non ho notato nessuna reazione. A volte mi basta mangiare anche un solo biscotto che contenga latte o burro perché si scateni tale reazione.
Ringrazio in attesa di una Sua risposta .
Gianna
Gentile Gianna, in caso di problemi articolari il latte e i suoi derivati sono controindicati; alcuni sostengono sia un problema di calcio (pare che quello non assorbito dal latte si accumuli nei tessuti molli, articolazioni comprese, e crei infiammazione), altri che l’imputato sia la caseina.
A mio parere, a prescindere dalla spiegazione scientifica -attualmente fumosa e incompleta-, è bene ascoltare il proprio corpo: se fa male, non mangiarlo.
Ciao Gianna, sono Luca e ho quasi 30 anni, da 5 ormai convivo con lo stesso tuo problema localizzato principalmente nelle mani. Ho sempre giocato a pallavolo, per cui penso di avere leggermente usurato i tendini delle mani, ma anche a me non appena mangio qualsiasi cosa contenente latte e derivati, tra 24 e 48 ore mi si gonfia un dito piuttosto che una parte del polso o della mano. Volevo sapere se avessi fatto delle prove a parte il latte di capra per sapere cosa riesci a tollerare. Ho fatto tante visite specialistiche e addirittura un’operazione al polso (de Quervain) per ripulire un tendine. In effetti in quel punto il dolore non è piu tornato. Spero che le nostre esperienze a confronto possano aiutarci
Caro Luca, questo non è un forum, dubito che i miei lettori controllino le risposte ai commenti a così tanta distanza di tempo 🙂
Ho letto su questo blog di prodotti biologici online http://blog.universobio.com/prodotti-biologici-latte-ed-osteoporosi-binomio-da-non-sottovalutare/ il problema dei fattori di crescita nel latte e delle caseine, c’è anche un video del Prof. Berrino che spiega come il consumo di latte fa aumentare Gli Igf1 nel sangue. Da più di cinque anni bevo latti vegetali biologici e non ho avuto più allergie.
Ciao Arianna, mi è piaciuto molto il tuo articolo e volevo approfondire l’argormento, mi diresti quali sono le fonti da cui hai preso queste informazioni? (articoli ecc.) Anche perche in questi ultimi giorni ho riscontrato in piccolo aumento delle labbra e molto prurito alla cavita orale.
ringrazio,
Luisella
Trovi tutto su Pubmed inserendo “casein A1” e chiavi di ricerca affini 🙂
Erano anni che nn bevevo piu latte perchè mi dava gonfiore e faticavo a digerirlo…ma per fortuna qua nella mia zona ci sono 4 distributori di latte nel raggio di 30 km e 1 di questi che conosco da diversi anni ha sempre tenuto duro a lavorare con sani principi ( tutte le mattine mette le bestie al pascolo) e con la voglia di sapere ha porato avanti la sua azienda agricola senza farsi fregare dalle multinazionali e dal commercio. Venendo al dunque una bella mattina di questi periodi mi ero recato come al solito a prendere il mio litro di latte fresco e mentre me lo bevevo spuntò fuori il proprietario ormai di lunga vita…e esclamò è buono!! è buono!? ridendo ….io sorrisi e risposi cavolo!! se è buono ..da quando ,lo bevo mi sento molto bene..nn faccio fatica a digerirlo, ne posso bere anche 1 -2 litri e ne berrei ancora volentieri nell arco di una giornata di lavoro….inoltre la mia ragazza mi ha detto di nn berne troppo perchè avrei avuto problemi di dissenteria….ma noto che per ora nulla ho avuto….insomma è piu leggero il latte dell’acqua e poi come è buono!!. Il proprietario mi disse che è normale che è cosi buono perchè loro allevano le mucche solo a fieno e erba, che è molto importante l’alimentazione a cui vengono sottoposte, inoltre la cosa peggiore è pastorizzare il latte (da evitare se si vuole sviluppare la caseina nel corpo…questa è in grado di curare ulcere e svariate malattie) solo che la maggior parte dei medici nn la vuole capire; latte pastorizzato bevuto in eccesso porta diarrea e problemi digestivi. In quel momento sentii che difronte a me stava una persona vera! che aveva e sapeva come il mondo è corrotto. Infine mi spiego che sua moglie dopo una vita a bere latte raggiunse i 100 anni senza aver alcun problema e lui stesso ne è la prova perchè tutt’oggi beve tanto latte e credetemi salta come un giovincello.
