L’ho accennato in questo articolo: l’allattamento al seno riduce il rischio che il bambino, crescendo, possa diventare obeso. Approfondiamo la questione: che differenza c’è tra il latte materno e il latte artificiale tale per cui solo il primo predispone ad obesità?
La differenza sostanziale sta nelle proteine. Il latte materno contiene 7-12 g di proteine per litro, mentre molto superiore è il contenuto del latte artificiale: la concentrazione varia tra i 15 e i 23 g delle formule usate per i bambini fino ai 4-6 mesi.
Le proteine servono per costruire le nostre cellule: sono i “mattoncini” di cui il nostro corpo è costituito; il fabbisogno proteico del bambino in crescita è elevato proprio perché le sue dimensioni corporee aumentano notevolmente in poco tempo. Tuttavia, quando al lattante si forniscono più proteine del necessario queste vengono trasformate in riserva adiposa, ossia in… ciccia! Le neomamme sanno che i bimbi allattati artificialmente sono più paffuti degli allattati al seno, ma l’aspetto più florido non deve ingannare: non significa che il bambino cresciuto con latte in polvere sia più sano o meglio nutrito.
Non solo. Le nostre riserve di grasso sono costituite da particolari cellule chiamate adipociti: dai due anni per tutto il resto della vita esse possono aumentare a dismisura come volume, ma non come numero.
Facciamo un esempio pratico. Se una persona ha 10 cellule adipose, per quanto possa mangiare in modo eccessivo andrà incontro ad un sovrappeso sempre inferiore in confronto a chi si alimenta nello stesso esatto modo ma ha 20, 30… 100 adipociti.
In che modo viene deciso il numero di cellule adipose in dotazione a ciascuno di noi? In parte da fattori genetici (genitori obesi trasmetteranno al bambino una predisposizione numerica di adipociti superiore rispetto a genitori normopeso), in parte è determinante l’alimentazione nei primi due anni di vita. L’eccesso proteico, infatti, viene solo in parte trasformato in grasso: l’altra parte dell’eccedenza va a costituire un numero sempre maggiore di adipociti. Per dirla in un modo semplice: quando nei primi due anni di vita le proteine sono sovrabbondanti, il corpo le trasforma sia nei “mattoncini” di cui sono fatti gli adipociti (ovvero l’involucro) sia nel loro contenuto stesso (ovvero il grasso). L’eccesso di proteine si traduce quindi in un numero maggiore di adipociti (è un fenomeno detto iperplasia adiposa), ciascuno dei quali potrà in seguito aumentare di volume in modo pressoché illimitato.
La maggior diffusione del latte artificiale è innegabilmente uno dei motivi per cui i bambini di oggi hanno un peso mediamente superiore rispetto a quelli di dieci, venti, cinquant’anni fa. Certo è solo uno dei fattori di rischio: conta poi l’alimentazione cui il bambino verrà abituato, la sua attività fisica, l’eccesso di grassi e di zuccheri, ma…
A prescindere dal tipo di alimentazione che una persona adotterà per il resto della vita, è ben diverso avere un set di adipociti molto consistente piuttosto che esiguo.
Mi rivolgo ancora una volta alle mamme: a meno di complicazioni reali (galattosemia del bimbo, mancanza di latte, patologie materne trasmissibili), scegliete sempre l’allattamento esclusivo al seno almeno per i primi sei mesi. Il latte in polvere è comodo e pratico, ma sul lungo termine sono nettamente superiori i vantaggi offerti dal latte materno. Per voi, e per il vostro bambino.
14 Comments
Ero a conoscenza di questo tema, infatti da sempre sono attenta all’alimnetazione di mia figlia perché è una bimba molto attiva e vorace… Ci sono periodi che mangerebbe quanto un uomo adulto!
