Chi mi segue da prima della gravidanza lo sa: ero una gran sportiva.
Mi piaceva tantissimo fare trekking in montagna, anche 2-3 volte a settimana; andavo in palestra e a nuotare; in passato ho anche corso con costanza e discreti risultati; l’inverno prima di rimanere incinta mi ero dedicata allo sci da fondo.
Tutte cose che vorrei poter fare anche adesso, ma… con un bambino di 9 mesi è necessario fare delle scelte, e l’allenamento è una delle cose che ho dovuto (e voluto) sacrificare, almeno per il momento.
In gravidanza ho continuato ad allenarmi (con i pesi, da casa, e con l’aiuto di Marco Testa, il mio PT) fino all’ottavo mese; le ultime 5-6 settimane ero troppo stanca, e temevo di fare movimenti che avrebbero fatto male alle articolazioni delle gambe (il pancione è un bel sovraccarico, e il baricentro è tutto spostato!). Ho semplicemente continuato a camminare, anche in collina.
Durante il puerperio, ossia i 40 giorni dopo il parto, sono stata ferma da qualsiasi attività che non fossero le camminate al mattino presto o dopo le 18, con Mattia in fascia (babywearing, quanto mi hai salvata!): non volevo compromettere l’allattamento esclusivo, e in ogni caso ero troppo stanca per ipotizzare qualsiasi allenamento pur se blando.
Quando Mattia aveva 2 mesi ci ho provato: volevo rimettere in moto il mio corpo, sia per prendermi un piccolo spazio per me stessa, sia perché sentivo la mancanza fisica dello sport. Ho chiesto a Marco un piano di allenamento che tenesse conto delle mutate esigenze (meno tempo, meno muscoli, diversi obiettivi), e per tre o quattro volte mi sono allenata, sempre da casa.
Ecco, poi ho detto: “Anche no”.
Allenarsi con un bambino così piccolo è, per me, impossibile.
Prima di tutto, i risvegli notturni: Mattia non ha mai fatto una notte filata di sonno da che è nato. Si sveglia solo per prendere latte e si riaddormenta subito, lui probabilmente nemmeno è cosciente nei risvegli: io sì, e parecchio. Il sonno frammentato è pesante da gestire, dà tantissima stanchezza; verso il quarto mese mi sono abituata bene: durante il giorno non sono stanca, però se aggiungo una qualsiasi attività fisica extra accuso il colpo, parecchio.
Poi, i doloretti muscolari: inevitabilmente quando si ricomincia a fare sport dopo un lungo periodo di pausa i muscoli sono indolenziti e contratti. E’ una sensazione tutto sommato piacevole, fa percepire di aver lavorato; però, immaginate di dover gestire un bambino di 7-10 kg spesso e volentieri in braccio con tutti i muscoli del corpo appesantiti. Ve lo risparmiate: fate già sport a camminare con lui appollaiato sul vostro fianco, ve lo garantisco.
Senza trascurare un altro fattore importante: la frenesia.
Frenesia, perché i tempi dei neonati sono dei singhiozzi: fino a che non gattonano riescono a distrarsi “da soli” forse 3-5 minuti. Impossibile allenarsi con Mattia presente.
…e mentre Mattia dorme? Anche peggio: il pensiero di dover concludere in fretta il circuito e farsi la doccia velocissimamente, mentre lui dorme e sperando che non si risvegli… E magari lui si sveglia e piange, e che si fa? Allenamento lasciato a metà: inutile, solo stress alle stelle. Per altro, nei momenti in cui un neonato dorme ci sarebbero altre mille priorità a cui pensare: la casa da sistemare, il corpo da nutrire, il lavoro da portare avanti, ogni tanto riposare (magari!).
…e farsi aiutare dal papà che tiene il piccolo? Per ora, impossibile: il mio compagno torna la sera alle 19: alle 20.30 Mattia è stanco e deve dormire. In un’ora e mezza non si riesce a incastrare allenamento, doccia, cena, riordino cucina, rituale della nanna e addormentamento. Ci sarebbe tempo durante i weekend, ma i weekend sono per la famiglia (e, comunque, allenarmi due giorni consecutivi e poi stare ferma per altri cinque è inutile).
