Eccoci di nuovo a parlare di latte: dopo aver affrontato il dibattuto argomento del latte A1, elencato i problemi creati dalla caseina in soggetti sensibili e dopo aver analizzato perché sia errato pensare che solo i latticini siano fonte di calcio biodisponibile, oggi parlerò della qualità organolettica del latte e sulle scelte migliori verso cui indirizzarci.
Dagli articoli precedenti è emerso un importante interrogativo: il latte, in definitiva, fa bene o fa male? La risposta è una sola, e se volete anche piuttosto capziosa: dipende dal latte che prendiamo in considerazione.
I trattamenti del latte fresco
Il latte, prima di essere commercializzato, viene sottoposto ad alcuni processi industriali volti a uniformarne le caratteristiche nutrizionali e organolettiche: in realtà il latte dovrebbe avere un gusto differente a seconda della stagione e in funzione della diversa alimentazione delle mucche; oltre al gusto, anche il contenuto di macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati) è suscettibile di variazioni. Invece il latte in commercio contiene percentuali sempre costanti di nutrienti, e ha lo stesso gusto durante tutto l’anno: perché?
Prima di essere imbottigliato il latte viene sottoposto a scrematura e titolazione del grasso: in pratica il grasso viene prima tolto e poi rimesso per uniformare tutto il latte intero al 3,6% di lipidi e tutto quello parzialmente scremato all’1,5-1,8%. Successivamente viene sottoposto ad omogeneizzazione, un processo che permette di creare un’emulsione stabile liquida come se fosse acqua: avete mai visto il latte appena munto o crudo? In superficie si forma una patina di grasso con cui un tempo si faceva il burro, e il liquido non è perfettamente uniforme; ciò non accade con il latte comunemente in commercio grazie all’omogeneizzazione. Se da una parte tale pratica permette una conservazione più duratura, dall’altra aumenta la permeabilità intestinale di alcune molecole che possono creare fastidio (formazione di gas, dolore addominale, episodi di dissenteria, intolleranza al lattosio).
Infine, prima di essere trasportato alle centrali del latte, il nostro liquido bianco ora perfettamente standardizzato viene pastorizzato: viene trattato termicamente per aumentare la conservabilità fino a 6 giorni. La pastorizzazione permette di diminuire la carica microbica del latte, ma determina modificazioni chimiche nei nutrienti che li rendono meno biodisponibili, in particolare per quanto riguarda le vitamine termolabili e alcuni minerali.
Latte UHT, delattosato e alta qualità
Oltre alla pastorizzazione il latte può subire un trattamento termico più invasivo: l’ultra high temperature o trattamento UHT, che aumenta la conservabilità fino a 3-6 mesi anche fuori dal frigorifero. Mentre la pastorizzazione determina una perdita esigua (ma pur sempre presente) di vitamine e minerali, nel latte UHT tale perdita è ben più consistente. Stessa cosa dicasi del latte delattosato: questo prodotto viene trattato con enzimi che scindono il lattosio per renderlo digeribile anche agli intolleranti, ma viene anche sottoposto ad alte temperature che ne compromettono il profilo nutrizionale. Il latte appena munto dura 1-2 giorni: è un alimento “vivo”, ricco di vitamine liposolubili, minerali e oligoelementi. Il latte a lunga conservazione non è ha che il pallido ricordo del prodotto di cui conserva il nome: non solo le componenti nutrizionali, ma anche quelle gustative risultano intaccate. Ne sconsiglio l’acquisto.
Il latte contrassegnato dal marchio di alta qualità, invece, è qualitativamente migliore rispetto al classico “latte fresco”: dire che un latte è di alta qualità non è una sponsorizzazione da parte dell’azienda, ma si fa riferimento ad una categoria merceologica che risponde a rigidi dettami di legge. I controlli vanno dalla selezione delle razze bovine al trattamento termico, passando per norme igienico-sanitarie più rigide, tenore proteico maggiore (con maggior contenuto di sieroproteine), raccolta e distribuzione più controllate. Tra il latte in commercio, quello ad alta qualità è quindi il migliore.
Il latte biologico e quello crudo
Il latte biologico non vanta proprietà nutritive superiori rispetto a quello non bio, ma le condizioni di vita delle mucche sono ben diverse: hanno maggiori spazi vitali e migliore alimentazione; inoltre il biologico seleziona razze bovine autoctone, dando maggior peso al legame tra cibo e territorio. Per chi volesse approfondire consiglio quest’articolo. Costa leggermente più rispetto al latte tradizionale, ma controlla più scrupolosamente tutto ciò che sta attorno all’alimento in sé e per sé.
