Negli articoli pubblicati qui e qui due settimane fa ho cominciato a parlarvi dell’importanza della vitamina D. Oggi scendo un po’ più nel dettaglio, in quanto la vitamina D può essere cruciale nella cura di molte sindromi e patologie, al punto che si stanno elaborando veri e propri protocolli terapeutici caratterizzati da altissime somministrazioni di vitamina D per la cura di sclerosi multipla, rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn, psoriasi e altre malattie autoimmuni.

Importante: in rete si trovano ormai una marea di informazioni relative al protocollo Coimbra, ossia appunto il protocollo ad alte dosi di vitamina D che sembra essere la speranza di moltissimi malati in tutto il mondo. Alcune persone stanno pericolosamente tendando il fai-da-te: non fatelo! In Italia esistono medici che si sono formati in Brasile dal dr Coimbra e che applicano il protocollo sotto rigidi controlli ematici, indispensabili per somministrare in sicurezza la vitamina D. Affidatevi ad uno di loro. Per maggiori info leggete qui o iscrivetevi qui.

In questo articolo parlerò di integrazione di vitamina D in termini generici, ribadendo che anche per integrazioni a basse dosi è necessario rivolgersi al proprio medico per avere garanzie di sicurezza.
Vi riporto lo schema che avevo pubblicato nel primo articolo per interpretare i valori nel siero di vitamina D, che nelle analisi del sangue è riportata come 25(OH)D3:

Schermata 2015-07-09 alle 09.41.51Integrazione: come?
I medici in Italia tendono a prescrivere un’integrazione di vitamina D settimanale o mensile, dando un alto dosaggio tutto insieme: parliamo di integrazioni di 10.000 UI (unità internazionali) o 100.000 UI assunte in un’unica somministrazione, mediamente una o due volte al mese. Le prescrizioni del medico di base coincidono con una media giornaliera quasi sempre inferiore a 2000 UI, ossia una quantità non adeguata a permettere un congruo aumento della vitamina D nel siero ai fini della prevenzione e della cura di diverse patologie. 
Risulta invece più utile e proficua un’integrazione giornaliera di vitamina D, a dosaggi variabili tra le 400 e le 5000 UI: testate il vostro valore nel siero, e rivolgetevi al vostro medico per trovare il dosaggio adeguato per voi.

Integrazione: quale?

Esistono diversi tipi di vitamina D in commercio, in gocce (da non diluire in acqua!) o in softgel. Fate attenzione agli ingredienti contenuti, e preferite un integratore che usi olio di oliva (non raffinato) come diluente: molti usano olio di girasole o altri oli di semi raffinati, ma se dovete optare per un’assunzione sul lungo termine è meglio optare per qualcos’altro, per un discorso di potenziale infiammatorio. Gli integratori migliori sono, purtroppo, anche quelli più costosi e quelli più difficili da scovare: potete optare per la Healthy Origins (via Amazon) che ha integrazioni di D a diverso dosaggio, e che utilizza olio di oliva estratto a freddo. Un integratore ottimo, che usa addirittura olio extravergine d’oliva, è quello della Life Extension (qui). 
Personalmente finora ho usato la vitamina D della Myprotein (1 softgel = 2500 UI), ma per il prossimo ordine mi rivolgerò alla Life Extension.

Attenzione! Non assumete mai integratori di vitamina D2, ma solo vitamina D3!

Nota. Gli integratori da me citati possono essere acquistati senza obbligo di ricetta, e pertanto non è possibile usufruire della detrazione sanitaria; se invece vi fate prescrivere l’integratore dal medico potrete scaricare il 19% delle spese sostenute. Normalmente i medici prescrivono il Dibase in gocce o monodose, che purtroppo contiene olio di oliva raffinato.

Integrazione: a digiuno o a stomaco pieno?
Negli integratori di vitamina D sono generalmente già presenti diluenti lipidici indispensabili all’assorbimento di vitamina D, ma è comunque consigliabile assumere l’integrazione al pasto principale. Pasto che naturalmente dovrà prevedere la presenza di grassi da olio extravergine di oliva.

Integrazione e ipercalcemia
Se assumete vitamina D ad alto dosaggio (sotto controllo medico!) è indispensabile tenere sotto controllo i livelli di calcio: la vitamina D di per sé non è tossica, ma può comportare ipercalcemia, che è una condizione da evitare assolutamente.
Per ovviare al problema i pazienti che seguono il protocollo Coimbra sono tenuti a bere come minimo 2,5 L di acqua al giorno, e ad avere una dieta povera di calcio: devono bere acqua a basso tenore di calcio, eliminare latte e derivati, mangiare con estrema moderazione fonti di calcio quali broccoli, cavoli, semi di sesamo, crostacei.

Integrazione e sole

Per poter rendere attiva la vitamina D assunta attraverso l’integrazione è comunque consigliabile un’adeguata esposizione solare, seppur breve: 20-30 minuti al giorno.
Ricordo che, alle latitudini cui si trova esposta l’Italia, solo in estate si ha la massima biodisponibilità dei raggi UVB necessari all’attivazione della vitamina D: per questo motivo è consigliabile diminuire o sospendere l’integrazione della vitamina se passate molto tempo al sole da giugno a settembre; personalmente, avendo molta difficoltà a far salire i miei livelli nel siero, non assumo l’integrazione solo nei giorni in cui vado in alta montagna, quando sto al sole dalle 5 alle 8 ore. Farei la stessa cosa se andassi al mare, ma sono più uno stambecco che una sirena!

Integrazione e attività sportiva
Per poter permettere alla vitamina D di esplicare al meglio le proprie funzioni è indispensabile l’attività fisica, anche blanda, grazie alla quale si ha un turnover minerale osseo favorevole alla metabolizzazione della D. Il protocollo Coimbra richiede 20-30 minuti al giorno di camminata proprio a questo fine: cercate di rispettare questa prescrizione anche se la vostra integrazione è ben inferiore ai livelli di quel protocollo.

Integrazioni e sinergie

Le vitamine liposolubili (A, D, E, K) possono di per sé avere effetti collaterali indesiderati per la salute quando vengono assunte da sole. Invece, l’integrazione simultanea di più di una vitamina liposolubile permette una sinergia auspicabile, con effetti positivi sulla salute. Ecco perché da qualche tempo a questa parte si cerca di sensibilizzare anche sulla necessità di integrare la vitamina K2 insieme alla D: ciò potrebbe non essere indispensabile se fate cicli di integrazione, anziché fare periodi continuativi ininterrotti, ma è sempre bene valutare la vostra specifica necessità con il supporto di un medico.

Bibliografia

Adami S, Romagnoli E, Carnevale V, Scillitani A, Giusti A, Rossini M, Gatti D, Nuti R, Minisola S – Guidelines on prevention and treatment of vitamin D deficiency – Raumatism, 2011; 63(3):129-147