Abbiamo visto nell’articolo di qualche giorno fa che non tutto il colesterolo vien per nuocere; tuttavia, quando gli esami del sangue riportano elevati livelli di colesterolo LDL è meglio cercare di riportare tali valori nella norma per ridurre il rischio cardiovascolare.
Esistono mezzi molto efficaci per abbassare il colesterolo ematico, e tra questi ci sono indubbiamente integratori alimentari a base di steroli vegetali: nel precedente articolo ho citato Danacol, ma non è l’unico (pensiamo agli yogurt Pro-Active, ad esempio). Efficaci sì, ma per quanto tempo? E in che misura? I più recenti studi clinici hanno evidenziato che un’integrazione di steroli pari a 2 g al giorno (un flaconcino di Danacol) riduce il colesterolo LDL solo dell’8-10% per un periodo che non supera le 4 settimane. Come vi avevo spiegato nel precedente articolo, oltre i 25-30 giorni scatterà il meccanismo di reazione organica, per cui il nostro corpo aumenterà la produzione propria di colesterolo, e saremo di nuovo punto e a capo.
Inoltre diversi studi scientifici hanno accertato che un’integrazione di steroli vegetali maggiore di 2 g al giorno contrasta con l’assorbimento dei carotenoidi precursori della vitamina A: per questo il quantitativo massimo di steroli in un flaconcino è proprio di 2 grammi. Ma se all’integratore aggiungiamo anche gli steroli naturalmente contenuti in frutta, verdura, cereali e legumi, siamo proprio certi che non supereremo il limite di sicurezza?
Dunque, al prezzo di circa 30-35 € mensili (ricordo che il costo medio di un flaconcino è di 1,15 €) abbiamo ottenuto un modesto e transitorio abbassamento del colesterolo, a cui segue un aumento della produzione endogena e un probabile rischio di abbassamento dei valori ematici di carotenoidi: ci è convenuto?
Se escludiamo gli alimenti fortificati di cui si fa tanta pubblicità “per la salute del cuore”, cosa si può fare per regolare la colesterolemia con l’alimentazione?
Vi avevo anticipato che il metodo più efficace risulta essere la riduzione degli zuccheri semplici e raffinati; al contrario l’eliminazione dei prodotti contenenti colesterolo (uova, formaggi, carne e crostacei) non dà risultati significativi. Vediamo perché.
Già nel 1997 una metanalisi su ben 395 studi scientifici aveva evidenziato che una diminuzione del colesterolo alimentare di 200 mg/giorno portava ad un abbassamento dei valori di colesterolo LDL di soli 3,8 mg: un risultato ben lontano dall’essere significativo.
Vi chiederete: perché allora non spingere oltre la riduzione dietetica? Semplice: una persona introduce mediamente 250-350 mg di colesterolo al giorno; ridurre di 200 mg è già un taglio drastico e netto, di più potrebbe essere fatto solo con una dieta vegana priva di qualsiasi tipo di prodotto animale.
Dunque privarsi di uova e carne non sembra essere la soluzione: che fare?
Abbiamo visto che la maggior parte del colesterolo che circola nel nostro sangue è determinato dalla quantità che il nostro stesso corpo produce: la soluzione sta dunque nell’indagare cosa stimoli questa produzione.
L’enzima che permette la sintesi di colesterolo endogeno è detto HMG-reduttasi, e risponde a precisi segnali nutrizionali: come ben mi ha ricordato la mia migliore amica Ylenia, che studia Medicina, l’enzima lavora di più quando è presente un eccesso di zuccheri semplici. Non è il taglio sui prodotti animali, ma quello su dolci e cereali raffinati è quello veramente efficace!
In caso di ipercolesterolemia è consigliabile ridurre il consumo di tutti gli alimenti raffinati e di quelli contenenti zucchero.
Nel dettaglio: di cosa si deve ridurre il più possibile il consumo?
– Gli alimenti raffinati sono la pasta e il riso (ad esclusione del riso integrale), e tutti i derivati della farina bianca: pane, biscotti, crackers, grissini, merendine, tarallini, gallette.
