Tempo fa avevo scritto un articolo riguardo a uova e colesterolo, che trovate qui. In altri articoli sul sito avevo parlato delle controversie inerenti al colesterolo, spesso demonizzato impropriamente. Oggi cerco di chiarire meglio le vostre idee.
In ambulatorio mi trovo spesso con donne perfettamente sane, non in sovrappeso e con un’alimentazione varia ed equilibrata, le cui analisi del sangue rilevano tuttavia un colesterolo sopra la media che desta la loro la preoccupazione. Mi chiedono come possono abbassare il colesterolo, temendo per la propria salute: io cerco di far loro capire che sbagliano a focalizzare la loro attenzione su quel singolo valore, ma non sempre vengo compresa: dopotutto sono cinquant’anni che si dice che il colesterolo elevato è un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari, giusto?
Insomma, non è proprio giusto.

Che cosa è il colesterolo e quali sono le sue funzioni

Cominciamo a capire di cosa stiamo parlando nello specifico.
Il colesterolo è una tipologia di grasso che viene prodotto dal nostro corpo e che si trova in tutti i prodotti animali (carne, pesce, uova, latte e derivati). Già il fatto che venga prodotto dal nostro organismo dovrebbe suscitare la nostra curiosità e perplessità: se è davvero dannoso tanto quanto si sente, perché le nostre cellule sprecano tempo ed energie alla sua sintesi? 
Il motivo è presto chiarito:

Il colesterolo è un nutriente che, pur non apportando alcuna caloria, è essenziale alla vita.

Al contrario di altri grassi, la sua utilità non è strettamente nutrizionale. Di seguito vi indico le funzioni di maggior rilievo del colesterolo:
– Già nella vita embrionale il colesterolo riveste un’importanza elevatissima: dal colesterolo si crea la vita. Non a caso ne troviamo grosse concentrazioni nell’uovo, sì intendo proprio l’uovo di gallina. Pensateci: l’uovo non è altro che un enorme oocita che, se fecondato, porterebbe alla formazione di un pulcino. Proprio come l’uovo che mangiamo, la cellula uovo matura di una donna (ossia quella che mensilmente è pronta per essere fecondata) è infarcita di colesterolo. Alcune malformazioni embrionali sono dovute ad una cattiva biosintesi di colesterolo da parte materna.
– Il colesterolo serve alla crescita e alla divisione cellulare, sia nella vita intrauterina sia nell’arco dell’intera nostra esistenza. E’ per questo motivo che il nostro corpo ne produce tanto, soprattutto in età infantile, adolescenziale e durante la senescenza: elevati livelli di colesterolo nel sangue quando si superano i 50-60 anni sono normalissimi e leciti; in assenza di altri fattori di rischio e quando tali valori non sono francamente eccessivi, non debbono suscitare allarmismo.
– Il colesterolo è contenuto nella membrana di tutte le nostre cellule, garantendo fluidità della membrana stessa e permettendo la comunicazione tra le cellule stesse, oltre che l’ingresso di nutrienti diretti agli organuli cellulari.
– Il colesterolo permette di rendere assorbibili i grassi alimentari: una carenza di colesterolo può generare malassorbimento di grassi, steatorrea ed infiammazione intestinale.

– Dal colesterolo si formano ormoni steroidei, i più noti dei quali sono gli ormoni sessuali e il cortisolo (ormone dello stress). E’ per questo motivo che valori troppo bassi di colesterolo nel sangue possono essere problematici sotto diversi aspetti: si è maggiormente soggetti allo stress (quindi più irritabili, nervosi e stanchi) e a squilibri degli ormoni sessuali (amenorrea, cicli irregolari, scarsa libido, spossatezza cronica).
– Il colesterolo è essenziale al metabolismo della vitamina D, di cui abbiamo parlato diffusamente qui, qui e qui. Se avete bassi livelli di colesterolo, anche l’integrazione di vitamina D3 e la corretta esposizione solare saranno poco efficaci: la biodisponibilità di questa vitamina rimarrà bassa, e di conseguenza saranno compromesse le vie metaboliche nelle quali è coinvolta (salute dello scheletro e dei nervi, azione immunostimolante e insulino-regolatoria, protezione dell’equilibrio endocrino e del tono dell’umore).
– Nell’intestino il colesterolo interviene a garantire l’integrità di membrana: quando si è in presenza di una patologia collegata a leaky gut (permeabilità intestinale) è importante garantire quotidianamente fonti alimentari di colesterolo che permettano di ristabilire l’impermeabilità. La leaky gut è uno dei fattori imputabili alla genesi di patologie infiammatorie croniche intestinali (come Crohn o rettocolite ulcerosa), dermatite, eczema, psoriasi, sindromi autoimmuni di diverso genere.
– A livello di sistema nervoso centrale il colesterolo è coinvolto nelle vie metaboliche della serotonina, vale a dire il cosiddetto “ormone del buonumore”. Bassi livelli di colesterolo nel sangue sono stati associati a disturbi dell’umore come depressione, aggressività, schizofrenia, sindromi da dipendenza cronica e patologie neurodegenerative (anziani con livelli di colesterolo leggermente superiori alla media risultano essere protetti verso Alzheimer e Parkinson).
– Sorprendentemente il colesterolo è un potentissimo antiossidante: aiuta a riparare le cellule danneggiate, agisce contro i radicali liberi e viene richiamato in sede di infiammazione per spegnerla.

