Tra tutti i minerali importanti per il nostro organismo, probabilmente il ferro è quello di cui è più difficile assicurare una costante fornitura giornaliera. Infatti, pur essendo largamente diffuso in ciò che mangiamo, spesso si presenta in una forma che non è biodisponibile, ovvero che il nostro corpo difficilmente riesce ad usare: è il cosiddetto ferro non-eme.
La generalizzazione spesso diffusa del “il ferro degli alimenti animali è utilizzabile, quello contenuto nei vegetali invece no” è pressapochista: è vero che il ferro vegetale è quasi tutto non-eme (quindi poco utilizzabile), ma anche il ferro della carne e del pesce è per il 60% non-eme. Poco utilizzabile, poi, non significa che sia totalmente inutile: anche il ferro non-eme è assorbibile dal nostro organismo, ma lo è in misura inferiore rispetto alla forma più biodisponibile (il ferro eme).
La carenza di ferro è molto diffusa nella popolazione. Ne sono particolarmente soggette le donne, che hanno un fabbisogno di ferro doppio rispetto all’uomo viste le ingenti perdite comportate dal ciclo mestruale. Se la donna aspetta un bambino, il suo fabbisogno sarà addirittura più che quadruplo rispetto a un uomo: la gravidanza richiede infatti ben 30 mg di ferro al giorno, contro i 10 mg dell’uomo e i 18 mg della donna non incinta.
Un’altra categoria a rischio di carenza è quella degli atleti: soprattutto negli atleti di resistenza (in particolare maratoneti) si assiste ad un aumento delle perdite di ferro dovute a una maggiore sudorazione e a microtraumi della parete intestinale.
La carenza di ferro nell’atleta predispone a una particolare forma di anemia, il cui esito è contradditorio: da una parte la diminuzione di emoglobina determina una minor disponibilità di ossigeno e quindi un potenziale peggioramento della performance; sull’altro versante abbiamo però un aumento della fluidità del sangue a cui consegue un maggiore flusso di ossigeno ai tessuti e, quindi, un miglioramento delle prestazioni sportive. Se il bilancio complessivo sia più tendente al positivo o al negativo dipende da molti altri fattori, e la situazione va studiata caso per caso.
L’atleta, pur avendo un aumentato fabbisogno di ferro, non deve ricorrere a integratori alimentari se non dietro prescrizione medica: un dosaggio eccessivo di ferro è pro-ossidante. Provate a mettere dell’olio di oliva in un contenitore di ferro: in breve tempo l’olio sarà rancido; qualcosa di simile succede alle nostre cellule quando il corpo ha ferro in eccedenza.
Pur senza ricorrere all’integrazione, l’atleta deve curare in modo particolare la sua alimentazione per prevenire la carenza di ferro, che se associata ad allenamenti molto intensi può portare a stanchezza e dolori muscolari.
Ecco quindi un vademecum sul ferro, particolarmente utile non solo a chi si sottopone ad un estenuante esercizio fisico, ma anche alle donne in età fertile e a quelle che aspettano un bambino.
Cosa limita e cosa promuove l’assorbimento di ferro
Esistono delle sostanze contenute negli alimenti che imprigionano il ferro e ne diminuiscono la biodisponibilità. Ad esempio, il calcio contenuto nel latte e nei latticini limita l’assorbimento di ferro, così come i fitati contenuti in legumi, frutta secca e alimenti integrali. I fitati vengono però inattivati dall’ammollo in acqua e dal calore (quindi dalla cottura): ecco perché si consiglia di ammollare almeno una notte i legumi, e tale pratica andrebbe eseguita anche per noci, mandorle e semi oleosi al fine di aumentare la biodisponibilità non solo del ferro, ma anche di altri preziosi minerali.