Il latte crudo è un prodotto che si è diffuso sempre più negli ultimi anni: moltissimi paesi e città hanno ormai distributori automatici costantemente riforniti di latte a km 0. Su quest’argomento ci sarebbe parecchio da scrivere: si accusa spesso il latte crudo di essere terreno di crescita per batteri patogeni tra cui il temutissimo Escherichia coli. La pastorizzazione, trattamento che abbassa la carica microbica, è stata scoperta nel 1860: prima il latte veniva consumato crudo, o scaldato sul normale fornello di casa, e i casi di mortalità per contaminazione batterica erano davvero bassi. Escherichia coli, infatti, prolifica solo a determinati valori di pH del latte, valori suscettibili di variazione in base alle abitudini alimentari della mucca: se questa è ben nutrita, se le viene permesso di mangiare ciò che per lei è naturale, è ben difficile che il suo latte venga contaminato.
Yogurt e prodotti fermentati
Tra i prodotti fermentati i più conosciuti e consumati sono yogurt e kefir, ma ne esistono molti altri a seconda della zona geografica in cui ci troviamo. Si tratta di derivati del latte particolarmente utili alla nostra salute: l’aggiunta di ceppi batterici specifici conferisce a questi alimenti una serie di vantaggi per la flora batterica intestinale che superano le eventuali problematiche del latte. Questi batteri sono infatti ben diversi da quelli patogeni: aumentando l’acidità dell’intestino crasso riescono a inibire la crescita dei patogeni e a promuovere la diffusione di una flora positiva (funzione probiotica e prebiotica). Non solo: i batteri fermentative migliorano l’assorbimento di alcuni minerali, stimolano il sistema immunitario a produrre sostanze antibiotiche utili a contrastare le contaminazioni da funghi (come ad esempio la Candida), inducono la produzione a livello intestinale di vitamina B e vitamina K, sono utili in caso di moltissime sindromi a localizzazione intestinale (diarrea, stitichezza, infiammazione del colon o dell’intestino, formazione di gas, cattiva digestione). Ultimo vantaggio ma non meno importante: la fermentazione permette di scindere lo zucchero del latte (lattosio) che in molti crea problema di intolleranza.
Altri derivati dal latte
Per come la penso io, i formaggi andrebbero evitati: tanto quelli freschi quanto quelli stagionati contengono un quantitativo di grassi, in particolar modo saturi, che è francamente inutile nell’attuale dieta tipica occidentale. Sono uno sfizio per il palato, non un alimento che deve essere presente con costanza nella nostra alimentazione.
Inoltre i formaggi stagionati sono ricchi di tiramina; si tratta di un aminoacido con effetti negativi sulla salute: causa forte emicrania, irritabilità, fastidio alla luce (fotofobia) e aumento della pressione sanguigna. Tra gli stagionati, forse l’unico che possa vantare pregi dal punto di vista salutistico è il Parmigiano-Reggiano: maggiore è la sua stagionatura maggiormente concentrati e facilmente assimilabili risulteranno i suoi principi nutritivi. Al contrario di altri formaggi, nel Parmigiano sono contenuti batteri prebiotici che risultano utili a ristabilire l’equilibrio della flora intestinale; è inoltre ricco di aminoacidi liberi e minerali biodisponibili, che ne fanno un utile alleato per sportivi, degenti e inappetenti.
Consiglio di provare e preferire i formaggi prodotti da latte crudo: hanno una stagionatura molto breve di 30-60 giorni e conservano intatte tutte le proprietà del latte appena munto. Non necessitano l’aggiunta di starter microbici come gli altri formaggi, in quanto il latte non trattato termicamente già li contiene in modo naturale: si tratta di prodotti più rustici.
Un discorso a parte andrebbe infine fatto per la ricotta, che molti non considerano un vero e proprio formaggio: viene infatti prodotta da sieroproteine, che sono la parte proteica che viene scartata nella produzione degli altri formaggi. La ricotta ha il vantaggio di non contenere caseina (di cui avevamo parlato qui): è quindi facilmente digeribile, e ha un tenore proteico di tutto rispetto dal momento che vanta un profilo aminoacidico di alto valore biologico e funzionale. Personalmente la amo con un cucchiaino di miele, uno di cacao amaro e uno di semi di lino: è un’ottima colazione spalmata su una fetta di pane di segale, oppure una merenda saziante e gustosa dopo l’attività sportiva.