– Lo zucchero non è contenuto solo nei dolci. Ne troviamo molto nei succhi di frutta (anche quando in etichetta è scritto “senza zuccheri aggiunti”), negli yogurt interi o magri (ad eccezione dello yogurt bianco naturale), nei sorbetti o ghiaccioli, nei cereali da colazione, nelle caramelle, nel cioccolato al latte, negli snack da macchinetta o da supermercato, nella frutta sciroppata o disidratata (ananas, pesche, prugne, fichi…), nelle bevande analcoliche di qualsiasi tipo (per intenderci dall’aperitivo al tè in bottiglia).
– Evitiamo di dolcificare le nostre bevande; esistono in erboristeria buonissimi infusi di frutta e tè aromatizzati che sono ottimi senza aggiunta di zucchero: il loro gusto è tanto più intenso quanto maggiore è il tempo di infusione.
– Anche l’alcol fa lavorare di più l’enzima che produce colesterolo: in particolare ciò vale per i superalcolici e per i cocktail.
…e di cosa aumentarlo?
Esistono degli alimenti il cui consumo aiuta a mantenere nella norma i livelli di colesterolemia. Non si tratta di alimenti magici, nel senso che non basta mangiare tre noci al giorno per avere il cuore protetto dal rischio di infarto e le arterie libere da pericolose placche ateromasiche: è necessario che l’intera alimentazione e lo stile di vita siano sani. Premesso questo, molti studi dimostrano che il consumo preferenziale e costante di alcuni cibi migliora il profilo lipidico nel sangue. Vediamo quali sono:
– Omega-3 contenuti nel pesce; aiutano a contrastare l’infiammazione organica, proteggendo il colesterolo dall’ossidazione (forma nociva che lo rende pericoloso per le arterie). I pesci più ricchi di omega-3 sono quelli più grassi: salmone, sgombro, sardine, alici.
– Noci e cioccolato extrafondente (almeno al 70%): pur essendo molto calorici, sono alimenti che contengono antiossidanti e sostanze che aiutano ad abbassare i livelli di colesterolo LDL. Non abusatene se state cercando di dimagrire!
– Avena e orzo: questi due cereali, consumati in chicchi o in fiocchi, contengono beta-glucani che agevolano l’eliminazione del colesterolo ‘cattivo’ e proteggono il sistema cardiovascolare.
– Legumi e verdura: grazie al loro contenuto naturale di fibra solubile e steroli vegetali aiutano a contrastare in modo armonico e fisiologico l’assorbimento di colesterolo a livello intestinale; il loro effetto è più blando rispetto agli alimenti addizionati di steroli, ma non presenta controindicazioni ed è duraturo nel tempo.
Una giornata ipocolesterolemizzante
COLAZIONE
Una coppetta di fragole senza zucchero aggiunto con dello yogurt intero naturale e una fetta di pane di segale integrale. Infuso di frutti di bosco non zuccherato
SPUNTINO
Tre noci e un paio di prugne
PRANZO
Piatto unico di farro e fagioli (ovviamente senza pancetta…) conditi con sugo fresco di pomodoro e basilico; contorno di asparagi grigliati con pinoli tostati
SPUNTINO
Una fettina di pane ai cereali con due quadratini di cioccolato extrafondente all’80%
CENA
Spiedini di pesce fresco al forno, precedentemente marinati in olio extravergine e aromi freschi tritati (salvia, origano, timo); tortino di quinoa con spinacini e zucchine
Come condimento usate olio extravergine, sale grigio e succo di limone
Bibliografia
R.Clarke, C.Frost, R.Collins et al. – Dietary lipids and blood cholesterol: quantitative meta-analysis of metabolic ward studies, Br Med J. 1997; 314:112-7
30 Comments
Letti, stampati e divulgati ai familiari tutti gli articoli su osteoporosi e colesterolo, grazie Arianna, utilissimi! 😀
Una domandina sugli omega-3: prenderli dai semi di lino invece che dal pesce? non tanto per sgombri, alici e sardine, ma sul salmone ho un pò di dubbi riguardo salubrità, trattamenti subiti se d’allevamento etc..