Aumentano l’assorbimento di ferro la vitamina C (per scoprire quali alimenti ne sono ricchi vi rimando a questo post), la germogliazione, la fermentazione e la lievitazione naturale. Ecco perché latticini fermentati come yogurt o kefir contengono più ferro del semplice latte, o perché il pane a lievitazione naturale è una fonte migliore di ferro rispetto al pane normale o integrale (molti panifici ormai propongono il pane naturale come alternativa per i clienti).
E’ vero che la carne rossa contiene molto più ferro di quella bianca?
In realtà non è esattamente così. Sono le frattaglie degli animali a contenere più ferro in assoluto: fegato, reni, polmone, cuore contengono mediamente 10 mg di ferro ogni 100 g di prodotto, indicativamente il fabbisogno di un uomo adulto.
La selvaggina contiene moltissimo ferro: 5-6 mg per fagiano e lepre, 3-5 mg per cervo e capriolo. Anche la carne equina ne è ricca: circa 4 mg; i tagli di bovino ne contengono invece mediamente 1-1,5 mg, ma se si tratta di filetto il quantitativo aumenta fino a 2 mg.
La carne bianca (carne avicola) contiene poco meno di 1 mg di ferro ogni 100 g, ma dipende dal taglio prescelto: ricordiamo che il ferro serve al trasporto di sangue, quindi i tessuti muscolari che lavorano di più ne avranno un maggior contenuto. Ecco dunque che la coscia di pollo contiene più ferro (1,5 mg) rispetto al petto (0,8 mg).
E il pesce, quanto ferro contiene?
In pochi forse lo sanno, ma i prodotti ittici sono un’ottima fonte di ferro, soprattutto i molluschi: mediamente 4-5 mg, ma 100 g di vongole cotte contengono ben 28 mg di ferro! Anche alici, acciughe, sardine e gamberetti ne sono ricchi (4-6 mg). L’inconveniente è che queste prelibatezze sono anche molto ricche di colesterolo, quindi meglio se il loro consumo non è abituale.
Se andiamo a vedere pesci di più grande pezzatura, i più ricchi di ferro sono la mormora e lo scorfano (4-5 mg); seguono la trota, il baccalà e lo sgombro (2 mg).
Quanto ferro nei prodotti vegetali?
I vegetali contengono molto più ferro rispetto a carne e pesce, ma lo svantaggio è che si tratta di ferro che viene assorbito più difficilmente.
Tuttavia, come ho detto prima, i prodotti a lievitazione naturale, fermentati o germogliati contengono ferro altamente biodisponibile. Chi mangia poca carne può arricchire la propria alimentazione con una serie di prodotti fermentati che provengono dal mondo orientale: ad esempio il miso o il tempeh. La fermentazione con aceto può essere sfruttata anche per aumentare la biodisponibilità di alcune verdure, come ad esempio i cavoli: sto pensando ai crauti, che non sono altro che cavoli fermentati con vino bianco e insaporitori.
I vegetali che contengono più ferro sono le erbe aromatiche e le spezie: prodotti essiccati come maggiorana, prezzemolo, menta, cumino, salvia, aneto, cannella, noce moscata, semi di finocchio, cardamomo e tutti gli insaporitori che possono venirvi in mente contengono dai 30 agli 80 mg di ferro (123 mg per il timo secco), contenuto che si attesta mediamente sui 10-20 mg se il prodotto è fresco. Non si tratta dunque di semplici aromi, ma di alimenti importantissimi dal punto di vista nutrizionale.
Ottima fonte di ferro sono anche i legumi, soprattutto le lenticchie: come ho detto prima i legumi necessitano di ammollo e lunga cottura per poter inattivare i fitati che diminuiscono la biodisponibilità dei minerali.
Anche la frutta secca e disidratata è ricca di ferro, e anche in questo caso l’ammollo ne promuove l’assorbimento. Le mandorle contengono più ferro delle noci: 4 mg anziché 2 mg; lo stesso quantitativo delle mandorle si registra per le prugne e le albicocche secche, poco meno nell’uvetta (3 mg).
