Vi avevo detto che avrei aperto una piccola sezione del sito a post riguardanti articoli per l’infanzia che io e Mattia abbiamo particolarmente apprezzato: eccomi dunque a parlarvi dei primissimi intrattenimenti del mio bambino, di cosa sono e di dove li ho acquistati.
Avete mai sentito parlare delle giostrine montessoriane?
Mentre Mattia era nel mio pancione mi sono informata molto riguardo i primi stimoli da proporgli: se non si fosse capito (ehm) una delle mie paure più grandi era che il bimbo fosse sovrastimolato.
Ben sapendo che l’eccesso di stimoli nei più piccoli è la principale causa di nervosismo, pianti e (per i più grandicelli) capricci, ci tengo molto che mio figlio sia protetto. E’ anche il motivo per il quale quando piange per stanchezza o paura l’unica cosa che voglio per lui è stringerlo forte contro il mio corpo o quello del mio compagno: sbagliatissimo cercare di distrarlo con sonaglietti o giochini, peggio ancora proponendogli due o tre distrazioni di seguito quando si vede che la prima non funziona. Il bimbo non sta piangendo per noia: non ha bisogno di essere intrattenuto, ma calmato; sarebbe come se, quando siete in prossimità di addormentarvi, qualcuno vi trascinasse in discoteca: non vi sentireste un pochino frastornati?
Per un neonato tutto è stimolo, anche solo il vostro viso. Nel primo paio di mesi, infatti, sarebbe opportuno non proporgli alcun gioco: semplicemente tenerlo in braccio e passeggiare per casa sarà in grado di donargli intrattenimento; al più, se il piccolo si dimostra interessato, dopo le 4-5 settimane si può iniziare a mostrargli un paio (non di più!) di figure geometriche in bianco e nero, stampate su un semplice foglio A4. Vi parlerò delle immagini in black&white che abbiamo usato per Mattia in un articolo a parte.
Quando ho cercato in internet (e in negozi per bambini) giochi per i primissimi mesi sono sfortunatamente incappata in intrattenimenti ben poco pedagogici e assolutamente non adatti alle esigenze di un bimbo così piccolo: molto colorati, sonori, con luci che si proiettavano al soffitto, con inserti da poter toccare e premere… Tutte cose utilissime, ma solo quando il bimbo sarà cresciuto: Mattia ha tre mesi ora, e non ha ancora capito come si afferrano gli oggetti, anche se comincia a capire che quando muove il braccio può colpire qualcosa nei dintorni. Sarebbe inutile, e per lui confondente, proporgli giochini o pupazzi.
E’ venuto in mio aiuto un libro trovato alla Feltrinelli, “60 attività Montessori per il mio bebè“. Conoscevo molto superficialmente il metodo Montessori: sapevo giusto che assecondava la libertà di conoscere e di apprendere del bambino, pur dando limitazioni di contenimento (per inciso, c’è ancora qualcuno che crede che Montessori = far fare al proprio figlio qualsiasi cosa voglia in nome della sua libertà? No, ecco: non è proprio così!).
Maria Montessori in realtà è stata una pedagogista dell’età infantile (dai 3 anni), non neonatale; tuttavia su sua ispirazione sono state formulate teorie dell’apprendimento neonatale (0-36 mesi), da supportare con strumenti idonei e conformi all’età del bambino. Sono rimasta entusiasta del libro, perché proponeva come giochi della primissima infanzia strumenti di uso domestico, in materiali naturali, che stimolassero il bimbo ad apprendere e a muoversi nello spazio. Non vedo l’ora di proporre a Mattia il suo primo cestino dei tesori, probabilmente verso novembre, quando saprà stare seduto da solo.
Il libro propone di sottoporre il bimbo nei primi 2-5 mesi a stimoli molto blandi, nello specifico alcune giostrine da autorealizzare: nulla a che vedere con le palestrine dei bimbi più grandi, fatte di giochini sonori o peluche. La prima giostrina, la giostrina di Munari, è in bianco e nero, con figure geometriche, oscillante sopra la testa del bimbo: lui non avrà ancora la coordinazione della nuca, il suo volto sarà sempre girato a destra o sinistra, e questa giostrina è fatta apposta per lui. In seguito, con il passare delle settimane, gli si potrà proporre la giostrina degli ottaedri, poi quella delle sfere colorate e quindi quella dei ballerini.
