Penso che tutti voi siate a conoscenza della piramide alimentare, ossia di quel grafico studiato per dare consigli nutrizionali alla popolazione o a gruppi di popolazione. Ideata a inizio anni ’90 in America, la piramide è un metodo grafico utile a insegnare i principi della corretta alimentazione: gli alimenti che stanno alla base sono quelli da prediligere o da consumare quotidianamente, mentre il consumo di quelli che stanno al vertice è da moderare in frequenza e/o quantità.
Esistono innumerevoli tipologie di piramide alimentare a seconda dei diversi modelli dietetici che si prendono in considerazione: piramide mediterranea, vegetariana o vegana, ecologica, per bambini, per sportivi… Qui trovate tutte le informazioni in merito alla piramide alimentare italiana, che è stata strutturata partendo dai principi della dieta mediterranea ai quali si sono aggiunti suggerimenti riguardanti l’attività fisica.
Per un paio di decadi la piramide alimentare è stata il fulcro dell’educazione alimentare rivolta alla popolazione; pur essendo un validissimo strumento, non è tuttavia esente da alcune critiche: ad esempio, non spiega la composizione che ogni pasto dovrebbe avere o come sia meglio abbinare le diverse categorie di alimenti.
Un paio di anni fa la Harvard School of Public Health ha elaborato il “Piatto Sano”, uno strumento grafico facile e intuitivo destinato a soppiantare l’ormai poco versatile piramide alimentare.
Il Piatto Sano si propone di illustrare visivamente come devono essere composti i pasti principali di ogni giorno: colazione, pranzo e cena.
Le parole d’ordine sono qualità e quantità, una inscindibilmente legata all’altra. Le quantità delle diverse categorie di alimenti sono facilmente intuibili a colpo d’occhio: il Piatto di Harvard ragiona in termini volumetrici e non di peso, fatto non di poco conto in quanto permette di seguire corretti principi alimentari anche quando ci si trova fuori casa e si è sprovvisti della bilancia. Le indicazioni circa la qualità del cibo sono velocemente riassunte nell’immagine, ma necessitano di una spiegazione più esaustiva da parte di un professionista dell’alimentazione: vediamo dunque come servirci di questo strumento per orientare le nostre scelte!
Frutta e verdura
Come l’immagine ci mostra, metà di ciascun nostro pasto dovrebbe essere rappresentata da frutta e/o verdura.
Si consiglia di iniziare il pranzo e la cena con un’insalata mista di verdura cruda, il più colorata possibile per avere la maggior protezione antiossidante (ricordate questo articolo…? A ciascun colore corrisponde una famiglia di antiossidanti; mischiando diversi colori avremo una protezione esponenzialmente maggiore). Personalmente consiglio di tenere la frutta come spuntino lontano dai pasti, oppure di inserirla a colazione: la frutta consumata durante pranzo e cena potrebbe appesantire e rallentare la digestione; in soggetti predisposti a bruciore di stomaco e reflusso peggiora i sintomi.
Ricordate che le patate non sono verdura: al contrario degli altri ortaggi le patate sono composte prevalentemente da carboidrati complessi (amidi) e pertanto devono essere considerate un’alternativa a pane e cereali (pasta, riso, cereali integrali).
Sia per la frutta che per la verdura seguite la stagionalità: è poco saggio consumare zucchine a dicembre o arance ad agosto, e non solo perché avranno poco sapore. Frutta e verdura non di stagione sono coltivate in serra con l’aiuto di fertilizzanti e pesticidi chimici, che forzano la mano di Madre Natura.
Consiglio anche di consumare il più possibile ortaggi locali, per almeno due motivi: i vegetali provenienti da paesi esotici (come banane, mango, papaya…) sono stati colti molto prima della loro completa maturazione per non fare in modo che i lunghi tempi di trasporto causassero la loro marcitura. Contengono meno vitamine e minerali, e sono meno buone di altra frutta colta a giusta maturazione. Inoltre, mangiando prodotti locali facciamo del bene anche alla nostra economia e all’ambiente (vi siete mai chiesti quanto inquinamento si produce per il trasporto oltreoceano di prodotti agroalimentari?).