Il colesterolo è pericoloso?

Da quanto scritto nell’elenco, viene spontaneo chiedersi perché il colesterolo sia stato visto per decadi come un nemico da combattere a suon di statine e dieta rigida (oltre che insensata).
Essenzialmente si è confuso il vigile del fuoco con il piromane: le placche ateromasiche coinvolte negli eventi cardiovascolari sono infarcite di colesterolo ossidato; semplificando di molto la questione si è creduto che il colesterolo alimentare ed elevati livelli di colesterolo nel sangue predisponessero alla formazione di queste placche. In realtà non è proprio così: il colesterolo ossidato è ben diverso da quello alimentare *naturale*; inoltre, il colesterolo viene richiamato in sede di infiammazione per spegnere l’infiammazione stessa: questo è un meccanismo difensivo molto efficace quando l’infiammazione è di piccola entità, ma qualora l’infiammazione fosse cronica accade che parte del colesterolo prodotto dal nostro corpo a scopo terapeutico venga ossidata e crei un pericoloso circolo vizioso.

Colesterolo e dieta
Tutti gli studi fatti in merito hanno stimato che il colesterolo introdotto con l’alimentazione può determinare un aumento del colesterolo nel sangue al massimo del 10-15%: un aumento molto esiguo, di sicuro non statisticamente correlabile ad eventi coronarici o cardiovascolari. 
Il colesterolo veramente pericoloso che viene assunto per via alimentare è quello che sia già stato ossidato da processi industriali spinti, come ad esempio le alte temperature: si trova in tutto il latte UHT e in parte di quello da banco frigo (dipende dai metodi di pastorizzazione), nel formaggi “fusi” (come le ahimè diffusissime Sottilette o addirittura nel Fruttolo dato ai bambini!), nel latte in polvere, nella carne processata (come ad esempio i wurstel). Ecco: questo è il vero colesterolo pericoloso, che andrebbe tassativamente evitato!

Produzione di colesterolo endogeno 

Quando testate il colesterolo nel sangue dovete sempre tenere presente che almeno l’85-90% di quei valori è dipendente dalla vostra produzione endogena, ossia dal colesterolo prodotto dal vostro corpo per sopperire a tutte le funzioni sopra descritte. 
A volte può capitare che il colesterolo si alzi: questo aumento deve essere una sentinella, non un nemico.

Fermo restando che non tutti gli aumenti dei valori di colesterolo siano patologici, quando si rilevano livelli che vanno ben oltre la norma bisogna chiedersi che cosa questo valore stia a significare, e non preoccuparsi di abbassarlo a tutti i costi. Se cominciate a cercare integratori o farmaci che abbassino il colesterolo nel sangue senza capire di cosa sia la spia tale aumento, non farete altro che mettere a tacere un possibile campanello d’allarme: ricordate che il colesterolo è un importantissimo antinfiammatorio. Quando il corpo ne produce più del dovuto è assai probabile che ci sia un quadro infiammatorio organico che lo richiede: quello che voi dovreste fare è chiedervi dove sia quest’infiammazione e come poterla risolvere. Se agite sulla causa dell’infiammazione il corpo diminuirà la produzione di colesterolo perché non sarà più necessario produrne in quantità massiccia.
Vi riassumo in un elenco i motivi per cui è possibile rilevare elevati livelli di colesterolo nel sangue:
Infiammazione, di vario genere; dalle ustioni più gravi alle malattie infiammatorie croniche come insulino-resistenza, diabete, ipertensione, disbiosi, problematiche intestinali.
Patologie autoimmuni, nello specifico è frequente avere ipercolesterolemia in caso di ipotiroidismo con sindrome di Hashimoto, lupus, artrite reumatoide, psoriasi.
Perdita di massa magra in seguito a dieta fortemente ipocalorica, anoressia, malattia.
– Uso di alcuni farmaci che agiscono sulla produzione di colesterolo.
– Periodo di forte stress e/o assenza di sonno notturno (il colesterolo, ricordo, è la base da cui si costruisce il cortisolo, ormone usato dal nostro corpo per rispondere a stress psicofisico).
Eccesso di testosterone e/o androgeni (condizione frequente in donne con sindrome da ovaio policistico e persone che si allenano in palestra per ipertrofia muscolare).
– Amenorrea e squilibri ormonali femminili.