43 Comments
Con questi articoli su latte e derivati mi stai facendo appassionare sempre di più all’argomento!
Quindi a conti fatti il latte biologico (ovviamente) e quello crudo sono i migliori… Piccola domanda: quando vai a prendere il latte crudo nei distributori automatici (che poi.. sono igenici? Ok che non mi prenderei comunque l’escherichia coli… però dei dubbi mi vengono) ti consigliano di bollirlo. Questa cosa va fatta sul serio? Perdo proprietà nutrizionali importanti del latte?
Buona domanda. Essendo distributori di un alimento molto suscettibile di contaminazione batterica, i fornitori sono ben controllati da norme di legge e subiscono controlli igienici frequenti; inoltre calcola che la filiera è molto corta: questione di qualche km in genere, mentre il latte da banco frigo può assurdamente provenire anche da altre regioni se non addirittura altri stati.
Consigliano di bollirlo per annullare ogni rischio microbico, ma a danno di alcuni nutrienti. La pastorizzazione del latte avviene a temperature inferiori alla bollitura: sui 70°C per una decina di secondi. Quindi, a mio parere, può bastare scaldarlo pressappoco con le stesse modalità (munirsi di termometro da alimenti è utile!).
Io non bevo latte perché non mi piace affatto, ma mio fratello beveva quello crudo direttamente dalla bottiglia e non è mai finito al pronto soccorso… Ripeto: se l’alimentazione della mucca è sana e non artificiosa, il pH del suo latte sarà idoneo a scongiurare contaminazioni da E. coli. Affidati a fattorie di cui sia nota la scrupolosità ed attenzione: non è raro trovarne di ottime in zone a stretta tradizione rurale e contadina 😉
Certo è sempre bene finire il litro di latte crudo in giornata: è un prodotto facilmente deperibile. Prova un po’ a pensare cosa perde di nutrienti il latte che dura ben 6 mesi…
Mi informerò riguardo a delle fattorie in zona che possano vendermi il latte…
Visto oltretutto tutto quello che mi stai facendo imprarare riguardo al latte, stavo ponderando di toglierlo, appunto, dalla mia prima colazione.
E pensavo invece di scambiarlo con dello yogurt fatto in casa con il latte crudo.
Altra domanda magari banale: non conviene forse far bollire il latte, anche se crudo, per togliere appunto la caseina?
Io lo yogurt lo faccio sempre in casa con l’apposita yogurtiera, però non ho mai provato partendo da latte crudo: dovresti informarti per sapere se esce comunque buono e cremoso o se i batteri lattici naturalmente presenti nel latte crudo interferiscano con la fermentazione dello yogurt.
Quanto alla bollitura: ti ricordo che bollire il latte crudo significa perdere buona parte delle sue sostanze nutritive maggiormente termolabili 🙂 Inoltre calcola che non è possibile togliere il 100% della caseina solo attraverso bollitura, e che in ogni caso non è detto che essa faccia sempre e comunque male: esistono persone più sensibili e meno sensibili alla caseina. Ad esempio, se io bevo caffè macchiato la schiumetta non mi crea problemi. Se prendo un cappuccino molto cremoso, invece, entro qualche minuto mi viene mal di testa (se ne va nel giro di mezz’oretta in genere, ma è comunque fastidioso).
Ad ogni modo, approvo pienamente il passaggio da una colazione a base di latte ad una con lo yogurt!
Grazie per gli ulteriori consigli.
Lo yogurt proverò prima a farlo senza yortuiera, se poi mi piace (sono un po’ schizzinosa con gli yogurt bianchi, non mi piacciono se sono troppo acidi) ho già adocchiato una bella yogurtiera ad un prezzo più che accettabile!
Si, ho letto in giro che si può fare tranquillamente anche con il latte crudo.. potresti provare anche tu!
E per quanto riguarda il latte io sono molto fortunata: lo digerisco senza problemi e pure le schiume di cappuccini e macchiati non mi hanno mai creato nessun tipo di fastidio, per quello sono stata tentata fino all’ultimo a non abbandonare l’abitudine del latte macchiato, ma con questi articoli mi hai fatto davvero cambiare idea!
Mentre li scrivevo ho cambiato idea anche io sul mio amatissimo caffè macchiato: ora al bar lo prendo macchiato freddo (almeno non ha la schiumetta), e a casa semplicemente amaro.