Qualche appunto finale…
100 g di semi di sesamo contengono 14 mg di ferro, ed è per questo motivo che la salsa tahini, prodotta con il sesamo, può essere una delle fonti privilegiate di ferro per chi consuma poca carne: spalmata su una fetta di pane a lievitazione naturale può essere un ottimo spuntino.
L’hummus di ceci è un vero concentrato di ferro per i vegetariani, in quanto unisce i ceci che ne sono ricchi con altre ottime fonti di ferro: lo zafferano, e di nuovo la salsa tahini, il tutto insaporito con succo di limone che promuove l’assorbimento del minerale.
Altre fonti vegetali privilegiate di ferro sono i germogli: esistono delle tecniche di preparazione casalinga che sono veramente alla portata di tutti, con le quali si possono ottenere germogli di piselli, grano saraceno, lenticchie, senape, lino, crescione… Se provate a cercare in siti di alimentazione vegetariana, troverete moltissimi consigli!
Sempre con particolare attenzione ai vegetariani, consiglio di usare quotidianamente il lievito di birra in scaglie. Se ne può usare un cucchiaio per condire il primo piatto (al posto del parmigiano), le insalate o le verdure cotte: oltre a insaporire le pietanze, assicura un buon apporto di ferro (100 g di lievito di birra secco contengono 16 mg di ferro: in un cucchiaio ne abbiamo 1-2 mg).
55 Comments
interessantissimo anche questo articolo, ma mi hai sorpresa sul finale. dimmi del lievito di birra, dici proprio i panetti di lievito fresco che si usa sciolto in acqua? io quando cucino ne mangio sempre qualche pezzettino perché mi piace il sapore, ma non sapevo che si potesse usare anche in altri modi! mi apri un mondo.
No, si tratta di questo prodotto (ne esistono di diverse marche): è granulare come se fosse parmigiano, e lo trovi nei punti vendita naturali, biologici e in certe erboristerie. Non mangiare il lievito in panetti così crudo, perché altrimenti ti fermenta nell’intestino e non è proprio l’ideale! 😉
ah ecco, mi pareva troppo bello per essere vero 🙂
ok, cercherò di resistere alla tentazione di mangiare quello in panetti e cercherò assolutamente questo in scaglie. grazie!
Davvero, il lievito crudo è pessimo per la digestione 😛
In un articolo come questo non può mancare il riferimento al caso degli spinaci di Popeye!
Ci avevo pensato, ma già ho scritto un articolo lunghissimo, non volevo complicarlo ulteriormente!
Interessante davvero! non sapevo del lievito di birra, corro a comprarlo!
Adoro invece l’hummus, buono anche da spalmare sulle verdurine crude 🙂 è una superfonte anche di calcio vero?
Verissimo, i semi di sesamo sono la frutta secca che contiene più calcio!
Il lievito essiccato è molto buono anche per l’apporto di vitamine del gruppo B: fammi sapere se ti piace!
Io sto scoprendo il lievito in scaglie da pochissimo, e devo dire che sulla pasta o sulle torte salate (mescolato al pan grattugiato) da davvero un buon sapore!!!
E adoro l’hummus!!! Non fosse che stasera devo poi correre in palestra per la partita di pallavolo potrei farci un pensierino per cena.. 😉
Io ogni tanto lo metto anche sul pesce da fare al forno, oppure sui broccoletti gratinati: buonissimo! Insieme a qualche noce, che in questo periodo sono fresche e particolarmente dolci…
D’ora in poi seguirò pedestremente i tuoi consigli! Ho iniziato ad alimentarmi “umanamente” ed ho intenzione di continuare così. Voglio smetterla di “trattarmi male”, una volta per tutte. Meglio tardi che mai, no?
Prossimamente proverò a proporti argomenti interessanti sui quali mi piacerebbe sentire il parere di un’esperta! 😛
Baci, dottoressa!
