In questo sito troverete molti articoli riguardanti l’approccio dietetico a supporto della fertilità femminile in varie condizioni patologiche: ovaio policistico, endometriosi, amenorrea.
Ma al di là di stati di malattia o disequilibrio endocrino, in che modo la dieta può essere di supporto alla fertilità di una donna? E perché, quindi, nella mia pratica ambulatoriale mi sono focalizzata sui percorsi di fertilità? Non solo: sono anche docente su queste tematiche, e ho aperto un progetto tutto incentrato sulla donna, tra cui anche il lato fertilità (Equilibrio Donna).

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La fertilità
Iniziamo con il dire che con il termine fertilità si vuole indicare la possibilità (non l’obbligo!) di concepire. Tale possibilità è svincolata dal desiderio di maternità.

Essere fertile significa avere un ciclo regolare e ovulatorio, con una buona secrezione di estrogeni, progesterone e altri ormoni legati al ciclo: questi ormoni garantiscono il benessere femminile sotto diversi aspetti, pertanto preoccuparsi della propria fertilità significa semplicemente avere cura del proprio benessere.

Gli effetti positivi di corretta secrezione di estrogeni e di progesterone, riscontrabile in un ciclo regolare e ovulatorio, possono essere così riassunti:

  • Supporto osteo-articolare; è risaputo che periodi di protratta amenorrea o una condizione di ipoestrogenismo è correlata ad una maggiore demineralizzazione ossea con rischio di osteoporosi anche in età giovanile.
  • Benessere emotivo; al netto di condizioni personali avverse, una donna in amenorrea o con cicli anovulatori potrebbe esperire più frequentemente periodi di malinconia, tristezza, scarsa voglia di reagire: questi effetti sono determinati da una bassa produzione di estrogeni e di progesterone.
  • Benessere estetico; il progesterone è un ormone che permette di avere capelli fluenti, pelle ben idratata e morbida, unghie forti. In effetti, è questa l’immagine che si attribuisce ad una donna in gravidanza, periodo nel quale il livello di progesterone è molto elevato.
  • Memoria; il progesterone, secreto dopo l’ovulazione, permette di avere una memoria a breve termine più forte e salda (non sembrano esserci correlazioni sulle funzioni cognitive o sulla memoria di lungo termine).
  • Serenità mentale; tanto l’iper quanto l’ipoestrogenismo possono determinare un’amplificazione di stati ansiogeni, compulsivi e frenetici.
  • Sonno ristoratore; la carenza di ormoni sessuali può contribuire alla condizione di insonnia, che a sua volta amplifica il nervosismo diurno e determina scarsa capacità di concentrazione, e affaticamento precoce.

Capite bene che preoccuparsi di avere un ciclo regolare va al di là del desiderio di maternità! Ed è per questo che bisognerebbe avere un campanello d’allarme che suona appena il ciclo di una donna cominci ad essere irregolare (molto spesso capita in condizioni di stress, come ho ampiamente spiegato trattando l’amenorrea ipotalamica).

Cosa influenza la fertilità di una donna?
Esistono fattori modificabili e fattori non modificabili che possono condizionare la fertilità femminile.
Attenzione: alcuni di queste cause interferiscono con la fertilità nel senso di fecondità (ossia la volontà di avere bambini), non agiscono invece sulla secrezione ormonale di estrogeni e progesterone (e, pertanto, hanno un effetto più limitato sul benessere generale di una donna).

Vediamo i principali:

Malattie sessualmente trasmesse; ad esempio, anche una banale Clamidia (ossia una malattia venerea tra le più comuni e meno problematiche) può essere causa frequente di infertilità, tant’è che molti centri di eccellenza in Italia chiedono di eseguire il test per la Clamidia come esame di routine in coppie con problemi di infertilità. Debellare il batterio spesso si correla a migliori possibilità di gravidanza. Non è detto che interferisca con la regolarità mestruale.

Patologie di vario tipo, che possono causare amenorrea primaria, ipoestrogenismo, ciclo anovulatorio, oppure che possono determinare problemi nel concepimento vero e proprio. Ad esempio, anomalie cromosomiche (es.sindrome di Turner), sindrome anti-fosfolipidi, ipotiroidismo autoimmune attivo, LES, epilessia.

Perturbanti ambientali, in particolare i disregolatori endocrini conosciuti come xenoestrogeni. Queste molecole, quasi sempre di derivazione sintetica, possono comportarsi da agonisti o da antagonisti dei nostri estrogeni, e interferire con la secrezione ormonale. Tali sostante sono spesso utilizzate nell’industria cosmetica, in agricoltura , nell’industria petrol-chimica: particolarmente a rischio sono le donne che lavorano a stretto contatto con sostanze potenzialmente tossiche, che inalano o toccano in continuazione.
Nel nostro piccolo, dovremmo fare attenzione alla plastica che avvolge il nostro cibo, alle fibre sintetiche usare per indumenti a contatto con mucose o parti intime, e a cosmetici contenenti parabeni.

Stile di vita. Ebbene sì, lo stile di vita può interferire con la fertilità, tanto che l’Università di Harvard stima che l’80% dei casi di infertilità, sia maschile che femminile, sono causati da uno scorretto stile di vita: gli imputati principali sono l’abuso di nicotina e alcol, la troppa sedentarietà, i troppi zuccheri, e gli estremi di peso (in eccesso o in difetto).

Che ruolo ha l’alimentazione?
Il modo di alimentarsi può supportare la fertilità di una donna in diversi modi, ed è per questo che si potrebbe parlare di una vera e propria dietoterapia per la fertilità.

1) Un corretto bilanciamento di zuccheri e carboidrati contribuisce ad avere un ciclo ovulatorio, condizione indispensabile per la secrezione di progesterone e per l’equilibrio tra estrogeni e progesterone.
2) Un’alimentazione varia, equilibrata e su base antinfiammatoria permette di migliorare la qualità ovocitaria.
3) Esistono protocolli e strategie dietetiche specifiche per la paziente che stia affrontando una FIVET (percorso di procreazione medicalmente assistita).
4) Ne abbiamo già parlato in diversi articoli: esistono indicazioni nutrizionali specifiche per pazienti che abbiano iperandrogenismo (con o senza PCOS) ed endometriosi, ma anche con problemi di fibromi o mancato picco di LH.

Per ciascuno di questi punti in genere dedico almeno una o due ore delle mie lezioni di formazione professionale (per il percorso dietetico della PMA tiene una lezione apposita, di 4-5 ore, la dott.ssa Veronica Corsetti, senza la quale il progetto Equilibrio Donna perderebbe un pilastro importante!).
Nei prossimi articoli farò il possibile per tradurre in termini semplici, fruibili anche dai “non addetti ai lavori”, i capisaldi nutrizionali importanti per supportare la fertilità femminile, sia essa volta alla ricerca di una gravidanza o sia essa finalizzata ad un più ampio benessere fisico ed emotivo.
Spero possano essere di vostro interesse!