Ultimo ma non ultimo: lo sport, durante l’allattamento esclusivo, mi ha fatto diminuire la montata lattea.
Non so (non credo) che sia così per tutte, ma per me lo è stato: le brevi settimane in cui mi sono allenata con Mattia di 2-3 mesi sono state quelle in cui avevo meno latte, il bimbo era più agitato e piangeva di più; io avevo perennemente fame, e lui anche.
Insomma, essendoci passata, non ho veramente idea di come riescano certe mamme ad allenarsi con uno (o più!) bambini piccoli da gestire: ci sono queste #fitmom su Instagram che ogni tanto seguo… Se prima poteva anche esserci un “che brave, riescono a incastrare tutto!”, ora è un netto “…a che prezzo riescono a fare tutto?”.
La stanchezza, le poppate, il sonno, la fame, gli impegni.
E i bisogni del bambino, soprattutto i bisogno del bambino.
Ora che Mattia ha quasi 9 mesi per noi è leggermente diverso: ci sono momenti della giornata in cui gioca volentieri da solo sul tappetino, e io riesco a stendere il tappetino da yoga vicino a lui e fare una ventina di minuti di stretching o una mezz’oretta di allenamento senza che lui cerchi di arrampicarsi su di me. Riesco a concludere l’allenamento degnamente, senza fare le cose di fretta; certo, siamo a livelli infinitesimali rispetto allo sport che ero in grado di fare un tempo: se penso che ho dolori alle gambe per aver fatto squat con solo 6 kg di sovraccarico mi sento davvero piccina, in confronto ai 50 kg di due anni fa! Ma piano piano avrò nuova forza, piano piano riuscirò a fare qualcosa in più, e questa primavera mi aspetteranno di sicuro delle belle camminate con Mattia nel marsupio (…sulle spalle del papà, auspicabilmente!).
Penso che non riuscirò ad avere programmi di allenamenti “seri” per almeno 3-4 anni: ci saranno giorni in cui sarò troppo debole per via delle notti in bianco, ci saranno allenamenti saltati perché lui starà poco bene o sarà da portare ai suoi allenamenti (non vedo l’ora di iscriverlo a un corso di nuoto, e magari all’asilo anche di propedeutica all’arrampicata!), ci saranno momenti in cui lascerò perdere i pesi per mettermi a disegnare con lui (o preparare un dolce con lui, o sistemare la casa, o leggere un libro!).
Nonostante tutto, ho alcuni piccoli obiettivi per i prossimi due anni, vedremo se riuscirò a mantenerli:
1. Trovare un buon corso di yoga dinamico nelle vicinanze di casa, per allenare la flessibilità e la coordinazione.
2. Ricominciare a correre.
3. Estate 2018 ed estate 2019: camminate in montagna, tante, e in posti non turistici (insomma, le sfacchinate cui eravamo abituati prima di Mattia, ma con Mattia in spalla!).
4. Inverno 2018-2019: sci da fondo (…e qui magari lasceremo un po’ più spesso Mattia con i nonni nel weekend).
Magari tra due anni rileggerò queste parole e mi crederò un’ingenua (“Con un bimbo così piccolo, pretendevi troppo!”), voi che dite? Siete mamme sportive con qualche suggerimento da darmi?
20 Comments
Io non mi sono mai avvicinata ai tuoi livelli di sport, un po’ per pigrizia un po’ perché in famiglia è mancata quella giusta “cultura sportiva” che riesce a vedere nello sport un’attività fondamentale per la crescita di corpo, mente e carattere. Gregorio ha esattamente due settimane più di Mattia e con l’inizio dell’anno mi ero ripromessa di ricominciare con il nuoto: non è esattamente quello che mi serve per la mia condizione fisica, ma non volevo farlo solo per fare sport, ma anche e soprattutto per ritagliarmi uno spazio *solo* mio. Ecco, non è che i programmi stiano andando come mi ero prefissata… ma arriveranno i tempi in cui lui sarà più indipendente (e in cui potrei comunque avere malinconia di questi mesi 😉 ).
Da settembre, però, porto Gregorio in piscina ad un corso di acquaticità, in modo da fargli mantenere confidenza con quell’acqua che gli ha fatto compagnia per 9 mesi 🙂 . Poi quando sarà più grande sceglierà lo sport che vorrà (divano escluso!), ma al momento si diverte come un matto (e io con lui 😉 )!