certo che sul pesce bisognerebbe forse aprire un capitolo a parte, io ne uso occasionalmente seguendo un regime di alimentazione naturale, ma con mille perplessità e timori.
un abbraccio
Effettivamente il pesce di allevamento ha quantitativi irrisori di omega-3: bisognerebbe sempre scegliere quello pescato selvaggio, anche qui con punti di domanda riguardo l’inquinamento delle acque. Se vuoi il mio consiglio: pesci piccoli, mediterranei, selvaggi e grassi. Vale a dire: sgombro, acciughe, alici, sardine. Questi sono i più ricchi di omega-3 appunto perché più grassi, e la piccola taglia fa avere qualche tranquillità in più circa l’inquinamento: vivendo meno, ne assorbono meno. Ma anche altri pesci mediterranei vanno bene: branzini, orate, ricciola, rana pescatrice, triglie… Abbiamo una gran ricchezza!
I semi di lino possono essere un’alternativa come fonte di omega-3, tenendo magari variato con altra frutta secca. Meglio di no l’olio di semi di lino perché basta un po’ di luce e di caldo in più per farlo ossidare (dovrebbe essere conservato in frigo, ma chissà cosa gli è successo prima di capitare a noi…).
Ad ogni modo, più che il quantitativo assoluto, bisogna tener conto dell’equilibrio tra omega-3 e omega-6 (dovrebbe essere 1:3 per omega3:omega6). Purtroppo l’alimentazione moderna è troppo ricca della serie 6 che deriva dagli oli vegetali (mais, girasole, colza e simili di cui sono infarciti i prodotti industriali e i fritti!). In un’alimentazione equilibrata che preveda pesce 3 volte a settimana e frutta secca quasi quotidiana, con solo olio extravergine come condimento, non serve fare astrusi calcoli 🙂
Grazie Arianna : )
si, in effetti già mi oriento sui pesci di piccola taglia per le mie fobie sull’inquinamento, e prediligo appunto le varie alici, sardine etc. 3 volte a settimana è impossibile per me, la mia alimentazione è pressocchè vegetale al 90-95% fatta eccezione per l’occasionale pesce appunto, e magari un uovo bio ogni tanto…spero di compensare abbastanza perchè non mi faccio mai mancare frutta secca e tutti i tipi di semini.
Ho trovato molto interessante questo tuo articolo perchè al di là dell’aspetto preventivo mi premeva l’aspetto di riduzione in caso di ipercolesterolemia, sai, parenti vari un pò in là con gli anni che cominciano ad avere di questi problemi…
e come al solito i medici sottolineano sempre come la cosa principale da fare sia eliminare i grassi animali (pesci grassi compresi), mentre mi fa piacere che tu abbia messo in evidenza come una riduzione di consumo di alimenti raffinati possa aiutare ancora più efficacemente! grazie ancora 😉
Se ti può interessare approfondire l’argomento, prova a leggere questo articolo scritto da un cardiochirurgo americano!
Per un buon bilanciamento degli omega 3,6 e 9 vi consiglio olio di canapa.
Mi trovi in disaccordo: è molto costoso, e spesso in commercio si trova quello raffinato. Meglio olio extravergine, oppure di semi di lino (estratto a freddo, e da conservare in frigorifero).
Ma con zuccheri semplici intende andare quelli di frutta e miele?
Esattamente!
Ciao, mi chiamo Francesca e ho 20 anni. Recentemente ho scoperto di avere il colesterolo alto, nonostante il regime alimentare che seguo: evito di mangiare merendine, pasta e pane non integrali, mangio carne, uova, molto pesce e moltissima frutta e verdura. Quale può essere la causa?
