Continuiamo il filone dell’alimentazione infantile e dei consigli per l’autosvezzamento: trovate altri articoli qui.
Oggi parliamo un tema caldo: i bambini e i dolci.
Quando è bene introdurre i dolci?
Come proporli?
Quanto spesso possono mangiarli?
Possono andare bene per merenda o colazione?
Ehm. Le risposte “da dietista seria”, nell’ordine sono:
– Mai
– Non proporli
– Mai
– No
Ovviamente, dalla teoria alla pratica passa un abisso, quindi, meglio scendere nel dettaglio!
Quando proporre i dolci ai bambini?
Come abbiamo visto nel precedente articolo sull’autoregolazione, il sapore dolce rischia di alterare la capacità di autoregolazione del bambino, e pertanto sarebbe da far conoscere il più tardi possibile.
In genere si dice: auspicabilmente dopo i 2-3 anni.
Però è una misura di tempo relativa: ci sono bambini che -ahimè- vengono esposti precocemente al dolce per tanti motivi (nonni che fanno assaggiare i biscotti, fratelli maggiori che leccano un gelato di fronte a loro, festicciola con gli amichetti all’asilo nido…). Quindi vi direi: cercate di fare in modo che vostro figlio conosca il dolce *il più tardi possibile in relazione alle vostre possibilità*; non proponete voi il dolce, non ce n’è bisogno. Prima o poi lo conosceranno lo stesso: abbiate cura di non essere dei carabinieri nelle situazioni inevitabili, e di fare in modo che, una volta conosciuto, il dolce sia proposto il meno possibile.
Come proporre il dolce?
Esiste una regola: non proporre, non negare.
Non proporre. Perché? Perché è abbastanza scontato che il bambino dica di sì ad una nostra proposta di dolce… E, a parte alcune eccezioni, per lui i dolci sono un alimento tanto allettante quanto pericoloso: è meglio che non si abitui all’idea che i genitori lo propongano, perché poi se lo aspetta, e lo chiede più frequentemente. E le eccezioni? Ne parliamo dopo.
Non negare: se il bambino lo chiede, è inutile negare il dolce. Perché? Perché la negazione andrebbe giustificata: fa male ai denti, fa male al pancino, ti rende agitato, è un fattore di rischio per la salute… Tutte motivazioni che il bambino non capisce: per lui il nostro ’no’ è più che altro un dispetto, o una punizione. Se il bambino chiede il dolce, lasciamo che lo mangi: più avanti vi spiego come poterlo fare in modo efficace.
Quanto spesso i bambini possono mangiare i dolci?
Il meno spesso possibile, e possibilmente sempre con l’associazione ad una situazione particolare, di modo che il bambino capisca che i dolci sono qualcosa che è al di fuori dalla normale routine. Ad esempio: gelato sul lungomare in vacanza; torta di compleanno; dolci delle feste (Natale, Pasqua…); pasticcini a casa della nonna la domenica…
I dolci possono andar bene come colazione e merenda?
In teoria, no. Esistono alternative non dolci (salate, o neutre) da proporre per colazione o merenda? Certamente: pane con burro e marmellata, porridge di avena e frutta fresca, smoothie di frutta e latte di mandorle, bruschetta con pomodorini e olio evo, tarallini con olio evo, olive e parmigiano, frutta secca con uvetta…
Ci sono tantissime alternative che non siano dolci – dove per dolce intendo merendine, biscottini, gelati, torte.
Però, all’interno della categoria “dolci”, dobbiamo ammettere che ne esistono di migliori e di peggiori: attenzione, non sto dicendo che esistono dolci ‘sani’! Semplicemente che alcuni dolci hanno poco zucchero, ma sono comunque deliziosi grazie alla presenza di ingredienti furbi (cannella, vaniglia, ghee, frutta secca, frutta fresca…): potremmo magari impegnarci a fare in modo che qualche colazione o merenda settimanale sia a base di dolci-poco-dolci fatti in casa (se siete in cerca di idee, vi consiglio due mie pubblicazioni digitali, leggibili su tablet/smartphone o computer: le trovate qui e qui).
È importante che queste opzioni non siano esclusive, ma siano una delle tante che vengono proposte al bambino.
Non proporre e non negare: spieghiamo meglio!
Come ho precedentemente meglio, è bene che il dolce non venga proposto al bambino – o venga proposto il meno possibile, con oculatezza e saggezza. Ad esempio, è una cosa ben diversa proporre al bambino una torta alle mele per colazione, o un gelato industriale al termine di un pasto. Da mamma mi rendo perfettamente conto che è difficile non solo tenere i bambini lontani dai dolci, ma anche mordersi sempre la lingua nel non proporli: l’importante, a mio parere, è saperli selezionare – e saper anche selezionare le situazioni nelle quali proporre i dolci. Dobbiamo stare sempre molto attenti che i dolci non siano mai:
– Un premio (“bravissimo, ti meriti proprio i biscotti”)
– Una ricompensa (“se finisci tutto quello che hai nel piatto puoi avere il dolce”)
– Un ricatto (“se smetti di strillare ti do un gelato”)
– Un’alternativa al pasto (“se proprio non mangi nulla, almeno prendi una fetta di crostata, meglio che niente!”)
Per quanto concerne il “non negare”, la questione diventa un po’ più complessa: i bambini potrebbero chiedere dolci in continuazione! Come è bene comportarsi? Da una parte dobbiamo stare attenti a come usiamo le parole, evitando quelle frasi (che vengono tanto spontanee!) che rischiano di complicarci la vita: “puoi mangiarlo, ma solo un pezzettino”, “puoi mangiarlo quando hai terminato il resto”, “ti fa male, ma se mi stressi in questo modo mangialo, fai quello che vuoi!”.
Cerchiamo di trovare strategie utili a normalizzare il dolce pensate banalmente a sostituire il “Lo puoi mangiare solo a fine pasto” con un “Che bella idea hai avuto, cosa ne dici se finiamo la cena e poi lo mangiamo tutti insieme?”
Il 24 febbraio terrò un webinar dedicato anche alla tematica dei dolci nell’alimentazione infantile: più in generale, parleremo dei “capricci” a tavola (cosa significano, come affrontarli e auspicabilmente risolverli). Trovate maggiori informazioni , se questo articolo vi è sembrato utile e volete approfondire la tematica, iscrivetevi: vi aspetto!