Io ho ricominciato subito dopo il parto ad allenarmi, però prima allattavo, consegnavo mia figlia al papà e andavo a nuotare, per qualche ora però dopo l’allenamento non avevo latte. Poi andavo a camminare in montagna e facevi fondo, sempre allattando prima dell’attività. Otto anni dopo con mio figlio stessa routine. Ci vuole un po’ di collaborazione, da sole non si riesce a gestire lavoro, famiglia con neonato e attività sportiva.
Ho allattato esclusivamente fino a sei mesi e ho continuato per un anno dopo lo svezzamento.
Tra le tue parole leggo una velata accusa nei confronti di chi ha fatto sport dopo la nascita del.proprio figlio di sottrarre tempo alla famiglia.
No Arianna da te non me lo aspettavo.. tu che dici che ognuno deve ragionare coi propri criteri senza dar retta ai giudizi facili e gratuiti.. tu non sei riuscita/non hai voluto..io ho corso a 5 giorni dal.parto e ho continuato a farlo per il primo e il secondo figlio..e questo mi ha aiutato tantissimo mentalmente a gestire i cambiamenti ormonali e ad allontanare lo.spettro della depressione post-partum..e i miei bambini ne hanno giovato come.me..perché a parte la stanchezza..sono sempre rientrata con il sorriso e l’entusiasmo di essere mamma al 100%.
Giustissima la tua scelta per te..ma perché giudicare quella degli altri? Sei passata dal “guarda come.sono brave” al ” chissà a cosa devono rinunciare ” senza passare dal “ci sono mamme diverse da me.che hanno fatto scelte diverse..le rispetto”
D
Oh no, non ho assolutamente voluto giudicare altre mamme che hanno fatto/fanno sport!
Ci sono quelle fortunate con il bimbo che tira le ore di nanna filate, o che hanno possibilità di delegare maggiormente rispetto a me (in parte perché non posso, in parte perché non voglio); oppure quelle che hanno avuto un parto liscio e pulito che ha permesso di fare subito sport (io no); oppure quelle che per scelta o dovere non hanno allattato e hanno ricominciato in fretta l’allenamento. Ecco, c’è mamma e mamma, sicuramente.
Se tu hai potuto correre a 5 giorni dal parto presumo (presumo! Dimmi se sbaglio!)) che non abbia avuto suture post-partum e/o non stessi allattando e/o soprattutto, avessi qualcuno a cui lasciare il piccolo/a 🙂 Ecco, in mancanza di queste 3 cose, credo che voler fare sport a tutti i costi prima dei 6 mesi voglia solo dire stressarsi a dismisura. Qual è la tua esperienza, considerando le variabili che ho sottolineato?
Penso che il tuo articolo avesse l’obiettivo di sollevare le.mamme che non sono riuacite a fare sport dai sensi.di.colpa che naturalmente vengono..e lo trovo ammirevole perché lo sappiamo tutte quanto si è fragili e vulnerabili nei primi 12 mesi di mammitudine.. io ho fatto una scelta diversa perché ne avevo la necessità mentale e fisica e ho creato le.condizioni per poterlo fare.. ho rinunciato ad altre cose ma non perché sono più brava ma.perché per il mio equilibrio fisico/mentale era una priorità.
Ho corso sempre e continuo a farlo prima dell’alba, quando la.mia.famiglia dorme, allattavo prima e calcolavo le.ore di libertà..ho allattato 6 mesi esclusivo il.primo e 4 il secondo.. è un argomento che mi sta molto a cuore e mi sono sentita punta nel vivo..perché non sai quanto giudizi cattivi e maligni ho dovuto affronatre per le.mie scelte..sia prima che dopo..ma.soprattutto durante le gravidanze..quando ho continuato ad allenarmi fino al giorno prima del.parto..ovviamente con i dovuti modi.. con la mia.bella pancia ho corricchiato (camminata veloce e piccolo trotto) e nuotato fino al giorno prima
DONNA
Ogni donna che lotta per il proprio equilibrio post partum, riuscendo a far convergere (con enorme sforzo) le proprie esigenze e quelle della famiglia neocostruita, merita un monumento 🙂
Personalmente: vorrei tanto fare sport prima di colazione, sono sempre stata abituata così e mi piaceva molto iniziare la giornata con adrenalina. Nonostante i risvegli notturni, lo farei ancora, ma… appena mi alzo dal letto ho gli occhioni di Mattia a fissarmi: ha il radar!