Grazie mille! Quando hai bisogno, hai mille modi con cui contattarmi 🙂
Sono felice se tieni letto questo sito, veramente tanto!
io, anemica di base, quando ero incinta sembravo un morto che camminava: avevo un’anemia spaventosa. Nonostante seguissi un’alimentazione ricca in ferro ho dovuto integrare con le compresse. Spacca stomaco e rovina umore 🙁
L’integrazione di ferro è molto pesante, proprio nel senso di digestione… Io l’ho dovuta fare solo per un breve periodo e con un prodotto omeopatico, ma ricordo che mi lasciava una forte nausea… Quindi ti capisco 🙁
Passo dopo un po’ di giorni di assenza e come al solito hai azzeccato l’articolo… 😉
Tutto molto interessante, ma ti chiedo un’informazione…
Ieri ho fatto la prima visita di controllo del nano e in un mese ha preso 1 kg e mezzo e ben 6 cm, la pediatra mi ha chiesto dunque che integratori stessi prendendo perché allatto esclusivamente e mi ha consigliato di prendere il Ferrograd perché mi ha detto che il bambino al momento ha molto bisogno di ferro perché in questo momento con questi veloci aumenti di peso ha anche una grande necessità di ferro e potrei anemizzarmi io e di conseguenza poi lui.
Quali sono i fabbisogni di ferro dutante l’allattamento? Che ne pensi del Ferrograd? Non è troppo poi considerando che prendo anche il Multicentrum Materna!? (La pediatra lo sa…)
Grazie e… A presto!
Allora, il fabbisogno di ferro in gravidanza non varia rispetto all’alimentazione normale, quindi sono 18 mg al giorno (aumenta invece durante la gravidanza fino a 30 mg). Non conosco l’integratore che mi hai citato quindi non posso dare alcun tipo di parere, ma so che nel Multicentrum Materna sono già compresi 30 mg di ferro, quindi il tuo fabbisogno dovrebbe essere ampiamente coperto. Prima di ricorrere a un’ulteriore integrazione io proverei quantomeno a sentire il tuo medico di base e magari a fare degli esami di sangue: se la ferritina (= riserva di ferro) e l’emoglobina sono nella norma e continuano ad esserlo durante tutto l’arco dell’allattamento, io non trovo alcuna necessità di prendere il Ferrograd. Questo è il mio parere dal punto di vista alimentare, ma ti consiglio in ogni caso di rivolgerti al medico per toglierti ogni dubbio 🙂
Precisa e come sempre molto esauriente in tutto…
Penso che integrerò solo se mi sentirò particolarmente apstanca e affannata… Almeno fino a quando non vedrò il mio medico curante!
Grazie mille!
quante noci e mandorle in grammi è consigliabile mangiare per aumentare il ferro? i datteri del mediorente vanno bene anche loro? grazie
Ciao Chiara! Non posso darti una risposta precisa perché dipende da tutto il resto della tua alimentazione e dal tuo livello di anemia. In linea di massima, 3-4 noci al giorno oppure una quindicina di mandorle; se però vuoi aumentare in modo più significativo il ferro senza ricorrere necessariamente alla carne, ti consiglio di prendere un cucchiaio di melassa nera ogni mattina a digiuno: ha un’efficacia maggiore. Ovviamente unito a un’alimentazione corretta 🙂
Non posso risponderti riguardo la tua altra domanda (scomparsa/ricomparsa dell’anemia) perché dovrei conoscere tantissime altre informazioni prima di formulare un’ipotesi; ad esempio i valori di ferro di partenza, quali cibi hai eliminato, che dieta avevi prima e dopo, se fai sport, com’è il tuo ciclo etc…
altra domanda: eliminando alcuni cibi tempo fa era andata via quella lieve anemia che avevo in una settimana ma poi è ritornata . come mai?
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nascita
non so come è apparso nascita ma non c’entra sotto
Questo e’ il miglior articolo sull’argomento che abbia letto finora. Sono anemica ma non tollero gli integratori di ferro e quindi voglio risolvere il problema con un’alimentazione corretta. Ho letto numerosi articoli sull”argomento che pero’ mi avevano lasciata piu’ confusa che altro. Adesso so cosa fare. Grazie.