Quindi il mio consiglio è di cercare aziende che producono latte in questo modo e farne pubblicità per tenerle operative, perchè oggi stanno morendo…..l’unico problema è che queste persone di sani principi nn potranno mai competere con il commercio perchè sono 2 pianeti opposti …ammeno che l’italia la facciamo cambiare noi con l’informazione corretta cosi da dirigere il flusso delle persone verso la saggia virtu di una vita senza problemi e dubbi.
Grazie per la tua testimonianza!
Buon giorno. Prima di tutto complimenti per l’articolo! Volevo chiederle se è possibile rimuovere la caseina dal latte in qualche maniera(acidificandolo, o scaldandolo…) possibilmente cercando di perdere il minor quantitativo possobile di altre sostanze utili. E (forse domanda un pò sciocca) se i formaggi contengono più caseina del latte. Grazie
Grazie mille Giovanni 🙂
Purtroppo no, non è possibile eliminare la caseina dal latte; si può al più considerare che la ricotta, essendo prodotta dal siero e non dalla caseina, ne contenga solo minime tracce: in questo caso tuttavia rimane il problema dell’eventuale intolleranza al lattosio.
I formaggi sono composti INTERAMENTE partendo da caseina, dunque ne sono più concentrati del latte.
comunque la caseina del latte che sia vero latte fa solo bene….parole di un uomo che ha studiato una vita e produce tutt’oggi latte.
la caseina farà male quando il latte viene scaldato oltre i 50°….e le vacche vengono allevate a mangimi….assieme alle vaccinazioni.
In Germania nn fanno i vaccini alle mucche …sono furbi perchè sanno quanto fanno danni al latte e a sua volta al corpo umano…siamo in italia è dura che le persone comprendono e usino la propria testa per capire e valutare quanto latte inquinato viene bevuto tutti i giorni…povere bestie ! ..altro che poveri uomini
Buonasera. Dal 2007 inspiegabilmente la musica a tiroide ha rallentato il funzionamento facendomi diventare ipotiroidea malgrado clinicamente non ci siano evidenze,. Curata con eutirox fino ad oggi ho sempre evidenziato dolori addominali . Un nuovo endocrinologo scopre che sono intollerante a lattosio e caseina, sospende immediatamente il farmaco che in effetti contiene lattosio, sto un po’ meglio ma non bene in quanto ho sviluppato molte intolleranze tra cui farina di grano, mais, riso, carne di pollo, pomodoro, soia, banana, etc. La mia domanda è: ma tutti questi disturbi (ipotiroidismo e intolleranze ) potrebbero esser state scatenate dall’intolleranza alla caseina che nel tempo ha compromesso il metabolismo? E se si, sono ancora in tempo per tornare normale? Grazie
Gentile Laura, qui trova una serie di articoli dedicati all’ipotiroidismo. Le consiglierei di rivolgersi poi direttamente ad un medico per approfondire il suo specifico problema, io sono solo una dietista e non posso fare ipotesi di sorta. In bocca al lupo!
Salve Arianna, davvero bel sito. Apprezzo molto l’imparzialità, la chiarezza e il fatto che abbia sottolineato l’aver consultato siti scientifici. In internet è sempre molto difficile trovare risposte veritiere o perlomeno non di parte! Sono una studentessa in Dietistica e, nonostante ciò, trovo molto difficile reperire materiale attendibile. Spero i suoi articoli mi siano di aiuto.
Ma arrivo alla domanda:
Io bevo latte di capra freschissimo che prendo da vicini allevatori di capre: si tratta di un allevamento piccolo, in cui gli animali escono al pascolo, anche 3 volte al giorno, mangiano erba di campi incontaminati (se non dalle piogge e dallo smog, purtroppo). Nonostante ciò penso sia necessario portarlo ad ebollizione per togliere ogni rischio di infezioni: se da un lato è un latte naturalissimo. dall’altro nessuno disinfetta le mammelle o vieta loro di distendersi ovunque nel terreno in cui vivono (fortunatamente, ovvio!!). Detto ciò, togliendo la “patina” che si forma dopo la bollitura , Pensa sia ridotto al minimo il “lato negativo” della caseina denaturata?
E cosa ne pensa di questo latte? Accetto, ovviamente, quasiasi osservazione e/o consiglio a riguardo.
