Come promesso alle neomamme (o future mamme) che mi leggono, pubblico un articolo riguardante la corretta alimentazione da seguire durante l’allattamento.
Le esigenze dietetiche della nutrice sono differenti sia a livello qualitativo che quantitativo: lo stato nutrizionale della mamma influenza la qualità del latte prodotto, che a sua volta ovviamente si riflette sulla crescita del bambino.
Quante calorie in più?
La secrezione di latte determina in primo luogo un aumento del metabolismo basale: la maggiore richiesta energetica viene coperta in parte dalle riserve di grasso accumulate durante la gravidanza (la famosa “ciccia sui fianchi” cui accennavo settimana scorsa), e in parte da un aumento calorico della dieta. Nello specifico la nutrice avrebbe bisogno di circa 450-550 kcal in più al giorno, a seconda della sua salute e del suo stato ponderale.
Proteine: quali e quante?
In termini di nutrienti, le proteine hanno un ruolo indiscusso nella lattogenesi: si necessita di circa 17 g di proteine in più rispetto al fabbisogno normale nei primi 6 mesi di allattamento, 12 g se l’allattamento prosegue anche durante lo svezzamento del bimbo. Bisogna però tenere conto che la nostra normale alimentazione è già moderatamente iperproteica, quindi più che alla quantità è bene far attenzione alla qualità delle proteine: durante l’allattamento la mamma dovrebbe aumentare il consumo di pesce e di legumi, ed evitare gli insaccati, gli affettati e i formaggi grassi. Il pesce fornisce acidi grassi omega-3, che passeranno al bimbo attraverso il latte e contribuiranno alla formazione e al sostegno del suo sistema nervoso: è stato dimostrato che se l’alimentazione della mamma è ricca di omega-3 e povera di grassi saturi il bambino avrà uno sviluppo neurocognitivo migliore.
I legumi, per fornire proteine di alta qualità, devono essere associati ai cereali (piatti unici come pasta e fagioli o riso e ceci): hanno il vantaggio di non contenere colesterolo (al contrario della carne), né grassi saturi, e la loro ricchezza di fibra permette di mantenere controllata la glicemia.
Gli affettati e gli insaccati sono da evitare perché troppo ricchi di sodio, che favorisce la ritenzione idrica e può causare ipertensione. Inoltre si tratta di prodotti che quasi sempre contengono additivi, a meno che non si tratti di prosciutto crudo di Parma o San Daniele. Queste sostanze chimiche (nitriti, nitrati, solfiti e solfati) si accumulano come tossine, e passano nel latte secreto.
Tra i formaggi, mi sento di consigliare la ricotta: essendo prodotta con proteine del siero del latte contiene preziosi aminoacidi che sono subito disponibili per l’organismo della nutrice. Meglio invece evitare gli altri formaggi e il latte: sono alimenti molto ricchi di aminoacidi aromatici, nocivi per il sistema nervoso sia della mamma (che può provare stanchezza, fatica, emicrania) sia del bambino. Per lo stesso motivo meglio non consumare anche la selvaggina, crostacei, molluschi e dolcificanti artificiali.
Grassi: vantaggi e svantaggi
Come per le proteine, anche per i grassi è bene porre l’accento sulla qualità più che sulla quantità: la mamma che allatta dovrebbe privilegiare il consumo di omega-3 (pesce) e acidi monoinsaturi (olio extravergine) per permettere lo sviluppo del sistema nervoso del suo bimbo. Uno studio pubblicato sull’American Journal of Paediatrics l’anno scorso ha dimostrato che ad avere effetto prevalente sullo sviluppo psicomotorio è il DHA (un acido grasso della famiglia degli omega-3). Il pesce che contiene più omega-3 e più DHA è: salmone selvaggio, acciughe, sardine, aringhe, trote, sgombri, cefalo, dentice, sogliola e platessa.
Il monito di moderare il consumo di grassi saturi è quantomai importante durante l’allattamento: non solo burro, formaggi, salumi e insaccati, ma anche lardo, strutto, e tutti i prodotti industriali che in etichetta riportano non meglio specificati “oli vegetali” (idrogenati o meno). In genere sono contenuti nei biscotti e prodotti da forno industriali, in patatine, creme come senape o maionese in tubetto, fritti e panature, farciture e glasse.
