Il 17 maggio è la VII giornata mondiale contro l’ipertensione, che di per sé non è una vera e propria patologia, ma che rappresenta un importante fattore di rischio per ictus cerebrale, infarto al cuore e insufficienza renale.
Monitorare in modo costante la propria pressione arteriosa è un’efficace prevenzione di patologie cardio-vascolari: se i valori pressori fossero fuori dal range di normalità sarebbe possibile intervenire in modo tempestivo nel modificare piccole abitudini di vita che possono fare la differenza tra l’insorgenza e la non-insorgenza di ictus e infarto. Secondo alcune stime il monitoraggio della pressione nella popolazione sensibile, cioè in chi ha superato i 50 anni, permetterebbe di evitare più di 8.000 casi di ictus in 5 anni, diminuendo la mortalità per questa patologia addirittura del 50%.
Il 17 maggio sarà possibile farsi misurare gratuitamente la pressione in numerose postazioni della Croce Rossa Italiana sparse sul territorio, oltre che in Centri Ospedalieri Specializzati e in Farmacie aderenti all’iniziativa. Se volete conoscere la postazione più vicina a voi cliccate qui per consultare l’elenco.
Per una coincidenza fortunata una mia amica qualche giorno fa mi ha girato via web uno studio alimentare proprio sull’ipertensione, che io vi ripropongo in quest’articolo.
Tradizionalmente l’ipertensione viene tenuta sotto controllo da farmaci ACE-inibitori, terapia che deve essere seguita per tutta la vita da chi soffre di pressione alta. Tuttavia è stato ormai comprovato da più studi scientifici che un’alimentazione sana associata ad un’attività fisica costante (almeno 30 minuti di camminata quotidiana a ritmo sostenuto) aiuta a ridurre i valori pressori e a tenerli nel range di normalità anche senza ricorrere ai farmaci. Un team dell’Unità di Ipertensione dell’Ospedale piacentino G. da Saliceto ha indagato l’efficacia dell’integrazione di Grana Padano nella diminuire la pressione di pazienti non sottoposti a terapia farmacologica: i risultati sono stati molto significativi!
Lo studio è stato condotto su 45 pazienti ipertesi dei quali si sono monitorati valori ematici e pressori: 29 pazienti hanno seguito una dieta bilanciata con integrazione quotidiana di 30 g di Grana Padano, mentre i rimanenti 16 hanno seguito la stessa dieta ma senza integrazione. Al termine dello studio, durato due mesi, il gruppo che ha mangiato quotidianamente Grana Padano ha registrato una diminuizione della pressione arteriosa: -8 mmHg per la sistolica, -7 mmHg per la diastolica; non sono state registrate variazioni per quanto riguarda valori di indice di massa corporea (BMI), colesterolo totale e HDL, trigliceridi, glicemia e livelli sierici di sodio e potassio.
Questo risultato è importante: il dottor Giuseppe Crippa, coordinatore dello studio, ha affermato che l’effetto anti-ipertensivo dell’integrazione dietetica di Grana Padano non solo ha la stessa efficacia che si è registrata in studi di intervento con farmaci, ma è anche superiore di quella osservata a seguito della restrizione di sodio alimentare! Finora, infatti, la prima strategia alimentare per il controllo dell’ipertensione era quella che tutti conosciamo: mangiare meno salato. In quest’ottica il formaggio grana era fortemente sconsigliato: 30 g contengono quasi 2 g di sale, eppure questo studio dimostra che nonostante ciò -e a parità di altre variabili dietetiche- il Grana Padano abbassa i livelli pressori.
Il team di esperti condotti dal dottor Crippa riconduce l’effetto anti-ipertensivo formaggio grana alla sua alta concentrazione di tripeptidi, ossia molecole aminoacidiche prodotte dalla fermentazione batterica durante la stagionatura. Il formaggio che ne contiene livelli più elevati è quello di media stagionatura: dai 9 ai 12 mesi.
Lo sapevi che…
Il Grana Padano ben stagionato è un formaggio che tutti possono mangiare, anche gli intolleranti al lattosio: la fermentazione batterica, infatti, scinde le molecole di lattosio nelle unità semplici di galattosio e glucosio, rendendolo dunque perfettamente digeribile anche a chi in genere non tollera latte e latticini.