Grazie per i complimenti Rosalba, sono contenta di esserti stata utile!
Buongiorno, sono un donatore di sangue, mai avuto problemi di salute gravi. Da circa 5 mesi seguo una dieta molto ricca di alimenti di origine vegetale e pratico sport 3-4 volte la settimana. Stamattina, prima di donare, mi hanno omisurato l’emoglibina….il valore era 12, quindi non mi hanno fatto danare, ma mi hanno prelevato sangue per ulkteriori accerttamenti. In agosto 2012, alle prime analisi per diventare donatore il valore era 14,5. Secondo me il calo dell’emoglobina è dovuto all’attività sportiva intensa e allo scarso apporto di ferro di origine animale. Cosa ne pensa? Grazie per la risposta.
Buongiorno Pietro! Per poterle rispondere avrei bisogno di più informazioni per poterle dare un parere… E’ vero che l’attività sportiva intensa può causare variazioni nei valori di emoglobina e riserve di ferro, e che un soggetto a rischio di anemia potrebbe peggiorare la condizione qualora non mangiasse molta carne o pesce. Se la sua alimentazione è tendenzialmente vegetariana le consiglierei di provare per un periodo con un cucchiaio di melassa nera prima di colazione (si trova in erboristeria o nei negozi bio), oppure di rivolgersi al suo medico curante per vedere se sia il caso di fare un periodo di integrazione.
Salve, sono un ragazzo diciannovenne impiegato regolarmente in attività sportive amatoriali soprattutto aerobiche e studente universitario. Purtroppo sin da picvolo soffro di una strana forma di anemia sideropenica microcitica con RDW sopra il range. La ferritina è quasi assente e la sideremia è sistematicamente vicina al valore minimo del range di riferimento ma insufficiente. Questo ovviamente quando non integro con Ferrograd; alla fine dei cicli di integrazione tutti i valori tornano nei range eccezion fatta per la ferritina.
La mattina della scorsa analisi, che ha dato questi risultati, ho guidato e mi sentivo molto bene. Ho una dieta varia e regolare, ricca di alimenti da lei raccomandati nell’articolo e con verdure cotte a vapore. Bevo ad ogni pranzo una spremuta di arance. Da piccolo il quadro si presentava anche quando non praticavo sport. Da cosa potrebbe dipendere? Complimenti per l’articolo davvero completo e utile.
Grazie mille per i complimenti, Franco 🙂
Purtroppo sono una dietista e non un medico: non conosco i particolari del tipo di anemia di cui sei affetto, e non saprei dirti da cosa possa dipendere. Non mi arrischio a formulare ipotesi perché non vorrei darti informazioni non corrette, che magari ti confonderebbero di più le idee. Hai un ematologo di riferimento? Probabilmente lui potrebbe soddisfare le tue domande!
La verità è che ho consultato un ematologo, ma il tutto si è risolto in integrazione e monitoraggio costante. Ecco, vorrei se possibile evitare di dover dipendere dagli integratori come Ferrograd, per le ragioni già ben esposte dagli altri commentatori. Posso riuscirci incrementando anche di molto l’apporto di quei cibi in articolo, oppure rischio di farmi solo del male? Forse ho solo bisogno di molto più ferro, ma mi stupisce che una dieta variata non sia comunque abbastanza…
Purtroppo il discorso dell’alimentazione bilanciata vale in casi di anemia più blandi: il tuo mi sembra più importante. Per altro, ti hanno detto le cause o non hanno saputo aiutarti?
Comunque, se vuoi un reintegro naturale io ti consiglio… la mela chiodata! 🙂 Non mi guardare male… In bioterapia alimentare è utilizzatissima: io stessa la uso d’estate (sono soggetta a cali di pressione da ferro basso).