Le vitamine e i minerali
La produzione di latte implica una perdita non solo energetica, ma anche di micronutrienti: non è necessario (anzi è pericoloso!) ricorrere a integratori o multivitaminici. Il consumo di abbondante verdura ad ogni pasto e di frutta come spuntino è sufficiente a coprire l’aumentato fabbisogno. Le perdite più sensibili sono a carico di vitamina A e vitamina C: la scelta migliore è quella di prediligere i vegetali arancioni o rossi (carote, zucche, albicocche, meloni, pesche, pomodori…) e quelli a foglia verde scuro (spinaci, broccoli, cavoletti di Bruxelles, bieta, cicoria…), ricordando che ancora una volta il pesce è consigliato per il suo apporto di vitamina A.
Per quanto riguarda i minerali, quello a cui bisogna prestare più attenzione è ovviamente il calcio: la donna che allatta necessita di 400 mg in più di questo micronutriente. Come tutti sanno, il calcio è largamente presente in latte e latticini; tuttavia il loro consumo, come ho detto prima, andrebbe diminuito e non aumentato. Dove trovare allora il calcio? La scelta più semplice e indicata è l’acqua minerale: esistono alcuni tipi di acqua in bottiglia con un contenuto di calcio altamente biodisponibile (al pari del latte), superiore a 200 mg per litro. Dal momento che che la nutrice dovrebbe bere almeno 2 litri di acqua al giorno, una scelta attenta può essere vantaggiosa anche per l’aumentato fabbisogno di calcio: acque ricche di questo minerale sono ad esempio la Sangemini (con addirittura 333 mg per litro!), la Ferrarelle o la Boario; anche l’Uliveto garantisce un buon apporto di calcio, ma contiene anche molto sodio. Il calcio è contenuto anche in alcuni alimenti vegetali, come ad esempio la frutta secca (in particolare le mandorle) o le verdure della famiglia delle Crucifere: broccoli, cavoli e cavolfiori contengono calcio che vanta una biodisponibilità pari a quella del latte.
Esistono alimenti proibiti durante l’allattamento?
Sì: la mamma dovrebbe eliminare l’alcol e le bevande nervine (caffè, the, gingseng, guaranà, bevande a base di cola) per evitare che le molecole stimolanti il sistema nervoso passino al bambino attraverso il latte.
Sarebbe poi meglio eliminare anche i formaggi, in special modo se stagionati e/o fermentati, perché come ho detto prima contengono troppi aminoacidi aromatici, nocivi per il sistema nervoso; stessa cosa dicasi per la selvaggina, i crostacei, i molluschi e i dolcificanti artificiali.
In passato si diceva che vegetali dall’odore forte come aglio, cipolla, broccoli e simili conferissero al latte un sapore sgradevole, per cui il bambino lo rifiutava; in realtà, se la mamma ha fatto uso di questi alimenti durante la gravidanza il bimbo già conosce il gusto, e non svilupperà alcuna avversione. Anzi: l’alimentazione della mamma durante la gravidanza e durante l’allattamento deve essere il più varia possibile, perché è la prima educazione al gusto che il bambino riceve. E’ ormai stato confermato da diversi studi: durante lo svezzamento e l’infanzia il bambino è più portato ad assaggiare gusti diversi se la mamma glieli ha già fatti sperimentare attraverso la placenta e il latte. E’ un vantaggio non indifferente: un’alimentazione varia ed equilibrata sarà un vantaggio per la salute della mamma e del bambino, ma garantirà anche meno capricci futuri davanti alle verdure o ad altri alimenti in genere rifiutati dai bambini piccoli!