Un saluto da una (quasi) collega!
Ciao Rita, mi sembra che il latte che bevi sia il migliore possibile 🙂 Se mi piacesse il latte (mi nausea) probabilmente lo berrei così com’è se munto di giornata, e lo porterei quasi a ebollizione (70°C) se rimanesse in frigo il giorno successivo. Però questo è mio parere personale.
Per quanto riguarda la caseina, tieni conto che il latte di capra e pecora ha una caseina di per sé diversa dal latte di mucca, quindi comunque meno ‘impattante’ sulla salute; pur togliendo la patina ne rimarrà di certo anche all’interno del latte che bevi, ma -a meno di patologie particolari- non ritengo sia un problema.
In bocca al lupo per gli studi!
Buongiorno mi chiamo Lorenzo e scrivo dopo aver letto la miriade di commenti precedenti sul consumo di latte e derivati. Vengo al dunque : da mesi sono affetto da noiosissima blefarite che non riesce a guarire senonchè proprio oggi l’oculista mi ha consigliato di ridurre il consumo di latticini (io mangio 2 yogurt magri al giorno !!!) imputandoli a possibile concausa nell’insorgenza di questo disturbo. Vorrei far notare che sono pure vegetariano e lo yogurt e quel poco latte di capra che bevo sono una delle mie fonti proteiche. Ora vorrei chiederti se utilizzare integratori come le proteine isolate del latte produce gli stessi problemi o dovrei orientarmi su quelle dell’ uovo. Cordialmente
Ciao Lorenzo, l’uso di proteine del latte in polvere ha gli stessi effetti dei latticini veri e propri. Se mi permetti, io ti suggerirei di eliminare per un po’ le uova e di reintrodurre un po’ di pesce (pescato in mare, non di allevamento), ti gioverebbe molto. In bocca al lupo!
Buonasera,
sto leggendo tantissime nozioni che parlano del latte, però come mai si contraddicono così tanto?
Personalmente è da tempo ormai che seguo un’alimentazione priva di latte e yogurt, mangiando carne, pesce, verdura, legumi, poca frutta, quindi molto variata.
Una sera però, dopo aver mangiato cena, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa tendenzialmente di dolce e allora provai di nuovo a bere due bicchieri di latte parzialmente scremato UHT.
Risultato: la notte ho dormito benissimo (effetto camomilla), poi al mattino le solite forti fitte di stomaco erano sparite e poi la cosa principale è che la digestione sembrava migliorata moltissimo, sparite anche le emorroidi e i gonfiori intestinali e del colon.
Insomma se facesse male avrei dovuto avere l’effetto opposto ed invece è stata una grossa sorpresa, non me l’aspettavo davvero!
Ora ne bevo quasi 1 litro al giorno, però non quello fresco, ma pastorizzato, ho notato che oltre a piacermi di più, mi fa meglio, questo è strano, no?
Però dico anche una cosa importante, da piccolo e fino a 10 anni circa, mia madre mia ha cresciuto proprio con questo tipo di latte UHT e non mi pare di essere venuto su male e di avere così molti problemi, anzi senza latte ho notato che mi sentivo come se mi mancasse qualcosa, soprattutto sentirmi il costato come se me lo stringessero, a volte con fatica a respirare, con la brutta sensazione di freddo che pare entri nelle ossa e poco calore corporeo.
Questa è la mia testimonianza, non posso che continuare a berlo e pure molto, visti gli effetti benefici.
Che ne dice?
Grazie, buonasera
Gentile Renato, il latte UHT non so quanto possa essere definito “latte” visto che non rimane nulla di enzimi, vitamine e proteine.
In ogni caso, penso sia poco utile un ragionamento del tipo “se fa bene a me fa bene a tutti”. Se vuole continuare a bere latte, non sarò di certo io a volerla convincere del contrario…
Salve, ho letto il suo intervento cercando informazioni su lattosio e caseina, di cui mi sa che purtroppo dovrò ridurre, se non azzerare, il consumo, nonostante io apprezzi molto i formaggi (purtroppo non quelli stagionati, che probabilmente sarebbero gli unici che potrei ancora mangiare).