Carboidrati e cereali
Un quarto di ciascun pasto dovrebbe essere occupato da cereali preferibilmente integrali, ricchi di fibre, proteine vegetali e minerali. L’Italia è la terra della pasta e del pane, ma perché non provare anche cereali in chicchi come farro, orzo, grano saraceno, avena, segale, miglio…? Sono molto buoni e versatili, adatti sia per la preparazione di piatti caldi (vellutate, minestre, “orzotti” o “farrotti” al posto del classico risotto) che freddi (gustosissime e fresche insalate miste di grano saraceno o miglio, ad esempio). I cereali integrali permettono un miglior controllo glicemico e contribuiscono a garantire una sazietà prolungata.
E’ importante sottolineare che i cereali integrali mantengono lo strato esterno del chicco, quello in cui si accumulano maggiormente residui di pesticidi: per questo motivo si consiglia di consumare cereali integrali solo se biologici, e possibilmente da aziende che lavorino con grani italiani.
Le proteine animali e vegetali
Il rimanente quarto di piatto deve essere occupato da una fonte di proteine.
Troviamo proteine vegetali nei legumi (ceci, fagioli, lenticchie, piselli, fave, cicerchie), che andrebbero consumati mediamente tre volte a settimana. Personalmente tendo a consigliare di consumarne di meno in estate, poiché contribuiscono all’abbassamento della pressione arteriosa (in estate si è già predisposti ad avere pressione bassa, soprattutto le donne), e ne consiglio un consumo molto prudente a chi soffre di allergia al nichel, colon irritabile e meteorismo.
Altre fonti di proteine vegetali possono essere derivati della soia (tofu, tempeh, germogli). Qui avevo espresso qualche perplessità in merito, ma questo non toglie che un consumo moderato e *consapevole* non sia affatto controindicato.
Anche il seitan è fonte proteica vegetale, ma fate attenzione: si tratta quasi esclusivamente di glutine, quindi completamente controindicato a chi soffre di celiachia o intolleranza al glutine.
Per quanto riguarda le fonti proteiche animali, si consiglia carne bianca possibilmente allevata a terra e non in gabbia (pollo, tacchino, coniglio), uova biologiche e pesce preferibilmente non d’allevamento (ottimo il pesce mediterraneo!).
La carne rossa è da limitare, mentre la carne processata è completamente da bandire: hot-dog, hamburger confezionati, wurstel, affettati e salumi in vaschetta. Il loro consumo promuove lo sviluppo di alcuni tipi di cancro (approfondimento qui).
I condimenti
Per quanto riguarda i condimenti Harvard consiglia genericamente l’uso di oli vegetali. Io renderei più mediterranea questa indicazione, consigliando l’uso esclusivo di olio extravergine d’oliva italiano, dalle infinite proprietà salutistiche. L’olio extravergine è il condimento più equilibrato nella sua composizione di acidi grassi, e che tiene meglio la cottura, sebbene sia comunque consigliabile usarlo a crudo.
Per cereali, legumi e verdure possiamo osare il gusto deciso di un olio campano o siciliano, mentre il sapore più delicato del pesce meglio si abbina ad un olio meno penetrante, come quello ligure. Ma questi consigli sono più personali che non salutistici!
Di tanto in tanto è possibile alternare l’olio extravergine con olio di semi di lino ricco di omega-3 (da usare rigorosamente a crudo, e da conservare in frigorifero) o -per particolari ricette- con un buon burro di centrifuga, magari chiarificato.
Sempre tra i condimenti si consiglia di usare sale marino con moderazione e di abbondare con erbe aromatiche e spezie; queste ultime sono controindicate in caso di reflusso gastroesofageo e gastrite.
Le bevande
Il Piatto Sano consiglia di completare il pasto con acqua, escludendo bibite gassate e zuccherate e moderando il consumo di bevande nervine come tè o caffè. Ai pasti si consigliano 1-2 bicchieri di acqua: una quantità maggiore potrebbe diluire eccessivamente i succhi gastrici, peggiorando la digestione. Invece, via libera all’acqua durante la giornata!
Che cosa manca…?