Prendi la pillola? Nelle giovani donne spesso è dovuto a quello. Oppure è un fattore genetico (i tuoi genitori che valori hanno?) oppure ancora potrebbe essere dovuto ad una massa magra troppo scarsa.
Non prendo la pillola. Mio padre ha problemi con i trigliceridi ma non con il colesterolo. I valori di mia madre invece sono nella norma.
Cosa si intende per massa magra?
Peso 55 kg e fino a 3 anni fa mi allenavo 16 ore a settimana (praticavo ginnastica a livello agonistico). Ora cerco di allenarmi per circa mezz’ora 3 volte a settimana (ho l’ellittica a casa). Per il resto conduco una vita sedentario (sono studentessa).
Soggetti che in breve tempo hanno avuto una diminuzione consistente della massa muscolare hanno un transitorio aumento dei valori di colesterolo: forse potrebbe essere il tuo caso, visto che sei passata da un’attività sportiva molto intensa ad un livello nettamente inferiore. Ti suggerirei di non spaventarti, di seguire una dieta sana e bilanciata (senza eccessi di zuccheri e carboidrati) e di continuare a fare attività fisica: tra qualche mese rifai gli esami del sangue e confrontali con quelli attuali. Esattamente che valori hai ora di colesterolo totale e HDL? E i trigliceridi?
230 mg di colesterolo totale, 72 mg di HDL e 148 mg i trigliceridi.
Grazie ancora
Non mi preoccuperei troppo: cerca di seguire il più possibile una dieta bilanciata senza eccesso di zuccheri semplici o di frutta, e tra qualche settimana prova a rifare gli esami. Se ancora i valori fossero elevati nonostante le attenzioni, prova a rivolgerti a un dietista che ti sappia consigliare su dove sbagli: sei talmente giovane che sicuramente non ci può essere una malattia alle spalle!
Ciao Arianna,
molto interessante questo articolo, brava!
A pranzo, quando arrivo a casa dal lavoro, mio marito mi scodella regolarmente un piatto di pasta (raffinata, ovviamente… ma non posso pretendere da lui che cucini due pietanze diverse e lui è più per il palato che altro, purtroppo) al quale io abbino di default un bel piatto di insalata e una cinquantina di grammi di legumi.
Da quanto capisco l’aggiunta dei legumi al mio pranzo è una scelta felice, dico bene? E i quantitativi secondo te sono consoni?
Considera che mangio carne un paio di volte alla settimana a cena, per questo (e per contrastare la mia stitichezza) ci tengo alla mia razione quotidiana di legumi.
Grazie infinite per il tempo che ci dedichi & ancora grazie!!
Aggiungere legumi al pranzo di certo aiuta a bilanciare nutrizionalmente un piatto di pasta; non so se li consiglierei quotidianamente però… Rimangono sempre alimenti ricchi di antinutrienti che vanno trattati in un particolare modo (lungo ammollo, lunga cottura possibilmente in pentole non d’acciaio, non salatura, aggiunta di erbe carminative…) che eviti la chelazione (= il minor assorbimento) di alcuni minerali tra cui il ferro.
Per le quantità che mi chiedi se siano consone… Non lo posso sapere: è un dato estratto dal contesto sul quale non si può dire né sì né no 😉 Un quantitativo -o un alimento- ha senso solo se inserito in un contesto congruo 🙂
Hai ragione Arianna, non posso pretendere che tu mi sappia dire se i miei 50 grammi di legumi sono giusti oppure troppi!
Pensavo che mangiando la carne solo due volte alla settimana fosse il caso di introdurre una fonte proteica (i legumi) alternativa, ma posso tranquillamente mangiarli a giorni alterni se quotidianamente è troppo.
A questo punto mi chiedo se il mio piattone di pasta del pranzo con contorno di insalata sia sufficiente o se io debba aggiungere altro al pranzo nei giorni nei quali non mangio i legumi…
PS: i legumi li lascio in ammollo almeno mezza giornata e poi li faccio cuocere in pentola a pressione senza sale. L’aggiunta di erbe carminative come va fatta? Quali sono queste erbe e in che quantità vanno usate?
