Mesi fa, prima di venire inglobata in un vortice fatto di lavoro, vita da mamma e nuovi progetti, vi avevo promesso un articolo riguardante l’integrazione a scopo di dimagrimento, facente parte della serie sui supplementi dietetici (trovate i precenti qui, qui e qui). Ecco, riemergo dall’oblio e riesco a dedicarmici solo ora: integratori e dimagrimento, il connubio è possibile?

Metto le mani avanti: non esistono integratori che facciano dimagrire. Esistevano alcuni farmaci, da intendersi previa prescrizione medica: ora sono quasi tutti fuori legge, perché – ma guarda un po’ – è stato scoperto che permettevano sì un rapido dimagrimento senza sacrificio in termini di restrizioni alimentari o attività fisica, ma lasciavano importanti effetti collaterali sulla salute (alcuni si sono rivelati essere addirittura cancerogeni, come il dinitrofenolo); inoltre, si dimostravano  inefficaci una volta sospesi: i chili persi venivano riacquistati rapidamente, e in misura anche maggiore.

Integratori che vengano venduti come “dimagranti” sono in realtà (citazione legislativa) “presìdi che coadiuvano il dimagrimento in presenza di dieta ipocalorica e adeguata attività fisica”; vale a dire: forse (!) possono darvi un aiuto permettendovi risultati più rapidi, ma dovete in ogni caso seguire una dieta ipocalorica e trovare tempo (e modo) di praticare regolare attività sportiva.

Faccio anche una doverosa premessa: la pubblicazione di questo articolo non è volta ad incentivare l’uso degli integratori per il dimagrimento, ma a spiegarvi i loro meccanismi di funzionamento; in primis, per farvi capire che spesso e volentieri i ‘dimagranti’ in realtà con il dimagrimento propriamente detto hanno davvero poco a che fare, e in secondo luogo, per mettervi in guardia dall’uso protratto e scriteriato di questi supplementi.

Ovviamente vi parlerò solo di integratori che non siano fuori legge per formulazione e dosaggio.

Integratori di supporto per la tiroide
Partiamo dal presupposto che la tiroide è l’organo che governa l’intero metabolismo: una tiroide che funziona bene garantisce che tutti gli altri organi siano efficienti. Una tiroide rallentata, viceversa, determina un metabolismo rallentato: non solo difficoltà a perdere peso, ma anche rallentato transito intestinale, digestione difficile, disfunzioni del ciclo mestruale, difficoltà di circolazione, ipotensione…

Prendere un integratore “a supporto del lavoro tiroideo” significa, in un certo senso, accelerare le azioni metaboliche nelle quali la tiroide è coinvolta; non significa promuovere il dimagrimento, se non come ultimo effetto e sempre in associazione a dieta ipocalorica e sport.

QUINDI: prima di prendere un qualsiasi integratore che abbia un effetto sulla tiroide è bene chiedersi se ce ne sia effettivamente bisogno, perché in caso di sovradosaggio o somministrazione inadeguata è assai più probabile avvertire effetti collaterali sul cuore (ipertensione, tachicardia, palpitazioni) e sul sistema nervoso (ansia, attacchi di panico, nervosismo), che non sul dimagrimento.

Tra le integrazioni più usate per stimolare la tiroide troviamo:
L-tirosina, un aminoacido che, quando supplementato, può andare incontro a tre tipi di metabolismi.
1) Viene incorporato nella formazione di peptidi e proteine
2) Viene convertito in tiroxina, melanina e catecolamine
3) Può diventare substrato per la gluconeogenesi.
A livello tiroideo, quello che interessa è la sua eventuale conversione in tiroxina, ossia il principale ormone tiroideo (sebbene non sia quello direttamente attivo). Il principio per cui si integra L-tirosina è il seguente: “Se do al corpo più materia prima, produrrà più ormoni tiroidei, e il metabolismo aumenterà”.
Non è proprio così: non si può essere certi di quale quota della L-tirosina assunta diventi effettivamente tiroxina; anzi, gli studi dicono che la supplementazione sarebbe più utile a formare le cosiddette catecolamine, che non la tiroxina. Infatti, questa supplementazione pare avere un effetto importante per la gestione dello stress (per il quale le catecolamine sono attori principali), l’effetto sul metabolismo è nebuloso.

Selenio, un minerale che diventa cofattore per la conversione da ormone T4 (inattivo) a ormone T3 (attivo). Può essere utile supplementare di selenio in forma di seleno-metionina quando vi sia uno stato infiammatorio che affligge la tiroide, oppure quando sia attestata difficoltà di conversione degli ormoni.