Fortunatamente sono riuscita ad arrivare quasi ai 6 mesi con l’allattamento materno e fino ai tre anni è andata assottigliandosi… Trovo che sia un capitale fondamentale quello che gli diamo noi genitori con l’alimentazione corretta e l’abitudine al “sano” perché cercare di rettificare le abitudini quando son grandi è molto più difficile e non sempre raggiungibile come obiettivo…
Bello come smpre il tuo blog!
Capisco che la bambina abbia un appetito smisurato: il fabbisogno calorico di un bambino in crescita (parlo dei 10-15 anni circa) è anche superiore rispetto a quello di un adulto! Cambiano invece le porzioni e la frequenza dei pasti: porzioni più piccole ma più frequenti. Quanti anni ha tua figlia ora?
La mia cucciola è ancora piccola… Fra pochi giorni compie tre anni e mezzo! 🙂 Quindi puoi ben capire come sento l’importanza di “trattenerla”. Purtroppo la scuola, i nonni e alcuni parenti me la mettono all’ingrasso e sembra una lotta continua contro i mulini a vento.
Tra la pizza come merenda obbligatoria a scuola, le caramelle come compenso, la cioccolata come regalo… È dura.
Capisco bene, credo che i nonni siano i primi a riempire le tasche dei nipotini di caramelle e cioccolatini: d’altronde non si dice che ciò che non si permette come genitori, verrà poi concesso una volta nonni? Ed è un bene che vi sia questa tenerezza… Il problema, come sempre, è quando diventa vizio.
che poi dove sarà tutta questa comodità del latte artificiale non lo so. Immaginati alle 4 del mattino, strappata a un sonno inenarrabile da un nanetto che frigna a più non posso.
Allatti al seno: ti alzi, lo prendi, tiri fuori la tetta e tempo un quarto d’ora/venti minuti hai fatto.
Non allatti al seno: ti alzi, vai in cucina, scaldi l’acqua (ma non troppo calda) metti i musurini indicati di latte in polvere nel biberon, ci travasi l’acqua calda, sbatti il tutto, senti che non sia troppo calda, poi vai di là, prendi la iena urlatrice e gli dai il biberon. Se hai fortuna te la cavi in mezz’ora abbondante. Se canni la temperatura dell’acqua tiri giù come minimo venti santi dal calendario.
E poi allattare al seno è una sensazione impagabile.
E gli trasmetti i tuoi anticorpi, col tuo latte.
Insomma, è mille volte meglio.
Capisco se una non ha il latte, non può mica faci nulla … ma non capisco le ragioni di chi il latte ce l’ha e per scelta sua decide di non allattare. Per me è un’assurdità.
E’ comodo nella mamma che lavora, o che deve lasciare il bimbo al nido: in quelle situazioni non può essere costantemente presente, e il latte artificiale è l’unica opzione all’orizzonte. Sarebbe bene, quando si ha appena partorito, prendersi un periodo di pausa lavorativa e concentrarsi sul bambino, ma realisticamente quante lo fanno? E lo chiedo senza alcuna vena di sarcasmo: so bene che nella maggior parte dei casi ritornare subito al lavoro non è uno sfizio personale, quanto reale necessità economica.
beh, puoi anche tirartelo il latte, se ce l’hai. è una rottura, però almeno tuo figlio berrà un alimento mille volte migliore del latte artificiale.
Non so, io ho conosciuto diverse neomamme e sono stata la prima a rientrare al lavoro, quando mio figlio aveva 5 mesi e ho iniziato lo svezzamento.
Mi stai dicendo che boh… magari per un 0,0001% non è colpa mia se ingrasso facilmente, dopo anche solo un periodo di vizi? Mi toglieresti un piccolo peso dalla coscienza, visto che non mi capacito del fatto che amiche e colleghe che mangiano il triplo e si muovono la metà sono ex modelle, mentre io sono ex obesa -_-” lo trovo ingiusto, ecco.
E sì, per ovvi motivi sono stata allattata artificialmente.