Perdona il solito, entusiastico, fiume di domande di un’ottimista ex divoratrice di cotoletta!!!!
Puoi alternare a mezzogiorno primi piatti con legumi e primi piatti con pesce o un’aggiunta di frutta secca al pasto, così da equilibrare comunque il carico glicemico del pasto. Esempi: pasta con i ceci, risotto ai frutti di mare, orzo con i broccoletti e i pinoli tostati…
Per i legumi: cambia l’acqua di ammollo almeno 1-2 volte, e aggiungi un pezzetto di alga kombu (negozi bio) che li rende più digeribili; tieni l’alga kombu anche in cottura, poi eliminala. In cottura puoi usare un ‘mazzetto aromatico’ ossia un insieme di erbe aromatiche (rosmarino, salvia, timo, maggiorana…) legate da uno spago cosicché non si disperdano nell’acqua e tu le possa eliminare una volta che il fuoco è spento 🙂
Attenzione alla pentola a pressione: ti suggerirei di iniziare la cottura a pentola aperta, perché spesso si forma una schiumetta (ricca di antinutrienti) che è da eliminare con una schiumarola. Succede soprattutto con cicerchie e fagioli…
Ottimo suggerimento quello di iniziare la cottora senza coperchio, Arianna ne sai una più del diavolo!!!
Appena ho un attimo vado a comprare l’alga (è la prima volta che mi affaccio al mondo delle alghe… sono curiosissima).
Per quanto riguarda gli abbinamenti che mi suggerisci sono tutti molto appetibili in effetti… tutti da sperimentare!
Se aggiungo qualche mandorla a pasto devo toglierla dalla colazione?
A presto e ancora grazie!!!
La domanda che mi hai fatto rientra nelle cose a cui non so oggettivamente rispondere 😉 Non ho idea del bilanciamento dei grassi nella tua dieta… In linea di massima no: il nostro corpo fortunatamente non è una calcolatrice, e piccole modifiche qualche giorno a settimana non lasciano alcun danno.
Beh, hai ragione Arianna, non posso pretendere una risposta senza che tu sappia come mi alimento quotidianamente.
Penso in ogni caso che manterrò le mandorle a colazione in quanto è il mio pasto preferito e solo grazie a questo tuo blog ho imparato che non esistono solo gli industrialissimi corn flakes…. eventualmente “tiro la cingia” a pranzo, ma la colazione è sacra!
Buon fine settimana, ciao!
Ciao Arianna, volevo sapere se la polpa della noce di cocco fa bene o male al colesterolo, leggo pareri contrastanti sul web. Grazie, Francesca
Non ha influenza sul colesterolo, non lo alza né lo abbassa. Può essere utile a ridurre infiammazione intestinale.
Buongiorno! Ho 18 anni e vorrei capire di più su una cosa: se gli omega 3 del pesce si azzerano per cottura o per inquinamento, che utilità ha il pesce? Solo per le proteine? Solo se crudo? Grazie
Parte dei DHA e EPA si assorbono comunque, ovviamente 🙂
Buongiorno, ho i valori di colesterolo alti (totale 290, HDL 73) penso sia famigliarità in quanto mia mamma superava i 300. Ho letto che imputati sono soprattutto gli zuccheri semplici e non i grassi come si era sempre pubblicizzato; in effetti io consumo biscotti, marmellate ed altro soprattutto a colazione ma non in grandi quantità. Può un aumento di peso influenzare il colesterolo? E cosa mi dice dell’Armolipid Plus che il mio endocrinologo mi ha consigliato nel passato? Grazie
Per consigli personalizzati sono disponibili le consulenze in ambulatorio; confermo comunque che l’aumento di peso può causare ipercolesteorlemia.
Ho già lasciato un commento, ora attendo una risposta
Ciao, per quanto riguarda i trigliceridi, valgono le stesse regole?ossia sono sempre gli zuccheri responsabili?
Parzialmente, è un problema più specifico del fegato.