8 Comments
Bel post! Una domanda: Si trovano spesso informazioni sul dispendio calorico di mamme che allattano esclusivamente e di quelle che allattano dopo i 6 mesi, quando il bimbo inizia a mangiare le pappette. Ma per chi sceglie l’allattamento prolungato? Emma ha 16 mesi e l’allatto ancora una volta nel pomeriggio e anche 3 volte la notte. Secondo te quanto sara’ il mio fabbisogno calorico in piu’? Sarei proprio curiosa di saperlo…
Quanto latte pensi che sia, in termini di litri? Io credo sulle 300-400 kcal in più al giorno, però appunto dipende dalla quantità di latte prodotto…
Difficile dirlo, ma non penso tantissimo… Pensavo anch’io circa 300-400 Kcal al giorno. Vabbe’, curiosita’! Sarebbe bello sapere di preciso quanto beve soprattutto perche’ si rifiuta di bere latte normale (e qualsiasi altro tipo di latte, le ho provate tutte) e ultimamente anche di mangiare yogurt… Spero che non l manchi il calcio, cerco di infilarle del formaggio e delle mandorle tritate nella pasta e nelle omelettes, speriamo sia abbastanza. Sempre riguardo al post ti volevo chiedere: secondo te anche se ormai e’ ‘grande’ e quasi svezzata del tutto io dovrei stare ultra-attenta a cio’ che ingerisco? Cioe’, chiaramente ho eliminato alcool,farmaci e sigarette dalla gravidanza in qua,ma ultimamente mangio anche parecchie schifezze (robacce con zucchero, grass idrogenati, dolcificanti e altre meraviglie) che fino al periodo dell’allattamento esclusivo avevo evitato del tutto. Ah, ho anche ripreso a bere qualche caffe’. Pensi che comunque la quantita’ di schifezze che le arriva nel latte possa essere rilevante?
Emma dovrebbe aver bisogno di 600-800 mg di calcio al giorno, se hai paura che non arrivi alla quota sufficiente falle più volte durante la settimana creme di broccoli e cavolfiori, oppure dei contorni ricchi di verze, crescione, rucola e ravanelli. Sono gli ortaggi che hanno il calcio più assimilabile (un 30% di biodisponibilità, al pari del latte). Attenta ai formaggini: i grassi saturi complessano il calcio in composti insolubili e lo rendono ben poco disponibile: sarebbero forse meglio ricotta e parmigiano, tra tutti. La ricotta in particolare ha caseinfosfopeptidi che rendono maggiormente solubile il minerale 😉
Per quanto riguarda la tua alimentazione ti consiglierei di tenerla ancora molto controllata, soprattutto per quanto riguarda i composti chimici come dolcificanti e grassi idrogenati: in questo caso meglio non correre alcun rischio! Anche per la tua stessa salute, mia cara 🙂 Sulla caffeina sarei più portata a chiudere un occhio, a patto che non siano più di 1-2 caffè al giorno!
La ricotta che esiste qui negli USA e’ qualcosa di indecente e la piccola, giustamente,si rifiuta di mangiarla… Il parmigiano lo mangia sempre sulla pasta. Grazie sulla dritta sui formaggini, non lo sapevo proprio! Per quanto riguarda le verdure, per fortuna Emma ADORA i broccoli! Riguardo alla mia alimentazione, cerchero’ di stare ancora un po’ attenta, allora! E’ che dopo anni di alimentazione un tantino ‘nazista’ (liste di cibi proibiti infinite…) mi sono un po’ rilassata… In fondo sono sempre piu’ convinta che sia la dose a fare il veleno (supercit.!)… Con alcune eccezioni tipo la tossina botulinica, ma vabbe’, sto degenerando 😀 Grazie mille dei tuoi preziosi consigli! Baci baci
Indubbiamente hai ragione per entrambe le cose: troppe restrizioni portano a volte a un successivo relax eccessivo, ed è la dose che fa il veleno. Però (e parlo per quanto ho provato su me stessa) quando mangio “male” poi ne risento durante la giornata: un po’ di mal di testa, poca concentrazione e scombussolamento variabile. E poi, visto che alle tossine da inquinamento e campi elettrici siamo esposti per forza, preferisco ridurre al minimo quelle alimentari 😉
Ciao, io ho due bimbi e mia moglie evita i legumi e molte verdure a foglia verde scura perché a suo parere aumentano le coliche al bimbo. Come potrebbe si potrebbe affrontare, se fosse cosi, questa situazione? Magari facendo pasta e fagioli con il passaverdura?
Poi il brutto è che lei e allergica al pesce.
Nei bambini i legumi creano davvero coliche gassose. Prima di tutto vanno cotti in questo modo per essere meglio digeribili; in secondo luogo, per i bambini è bene passare sempre i legumi al passaverdure, dando solo piccole quantità di legumi interi e non troppo frequentemente. Sembrano tollerare meglio le lenticchie rispetto a ceci e fagioli, meglio ancora quelle rosse decorticate 🙂