I più attenti (…o golosi!) di voi avranno notato che nel Piatto Sano mancano latte, latticini, frutta secca e dolci. Perché?
Per quanto riguarda i dolci la risposta è semplice: essendo alimenti ad alta densità energetica, se ne sconsiglia il consumo quotidiano. L’elevato contenuto di zuccheri li rende poco adatti al controllo della glicemia e dell’insulina, entrambi fattori che entrano fortemente in gioco nella promozione della salute (quando equilibrati) o -viceversa- nella determinazione di patologie (quando suscettibili di sbalzi continui e repentini).
A seconda dei casi, la frutta secca viene considerata fonte di proteine vegetali o di grassi. Noci, nocciole, mandorle e semi oleosi sono fonte di grassi insaturi, indicata per la prevenzione di patologie cardiovascolari e utile a controllare stati di infiammazione cronica determinata ad esempio da obesità o sindrome metabolica. Pinoli, anacardi e arachidi presentano, oltre alla componente lipidica, una buona percentuale di aminoacidi: rappresentano un contributo proteico soprattutto in diete vegetariane.
La frutta secca può essere aggiunta alle insalate o usata per la preparazione di pesti da condimento per il primo piatto, ma può anche essere uno snack pratico e veloce. Persone con problemi di peso non dovrebbero astenersi dal consumo della frutta secca, ma dovrebbero prestare attenzione alle quantità per il loro consistente contributo calorico.
Da ultimo, l’argomento latte a latticini, che ho già affrontato diverse volte in questo sito.
Recentemente la Harvard School of Public Health ha cambiato le sue linee guida, decretando che latte e latticini non sono una buona fonte di calcio e non favoriscono la salute delle ossa. Ne sconsiglia quindi il consumo abituale e/o in consistenti quantità.
I problemi legati a latte e formaggi sono in parte riconducibili a fattori intrinseci di questi alimenti (ad esempio lattosio e caseina), in parte a fattori fisiologici (stimolazione dell’insulina e di IGF-1, legato all’insorgenza di cancro al seno e alla prostata) e in parte a fattori tecnologici (omogeneizzazione e pastorizzazione, che determinano perdita di nutrienti e maggiore permeabilità intestinale, causa di crampi, dissenteria e intolleranze alimentari).
Senza scendere nel dettaglio della questione -su cui potrei dilungarmi anche troppo- in linea generale sono d’accordo con i consigli di Harvard: poco latte, pochi formaggi, e non di frequente. Ci sono alcune eccezioni sia in positivo che in negativo: ad esempio, sconsiglierei totalmente questi alimenti a chi soffre di ovaio policistico, acne, problemi persistenti alle vie respiratorie e alla pelle; di contrasto, ritengo che il latte crudo (e formaggi che ne derivano) da allevamenti *consapevoli* sia un ottimo alimento soprattutto in alcuni periodi della vita.
Un Piatto Sano e Fantasioso
Ovviamente, le indicazioni del Piatto Sano non devono essere prese tal quali: è bene usare un po’ di fantasia in cucina! Sarebbe un po’ triste intendere ogni pasto come un abbinamento di un piattino di pasta, fettina di petto di pollo alla griglia e contorno di verdure, non trovate…? Potete abbinare le varie parti del Piatto nel modo che preferite, dando vita a gustosissime ricette.
Qualche idea…?
– Un risotto ai frutti di mare con contorno di verdure grigliate.
– Insalata fredda di grano saraceno, piselli, carotine e mentuccia.
– Un burger di lenticchie alle spezie con una fetta di pane di segale o un tortino di miglio alle verdure.
– Zucchine e pomodori ripieni di farro aromatizzato con pesto genovese fatto in casa.
– Vellutata di zucca e lenticchie rosse con fiocchi d’avena.
– Pasta al pomodoro e basilico fresco, a seguire un involtino di sogliola con salvia e timo.
Insomma… Largo alla fantasia e all’inventiva, che la salute passa anche dalla bravura di chi sta dietro ai fornelli!