Come funziona: prendi una mela, ci metti dei chiodi di ferro (ferro! Mica quelli di alluminio sennò non funziona!), e la lasci in frigo per almeno 24 ore. Poi togli i chiodi e la mangi. Per quanto? Tutti i giorni anche per diversi mesi. Gli acidi contenuti nella mela trasformano il ferro dei chiodi in una forma altamente biodisponibile: io mi sono sempre trovata benissimo (gli esami del sangue confermano). I chiodi devono essere, ovviamente, nichel-free e di ferro al 100% (si trovano nei ferramenta). Non aver paura del tetano o della ruggine che è insensato: quello è un problema in caso di contatto con ferite aperte e profonde, la mela chiodata è un metodo sicuro al 100% 🙂
e io che pensavo che la nonna quando lo faceva fosse matta ;P!
Ciao e complimenti per l’articolo, ma ho qualche dubbio:
1) mi puoi dire i tempi di ammollo dei semi oleosi (girasole, zucca, mandorle e noci)?
ieri ho messo in ammollo tutta la notte 3 noci e 1 cucchiaio di semi di girasole. Ho trovato l’acqua marrone e oleosa. Ho il dubbio che si siano dispersi in acqua le vitamine e i sali minerali cosa ne pensi? Inoltre pensi bisognerebbe aggiungere all’acqua un po di limone e aceto come si fa per i legumi?
2) Pensi sia il caso di mettere in ammollo anche i cereali tipo grano saraceno, quinoa e amaranto e con quali modalità?
3) un cucchiaio di melassa a digiuno la mattina non causa un picco di insulina? Ma va mangiata da sola o può essere accompagnata da altri alimenti che non interferiscano con l’assorbimento dei nutrienti e quali?
Grazie
Ciao Daniela, grazie per i complimenti! 🙂
1) I semi oleosi non andrebbero messi in ammollo, mentre per noci, nocciole e mandorle è sufficiente una notte in poca acqua. La frutta secca deve essere sgusciata, non tostata e non spellata. E’ sufficiente la sola acqua, senza aceto o limone che oltretutto ne peggiorerebbero il gusto.
2) No: grano saraceno, quinoa e amaranto non vanno messi in ammollo. E’ però vero che alcuni mettono in ammollo una notte il grano saraceno e poi lo mangiano dopo averlo scolato e senza cuocerlo: dipende dai gusti. L’ammollo non è comunque necessario.
3) Causerebbe il picco di insulina se dopo tu non mangiassi altro, invece mangi la melassa mentre prepari la colazione e poi fai normalmente il primo pasto della giornata. Io consiglio la melassa a digiuno perché in questo modo si assorbe più velocemente il ferro (avendo lo stomaco vuoto), ma dopo qualche minuto si può tranquillamente colazionare!
Spero di averti risposto in modo esaustivo, nel caso di altri dubbi chiedimi pure!