Che sia come dici tu un 0,0001% o un 1% o un 10% onestamente non saprei, ma indubbiamente l’allattamento artificiale ti ha creato una predisposizione ad accumulare più facilmente il grasso.
Però, lasciatelo dire, anche se poi hanno inciso abitudini alimentari ben poco corrette, sei il chiaro esempio che l’assetto genetico “predispone” ma non “condanna”: senza la tua forza di volontà, avresti ancora un peso patologico.
Che articolo meraviglioso!
Vabbhè io sono un po’ di parte… la mia piccola Cecilia ha 20 mesi e prende ancora molto latte di mammà! Con grande gioia di tutte e due, e (purtoppo) grande stupore del 80% delle persone a cui lo dico!
A me stupisce più un bimbo che a 6 mesi non viene più allattato al seno… questa non è la cosa più naturale… eppure va tutto al contrario!!
Grazie mille Cinzia!
Secondo me un bambino andrebbe allattato fino ai 6 mesi esclusivamente al seno, per poi cominciare con lo svezzamento: si può continuare ad affiancarlo con l’allattamento fino ai 10-12 mesi. 20 mesi sinceramente mi sembra un po’ tanto: il tuo latte è ormai molto povero di nutrienti, ma soprattutto avevo letto che andandro a protrarre troppo l’allattamento si rischia di creare un legame madre-figlio morboso… Dovrei comunque informarmi meglio su quest’aspetto psicologico!
se ti interessa ho scritto due post sul mio blog (secondo me) molto interessanti sull’allattamento!
io mi sono informata tantissimo su questo argomento e non ho trovato un solo articolo recente che sconsigli l’allattamenteo prolungato e che ne elenchi delle controindicazioni anche psicologiche… (se è il termine giusto per definirle!)
lo stesso OMS consiglia l’allattamento esclusivo fino ai 6 mesi, e complementare fino ai due anni e oltre!
basta pensare che l’essere umano è lattante PER NATURA fino ai 6 anni… (non arriverò a tanto però… non ti preoccupare!!!)
quanto all’attaccamento… ti dirò che non so se sia questo ma cecilia sembra una bambina così serena… e non fa alcun capriccio quando va dai nonni o è via con il babbo e la mamma non c’è… perciò per ora direi prorpio di no!
Appena ho un attimo di tempo cercherò e leggerò i tuoi post, e cercherò anche degli studi che ne parlano! Mi piace essere sempre informata, quindi mi hai dato un nuovo spunto di approfondimento 🙂
Allattare al seno é una fatica x questo molte non lo fanno…io lo sto facendo da poco, il bimbo ha poco più di un mese ..spiego perché ..l allattamento a richiesta fa si che il bimbo chieda di stare attaccato al seno molto più spesso che al biberon, anche ogni ora o anche meno, ed ogni volta almeno all’ inizio ci sta un sacco di tempo, anche un ora( è infatti più impegnativo e lungo trarre il latte dal seno) mentre con il biberon la razione finisce in 10 minuti. Quindi allattando al seno ti ritrovi con una pausa di un ora ad allattare per un ora, ergo non puoi fare nulla né allontanarti dal bimbo. In più hai la preoccupazione e il controllo costante della tua alimentazione: sto bevendo abbastanza? Sto mangiando bene? Non devo bere caffè non devo bere alcool non devo mangiare spezie piccanti. Paura che non stia prendendo abbastanza, mancanza di sicurezza xche non vedi la dose che scende ..e ora passiamo al biberon: dosi che ti danno l impressione di avere il controllo, bimbo che si sbriga in 10 minuti, bimbo più sazio ( perché pesante) che si sveglia con meno frequenza, tu che puoi tornare a farti uno spritz, tu che puoi delegare al marito al nonno e a chi ti pare di dargli il biberon…appena ti sorge un dubbio o una difficoltà sull’ allattamento naturale c’è un nonno che ti dice “ma dagli l’ aggiunta”….ora è chiara la differenza?