Non esistono altre supplementazioni che si dimostrino essere utili per la tiroide (ovviamente la terapia farmacologica è cosa ben diversa).
Esistono invece delle integrazioni pericolose per la tiroide, come ad esempio lo iodio e le alghe che lo contengono.

Integratori “brucia-grassi”
Chi vuole dimagrire e continua a vivere un inclemente effetto yo-yo, prima o poi sarà indotto a googlare questa chiave di ricerca.
Integratori brucia-grassi: quali sono? In genere, ci si riferisce a supplementi a base di sostanze eccitanti, che, se contenute in quantità adeguata, possono essere un supporto per accelerare il metabolismo. Ad esempio, caffeina o matè o ginseng, spesso in associazione ad alcuni minerali e antiossidanti.

Il problema di questi integratori è che, a fronte di un effetto piuttosto esiguo (per non dire inesistente) sul dimagrimento, mettono l’organismo in uno stato di iper-eccitazione cronica: chi ne fa uso fa sicuramente esperienza di ansia, nervosismo, senso di “accelerazione”. In persone con scarsa tolleranza alla caffeina, possono dare veri e propri attacchi di ira o di panico.

Può avere senso usare questi supplementi in specifiche situazioni legate all’attività fisica: molti integratori da prendere durante l’allenamento contengono caffeina, ad esempio.
L’uso per il dimagrimento è sconsigliato, inutile e direi pericoloso in soggetti predisposti ad avere ipereccitabilità nervosa.

L-carnitina: tra i brucia-grassi spesso viene annoverata la L-carnitina. In realtà, la funzione di questa sostanza è diversa: all’interno del nostro organismo la carnitina permette agli acidi grassi di superare la barriera cellulare, e di entrare nel mitocondrio, dove vengono convertiti in energia. La carnina è un “apri-porta”, che permette ai grassi di venire bruciati.
In linea teorica, supplementare la L-carnitina dovrebbe servire a incentivare la modalità “brucia-grassi”. In pratica, questo avviene solo in presenza di condizioni metaboliche particolarmente favorevoli, spesso permesse solo da una costante attività fisica.

Integratori per il metabolismo degli zuccheri e dei grassi
Molto spesso, nella società moderna, il dimagrimento viene rallentato perché il corpo fa fatica a passare dalla modalità “brucia-zuccheri” a quella “brucia-grassi”. Questo è dovuto a molti fattori, tra cui il mangiare male e troppo di frequente.

In commercio esistono supplementi volti a migliorare la gestione degli zuccheri e/o a promuovere uno stato di “malassorbimento” dei grassi, tuttavia il loro effetto sul dimagrimento è molto limitato. Possono migliorare i valori ematici di glicemia, insulinemia, colesterolo totale e trigliceridi, ma se sono assunti senza una dieta ipocalorica a supporto, non “fanno dimagrire”.

In altre parole, questa categoria di integratori può aiutarvi a sbloccare una situazione di stallo del dimagrimento o a farvi perdere qualche etto in più rispetto alla sola dieta, ma presi da soli non faranno alcun miracolo.

Di solito, questi supplementi possono essere d’aiuto a persone che hanno bisogno di perdere peso, ma soffrono anche di qualche dismetabolismo che rappresenta un fattore di rischio per la salute (ipercolesterolemia, iperglicemia, iperinsulinemia…). La loro assunzione e la durata della supplementazione devono essere accuratamente monitorate, perché alla lunga è possibile avere effetti collaterali.
L’efficacia maggiore si può avere da supplementi misti di singole sostanze attive; tra quelle maggiormente usate e con studi clinici di rilievo possiamo trovare: epigallocatechine del tè verde; cannella; cromo; acido alfa-lipoico; Gymnema; Garcinia; berberina; Moringa.