Scusami, se insisto non è certo per poca fiducia nella tua indiscussa preparazione anzi nutro molta stima nei tuoi confronti ma potresti spiegarmi come mai non c’è perdita di vitamine (penso siano presenti sia quelle idrosolubili che liposolubili) e sali minerali? Grazie
Perché i sali minerali non possono essere persi con l’ammollo: al più se ne perde una piccola quantità con la bollitura 🙂 E’ come se tu ti mettessi in una vasca da bagno e pensassi di perdere sangue o calcio o ferro… Spero che il paragone sia vagamente azzeccato. Stessa cosa per le vitamine: l’unica vitamina che viene persa a contatto con luce ed aria è la vitamina C, che comunque la frutta secca possiede in piccole percentuali 🙂
Gentile dottoressa,
È da qualche mese che provo a seguire i suoi consigli alimentari, però devo aver sbagliato qualcosa, perché nelle ultime analisi del sangue è stata evidenziata un’anemia molto severa. Avevo già avuto anemia in passato, ma ci sono ricaduta. Ovviamente, mi hanno dato dei farmaci integratori, non mi piace l’idea, però con l’emoglobina a 8 la mela chiodata e la melassa non sono sufficienti, non posso pretendere diversamente. Come posso coniugare i suoi consigli con una dieta con un alto (o almeno adeguato) introito di ferro? Mangiando poca o niente carne (impossibile trovarla bio, quindi avevo ridotto), pochi o niente salumi, anche se mangio dei gran legumi e cereali e frutta secca, evidentemente per il mio corpo non è sufficiente…
Grazie
Carissima, quelli che pubblico sul sito sono appunto consigli e non diete personalizzate: per poter dare consigli efficaci per singole persone avrei bisogno di un contatto diretto e approfondito, soprattutto in casi patologici o borderline come può essere il suo in cui c’è già un’anemia conclamata: i miei consigli via sito in questo caso sono quasi completamente inutili, perché si riferiscono sempre ad una persona in buona salute. Ad esempio in questo specifico articolo, ad una persona in buona salute che voglia ottimizzare l’assorbimento del ferro pur in dieta vegetariana.
Mi spiace davvero, ma non posso dirle di più: non sarebbe professionale da parte mia, e sarebbe sbagliato nei suoi confronti perché non conoscendo il suo quadro clinico potrei addirittura farle più male che bene.
La ringrazio per la sincerità. Continuerò comunque a leggere il sito, perché mi sembrano molto interessanti e didattici i suoi articoli.
Mi permetto di farle solo un’ultima domanda, per la quale penso che sí possa darmi un consiglio.
Mi hanno consigliato di prendere gli integratori di ferro a digiuno con la vitamina C. Per questioni di orari, lo devo prendere in ufficio prima di pranzo. So bene che la vitamina C è molto “fragile”. Secondo lei, qual è l’opzione migliore (o meno peggio)?:
– Bric di succo di frutta (ho visto al super che ce ne sono nel banco frigo non UHT)
– Bric di succo di frutta tradizionale
– Spremermi l’arancia la mattina a casa, mettere il succo in un tupperware o in un vasetto e berlo quindi 6 o 7 ore dopo
– Pastiglie effervescenti di vitamina C
La ringrazio ancora per la gentilezza e ancora complimenti per il sito e l’articolo.
Dipende dall’integratore di ferro che le hanno consigliato e il dosaggio… Io ho collaborato con medici che consigliano il Sideral: in questo integratore il ferro è veicolato da liposomi che ne garantiscono l’assorbimento anche in assenza di vitamina C. Altri tipi di integratori effettivamente hanno maggiore efficacia quando associati a vitamina C: tra le opzioni che mi ha elencato credo che le migliori siano la spremuta mattutina (magari messa in un thermos) o il brick di frutta da banco frigo. Tenga conto che moltissima vitamina C è contenuta in kiwi e fragole, da poter piluccare subito dopo l’integrazione 🙂
La ringrazio moltissimo per la completa e veloce risposta.
Di nulla, ci mancherebbe!
ciao bell’articolo , vorrei capire come posso usare il timo secco…. infuso ok o ci sono altri sistemi d’assunzione grazie della risposta
Ciao Luigi! Puoi usare il timo semplicemente come condimento dei tuoi piatti: aggiungilo alle verdure, alla pasta, ai legumi… Rigorosamente a fuoco spento, mantiene più inalterate le sue proprietà!
Le erbe aromatiche, se essiccate, contengono più ferro…. ma come?. ci dicono sempre che gli alimenti, per dare il massimo apporto di nutrienti, vanno consumati freschi…… allora il timo sbriciolato e invasettato in vendita nei supermercati contengono più ferro di quello fresco appena raccolto dall’orticello?
