Oggi un articolo sull’immagine corporea, sento il bisogno di scriverlo, anche se non è strettamente compito di una dietista.
Quando studiavo in università un docente era solito dirci: “la maggior parte delle persone che si mette a dieta non ha bisogno di perdere peso”.
Quando ho cominciato a lavorare come dietista ero ben consapevole di due cose:
1) Che sarebbero spesso venute da me donne e ragazze perfettamente normopeso con la richiesta di perdere qualche chilo.
2) Che molti dei futuri pazienti in netto sovrappeso o obesità erano già stati da altri dietisti prima di me, e che probabilmente io non sarei stata l’ultima.
Ne ero perfettamente conscia.
Ma non ero preparata a cosa realmente significasse.

Oggi vorrei soffermarmi sul punto 1, rimandando a un’altra volta il secondo punto.
Parafrasando quello che anni fa diceva Coco Chanel: “una donna non si riterrà mai abbastanza magra”. Ci sono buone probabilità che su 10 donne normopeso, 9 di loro non siano completamente soddisfatte del proprio corpo, e che nel corso della loro vita abbiano fatto diete a più riprese per dimagrire.
Ora. Il range che definisce il “normopeso” secondo il BMI (indice di massa corporea) è molto ampio, e parecchio opinabile: ad esempio, considerata la mia altezza (1,66 m) posso definirmi normopeso se la bilancia dà una sentenza compresa tra i 51 e i 70 kg. Capite bene che il desiderio di “perdere qualche kg” sarebbe più giustificato partendo da 68 kg che non da 53, pur essendo in entrambi i casi “normopeso”.
Ci sarebbe poi da criticare la definizione di normopeso secondo il BMI, che valuta sono in base a parametri di peso e altezza: non considera età, percentuale di grasso e di muscolo, attività fisica praticata, e numerosi altri fattori. Quindi, prendiamo questo valore con riserva.
Di tutte le donne definite “normopeso” ce ne saranno molte che desiderano dimagrire pur trovandosi vicine al limite inferiore del range. Vi chiedo: è sano? La risposta è molto complessa.

Il nostro corpo ha una propria omeostasi, ossia un proprio stato di equilibrio: quando questo equilibrio viene perturbato, l’organismo nel suo complesso mette in atto tutta una serie di strategie per poterlo ristabilire, in primis cercando di eliminare la perturbazione. Vale a dire: se vi provocate una ferita, il corpo cerca di rimarginarla. Se perdete peso… il corpo cerca di rimetterlo. Senza scendere troppo nello specifico, vi basti sapere che il grasso non è un tessuto interte, una “palla al piede”: l’adipe è un vero e proprio organo, con la principale funzione di produrre (o stimolare la produzione di) ormoni e mantenere la temperatura corporea. Quando l’adipe diminuisce diminuiscono anche determinate secrezioni ormonali: l’intero organismo comincia a mettersi in allerta.
Se il mio peso corporeo è problematico perché eccessivo, l’organismo sarà ben felice di assestarsi su un nuovo equilibrio ad un peso inferiore rispetto a quello di partenza. Ma se il mio peso corporeo è sano ed adeguato, se ho quel peso che mi permette di essere attiva, vitale, che fa funzionare bene tutti i miei organi e che mi permette di avere un ciclo mestruale regolare… il corpo come reagisce ad un dimagrimento forzato? Chiaramente, non bene.
Tra le tante conseguenze, troviamo un impoverimento minerale, carenze nutrizionali borderline, maggior fatica a concentrarsi, stanchezza cronica, disturbi intestinali, perturbazione del ritmo sonno-veglia, disturbi del ciclo mestruale. Badate bene: stiamo parlando di un dimagrimento forzato partendo da una condizione di normopeso, non di perdita opportuna di peso (in caso di eccesso ponderale) né di un concreto disturbo dell’alimentazione con tendenza all’anoressia.