I 30 g di formaggio testati in questo studio possono essere un sano spuntino di metà pomeriggio: forniscono circa 120 kcal, 8 g di proteine e 6 g di grassi (di cui 4 g di saturi) e praticamente nulla come zucchero (meno di 1 g).
Bibliografia
G.Crippa, M.Bosi, L.Casi et al. – Dietary Integration with Grana Padano cheese effectively reduces blood pressure in hypertensive patients, J Hypertension 2012
10 Comments
E non si finisce mai d’imparare.
Assieme al Parmiggiano Reggiano, Il Grana Padanoè l’unico formaggio che mangio e che non mi fa male, a differenza di tutti gli altri e di tutto ciò che contiene latte.
Ed ora, so anche il perché.
Il mio spuntino, di metà pomeriggio, a volte, è costituito proprio da un frutto e da 15/20 gr di Parmiggiano o di Grana.
Non mi fa sentire gonfia e mi sostiene bene fino alla cena.
Una delucidazione: è preferibile, dunque, salare una minestra con del Grana o del Parmiggiano grattuggiato, piuttosto che con del sale?
Per arricchire il tuo spuntino potresti aggiungere anche 2-3 noci, se non ti danno problemi come gonfiore!
Se usi il grana o il parmigiano nella minestra sì: ti consiglio di non salare, o di usare meno sale; essendo formaggi stagionati danno di per sé una bella carica di sapidità!
Ciao Arianna, io amo molto i formaggi.. è una mia debolezza 🙂
Le stesse considerazione fatte per i parmigiano in merito a caseina e lattosio valgono per gli altri formaggi stagionati?
Più direttamente.. il classico tagliere di formaggi con miele (una mia passione!) è davvero così dannoso e da evitare?
Ciao Paola!
Allora… La caseina è contenuta in tutti i formaggi; il lattosio invece dipende: nei formaggi freschi è sicuramente contenuto, mentre la stagionatura favorisce la scissione del lattosio nelle sue singole molecole, dunque non è più presente nel prodotto finito. Qui puoi trovare una lista con il contenuto nei vari latticini.
Per quanto riguarda il tagliere: dipende da quantità e frequenza dei formaggi. E dal tipo! Tendenzialmente, quelli da latte crudo sono i migliori…
Esattamente, quali sono i formaggi da latte crudo? Come faccio a trovarli e a distinguerli da quelli “tradizionali”?
Grazie come sempre della tua pronta disponibilità!
PS Ho provato la ricotta con noci e miele a colazione, devo dire che avevi ragione, vale la pensa cambiare abitudini 🙂
Non sono molto ferrata sulla produzione dei formaggi da latte crudo… Essendo un fattore di pregio, dovrebbe essere specificato in etichetta. Tieni comunque conto che i migliori formaggi da latte crudo sono prodotti con latte d’alpeggio e sono di piccola distribuzione, quindi difficilmente li trovi al supermercato, ma sicuramente se hai un buon formaggere a cui rivolgerti ti saprà consigliare! [Oddio, non so quanto sia ancora in voga la professione di formaggere… Comunque, va benissimo anche una gastronomia con un reparto latticini ben fornito]
Alcuni esempi: Castelmagno, Fontina, Raschera, Roquefort, Fiore Sardo… Sono tutti formaggi che per disciplinare devono essere prodotti con latte crudo (di capra, pecora o mucca).
Ti lascio questo sito su cui puoi approfondire la conoscenza dei formaggi!
ciao arianna ho letto che consumi il parmigiano bio da vacche rosse, dove lo hai acquistato di preciso su internet, perche in rete ci sono diverse aziende, grazie
Me lo porta un amico dall’Emilia Romagna 🙂 Non è in vendita online, almeno non quello che uso io.
ciao arianna purtroppo anche il parmigiano reggiano puo provenire da allevamenti intensivi, quindi come ormai sai anche questo formaggio va saputo scegliere, molti si limitano al solo fatto che e un formaggio pregiato, senza pero dire che anche questo puo essere intensivo
Se ogni volta specificassi queste indicazioni, penso che verrebbero articoli chilometrici. Ormai, chi mi conosce sa. E sinceramente me l’hai scritto tantissime volte nei commenti… Dopo un po’, perdonami, ma diventa fastidioso doversi sempre “giustificare”…
Grazie per la comprensione!