Una piccola nota: il modo in cui ci alimentiamo può agire indirettamente ad elevare i valori ematici di colesterolo. Intendo dire che il cibo ha il potere di incentivare o inibire la nostra stessa produzione di colesterolo: l’enzima chiave nella sintesi di questa molecola è l’HMG reduttasi, che viene stimolata dai carboidrati, dal fruttosio e dagli zuccheri semplici, e viene inibita dal colesterolo alimentare. Pensate un po’: biochimicamente (e un buon medico o nutrizionista dovrebbe saperlo!) è proprio il contrario di quello che vi hanno sempre detto. Un’alimentazione sbilanciata verso i carboidrati (ricca di pane, pasta, patate, prodotti da forno, dolci), anche qualora fosse vegana al 100% (ossia priva di colesterolo alimentare) stimola la biosintesi di colesterolo da parte delle nsotre cellule.
D’altro canto, esistono alcuni fattori alimentari che permettono di imprigionare il colesterolo e di convergerlo verso l’eliminazione: ad esempio la fibra vegetale.

Colesterolo ed esami del sangue: come interpretarli

Alla luce di quanto ho detto sinora, come è bene interpretare un’ipercolesterolemia rilevata nel sangue?

Normalmente i laboratori italiani mettono come limite di colesterolo totale 200 mg/dl.
Per prima cosa, quando il vostro colesterolo eccede questo valore è bene andare a controllare la ripartizione tra HDL e LDL: queste due forme di colesterolo vengono erroneamente definite rispettivamente colesterolo buono (HDL) e cattivo (LDL). Se da un lato è vero che l’HDL risulta essere protettivo verso il rischio cardiovascolare, dall’altro non dobbiamo dimenticare che anche la forma dell’LDL fa la differenza nel determinare il fattore di rischio. Il colesterolo LDL, infatti, può presentarsi come goccioline dense e piccole oppure come molecole più grosse ed espanse: le goccioline piccole e dense sono pericolose, quelle più leggere invece hanno un’azione antiossidante. 
Purtroppo la tipicizzazione delle classi di LDL non è un esame che viene fatto di routine, anzi: non ho la certezza che in Italia venga eseguito nemmeno da laboratori privati. In linea di massima, se il vostro colesterolo HDL è superiore a 70-80, anche se il totale è di poco superiore a 200 (entro i 220-230) avete buone ragioni per stare tranquilli.

Se la vostra colesterolemia totale eccede i 230-240 mg/dl e anche altri valori sono mossi, è bene che vengano approfondite le cause: magari negli ultimi mesi avete perso massa muscolare? E’ una motivazione più frequente di quanto si potrebbe immaginare. Siete donne e avete problemi del ciclo mestruale? Ecco un’altra motivazione. Rileggete l’elenco fatto nel paragrafo precedente per provare a interrogarvi se rientrate in una di quelle casistiche, e cercate qualcuno che vi aiuti a risolvere il problema alla radice, non limitatevi a cercare una soluzione per abbassare il valore di colesterolo

Ricordate che il colesterolo deve diminuire in risposta all’eradicazione del fattore causante il suo aumento, non perché venga forzata una sua minor produzione!

Per poter meglio inquadrare i valori di un’ipercolesterolemia in relazione alla salute può essere utile controllare anche questi valori nel sangue:
Trigliceridi: quando sia il colesterolo totale, sia l’LDL che i trigliceridi sono elevati può configurarsi un aumentato rischio cardiaco.
Omocisteina: purtroppo ancora pochi medici la fanno testare, ma è un valore predittivo fondamentale per controllare il rischio cardiovascolare. E’ stato dimostrato che avere l’omocisteina elevata nel sangue è un campanello d’allarme più preoccupante di avere elevati valori di colesterolo. Spesso i farmaci che vengono dati post-infarto abbassano il colesterolo, ma non l’omocisteina: quando essa rimane elevata si è esposti a un rischio maggiore di recidive di patologie coronariche e cardiocircolatorie. Anche donne che prendono la pillola anticoncezionale senza aver mai controllato i fattori di coagulazione del sangue potrebbero essere soggette ad avere un aumento dell’omocisteina.
Vitamina D: bassi livelli di vitamina D sono collegati a insulino-resistenza, patologie infiammatorie, endocrine e autoimmuni, tutte situazioni nelle quali il colesterolo tende ad alzarsi.

Spero di avervi dato informazioni sufficienti per poter meglio leggere i valori dei vostri esami del sangue, e per permettervi di vedere l’ipercolesterolemia sotto una prospettiva diversa: non una patologia, ma un prezioso campanello d’allarme che ci deve spingere ad approfondire la situazione.
Ricordatevi che valori di colesterolo leggermente sopra la media non sono devono preoccuparvi qualora l’HDL sia elevato e gli altri valori del sangue siano nella norma. E che anzi, secondo studi recenti potrebbero addirittura essere protettivi verso l’insorgere di patologie neurologiche!

Bibliografia

Busting the cholesterol myth. Why you can’t live without this tricky substance – Harv Health Lett 201 Jul;39(9):3
– Eastwood M. – The great cholesterol myth: unfortunate consequences of Broen and Goldstein’s mistake – QJM 2012 Feb;105(2):214
– Thompson W.G. – Cholesterol: myth or reality? – South Med J 1990 Apr;83(4):435-40
– Stefani M., Liguri G. – Cholesterol in Alzheimer’s disease: unresolved questions – Curr Alzheimer Res. 2009 Feb;6(1):15-29