Di tutto quello che ho elencato, penso che la condizione della quale si ha meno consapevolezza è legata alla produzione di ormoni sessuali. Quando decidiamo di “perdere un paio di kg” sappiamo che così facendo perderemo parte del desiderio sessuale, e andremo a minare la nostra fertilità? 
Ormai la maggior parte di noi donne sa che un peso corporeo eccessivo può compromettere il nostro desiderio di diventare mamme, ma quante sono consapevoli che anche un peso troppo basso è problematico? Ripeto: per “peso basso” non mi riferisco ad una condizione di sottopeso vero e proprio, ma anche semplicemente a un peso inferiore rispetto a quello nel quale il corpo si sente in equilibrio. Per una donna potrebbero essere 50 kg, per un’altra della stessa età ed altezza potrebbero essere 55 kg: è un fattore individuale.
Magari leggendo queste parole state pensando che non volete figli, o che ci penserete tra dieci anni. D’accordo: però tenete in considerazione che l’armonia degli ormoni sessuali non deve essere finalizzata esclusivamente al concepimento. Come dicevo poco fa, da essa dipende anche il desiderio sessuale, ma non solo: anche la bellezza dei nostri capelli, della pelle e delle unghie. Dipendono dall’equilibrio ormonale anche le energie che possiamo avere per fare sport o semplicemente per alzarci tutte la mattine senza il bisogno (bisogno, non desiderio…) di rimanere a letto un’ora in più. Anche il nostro umore: uno sbilanciamento di estrogeni e progesterone causa irritabilità, ira, ansia, emicrania, desiderio compulsivo di cibo.

Oltre a tutto questo, bisognerebbe anche tenere in considerazione la fatica di mantenere un peso corporeo che non sia adeguato per noi. Per mantenere quei 47-50-53 kg che il nostro corpo non riconosce come ‘sani’, siamo davvero risposte a mangiare sempre come uccellini, costringerci a fare attività fisica anche quando siamo stanche, rinunciare a cene con amici, avere come primo pensiero “dove mangeremo?” quando si programmano vacanze? 
Non sarebbe più semplice avere un paio di chili in più, magari cambiando qualche capo che abbiamo in armadio, ma con la leggerezza di vivere meglio il rapporto con il cibo e con la soddisfazione di fare sport perché “mi piace” piuttosto dell’imperativo “devo bruciare di più”?

Non vi sto suggerendo di ingrassare. Non vi sto suggerendo di mangiare quello che vi capita e di non fare attenzione a mangiare cibo sano. Non vi sto dicendo che sia sbagliato, dopo una cena luculliana, privilegiare frutta e verdura e limitare le porzioni di cibo. E non vi sto dicendo di non sacrificare un po’ del vostro tempo per lo sport.
Vi sto suggerendo di chiedervi quanto sia giusto il vostro voler perdere peso, se siete splendide donne normopeso che hanno già sacrificato mesi o anni della propria vita ad inseguire un peso che, quando raggiunto, si rivela essere poco sano e difficile da mantenere. Provate a chiedervi cosa tutto questo vi ha causato, più che quello che vi ha regalato.

Se siamo sovrappeso il dimagrimento è opportuno e auspicabile: i fattori di rischio per la salute legati al sovrappeso non vanno ignorati.
Se siamo normopeso, ma abbiamo messo qualche chilo a causa di sedentarietà e alimentazione inadeguata abbiamo tutti i diritti di voler tornare a com’eravamo qualche mese fa: scegliamo uno sport che ci appassiona, eliminiamo il cibo spazzatura, seguiamo le buone norme di alimentazione sana e presto torneremo in forma senza alcun bisogno di contare le calorie.
Se i nostri chili di troppo sono invece dovuti a qualche disturbo della salute cui non riusciamo a venire a capo, chiediamo l’aiuto di un professionista.
Ma fermiamoci quando siamo normopeso e in salute, quando la nostra alimentazione è sana, e quando ci rendiamo conto che stiamo forzando un dimagrimento cui il corpo reagisce con un ‘deperimento’.
Fermiamoci, e pensiamo con razionalità. Se il nostro modello estetico è qualcosa di questo tipo, ricordiamo i miracolosi poteri di Photoshop. Se invece cerchiamo qualcosa di questo o questo genere, ricordiamo che ci troviamo di fronte a donne che si allenano tutti i giorni, anche più di una volta al giorno, e che spesso lo fanno per professione: nulla in contrario se volete dedicarvi a quella vita, ma credo che dovrete rivoluzionare completamente il vostro attuale lavoro e le vostre relazioni sociali e familiari. Se, infine, guardiamo con invidia corpi come questo, ricordiamo che esiste la genetica ed esistono i 18 anni…

Pensate sempre al vostro corpo come uno strumento, non come un fine. 
Uno strumento per amare, accogliere, giocare, scalare, nuotare, dipingere, gridare, cantare, imparare, trasmettere. Vivere.
Curate il vostro strumento: è naturale volere sempre il meglio per sé stessi, ma ricordate che il “meglio assoluto” probabilmente non esiste.
Esiste il meglio per le proprie possibilità.