Avevo cominciato a parlarvi dell’influenza dello stile di vita sulla fertilità femminile in questo articolo. Vi avevo spiegato quanto fosse importante pre-occuparsi dell’equilibrio dei propri ormoni del ciclo anche al di là di qualsiasi desiderio di gravidanza, vista la loro importante influenza sulla salute in generale.

Oggi, nello specifico, vi parlerò dell’importanza dell’alimentazione, partendo da quello che è il peso corporeo; nel prossimo appuntamento vi elencherò invece le direttive alimentari per la fertilità che ci giungono dall’autorevole Università di Harvard, il cui centro studi sulla salute ha dedicato mesi a scandagliare le ricerche scientifiche più importanti in materia, al fine di creare un decalogo di norme che fosse fruibile da tutta la popolazione.

Fertilità e peso corporeo
Se vi chiedessi di chiudere gli occhi e di rievocare alla memoria la statuetta paleolitica della fertilità, vista e rivista su sussidiari e libri scolastici di scuola, cosa vi viene in mente? Forse questa…?

E’ la Venere di Willendorf: gli studiosi ritengono che sia una statuetta che evoca fertilità e prosperità, evidenziando le caratteristiche femminili che tipicamente evocano questi attributi. Nell’immaginario collettivo, una donna fertile è una matrona con fianchi larghi, seno prosperoso e corpo accogliente: una donna il cui peso corporeo, probabilmente, è leggermente in eccesso.

Da un punto di vista scientifico, quest’ideale è fondato?

Più o meno: in realtà, gli studi e le ricerche più recenti confermano che sia l’eccesso che il difetto di peso corporeo siano correlati a ridotta fertilità.

Il sovrappeso
L’eccessivo peso corporeo, sia maschile che femminile, è riconosciuto essere la maggior causa di ‘ipofertilità acquisita’: generalmente questo genere di ridotta fertilità è reversibile in virtù di un rientro nel normopeso, quindi attraverso un opportuno piano di dimagrimento.
I motivi per cui l’eccesso di peso causa infertilità sono essenzialmente due:
1) Aumento della produzione di insulina, che a sua volta determina una diminuzione delle SHBGs (ossia le proteine che trasportano gli ormoni: a parità di produzione ormonale, la frazione potenzialmente attiva è inferiore). Inoltre, gli studi della letteratura testimoniano anche che l’aumento di leptina è collegata, nella donna, ad un aumento di testosterone libero e androgeni circolanti: questo iperandrogenismo limita il picco di LH fertile e diminuisce proporzionalmente la produzione di progesterone. La condizione è particolamente pericolosa in donne che presentano iperandrogenismo anche senza sovrappeso, tipicamente in caso di PCOS, sindrome che peggiora in relazione al sovrappeso.

2) Aumento della leptina, ormone che rientra nella regolazione di fame e sazietà, e che ha un ruolo importante anche sugli ormoni sessuali, in particolare aumentando gli androgeni. In relazione alla PMA (procreazione medicalmente assistita), questo aumento di leptina legato al sovrappeso può interferire sullo sviluppo embrionale.

Il sottopeso
Anche un peso corporeo eccessivamente basso può essere un problema per la fertilità: i dati ci dicono che le donne con una percentuale di grasso corporeo inferiore al 20-22% hanno più probabilmente cicli anovulatori o amenorrea. Inoltre, donne forzatamente sottopeso (ossia, il cui basso peso è stato indotto da diete restrittive protratte nel tempo) presentano una qualità ovarica più bassa rispetto a donne normopeso, e sono maggiormente a rischio di menopausa precoce.

Pertanto, il primo passo per prendersi cura della propria fertilità (con ripercussione positiva sulla salute) è quello di assicurarsi di essere in un range di normalità per quanto concerne il proprio peso corporeo; in caso di sottopeso, è indispensabile svincolarsi da comportamenti ipercontrollanti e ossessivo-compulsivi in relazione al cibo, mirando a un completo nutrimento del corpo con particolare interesse ai grassi. In caso di sovrappeso, la strada da intraprendere è quella di lento e continuo dimagrimento, monitorando i parametri metabolici correlati, in particolare curva da carico glicemico con rilevazione dell’insulina.