Mi sono soffermato a leggere i commenti e non posso che farle i complimenti per l’equilibrio mantenuto nel corso degli anni nel trattare con chi cercava di usare il suo articolo per promuovere tesi assolutamente arbitrarie (il veganesimo oltranzista ed il China Study come panacea di tutti i mali) o scriveva cercando di dimostrare fuori da ogni dubbio che il latte non fa altro che bene (dipende dalle condizioni e dalle persone), nonché per la sua umiltà che le ha consentito di crescere professionalmente senza tesi preconcette, ricordando a tutti che i suoi consigli valgono come dietologa, ma che in caso di disturbi (soprattutto se seri) è meglio rivolgersi a medici.
Ci fossero più persone con il sale in zucca che ha dimostrato di avere, non si sentirebbero tutte quelle corbellerie riguardanti l’alimentazione di cui purtroppo il mare magno di internet è ormai pieno, persone tutt’altro che in salute che combattono l’eccesso con l’eccesso di segno opposto e sentono il dovere di evangelizzare.
Grazie mille per le belle parole, sono contenta che il mio lavoro e il mio impegno si noti. Grazie anche per aver letto tutti i commenti: spesso si dice di più in quelli, che non nell’articolo stesso…
In bocca al lupo per l’eliminazione dei latticini, non sarà traumatico, a parte magari la prima fase se era assuefatto…!
Arianna…che dire?! sei una fonte inesauribile di notizie! da quando mi è stato regalato il tablet, leggere i tuoi interessantissimi articoli (e tutti i commenti!) è diventato lo stratagemma per sopportare 30 minuti di altrimenti noiosissimo tapis-roulant!!!
Ahah sono contenta di essere anche un incentivo allo sport! 🙂
ahah esatto! Diventerò tonica, acculturandomi! Comunque, riflettendoci stanotte, mi è sorta questa curiosità e spero tu possa rispondermi: ma la panna, contiene caseine?
L’unico latticino che non contiene caseina è il burro chiarificato (o il ghee), che è grasso al 100%. Tutti gli altri derivati dal latte contengono caseine, per il semplice motivo che contengono proteine: chiaramente panna, molto grassa, avrà meno caseine/proteine di un parmigiano. Ma le contiene 🙂
Giusto..grazie e buona giornata!
Articolo veramente molto interessante. Ho anche apprezzato molto il riferimento a Pubmed, perchè dal mio punto di vista è sinonimo di serietà e affidabilità delle informazioni che proponi. Se posso dare un’ulteriore consiglio, fossi in te metterei anche la bibliografia nei tuoi articoli (magari in Vancouver style, sarebbe un ulteriore sinonimo di scientificità) …in questo modo chi vuole ulteriormente documentarsi ha già le fonti a disposizione.
Ad ogni modo ti scrivo perché vorrei alcune informazioni sulla caseina (non ho letto tutti i commenti e spero che altri non ti abbiano già fatto la stessa domanda).
Che tu sappia, ci sono differenze strutturali fra le molecole di caseina A1 e quelle A2? Io sapevo che la caseina del latte vaccino è più grossa di quello del latte umano e quindi non assorbibile dai villi intestinali (e questo causerebbe episodi di diarrea/stipsi)… se così fosse anche il latte fresco (quindi con caseina integra) sarebbe da evitare.
Ti faccio questa domanda perché dal discorso che fai nel tuo articolo, sembra che sia solo la caseina denaturata a creare problemi…
Un’altra domanda che mi viene in mente rileggendo l’articolo è se invece siano le differenze nelle % di caseina (80%nel latte vaccino, 35% latte umano) a creare problemi nell’assorbimento di questa proteina (sto parlando sempre del latte fresco) e non le dimensioni della molcola in sè, come ho creduto fino ad oggi.
Grazie per l’attenzione e la disponibilità.
Ciao Silvia, grazie per i complimenti!
Sì, ci sono differenze tra le molecole A1 e A2, ma dovrei andare a riguardarmi gli studi per essere esaustiva, e in questi giorni proprio non ce la faccio. Se sei pratica di Pubmed, puoi direttamente cercare tu 🙂
Per quanto riguarda le difficoltà di assorbimento, dipende da più fattori: la % di concentrazione, la forma chimica e la degradazione enzimatica (chimosina).