E’ semplicemente un meccanismo di disidratazione: nelle erbe fresche è presente un’alta percentuale di acqua, che “porta via spazio” ai nutrienti. Una volta che le erbe vengono essiccate si avrà una maggiore concentrazione di nutrienti a parità di peso. Questo perché 100 g di erbette fresche contengono magari un 70% di acqua, mentre 100 g essiccati ne contengono meno dell’1% 🙂
Ovviamente il confronto va fatto su una stessa tipologia di erbe, ossia: erbe dell’orto fresche ed essiccate. Non si può confrontare l’erba fresca dell’orto e le erbette essiccate industriali, perché in questo caso intervengono numerosi altri fattori -oltre a quelli nutritivi- che fanno delle erbe fresche la scelta migliore.
Spero di essermi spiegata bene 🙂
Più che bene, grazie 🙂
Ciao Arianna, grazie mille per le info contenute nell’articolo! Per migliorare l’assorbimento del ferro può essere utile bere prima dei pasti una spremuta d’arancia o consumare frutta fresca ricca di vitamina C come kiwi? E bere caffè almeno un paio d’ore dopo pasti/cena..? In questi mesi sto abbandonando la carne (bresaola a parte nel classico panino della pausa pranzo) ma sono diventato anemico..
Grazie
Grazie a te per i complimenti 🙂
Ti consiglierei di evitare il caffè, il latte e i derivati del latte per un mese e ripetere le analisi di ferritina e sideremia. Al contempo, inserisci quotidianamente frutta ricca di vitamina C, e segui gli altri consigli che ho dato in questo articolo. Potrebbe esserti utile farti seguire da un nutrizionista che elabori per te una dieta personalizzata.
Ciao Arianna, vorrei chiederti un chiarimento circa la frutta secca. Se consumata senza ammollo preventivo, i fitati in essa contenuti inibiscono “soltanto” l’assunzione del ferro contenuto nella frutta secca stessa o anche di quello che si trova negli alimenti che si consumano insieme ad essa? Faccio un esempio pratico: porridge di avena condito, tra le altre cose, con frutta secca: i suoi fitati inibiscono anche l’assorbimento del ferro contenuto per esempio nell’avena? O, ancora, il consumo di frutta secca a fine pasto può incidere sull’assorbimento del ferro contenuto negli alimenti consumati durante il pasto stesso?
Ciao Iaia, la frutta secca inibisce l’assorbimento dei minerali della frutta secca stessa, ma anche provenienti da altro cibo presente ad un pasto.
Ok, ti ringrazio. Dunque cercherò di ricordarmi più spesso di ammollarla in anticipo:)
Salve, ho letto della mela chiodata. Sto provando ma ho molti dubbi, nel senso:
quanti chiodi mettere, e quante mele mangiare al mese, perchè in giro per il web ho letto addirittura di non eccedere la mela al mese se no si rischia un sovradosaggio.
Inoltre ho notato una cosa, quando levo i chiodi, loro sono ricoperti di una patina quasi gelatinosa marroncina, che lascia tracce nel foro, mentre i dintorni nella mela sono leggermente nerastri.
Non credo che la parte marroncina sia ruggine, ma sembra come una sorta di ossidazione del ferro.
Potrebbe dare qualche delucidazione?
Grazie!
Buona sera, può leggere maggiori info qui.
L’ossidazione della mela è normale: è quello che si ricerca nella mela chiodata, sennò non avrebbe senso.
Buongiorno, ringrazio molto, ho letto tutto al link, tutta via non specifica quante mele mangiare al mese, considerando una carenza simile alle donne in gravidanza. Per quanto riguarda il numero di chiodi….posso riferimi alla foto nel link?
Grazie!
Una mela al giorno, ma sarebbe bene contattare un medico di medicina naturale che la segua personalmente.
Grazie, aggiungo un’ultima cosa in riferimento alla patina marroncina attaccata al chiodo, perchè pensavo che il ferro ossidato è in sostanza un ferro trivalente, quindi non assorbibile rispetto alla parte nerastra che invece sembra quella bioassimilabile….(bivalente). E’ solo un dubbio.
Grazie ancora e cordiali saluti