Integratori per la gestione della fame
Dopo i “brucia grassi”, i supplementi per evitare di avere fame sono sicuramente i più ricercati. Ahimè, se anche ne esistono alcuni efficaci, non sono assolutamente adatti per la ‘fame nervosa’, ossia quella tipologia di fame che affligge la maggior parte delle persone che fanno fatica a seguire una dieta dimagrante. Infatti, molto spesso non è la fame, ma la golosità o la fame emotiva che ci fanno introdurre più calorie di quelle che ci sarebbero consentite in dieta: il cioccolatino a fine pasto non è messo per saziare, così come i due biscotti sgranocchiati sul divano o il dessert al ristorante. Se a questo si somma una cattiva gestione delle emozioni (mangiare per noia, tristezza, rabbia, sensazione di vuoto…), la situazione è ancora più complicata da districare, e sicuramente non è stato ancora inventato (né lo sarà mai) il supplemento che possa essere d’aiuto: si deve avere la forza, e il sostegno dalle persone vicine, per intraprendere un percorso più profondo di autoconsapevolezza, con l’aiuto di una figura competente (psicologo psicoterapeuta).

D’altro canto, se invece il vostro problema è che l’appetito non vi manca, esistono alcuni integratori che potrebbero aiutarvi.

Piccolo appunto: va ricordato che la “fame che non si placa” e il senso di fame che sovviene già solo dopo un paio d’ore dall’ultimo pasto sono causate da una dieta sbilanciata, ricca di carboidrati e povera di alimenti che promuovono la sazietà (fibra e proteine).

Proprio a base di fibra sono quasi tutti gli integratori per tenere a bada a fame: la fibra rallenta i tempi di svuotamento gastrico, permettendo di sentirsi sazi precocemente; in genere vengono utilizzati prima di un pasto, o tra un pasto e quello successivo. L’esempio più classico sono il glucomannano e lo psillio: molto utili soprattutto in percorsi di dimagrimento molto rigidi, che mirino a far perdere tanti chili in breve tempo, generalmente impostati dal professionista per motivi di salute (ad esempio, per permettere al paziente di affrontare un’operazione chirurgica che non potrebbe intraprendere se in sovrappeso, oppure prima di una PMA per una donna con indice di massa corporea molto al di sopra dell’auspicabile, oppure ancora per concreto rischio cardiovascolare).

Ribadisco che queste supplementazioni sono inutili se il vostro problema è la fame nervosa o le abbuffate compulsive.

Integratori per la ritenzione di liquidi e la cellulite
Questi supplementi di dimagrante non hanno assolutamente nulla; se ben formulati, sono un validissimo aiuto per contrastare gli inestetismi della cellulite, permettendo al sistema linfatico di lavorare efficacemente e al contempo di irrobustire il microcircolo senza irrigidirlo. Se, invece, acquistate formulazioni di bassa qualità, potreste avere disidratazione, ipotensione e effetto rebound da accumulo consistente di liquidi.
Gli integratori per la cellulite andrebbero associati a corretta alimentazione, con ciclizzazione dei carboidrati e proteine secondo fabbisogno, e a una corretta attività fisica: la corsa, il ciclismo, lo sport aerobico e l’eccesso di allenamento sono completamente controproducenti (ne avevamo parlato qui). In questo modo si riesce a creare una sinergie di forze per poter avere risultati tangibili.
Va doverosamente ricordato che la supplementazione per la ritenzione di liquidi non è sempre e solo un mero “capriccio” estetico: per alcune donne diventa una richiesta salutistica; sindromi e patologie che affliggono il sistema linfatico, come ad esempio il linfedema, possono essere estremamente dolorose e invalidanti, causando stanchezza cronica e mancata ossigenazione dei tessuti.

Tra le piante che possono venire in aiuto vi segnalo: betulla (linfa di B.verrucosa); fucus; pilosella; centella asiatica; equiseto; verga d’oro. La qualità del prodotto è garantita da numerosi fattori, tra cui tipo di formulazione (tisana o estratto secco o tintura madre…?), titolazione, e qualità delle materie prime di provenienza (nel mare magnum degli integratori, difficile dire cosa sia di provenienza sicura e cosa no…).

Attenzione: se state prendendo alcuni tipi di farmaci (come ad esempio pillola anticoncezionale o terapia per la tiroide) alcuni di questi fitoestratti sono fortemente controindicati.

Spero, con questo articolo di aver fatto capire quanto sia complicato poter definire “dimagrante” un integratore, sebbene la sua somministrazione possa in qualche modo essere ricondotta al dimagrimento. Non lasciatevi abbindolare da false promesse e prospettive miracolose: usate supplementi “per il dimagrimento” solo se effettivamente possono darvi un vantaggio su cui la dieta e lo sport, da soli, hanno poteri limitati; soprattutto, ricordate che gli integratori vanno presi a cicli: serve certamente un periodo di utilizzo sufficientemente lungo da poter essere efficace (in genere dalle 4 alle 6 settimane), ma non protratto all’infinito.