Grazie Arianna per il chiarimento, sto cercando altre informazioni su Pubmed 😉
Purtroppo devo ammettere che nonostante io abbia qualche base di biologia, non sono molto pratica di alimentazione ( Haimè, ho tante lacune…non sono neanche sicura di quali parole chiave inserire nella ricerca). Avresti per favore qualche libro da consigliarmi per permettermi di avere qualche base certa da cui partire prima di addentrarmi nel mondo di Pubmed(divulgativo, ma anche scolastico/universitario va bene)?
grazie ancora per la disponibilità 🙂
“Il male di latte” (L.Acerra) 🙂
Buongiorno.
Mia moglie é/era intollerante al latte , era sempre gonfia e stava male ogni volta che mangiava qualcosa con il latte.
Adesso acquistiamo latte e derivati da un azienda agricola che produce r vende direttamente , ha provato ad assaggiare stracchino e cose varie un po’ alla volta e si é accorta che non gli fa male.
Può essere che il latte e i derivati acquistati al supermercato sia talmente lavorati ed avere all’interno delle cose che provocano intolleranze ?
Potrebbe imputarsi ai processi di omogeneizzazione del latte da supermercato, o dall’aggiunta di stabilizzanti dei formaggi di bassa qualità.
Buonasera, mi hanno trovato una forte intolleranza alla ricotta e al latte ma non al burro, formaggi stagionali fusi e yogurt… La mia e una intolleranza al lattosio o alle caseine?
Dovrebbe chiedere a chi le ha fatto la diagnosi, non a me… Mi spiace, non saprei cosa dirle.
Buongiorno a tutti.
Io ho una sensibilità al glutine, ma avendo ancora altri disturbi, su consiglio del gastroenterologo devo eliminare almeno per un periodo le proteine del latte, quindi la caseina, poiché sospetta che potrei avere problemi anche in questo.
Ho una domanda: cercando formaggi freschi senza lattosio (es. Philadelphia, Certosa…) posso essere sicura che siano anche senza caseina? Oppure non è detto? E invece per gli yogurt senza lattosio, anche qui può esserci caseina?
Grazie in anticipo!
Tutti i formaggi contengono caseina, per definizione il formaggio è fatto dalla caseina.
Idem gli yogurt.
Buongiorno Arianna, io vado alla ricerca sempre di prodotti salutari, infatti collaboro in una azienda dove tratta questo a base di Aloe, per la salute della mia famiglia, ma secondo te (se posso darti del tu) ai bambini cosa consiglieresti per una sana colazione? mi sono anche interessato sul latte d’asina che sembra il più vicino al latte materno, ma i costi non sono ottimali per mettere tutti i giorni una tazza di questo latte.
E poi non lo trovi facilmente sotto casa ma bisogna ordinarlo nel web.
alla fine per abitudini e comodità si da il latte classico da supermercato….
Per comodità si fanno tante cose sbagliate 🙂
Se si fa fatica a trovare latte d’asina, perché non escludere completamente il latte dalla propria alimentazione? Se l’alternativa fosse un latte ‘consapevole’ (da allevamenti non industriali) è un conto, ma se si opta per il latte da supermercato dissento completamente.
Ciao Arianna! Articolo interessantissimo! mi sfugge però come la caseina determina alterazione alla permeabilità intestinale…grazie, ciao!
Attraverso il rilascio di zonulina, in soldoni e detto molto terra a terra.
Ciao Arianna, come molti, ti scrivo complimenti per il sito 🙂 ! l’ho “scovato” durante una ricerca, più per curiosità che per farmi autodiagnosi, sui problemi digestivi, diete “in bianco” e annessi, infatti ho da qualche tempo problemi altalenanti allo stomaco che alle volte mi fanno davvero impazzire.
Eliminando latte e latticini su quali alimenti consigli di puntare (ogni tanto latte vegetale…ma quale? proteine dai legumi ok, ma avendo difficoltà digestive forse è meglio di no….)?
Anche se non quotidianamente, per “cultura famigliare” ho sempre bevuto latte, yogurt o mangiato formaggi freschi, soprattutto mangiando poca carne…..grazie in anticipo!
Grazie per i complimenti Francesca, ma purtroppo non posso aiutarti più di molto con i consigli perché andrebbero personalizzati sulle tue necessità e fabbisogni. Ti conviene magari prendere un appuntamento con un dietista della tua zona che sappia aiutarti ad orientarti, pur senza una “dieta vera e propria”.
salve… visto gli effetti “dannosi” del latte… con cosa posso sostituire il latte per quanto riguarda la colazione ?? io faccio palestra… e sono minimanente sottopeso.