Proverò a fare lo yogurt con il latte crudo, mi hai dato un’idea! 🙂 Comunque ti sconsiglio di farlo senza yogurtiera perché la fermentazione necessita di una temperatura ben precisa: senza yogurtiera è difficile da mantenere. Io in genere uso un litro di latte che mescolo a un vasetto di yogurt, oppure a qualche cucchiaiata dell’ultimo yogurt fatto: calcola però che più lo riutilizzi, più diventa acido. E come marca, trovo ottima la Vipiteno: cremoso e non acido 🙂
Fammi sapere!
io sono un’amante dei latticini in genere, dal latte allo yogurt passando per formaggi di ogni tipo (a pasta molle, semimolle, dura ecc). Il formaggio lo mangio solo in rare occasioni (cene o pranzi particolari). La ricotta invece almeno una volta a settimana.
Il latte crudo lo evito, come ogni cosa cruda non vegetale. è più forte di me, non ci riesco proprio. Non me la sentirei nemmeno di darlo a mio figlio: anche se il rischio è basso, non mi sentirei molto tranquilla.
Eppure pensa che la maggior parte delle malattie legate al cibo si trasmettono con i vegetali, su tutte le infezioni causate da E.Coli dovute agli animali che… fanno i bisogni nei campi.
In effetti, Laura, ha ragione Colui: le contaminazioni a causa di frutta e verdura sono piuttosto frequenti.
Quanto a me: difficilmente resisto al pesce crudo, o a una tartara di manzo tagliata a coltello… 😛
Si ma la verdura la puoi lavare. L’anisakis o l’istamina (frequentissime nel pesce crudo e principali ragioni x cui non lo mangio) le uccidi solo a cento gradi. O a meno settanta. E sono pochi i ristoranti che hanno abbattitori del genere.
un ristorante che non abbatte il pesce da servire crudo (obbligarorio per legge), facilmente non laverà adeguatamente le verdure 😉 Peraltro credo che molti ristoranti comprino il pesce già sottoposto a trattamento termico, spesso effettuato al momento della cattura.
Beh non é detto. Lavare le verdure è una cosa, investire in attrezzature idonee un’altra. Per l’esperienza che ho avuto della ristorazione so che di abbattitori così professionali non ce ne sono tanti, almeno dalle mie parti. Il discorso Cmq é fatto in termini più generici: io consumo personalmente, a casa, difficilmente cibo crudo. E le verdure le lavo bene. In giro mangio cibo cotto… É una paranoia che mi é rimasta con la gravidanza 🙂
@Colui e Laura: non mi esprimo sulla questione semplicemente perché ne so davvero poco di come si gestiscano le cucine dei ristoranti. Come ha detto Colui, comunque, per servire pesce crudo è imprescindibile il rispetto di certe norme di legge; appunto personale: non mangerei mai pesce crudo in ristoranti che lo servono ma che “non mi ispirano” sicurezza, così come lo mangio tranquillamente in posti che so essere molto attenti e rispettosi.
@Laura: sono d’accordo che sia impensabile un ristorante che non sciacqua le verdure, ma… Come le sciacqua? Con disinfettanti appositi senza poi dare una veloce passata sotto acqua corrente? Chi le tocca quelle verdure? In che padelle o stoviglie finiscono? Il tal ristorante fa uso di “verdure pronte in sacchetto” senza sciacquarle? Insomma… Fidarsi al 100% non è mai possibile, e (per fortuna aggiungerei) non possiamo rendere perfettamente sterili i prodotti che mangiamo (il nostro sistema immunitario ringrazia :P).
l’unica cosa di cui sono certa al 100% è che non usano mai quelle nel sacchetto e sai perchè? costano troppo 🙂
per il resto: fai bene a mangiare pesce crudo solo dove sai che sono attenti alle norme in vigore. Qui da noi in estate puoi trovare carpacci e tartare di pesce ovunque, anche nei bar in spiaggia (hanno a malapena una cucina, figuriamoci l’abbattitore…) ecco perché sono così fiscale in materia. 🙂
ma ti ringrazio perché dopo le tue rassicurazioni e quelle di Colui mi sto tentando a provare il latte crudo. ecco.
io non ho rassicurato nessuno sul latte crudo!
Io ti consiglierei di provarlo, ovviamente senza berlo così com’è… Come ho detto a Gi sotto, consiglio di sobbollirlo (15 secondi sui 72-75 gradi) per effettuare una sorta di pastorizzazione home-made. E, ovviamente, di affidarti a fornitori scrupolosissimi dal pdv igienico-sanitario, e che abbiano un occhio di riguardo per l’alimentazione della mucca!
ok, poi ti farò sapere.