55 Comments
davvero chi soffre di ovaio policistico dovrebbe evitare di consumare latte e latticini? non lo sapevo! io ne soffro e per tutta la vita ho consumato latte quotidianamente e formaggi con moderazione (ma pur sempre con una certa costanza), senza che ne nessuno mi dicesse nulla; mi hai aperto un mondo. ai formaggi rinuncio volentieri, ma sono sempre stata abituata al latte a colazione, secondo te è consigliabile il consumo quotidiano di latte vegetale (so che tu consigli latte di mandorla e di avena su tutti) o in generale è meglio variare sempre, come dicesti nel tuo articolo sulla colazione?
grazie mille, come al solito =)
Purtroppo sì Giulia, in caso di PCOS il protocollo dietetico richiede l’eliminazione di latte e latticini. Se vuoi approfondire leggi questo mio articolo di qualche settimana fa 🙂
Per quanto riguarda le sostituzioni: ti consiglierei di variare il più possibile, a volte con latte vegetale, a volte con frutta secca, a volte semplicemente aumentando proporzionalmente il resto della colazione 🙂
grazie! a questo punto proverò gradualmente a cambiare le mie abitudini e ad eliminare latte e latticini, non sarà facile, ma la salute prima di tutto!
Tienimi aggiornata e fammi sapere se hai difficoltà in qualcosa: se ti posso aiutare, lo faccio con piacere!
Ciao Arianna, ti scrivo a distanza di mesi 🙂 ma sempre qui in silenzio a leggere dei tuoi post!! Leggiucchiavo ed ho trovato proprio questa nota riguardo l’ovaio policistico..Bhe, credo la percentuale delle donna che ne soffre sia molto alta! Ma ahimè l’unica soluzione proposta dai ginecologi è quella dei farmaci ed integratori!….e non sicuramente di un aiuto e di un consiglio alimentare…Molto interessate la relazione con l’uso di latte e derivati.. e confesso che io sono una delle tante che non riesce a dire di no ad uno yogurt al mattino (e qualcuno al pomeriggio)..in più soffro di colite.. quindi mi aiuta molto… Consigliami tu come poter far combaciare le due cose!..io non so rinunciare allo yogurt (bianco intero casareccio) e al buon parmigiano! Per il resto accetto tutto XD…Grazie in anticipo per la risposta, come sempre esaustiva:-)
Ciao Laura 🙂 Penso che potresti trovare interessante questo articolo, se già non l’avessi letto… Spero possa esserti d’aiuto! 🙂
grazie! sei stata chiara e convincente…sto iniziando la divulgazione del “plate”!
Grazie a te Silvia, sono contenta di aver chiarito alcuni tuoi dubbi! 🙂
Il pesce, manca il pesceeeeeeeee!!!!!
Io triste 🙁
scherzi a parte: stamperò il piatto sano e i tuoi consigli per far entrare nella zucca granitica di mio marito (gli chef sono una brutta razza, sappilo) che in certe cose sbaglia anche lui! 😉
Sarebbe fantastico poter unire le forze dietista-chef per aprire ristoranti buoni e sani, come in America! Con menù per tutti i gusti: carne, pesce, vegetariano, vegano o raw… 🙂
vieni a fare un giretto in Romagna in estate, che poi ne parliamo 😉
Estate? Che arcana stagione è questa? 😀
ciao volevo sapere secondo te nella sezione carboidrati,qual’è il pane migliore in fatto di nutrizione e dieta?e le quantita’ giornaliere….grazie e ciao
Il segreto è trovare un buon panettiere, che venda pane fatto a lievitazione naturale (quelli con la crosta spessa per intenderci) e magari con farine macinate a pietra. Comunque, trovo molto buono dal punto di vista nutrizionale il pane fatto con farina di segale integrale (lo trovo di marca Rapunzel al biologico, oppure Pema o Bjorg o Cereal nei supermercati tradizionali), quello di grano duro da panetteria e -sempre al biologico- il pangermoglio; quest’ultimo è fatto con germogli di cereali e non con farine, e viene essiccato e non cotto in forno. E’ molto nutriente e saziante!
grazie mille anche per la risposta privata…sei stata gentilissima e se fossi delle tue parti verrei di corsa da te…cmq t chiedero’ altre delucidazioni e t seguiro’ sempre!