Chieda aiuto al suo nutrizionista di fiducia che stili un piano completo adatto alle sue esigenze. In bocca al lupo!
Buona sera dott.ssa ,
ho visto che a diverse persone ha consigliato di prendere un appuntamento con un(a) nutrizionista o dietista in carne ed ossa , piuttosto che parlarne qui. Fermo restando che capisco perfettamente il motivo , mi domandavo questo : se per caso la persona a cui ci si rivolge ci contestasse , sostenendo che non è vero che il latte fa male o cose simili , Lei consiglierebbe di provare con qualcun’altro o di invitare chi abbiamo davanti (ovviamente con le buone maniere) a informarsi di più ? 😉
Sa , questo è un argomento sul quale molte persone stanno prendendo consapevolezza però l’idea che sia un alimento indispensabile e benefico è dura a morire e se ne sarà accorta anche Lei !
Sarebbe opportuno contattare nutrizionisti che già condividano le proprie idee, così da evitare inutili battibecchi che non schiodano nessuno dei due dalle proprie convinzioni, e fanno mangiare bile 😉
Carissima Arrianna
La mia nutrizionista l’anno scorso mi ha diagnosticato un intolleranza alla caseina dalla semplice anamnesi (cefalee frequenti, infezioni frrqurnti in età pediatrica, diversi episodi di orticaria e cheratosi(?) ) e il test dell’eliminazione, le mie domande sono:
Possibile sia un problema di lattasi e non di caseina?
Oltre alla dieta mi ha dato delle pillole fitoterapiche della casa phytoitalia (desmodio,phytorela, chrissntellum) crede “servano” a qualcosa o è solo merchandising?
Io adoro latte e latticini e a volte capita di mangiarne pur sapendo che mi facevano male, crede che la sensibilità alla caseina possa affievolirsi col tempo oppure la risposta infiammatoria diviene più aggressiva quando maggiore è il tempo in cui non si è stati esposti all’alimento?
Grazie in anticipo e scusami delle mille milla domande
Dal momento che sei seguita da una nutrizionista, perché non chiedere direttamente a lei, che ti conosce di persona e saprà spiegarti come ha fatto a decretare un’intolleranza dalla semplice anamnesi?
Ciao. Secondo te I formaggi di latte crudo sono più salutari?
Dipende dall’allevamento e metodi di mungitura.
Buongiorno,
il siero di latte di capra e il colostro di capra contengono lattosio e caseina?
grazie mille
Buongiorno,
da qualche anno che ho l’allergia/intolleranza (non so che cosa sia) al lattosio. Il probblema è che ogni volta che mangio una mozzarella di buffala fresca (non dal supermercato), una ricotta fresca in un agriturismo, e t.c. anche in quantità esagerate, non si manifesta nessun tipo di allergia. Ivece, se mi capita di mangiare, anche 1 grammo di qualsiasi prodotto derivante dal latte comprato al supermercato, inzia subito la reazione allergica. La stessa cosa cosa con i formaggi stagionali, la reazione allergica solo se mangio il formaggio che è stato comprato al supermercato. Dopo aver fatto diversi test di intolleranza alimentare, il risultato è sempre lo stesso: – intolleranza al lattosio. Ma nessuno mi da la spiegazione, come mai i prodotti freschi riesco a digerire e gli altri no.
Salve, grazie per l’interessante articolo. Avrei una domanda: io sono intollerante alla caseina, ma non ho ben chiaro se posso mangiare gli alimenti senza lattosio o essendo due cose diverse non risolverei comunque il mio problema.
Inoltre, prendo dei fermenti contenenti lattasi. Questo può aiutarmi a tollerare meglio i formaggi (senza esagerare!) o comunque non è la soluzione adatta a me? Grazie mille.
Saluti
Tutti gli alimenti derivati dal latte contengono caseina, tutti. La lattasi è inutile in caso di problemi con caseina.
Volevo sapere se con la stagionatura dei formaggi superiore a 20 mesi la caseina diminuisce da nn creare danni al nostro organismo..
Salve, il mio piccolo di 9 mesi è intollerante alla caseina, potrei dare lo yogurt di soya? Ho letto che ha fermenti vivi…
La soia è tollerata in caso di problemi con caseine.
Salve, in caso di spettro autistico vorrei chiedervi se la soia è tollerata, se puo andar bene uno yogurt di soia. grazie