Le giostrine non sono dispersive: i colori sono scelti apposta in accostamenti e tonalità tali da catturare l’attenzione del bambino, così come le forme. Non aspettatevi che vostro figlio passi ore sotto di esse: non sarà ancora in grado di afferrarle, e la sua capacità di attenzione sarà limitata a pochi minuti (per ora, Mattia riesce a focalizzarsi su un singolo stimolo al massimo per 15-20 minuti, possibilmente con me o il papà lì vicino a parlargli e a tener ferma la sua attenzione sullo stimolo stesso).
Sono perfettamente consapevole che parte dell’importanza di queste giostrine risiede nell’autorealizzazione da parte dei genitori: è bellissimo fare qualcosa che intratterrà il proprio bimbo, metterci tutto il proprio amore, e vedere il suo sguardo stupito e rapito per qualcosa che avete fatto proprio voi.
Però sono realista: il mio senso pratico in questo genere di cose è pari a zero, mi sono scoraggiata ancora prima di averci provato, e ho optato per qualcosa di molto più terra-a-terra. Vale a dire, googlare “Vendita giostrine Montessori” e spulciare la rete.
Ehm.
A mia discolpa, posso dire di aver realizzato per Mattia dei cuscini-pupazzi a punto croce (questi), cosa che mi riesce sicuramente meglio che fare il piccolo falegname. Vale comunque? 🙂
Ad ogni modo, in questo post volevo consigliarvi la persona alla quale ho commissionato le giostrine di Mattia.
Ad eccezione della giostrina di Munari (che mi ha gentilmente prestato la mamma di S., autoprodotta al 100% e stupenda!), ho trovato su Etsy la signora Lucille (qui il suo profilo), dalla quale ho ordinato la giostrina di Gobbi, quella degli ottaedri e quella dei ballerini. Mi sono arrivate nell’arco di una ventina di giorni: tra realizzazione e spedizione dalla Francia, la tempistica è buona, e in ogni caso Lucille ha risposto tempestivamente al paio di mail da parte mia nelle quali le chiedevo notizie dell’acquisto.
Se siete neomamme o future mamme interessate agli intrattenimenti montessoriani vi consiglio il libro da me letto (questo), dove sono spiegati altri intrattenimenti per bimbi sotto i 3 anni e dove troverete anche le istruzioni per auto-realizzare le giostrine.
In alternativa, Etsy è un buon bacino da cui pescare articoli montessoriani squisitamente artigianali, a prezzi abbordabili. Per ora ho acquistato solo le giostrine, ma in futuro probabilmente cercherò altri giocattoli educativi il legno, sempre di ispirazione montessoriana.
7 Comments
Libro utilissimo anche per me. Ho comprato le giostrine Munari anch’io, da assemblare. Non per tutte sono stata capace di montarle…avessi potuto leggere prima quest’articolo mi sarei rivolta anch’io alla signora Lucille. Anch’io sono più portata per il punto croce o gli amigurimi all’uncinetto che alla opere di ‘falegnameria’ 😉
Su Etsy ci sono splendidi giochini montessoriani anche per bimbi più grandi 🙂
Ciao Arianna,
Sono al quarto mese di gravidanza e anche io inizio a documentarmi..
Avevo già sentito parlare delle giostre Munari ma mi ero arresa al fai da te! Invece quasi sicuramente farò ricorso ad Etsy…. puoi indicare anche il link che hai usato per scaricare le immagini in bianco e nero?
Ti ringrazio, e complimenti per il tuo Blog
Maria Giulia
La Munari me l’ha prestata un’amica, come avevo scritto 🙂
Ciao Arianna, grazie per la risposta ma forse mi sono spiegata male. Intendevo non le immagini per la Munari, ma le immagini Black And White che hai stampato in fogli A4. Ne parli vero l’inizio dell’articolo… chiedevo qualche informazione in più su quelle! Per Munari sicuramente ricorrero’ ad etsy!
Capito ora 🙂 Ho fatto delle figure geometriche con il programma di Word su pc, nulla di più!
Bravissima, le giostrine montessoriane sono davvero un ottimo inizio per iniziare una educazione montessoriana