Sono qui apposta, grazie a te per i commenti e i complimenti! 🙂
Ciao Arianna!complimenti x tutte le informazioni super utili che ci dai ogni settimana!
volevo chiederti due consigli : 1) cosa ne pensi delle gallette di riso ? io le consumo spesso x praticita´ ma nei tuoi appunti non le ho mai sentite nominare 🙂 2) che spuntini mi consiglieresti se non posso fare una “cena”vera per motivi di orario?
Ciao Roberta!
Gallette di riso e mais… per me equivalgono al polistirolo, per questo non le nomino mai 🙂 A parte il fattore gustativo -che è personale- ma dal punto di vista nutrizionale non sono affatto sane come vogliono farci credere: hanno poche calorie, questo sì, ma poi…? Mais e riso sono sottoposti ad altissime temperature per produrre le gallette, quindi impoveriti di qualsiasi nutriente che non siano gli zuccheri. Sono ad alto indice glicemico, non saziano, e a ben guardare il loro contributo energetico per 100 g non è poi tanto basso. Se vuoi optare per snack più salutari: frutta secca, un pezzetto di parmigiano, uvetta, fichi secchi, frutta fresca…
Per la cena invece… Se hai la possibilità di aprire il pasto con una porzione di frutta o verdura sarebbe ottimo. Poi ti puoi organizzare con piatti cucinati in anticipo, oppure optare per soluzioni fredde: prosciutto di Parma o San Daniele (senza nitriti e nitrati) con melone, del formaggio *consapevole* (tipo ricotta freschissima, formaggi da latte crudo), una fetta di pane di segale con frutta secca, insalatone fredde di cereali (che si conservano in frigo per qualche giorno). Se ceni tardi, per non appesantirti, ti consiglierei di tenere dosi moderate e aumentare proporzionalmente pranzo e merenda 🙂
Grazie per le tue risposte super veloci 🙂 un ultima domanda …cosa ne pensi dei “Wasa “? non so se li conosci sono tipo Crackers in stile nordico 🙂 ,sono definiti anche “cartoni “mentre le gallette polistorolo :-)))
Dal punto di vista nutrizionale non sono male. Volendo fare le pulci… il grano usato è integrale, ma è anche biologico? E poi, in tutta sincerità, hanno tanta fibra, troppa fibra! In alcuni soggetti anziché favorire il transito promuove la stipsi 🙂
Le considerazioni che hai fatto sulle gallette di riso valgono anche per tutti i chicchi soffiati? Tipo riso soffiato, miglio soffiato ecc.. Anche nei soffiati si usano alte temperature che impoveriscono il cereale?
Esatto: tutti i cereali soffiati si impoveriscono di qualsiasi nutrienti e innalzano eccessivamente il loro indice glicemico. Da sconsigliare…
oggi ho pranzato con:
un’insalata, tanto per cominciare, composta da lattuga, ravanelli, melanzane grigliate, rucola condita con olio evo e gomasio autoprodotto per passare poi a quinoa con lenticchie e zucchine.
che dici, sono stata brava?? 😉
Sei stata bravissima!! E tu, sei stata soddisfatta? 🙂
ciao!seguendo i tuoi post ieri ho pranzato con insalata di farro bio e verdure fresche,merenda con una mela e cena con isalata mista(carote,finocchi,songino e zucca) e involtini(3) di spinaci e farro(trovati al naturasi) cosa dici?
molte volte mi capita di nn aver tempo di pranzare e per far prima uso i pasti sostitutivi(che alcuni dietologi suggeriscono)seguito da yogurt fresco al max 2/3 volte la sett.
di solito faccio 2 spuntini(mattina e pomeriggio)con frutta ma ieri l’arancia mattutina mi ha dato fastidio allo stomaco ed ho deciso di sostituirla con una barretta iperproteica comprata in farmacia…cosa ne pensi su questo argomento?grazie e ciao
Non consiglio mai né barrette iperproteiche né pasti sostitutivi: io voglio parlare di cibo vero e vitale, non di cose inscatolate… Se si hanno problemi a organizzare i pasti c’è sempre una soluzione migliore delle barrette, ma questo va discusso da persona a persona, trovando l’alternativa che possa essere più adeguata a chi mi trovo di fronte… Ad esempio, si può optare per un panino e aumentare proporzionalmente colazione e cena, oppure dello yogurt e frutta secca… Sono completamente contraria alle barrette. Non guardare solo i nutrienti che contengono (grassi, carboidrati e proteine) ma leggi gli ingredienti che contengono: penso che tu non sappia identificarne almeno la metà. Ed è quello che mangi, che introduci nel tuo corpo, che va a costituire te stessa… Non è che i tuoi problemi allo stomaco siano dati anche da quello che di sbagliato mangi…?
