Il tè è una delle bevande più consumate a livello mondiale (la seconda bevanda più consumata dopo l’acqua!); è la Gran Bretagna a detenere il primato per il maggior consumo di tè in Europa: circa 500 ml al giorno per ciascun cittadino britannico.
La classificazione in tè verde, tè nero e oolong viene fatta in relazione al livello di antiossidanti presenti (maggiori nel primo) e al grado di fermentazione (maggiore nell’ultimo). Dei tre, è il tè verde ad essere più conosciuto per le proprietà benefiche: in particolare, ad essere rilevante per la salute è il contenuto di catechine, una categoria di polifenoli di cui proprio il tè verde è l’alimento che ne detiene la maggior concentrazione (troviamo catechine anche nel cacao, nel cioccolato fondente, nell’uva nera e nelle mele).

Negli ultimi 20 anni la Scienza ha ampiamente indagato su quali aspetti della nostra salute le catechine del tè verde esercitino la propria efficacia, e si è scoperto che sono tutt’altro che pochi! Il tè verde protegge il sistema cardiovascolare, migliora il metabolismo di persone insulino-resistenti e diminuisce il rischio cancro e di patologie neurodegenerative.

Focalizziamoci proprio su queste ultime.

Le proprietà neuroprotettive del tè verde
Il cervello umano consuma all’incirca il 20% di tutto l’ossigeno inalato, ma la sua attività antiossidante è minore rispetto ad altri organi: purtroppo questo espone il cervello ad una maggior azione negativa dei radicali liberi, problematica che caratterizza patologie neurodegenerative quali Alzheimer e Parkinson.
Il tè verde si è dimostrato essere protettivo per il cervello in due modi:
– Diminuendo l’accumulo di radicali liberi dell’ossigeno (ROS) e inibendo l’attività di altri enzimi coinvolti nella formazione dei ROS stessi
– Diminuendo l’accumulo di alcune proteine coinvolte nell’insorgenza delle patologie neurodegenerative, come ad esempio la beta-amiloide, la alfa-sinucleina e la Huntingtina

È importante sottolineare che l’effetto protettivo è sia primario che secondario, ossia è efficace sia nella prevenzione di queste patologie, sia nel miglioramento della loro degenerazione una volta -ahimè- diagnosticate.

Altri effetti sul cervello
Altri studi sono stati condotti per verificare se il consumo abituale di tè verde potesse essere d’aiuto al cervello in altro modo: i risultati sono stati molto interessanti! Il tè verde, infatti, si è dimostrato un valido aiuto nel miglioramento del tono dell’umore, grazie al suo effetto calmante e modulante lo stress: in questo caso i benefici sono da ricondursi al contenuto di L-teanina, e non alle catechine. L’associazione di L-teanina e caffeina a basse dosi, oltre a migliorare l’umore, permette anche di sentirsi più focalizzati e meno stanchi: potrebbe essere una strategia vincente durante sessioni d’esame o in periodi lavorativi particolarmente intensi da un punto di vista cerebrale.

Quanto tè verde?
Tutti gli studi sono concordi nell’affermare che sono sufficienti circa 100 ml di tè verde al giorno, con un’infusione di circa 3-4 minuti, per avere un effetto positivo sulle funzioni neurocognitive e sull’umore.

Effetti collaterali
Purtroppo, il consumo di tè verde non è esente da alcuni piccoli effetti collaterali.
In particolare bisogna ricordare che il consumo di tè può diminuire l’assorbimento di ferro e di folati: è importante che persone con anemia, mutazione MTHFR o che stiano integrando questi due micronutrienti ricordino di bere tè solo a distanza della supplementazione e a distanza dal consumo di fonti di ferro e calcio.

Un’attenzione particolare andrebbe posta anche alla tipologia di tè che si sceglie di acquistare: sebbene in misura minore rispetto al tè nero e oolong, anche il tè verde può presentare una contaminazione con metalli pesanti, in particolare rame, alluminio e manganese. Il problema è dovuto all’inquinamento che si può registrare in molte zone della Cina nelle quali il tè viene coltivato: acquistare tè biologico (o biodinamico) può darci qualche garanzia in più, sebbene non sia una sicurezza al 100%.

Il tè verde migliore
A livello gustativo, difficile dire quale possa essere il tè verde migliore! Dipende molto dalle preferenze personali.
In linea generale, i tè verdi giapponesi hanno un sapore molto più erbaceo rispetto a quelli cinesi.
Un consiglio spassionato è quello di controllare sempre l’etichetta degli ingredienti del tè verde aromatizzato: a volte si trova in vendita tè verde al limone, al gelsomino o alla liquirizia, ma se controllassimo l’etichetta potremmo renderci conto che si tratta di aggiunta di aromi di sintesi. Non vale la pena acquistarlo: quasi sicuramente il prezzo non rispecchia il suo valore reale!
Altro piccolo consiglio: il tè verde sfuso molto spesso è qualitativamente superiore a quello in bustina; nelle bustine purtroppo spesso finiscono foglie polverizzate e ossidate, che non danno benefici alla salute e che possono conferire al tè note di gusto amaro. Quando acquistate tè sfuso, controllare sempre che le foglie siano integre!

Dove acquistare
In Italia esistono tantissimi negozi i cui proprietari sono appassionati estimatori del tè, che vi sapranno consigliare nella scelta migliore. Personalmente mi rifornisco da anni da Il signore del tè, un piccolo negozio vicino alla stazione di Montegrotto Terme (PD): se passate in zona ve lo consiglio (dovrebbe avere anche uno shop online).
Se invece volete provare il mio tè verde di tutti i giorni, vi lascio il link dello shop Macrolibrarsi: è il tè kukicha, una varietà del tè giapponese bancha. La particolarità del kukicha è di essere derivato non dalle foglie, ma dai rametti di una pianta vecchia almeno 3 anni, che vengono poi tostati; presenta proprietà positive in termini di apporto di antiossidanti, azione ipoglicemizzante, stimolazione delle difese immunitarie, miglioramento della densità ossea e protezione verso problemi alla vescica e cistiti ricorrenti.

Bibliografia
– M I Prasanth, B S Sivamaruthi, C Chaiyasut, T Tencomnao – A review of the role of green tea (Camellia sinensis) in antiphotoaging, stress resistance, neuroprotection, and autophagy – Nutrients 2019, 11(2), 474
– E mancini, C Beglinger, J Drewe, D Zanchi, U E Lang, S Borgwardt – Green tea effects on cognition, mood and human brain function: a systematic review – Phytomedicine 2017 Oct 15;34:26-37
– I M Zijp, O Korver, L B Tijburg – Effect of tea and other dietary factors on iron absorption – Crit Rev Food Sci Nutr 2000 Sep;40(5):371-98
– J Zhang, R Yang, R Chen, Y Peng, X Wen, L Gao – Accumulation of heavy metals in tea leaves and potential health risk assessment: a case study from Puan County, Guizhou province, China – Int J Environ Res Public Health 2018 Jan;15(1):133