Se si sveglia pure lui lo allatti (se necessario), lo lasci al padre e vai. Non è che ogni minuto di veglia deve sempre trascorrerlo in tua presenza! Ha nove mesi, RELAX! 🙂
Su questo sorrido: se esco dalla stanza, che siano le 23 o le 4 o le 7, si sveglia. Ha il radar. E’ così da un paio di mesi, e sentendo esperienze analoghe magari continuerà così fino agli 11-13 mesi: amen, per me onestamente non è un problema perché non assolutizzo e ragiono principalmente pensando che “sono fasi, cambieranno” 🙂
Io mi considero una mamma fortunata perché ho potuto stare a tempo pieno col mio bimbo fino ai 10mesi e poi lavorando solo due giorni a settimana ero praticamente sempre con lui. Dopo il parto e fino all’anno di vita le passeggiate fuori per farlo dormire sono diventate il mio sport..ho dovuto rinunciare al nuoto e alla corsa..rinuncia che però inizialmente a me è sembrata naturale..prima c’era lui e i miei bisogni sono arrivati dopo..non sarei riuscita a fare altrimenti per come sono fatta io!e comunque tutte le mie energie erano impegnate nel crescere mio figlio, imparare anche a staccarmi da lui..a delegare.. gestire lavoro e casa e ridisegnare confini ed equilibri nuovi. non è semplice gestire tutto..qualcosa credo bisogna anche lasciar andare..
Che bello leggere di questa testimonianza! Ad ogni commento scopro qualcosina in più delle sua vita da mamma 🙂
Direi che la rottura della cyclette è stato un buon investimento per… un attaccapanni nuovo! A casa dei miei genitori la usavamo proprio così, sul balcone…
PS. Voce del verbo “delegare”: devo effettivamente imparare anche io.
lascio un aneddoto simpatico..con auto ironia lo condivido. quando Nicolò aveva 17mesi il mio compagno mi regalo un’ellittica..lo definìi il regalo più bello che mi potesse fare!così ogni volta che ero a casa e mio figlio dormiva potevo fare sport senza chiedere nulla a nessuno e soprattutto quando volevo. peccato fosse diventata una sorta di prigione..il fatto di averla in casa mi creava una specie di obbligo nel salirci . dopo due anni si è rotta..superata la disperazione iniziale mi sono iscritta ad un corso di pilates e mi sento letteralmente “liberata” da un grosso peso!il voler fare sport a tutti i costi nonostante l’essere diventata mamma e quindi il dover rivedere le priorità e i cambiamenti a 360 gradi non credo sia più una risposta ad un bisogno individuale quanto una schiavitù..almeno per me è stato così
Ti seguo da un po’ e ti faccio I miei complimenti.apprezzo molto la sincerita’ di questo articolo. Io ho una bimba di due anni e mezzo, e mi alleno quando e’ all’asilo.. perche’ con lei presente non e’ che sia impossibile ma e’ una corsa contro il tempo., non un piacere ma qualcosa da finire in fretta per non parlare di quando si ammalano e devi fermarti anche per due settimane.
Grazie mille per il commento 🙂
“Corsa contro il tempo”: hai espresso benissimo il concetto di fare sport con i figli presenti!
Bravissima 😀 Per me è un po’ più difficile, stando fuori casa tutto il giorno per lavoro (in un’altra città). Avevo pensato persino di seguire un programma di mezz’ora la mattina tipo alle 5, ma con i risvegli notturni della piccola, arrivo alla mattina distrutta, non riuscirei a tagliare un’altra ora di sonno… Come fare? Baci.
Io aspetterei un periodo più calmo, senza aggiungere stress allo stress 🙂
Sono una mamma sportiva (amatoriale) alla seconda gravidanza, mi sto ancora allenando all’ottavo mese con camminata, cyclette ed esercizi perlopiù a corpo libero e posturali. I sovraccarichi li ho già con il primogenito (cambiarlo, caricarlo in auto, eccetera). Lavoro ancora, sono in proprio e i nonni tengono mio figlio. Mio marito esce presto e torna alle 18-18.30.