sono qui apposta per capire ed imparare….seguiro’ i tuoi consigli…grazie mille!!!!!
Ti prego butta via quelle barrette 🙂 piuttosto un panino con crudo di Parma, salmone affumicato, creme di legumi o formaggi freschi 🙂 E poi delle frutta secca e/o fresca, una manciata di uvetta, un paio di fichi secchi… sono tutte alternative sane per pasti veloci! 🙂
Ho letto il sito dell’Harvard School of Public Health e avrei alcune considerazioni riguardo alla soia (sa che questo tema mi interessa) e i latticini.
Le raccomandazioni dietetiche del piatto sano di Harvard dicono di non mangiare soia più di due o tre volte a settimana (http://www.hsph.harvard.edu/nutritionsource/protein/), a meno che non si sia cresciuti in paesi in cui il consumo di soia è molto abituale. In queste due o tre porzioni a settimana di soia, crede che è compreso anche il latte di soia, o solo fagioli di soia, tofu, soia disidratata o altri derivati? Lei ne ridurrebbe ulteriormente il consumo, vista la sua reticenza al riguardo di tale legume?
Per quanto riguarda i latticini, Harvard dice di ridurre a due o tre porzioni al giorno (cioè, per esempio, un bicchiere di latte). Forse rimane comunque troppo per l’approccio alimentare che lei consiglia, però è anche vero che Harvard è negli Stati Uniti, paese in cui bevono il latte anche come semplice bevanda, quindi queste raccomandazioni di consumo sono forse più dirette a persone che consumano moltissimo latte. Pensa che tre porzioni yogurt e due porzioni di formaggio a settimana vadano bene?
Un’ultima domanda. Secondo lei, in assenza di problemi di peso, è possibile consumare frutta oleosa o semi tutti i giorni, per esempio a colazione? Continua a preoccuparmi il discorso delle proteine (soprattutto perché faccio molto sport), e riducendo i latticini e il consumo di carne, temo di incorrere in carenze proteiche.
La ringrazio in anticipo per la disponibilità.
Per quanto riguarda la soia: sì, Harvard intende qualsiasi prodotto a base di soia – compreso il latte. Ne considera un consumo maggiore per alcuni Paesi nei quali è tradizione perché sono gli stessi in cui la popolazione ha una particolare flora batterica intestinale atta alla conversione della daidzeina (un fitoestrogeno) nel suo metabolita più attivo, l’equolo. Per intenderci, sono i Paesi asiatici. Personalmente rimarrei su un consumo di 2-3 volte settimanali, a meno che non si tratti di prodotti fermentati dalla soia.
Per il latte: dipende molto da persona a persona, e da latte a latte. Non è sbagliato nemmeno mangiare uno yogurt al giorno, purché *non* sia magro. Per quanto riguarda i formaggi, sono ottimi quelli da latte crudo o la ricotta.
In linea di massima, se non si hanno particolari problemi (acne, ovaio policistico, asma) non è sbagliato mangiare una porzione di latticino al giorno, ma bisogna fare attenzione alla qualità del latte. Qui può approfondire circa i latte crudo e i formaggi che ne derivano. In sostanza, se si tratta di formaggi da supermercato, meglio evitare.
Per semi e frutta oleosa: io ne consiglio il consumo quotidiano anche quando si deve dimagrire, si figuri se la sconsiglio in caso di normopeso e perdipiù in una sportiva! 🙂
La ringrazio per i chiarimenti. Mi sorge un’ultima domanda. Lo yogurt di soya può essere considerato un prodotto fermentato di soya? O intende solo miso o tempeh?