@Colui: errata corrige, pardon sono un po’ rincoglionita. si dorme poco da queste parti 🙂
comprato, pastorizzato (l’ho portato a 75 gradi monitorando la temperatura con il termometro a sonda) e bevuto stamani… che dire… BUONISSIMO. Ha tutto un altro sapore.
Ma non so se sia il caso di darlo a mio figlio. è piccolo e non me la rischierei, tu cosa dici?
Ti è piaciuto? Bene, sono proprio contenta! 😀
Mah. Per tuo figlio, non voglio prendermi una responsabilità così grande perché è piccolo e non so nemmeno quante malattie abbia già fatto o in che stato sia il suo sistema immunitario. Insomma: il latte crudo è igienicamente sicuro -soprattutto se lo porti a 75°. Sta a te valutare… Magari prova a dargliene qualche sorso e monitorare la tollerabilità 🙂 C’è anche da dire che i bambini sono tremendi: ti giri un secondo e hanno un mucchietto di terra in bocca. Non penso che il latte abbia più controindicazioni della terra o di qualsiasi altra cosa si mettano a mordicchiare a quell’età (ma questo è un punto di vista da Arianna, non un parere scientificamente validato :P)
Ciao Arianna,
eccomi ancora qui a leggere i tuoi post interessantissimi..sto andando a ritroso visto che l’ho scoperto da poco… E siccome grazie ai tuoi preziosi consigli ho cambiato la mia colazione assolutamente in meglio… Siccome ho letto che tu mangi la ricotta anche a colazione..volevo chiederti quanta è possibile mangiarne e abbinata a cosa, considerato il fatto che sono normopeso e vorrei mangiare sano senza appesantirmi? Alternando le colazioni e usando la ricotta, Posso mischiarla come fai tu con un cucchiaino di miele e uno di cacao e spalmarla sul pane di segale 50 gr? Sarebbe questa una colazione completa? Grazie mille
Ciao Elena! 🙂
Il meccanismo è proprio questo: mettere una fonte di carboidrati complessi (es. pane di segale, fiocchi d’avena), una -facoltativa- di carboidrati semplici (frutta fresca possibilmente), una di proteine (es. yogurt, ricotta) e una di grassi (es. noci, mandorle, pinoli). Per quanto riguarda le quantità, bisogna avere le nozioni base di composizione degli alimenti: ad esempio la ricotta è più grassa dello yogurt, quindi quando si usa quella al mattino si dovrebbe diminuire un po’ la frutta secca. Per quanto riguarda miele e cacao: un cucchiaino non abbondante di entrambi è la giusta quantità e non influisce in misura consistente sulla colazione. Un consiglio, anzi due! Usa miele denso e non cristallino per la ricotta: si amalgama meglio (ottimo quello di castagno); e aggiungi un pizzico di cannella: è favolosa 🙂
Grazie Arianna sei favolosa tu 😉
Oh ma grazie! Sono qui a sorridere di cuore davanti allo schermo 🙂
Ciao Arianna, complimenti per il sito! Sono una ragazza di 18 anni, peso 58 kg e sono alta 176 cm. Volevo chiedere: fa bene mangiare ogni mattina uno yogurt magro? O dovrei alternare con qualcosa d’altro?
Un’altra domanda: mi piacciono molto le mele verdi, quante ne posso mangiare in un giorno?
Grazie.
Grazie per i complimenti! 🙂
Per quanto riguarda lo yogurt: io lo consiglio intero e bianco, perché è la sua forma più naturale, con meno zuccheri e con il giusto quantitativo di grassi (quando si tolgono grassi allo yogurt, si elimina anche buona parte delle vitamine liposolubili, ovvero “che si sciolgono nel grasso”). Puoi mangiarlo anche tutte le mattine, a meno che tu non soffra di acne o dermatite: in tal caso consiglierei di alternarlo con altro.
Mele verdi: non esiste un “quanto” assoluto 🙂 Diciamo una mela al giorno, aggiungendo altra frutta di tipo diverso.