Mi sono ritrovata molto nel primo periodo che tu hai descritto, i primi mesi. Con un bambino di nove mesi però penso che si può ricominciare a trovare la propria dimensione e una routine famigliare stabile, certo c’è bisogno di un po’ di aiuto. Non puoi pretendere di tenere tu il bambino il 100% del tempo, lavorare ed allenarti. La domenica lo lascia tuo marito e ti fai la corsetta. Il martedì lo lasci ai nonni e ti alleni. Fai qualcosa per te, inizi a riprenderti cura di te stessa e deleghi qualche ora ai nonni (che da quanto scrivi ci sono a disposizione), senza pensare con ciò di togliere qualcosa a lui, perchè non è così. I nonni sono un bene prezioso e una ricchezza per i nipoti, inoltre prendersi un po’ di tempo per se stesse è FONDAMENTALE a mio parere.
Una mamma che riesce a prendere qualche ora di pausa dai figli è una mamma più serena, perchè ha tempo di scaricare la testa. Ti sento molto mamma chioccia, cosa che io non sono, quindi mi rendo conto che va molto a carattere.
In fondo è giusto che ognuno faccia ciò che fa sentire meglio.
Sono d’accordo sulla necessità di delegare i figli per prendersi qualche ora di pausa. Purtroppo, non tutte hanno i nonni vicini e sempre disponibili (anzi, già fanno tanto mentre sono al lavoro), né i compagni con orari “umani” durante la settimana. Il poco tempo dedicato alla famiglia al completo è nel weekend, e non mi va di prendermi mezza giornata solo per me sapendo che sono le uniche ore con compagno e figlio 🙂
E… sì, sono mamma-chioccia figlia di una mamma-non-chioccia (ma non per questo assente): essendoci passata da figlia, e ricordando bene alcune sensazioni della mia infanzia, mi è venuto naturale “esserci al 100%” per Mattia.
Grazie per il tuo commento, comunque!
Ciao Arianna! Sono una collega nutrizionista e mamma…abbiamo un bimbo della stessa “mesità” 😀 (Ti seguo anche al corso SNS ma questa è un’altra storia…) Io sono stata fortunatissima, il mio bimbo da subito ha dormito tutta la notte (con qualche sporadica poppatina che ho imparato velocemente a fare in uno stato di semiveglia). Così finchè la temperatura lo ha permesso mi svegliavo la mattina presto, lasciavo il bimbo nel lettone con il papà e andavo a fare una corsetta. al ritorno li trovavo entrambi ancora lì e mi sentivo benissimo per tutto il giorno. Fare attività fisica mi rende decisamente una mamma migliore :D. Ora che c’è il gelo polare faccio dei workout quando lascio il bimbo dai nonni…che abitano a 200 m da casa mia. Ho una fortuna sfacciata e un po’ mi vergogno. Darmi da fare con i workout mi sembra proprio il minimo! Il mio pensiero è che questi primi mesi sono davvero preziosi e volano in un attimo. Quindi se l’allenamento deve essere inteso come un qualcosa che “toglie” meglio evitare. Nel mio caso invece è un valore aggiunto perchè se mi sento meglio riesco anche ad approcciarmi meglio a mio figlio, con più energie per giocare, farlo ridere e così via. I migliori workout comunque sono state le passeggiate in collina con lui in fascia…soprattutto da quando ha superato gli 8 kg! Non vedo l’ora di ricominciare!!!
Hai sì una gran fortuna! A breve ricominceremo anche noi le passeggiate, puntiamo alla montagna con il marsupio… vedremo se Mattia gradità 🙂
Leggo questo articolo a distanza di più di 4 anni da quando lo hai scritto, e ti ringrazio perché mi ritrovo in ogni parola, come se l’avessi scritto io. Mi manca tanto allenarmi cosa che ho fatto fino all’8 mese, ma ancora ora che mia figlia ha quasi 6 mesi non riesco a farlo. Complice inoltre una diastasi da curare che mi impedisce di poter fare alcuni esercizi, i soli che devo fare x curare quella é già un successo trovare il tempo x me. Alle volte mi sento molto triste, ma penso che prima o poi riuscirò a cambiare le cose.