Grazie
Lo yogurt di soia non è fermentato, almeno che io sappia! 🙂 Il tofu invece esiste sia fermentato che non fermentato, ma il primo è più difficile tra trovare…
Da non esperta in materia, avevo considerato lo yogurt un prodotto fermentato, per via dei fermenti che contiene.
Grazie, come sempre, per la risposta rapida, gentile e professionale.
Vengono aggiunti fermenti, ma fermentano la bevanda di soia e non i semi di soia, dunque l’effetto è ben diverso, molto molto più blando 🙂 Credo che nella tradizione giapponese non esistesse nemmeno lo yogurt di soia… è un’occidentalizzazione.
A pensarci bene, è vero. Non essendo abituati a mangiare latticini, è difficile che in Giappone abbiano l’abitudine allo yogurt.
Grazie come sempre per la risposta rapida, completa e molto professionale.
ciao Arianna!sto’ seguendo i tuoi consigli….ma ho un ma…io lo yogurt bianco intero e non, nn lo digerisco,preferisco quello greco(lo uso quotidianamente nella colazione)nn uso latte ma un filo(come mi hai cosigliato)di latte di soya,mandorle o riso integrale…solo per macchiare il caffe’ mattutino.
va bene se uso il greco 0% alternato al 2% tutte le mattine?ci posso accompagnare frutta secca o essicata(frutti di bosco,fichi,albicocche)?
il frutto fresco lo mangio a meta’ mattina e pomeriggio,troppa frutta?…faccio 5 pasti al di.
grazie ed ancora complimenti
grazie e ciao
Strano che tu digerisca lo yogurt greco e non quello normale… Beh, in ogni modo alterna le due qualità che mi hai citato, facendo ruotare anche frutta secca o essiccata: ti consiglierei quella secca con lo 0% e quella essiccata con il 2%. Non eccedere con quella essiccata: calcola 1-2 fichi o albicocche, oppure 1 cucchiaio di frutti di bosco! 🙂
thanks!!!gentile come sempre 🙂
curiosita’:
di frutta essicata perche’ me ne consigli cosi poca?di solito la mattima mentre aspetto che il caffe’ sia pronto,mi mangio un paio di pezzi di mele essicate(prima mangiavo biscotti o altre schifezze…)poi faccio la vera colazione,sbaglio?grazie
La frutta disidratata come fichi, uvetta, albicocche, prugne e mele è molto zuccherina: le mele secche sono molto sottili quindi anche se ne mangi un paio di pezzetti prima della “vera” colazione va bene. Se però una persona a colazione mangiasse 5-6 fichi secchi… ecco, corrispondono a un kg abbondante di freschi 😉
ammazza!vedi che ho fatto bene a chiedere!grazie come sempre!
Ciao Arianna!
Nel paragrafo “Cosa manca”, parlando della frutta secca, non hai spiegato come mai manca nell’ “Healthy eating plate”.
Non credo che possa essere solo a causa dell’apporto calorico, comunque inferiore a quello dell’olio di oliva. Cosa ne dici?
Ciao Stefano! In tutta onestà non so perché non sia stata compresa nell’Harvard Plate: probabilmente perché non è previsto che rientri nella composizione di ogni pasto, per non appesantirlo ulteriormente visto che sono già presenti altre fonti di grassi vegetali. In effetti la frutta secca dovrebbe essere più uno snack, che non una presenza costante di ciascun pranzo e ciascuna cena: credo che la motivazione sia quindi questa, ma non ne sono sicurissima.
Ciao Arianna!
Giusto un piccolo chiarimento: farro perlato e orzo perlato sono da considerare cereali integrali o raffinati?
Apportano comunque delle buone sostanze nutritive o il loro consumo va ridotto?
Grazie mille!