Spero di esserti stata utile! 🙂
Grazie per le risposte molto utili, quando avrò un altro dubbio di questo tipo ti chiederò ancora 🙂
Figurati, è un piacere 🙂
Ciao, ho una domanda sul latte: ho la fortuna di avere dei suoceri che hanno le mucche e quindi potrei bere del vero latte, ma per sfortuna non mi piace il sapore perchè lo trovo troppo forte, ho provato a bollirlo un po’ di più e anche a diluirlo con l’acqua, ma proprio non riesco a berlo. Inoltre lo trovo anche difficile da digerire. Continuo quindi a comprare latte uht che ha un sapore delicato e non mi da’ fastidio, ma mi dispiace tanto non bere quello delle nostre mucche perchè so bene che quello che compro non è più vero latte e che tutte le sue sostanze nutritive sono sparite. Cosa mi consigli di fare per rendere il latte delle nostre mucche più gradevole al palato e allo stomaco?
Tengo a precisare che tutto il resto della famiglia beve tranquillamente il nostro latte, probabilmente perchè sono cresciuti con quel latte
Ciao Marianna, purtroppo se a una persona non piace il sapore del latte non la forzerei a ingerirlo, tanto più se mi riferisci di avere difficoltà a digerirlo. Piuttosto, perché non provi a usarlo per fare lo yogurt fatto in casa? E’ sufficiente comprare i fermenti lattici (nei negozi bio o in farmacia) e una yogurtiera (si trovano che costano pochissimo adesso). In rete poi trovi tante ricette per fare lo yogurt da latte crudo (ad esempio qui!).
Fammi sapere 🙂
Ciao Arianna, trovo il sito molto interessante, e a tal proposito vorrei porti un quesito;
esiste un modo per togliere la caseina dal latte????
Ciao 🙂
No, non c’è modo di togliere la caseina: dovresti eliminare tutte le proteine, ed è assolutamente impossibile…
Ciao Arianna, intanto grazie per questo blog. Ho due domande per te: soffro di acne tardiva (ho 38 anni) e sono ipotiroidea, quindi devo evitare assolutamente il latte di mucca e di soia (in realtà sto lontana anche dallo yogourt di entrambe i tipi, però assumo costantemente i fermenti lattici): mi sono accorta, infatti, che quando li reintroduco, l’acne peggiora. La mie domanda sono queste: cosa ne pensi del latte di avena bio? Ha un sapore molto buono e mi piacerebbe assumerlo a colazione. La ricotta e il aprmigiano reggaino possono assumerli saltuariamente, tipo 1 volta a settimana?
Grazie mille!
Claudia
Cara Claudia, ti ringrazio molto per i complimenti.
Per la tiroide sono completamente controindicati glutine, fitoestrogeni (quindi soia) e prodotti contenenti caseina, quindi anche ricotta e parmigiano. Se fosse solo un problema di acne, non è quella volta a settimana che fa la differenza. Ma sulla tiroide si richiede eliminazione completa.
Latte d’avena non saprei se consigliartelo o meno, per alcune pazienti che ho è controindicato.
Grazie mille Arianna per la tua risposta e ancora di più per i tuoi articoli e per la tua generosità divulgativa.
Claudia
Buonasera Arianna, ho letto con molto interesse questo articolo (come molti altri). Una domanda, annoveri tra i formaggi stagionati per così dire “concessi” anche il Grana Padano? Non certo quotidianamente (anzi) ma ogni tanto ne abbino 70-80 g con verdura e un frutto. Grazie infinite e buona serata
Sì, anche il Grana Padano, anche se è qualitativamente meglio il Parmigiano Reggiano (per via di un disciplinare più rigido).
Grazie! La prossima volta proveremo a prendere il Parmigiano Reggiano anziché Grana Padano;)
Ciao Arianna,
quindi deduco che se la mia sensibilità fosse spiccata per le caseine, la ricotta e il siero (che di solito acquisto da una piccola masseria-caseificio a conduzione familiare) così come anche un integrazione di whey, non dovrebbero darmi problemi, giusto? Per lo meno da un punto di vista teorico. Grazie 🙂
Anche la ricotta contiene tracce di caseina, e contiene anche moltissimo lattosio, quindi spesso fa borbottii di intestino 🙂
Grazie come sempre 😉
Ma potrebbe essere che un cambio della flora intestinale migliori la tolleranza verso lattosio e/o caseina?
Assolutamente sì 🙂
Ciao Arianna! Io acquisto ricotta bio da produttori di fiducia. Però la riesco a prendere solo una volta a settimana. Secondo te congelarla per poterne prendere di più e non farla andare a male è una buona idea o al gusto e qualitivamente perdo troppo?
Eviterei di surgelare qualsiasi tipo di latticino, eccezion fatta per il burro 🙂