Parliamo di alimentazione e psiche: quello che mangiamo è in grado di modificare il nostro modo d’essere, di relazionarci con il mondo, il nostro umore e la nostra indole? Secondo la tradizione orientale sì: pensiamo all’ayurveda, allo yoga, alla meditazione e alla medicina tradizionale cinese.
 Conoscere quello che una persona mangia può dirci molto riguardo il suo carattere: pensiamo banalmente al manager caffeinomane, che di certo non trasmette la quintessenza della tranquillità. Oppure, pensiamo all’indole differente dei vegetariani a confronto di chi fa ampio consumo di proteine animali e carne rossa.

La nostra alimentazione è la struttura sulla quale viene plasmata la nostra psiche.

Se mangiamo bene, viviamo bene. Sono convinta che un pasto cucinato con amore e con materie prime eccellenti sia in grado di nutrire non solo il corpo, ma qualcosa di più: chiamatela anima o psykè o Atman o non chiamatela affatto, poco cambia.

Vediamo però di approfondire l’argomento.

Zuccheri semplici e complessi
Parlando dell’indice glicemico abbiamo visto come un aumento troppo rapido degli zuccheri nel sangue implichi un’altrettanto brusca discesa, che innesca un circolo vizioso di fame e voglia di dolci. Il cervello, infatti, si nutre esclusivamente di carboidrati: se essi gli vengono dati sottoforma di zuccheri semplici li esaurirà entro breve e ne chiederà subito altri; se invece nutriamo il nostro Capo con carboidrati a lento rilascio (cereali integrali, legumi) andrà molto più difficilmente in carenza. 
Per il cervello si parla dunque di carenza di zuccheri; l’avrete probabilmente provato anche voi: quella sensazione di ottundimento mentale, con giramento di testa, scarsa concentrazione, sonnolenza e apatia. Da quest’evidenza traiamo quindi la conclusione che un’alimentazione con troppi zuccheri semplici implica una costante sensazione di annebbiamento mentale e pigrizia. 
Non solo: il circolo vizioso innescato dallo zucchero crea una vera e propria dipendenza fisica, tanto che è stato scientificamente dimostrato che togliendo per tre giorni bevande zuccherate e dolci a chi ne abusa si verifica una situazione di astinenza che comporta compulsione, forti emicranie e altri sintomi correlati.

Grassi saturi e insaturi

Gli stimoli nervosi provenienti dal mondo esterno (e da quello interiore) arrivano al cervello scorrendo lungo gli assoni dei neuroni cerebrali; questi assoni sono ricoperti da un materiale isolante (la guaina mielinica) formato da grassi provenienti dall’alimentazione (ecco perché escludere completamente i condimenti è controproducente e dannoso per il nostro corpo!). La qualità dei grassi modifica la struttura della guaina mielinica, rendendola più o meno incline ad assorbire nutrienti: se la guaina diventa impermeabile, le nostre cellule cerebrali non hanno modo di sfamarsi, e di conseguenza il cervello diventa stanco, vecchio, poco reattivo. I grassi saturi e ancor più di essi i grassi trasformati dall’industria (margarine, fritture, grassi trans) cambiano in modo radicale la plasticità degli assoni nervosi, peggiorandola; al contrario i grassi insaturi contenuti in olio d’oliva, frutta secca e pesce rendono la guaina più flessibile: il cervello sarà più attivo perché ben nutrito.

Proteine animali e vegetali
Le sostanze chimiche che stimolano il nostro sistema nervoso sono prevalentemente a base proteica. Le ghiandole surrenali, in particolare, secernono le cosiddette catecolamine (adrenalina, noradrenalina e dopamina) quando l’organismo si trova in una situazione di stress fisico o psicologico; si tratta di molecole indispensabili in situazioni di pericolo perché mettono il nostro corpo in allerta, ma la continua stimolazione surrenalica implica uno stress costante ed infinito. 
Le catecolamine sono prodotte a partire dall’aminoacido tirosina, presente soprattutto nei formaggi stagionati, nella carne di maiale e nella carne (bianca o rossa) particolarmente ricca di grassi.
Altra sostanza a base proteica che agisce sul comportamento è la serotonina, che a livello di sistema nervoso centrale è uno dei massimi regolatori di umore, sonno, sessualità ed appetito: una carenza di serotonina è direttamente collegata a stati di inappetenza (anche sessuale), intorpidimento e stati depressivi. Studi scientifici hanno dimostrato che disfunzioni a livello serotoninergico siano collegate a disturbi psichiatrici quali depressione, disturbo bipolare ed ansia. 
La serotonina viene prodotta a partire dal triptofano, contenuto in cereali integrali (riso integrale, orzo, farro, kamut, avena), frutta secca (noci, mandorle, nocciole, pinoli…), pesce di mare, banane, ananas e latticini freschi (ricotta, yogurt).
Non ci sono prove scientifiche che attestino certamente che un’alimentazione ricca di proteine animali predisponga ad essere più aggressivi, ma le prove empiriche parlano chiaro: persone (o popolazioni) che mangiano tanta carne hanno un’indole più sanguigna e bellicosa, mentre un’alimentazione tendenzialmente vegetariana induce a una maggiore serenità dell’animo.

Per inaugurare l’argomento psiche & cibo credo che quest’excursus, sicuramente superficiale, sia sufficiente: intendo approfondire con ulteriori articoli, perché è un lato della nutrizione che mi interessa molto. Spero di aver suscitato della curiosità anche in voi!