Ciao Chiara! Farro e orzo perlati sono semintegrali: perdono parte dei minerali, della fibra e delle vitamine, ma di certo ne contengono una quantità superiore rispetto a pasta/riso bianchi. Oltretutto sono più digeribili rispetto a farro decorticato e orzo mondato, la cui fibra per molte persone (specialmente bimbi o chi soffre di colon irritabile) è un irritante intestinale 🙂
Ciao Arianna. Un chiarimento, a me piace moltissimo la farina di ceci e la uso per fare la farinata. Devo considerarla come un legume e abbinarla ai cereali? E’ corretto se la mangio con verdura e pane di segale? Grazie mille
Dipende come la abbini: se la mangi con pane e verdure è un buon piatto unico, così come potresti abbinarla a una vellutata d’orzo o a verdure con pesce di scoglio.
Grazie del consiglio!
Interessantissimo articolo, veramente!
Mi sorge un dubbio (come al solito…):i cereali integrali in chicchi sono praticissimi quando sono perlati; un po’ meno per la versione decorticata per la quale i tempi di cottura si allungano ed è previsto anche l’ammollo.
Mi chiedevo se consumare cereali decorticati sia effettivamente più salutare o se la versione perlata mi fornisce tutti i nutrienti contenuti nel chicco.
Mi togli questo dubbio, Arianna?
No, i cereali perlati perdono parte delle sostanze nutritive anche se non tutte, a differenza di riso e grano per la pasta. Ad ogni modo, con un’alimentazione ricca di frutta e verdura si compensano tranquillamente queste perdite; i cereali decorticati inoltre non sono adatti a persone con colon irritabile o problematiche intestinali, a causa del troppo elevato contenuto di fibra, o in certe altre patologie digestive o renali.
Ah, questo non lo sapevo!!!
Ora mi trovo in casa un pacchetto di orzo, uno di farro e uno di avena…. tutti chicchi decorticati 🙁
Oggi corro ad acquistare le versioni perlate.
Cosa dici Arianna…. i chicchi decorticati li posso magari provare a far germogliare? Risolvo il problema o il massiccio apporto di fibre c’è lo stesso?
Grazie per la tua pazienza e buon fine settimana!
Non ho mai fatto germogliare i cereali, solo i legumi… quindi non saprei consigliarti 🙁 A dire il vero non so se i germogli dei cereali siano commestibili… Ti conviene informarti su siti più specifici, mi spiace! Però non vorrai buttare quelle confezioni… Usale, assolutamente! Mica sono tossiche 😉
Si, penso che tu abbia ragione Arianna. 🙂
Le consumerò poco per volta in modo da non fare “abbuffate” di fibre troppo spesso.
PS: a proposito di germogli…. le mie lenticchie stanno germogliando! Quando l’ho visto stamattina quasi non ci credevo!!!
Gentile Arianna, dopo una diagnosi per delle cisti ovariche, a novembre 2014 mi sono impegnata con l’alimentazione e ho seguito i tuoi consigli. Soprattutto ho eliminato i latticini, dolci, ridotto molto la carne, mangiato una volta la settimana il pesce, consumato esclusivamente pane e pasta integrali e incrementato molto verdura e frutta. Mi ha seguito anche mio marito. Siamo stati benissimo e una ciste ovarica se ne è andata. Il problema è che abbiamo perso peso, troppo secondo me. Io sono alta 1,50 cm e dai 43 Kg sono scesa a 37 Kg. Mio marito è alto 1,75 e dai 65 Kg ora è sceso a 59 Kg. Inoltre ho notato uno “svuotamento”, la pelle delle braccia e dei glutei si è svuotata malgrado ho sempre fatto una moderata attività fisica (cammino due ore al giorno). Di sicuro non abbiamo patito la fame, anzi anche al palato questo nuovo stile alimentare ci ha soddisfatto. La mia domanda è: abbiamo semplicemente perso gonfiore causato da cibi errati e il nostro peso non ci deve preoccupare? Grazie
Gentile Livia, sarebbe opportuno valutare la vostra composizione corporea: già pesavate poco, ora potrebbe essere diventato troppo poco a scapito della massa muscolare, rendendo fragile il sistema immunitario. Oltretutto 37 kg su una donna sono davvero pochi per garantire un buon equilibrio ormonale e una fertilità sicura.
Vi consiglierei di contattare un collega della vostra zona che sappia seguirvi di persona e valutare una dieta adeguata ai vostri fabbisogni. Sono comunque contenta che la ciste ovarica sia sparita!
In bocca al lupo!