Avevamo parlato, ormai più di un mese fa, di come latte e formaggi siano in grado di aggravare il rischio di osteoporosi anziché essere un fattore di protezione: eppure sono prodotti ricchissimi di calcio!, mi direte. Riassumo velocemente quanto avevo scritto in quest’articolo.
Il latte e i suoi derivati non sono fonti consigliabili di calcio atto a promuovere la crescita scheletrica (infanzia e adolescenza) e il mantenimento della massa minerale ossea (età adulta e senile); questo per due motivi:
– Pur contenendo molto calcio in valore assoluto, questo minerale risulta assorbibile solo per il 30%. Quindi, dei 178 mg presenti in una tazza di latte intero (150 ml) ne assorbiremo solo 53 mg.
– Diversi fattori concorrono a promuovere acidosi metabolica a seguito del consumo costante di latte e latticini; per tamponare l’eccesso di acidi l’organismo sottrae calcio e altri minerali alle ossa, causando in questo modo demineralizzazione e fragilità scheletrica, e predisponendo a osteoporosi.
Partendo da questa base (cioè che latte e latticini sono ben lontani dall’essere fonti consigliabili di calcio), parlerò in questo articolo e in quello successivo di prevenzione all’osteoporosi in relazione allo stile di vita e all’alimentazione.
L’osteoporosi e i suoi fattori di rischio
L’osteoporosi è una patologia caratterizzata da una diminuita massa e densità minerale ossea; immaginiamo il nostro scheletro come il tronco di un albero: l’osteoporosi agisce come un tarlo per il legno, ovvero scava l’interno delle ossa lasciando uno scheletro fragile e traballante, pronto a fratturarsi per un nonnulla.
Questa patologia colpisce più le donne che gli uomini; il rischio aumenta con la menopausa, quando il diverso assetto ormonale causa una maggiore demineralizzazione.
Le basi per prevenire l’osteoporosi partono fin dai primi anni di vita: è sbagliato pensare che basti assumere alimenti ricchi di calcio solo dai 45 anni in avanti per scongiurare il rischio di facili fratture; ancora più controversa è l’assunzione di integratori di calcio o il consumo di alimenti fortificati di questo minerale (penso al Danaos della Danone, ad esempio): dal mio punto di vista sono costosi ma inutili espedienti commerciali. La vera prevenzione non parte dall’assunzione di calcio, ma dal contrastare l’acidosi metabolica.
Fattori di rischio legati allo stile di vita: fumo di sigaretta, sedentarietà, stress, uso prolungato di corticosteroidi, anticonvulsivanti, anticoagulanti e diuretici. Nelle donne influiscono in modo negativo anche l’aver periodi prolungati di amenorrea (condizione tipica nei disturbi alimentari) e la menopausa precoce.
Fattori di rischio legati all’alimentazione: abuso di caffè e alcol; eccessivo consumo di sale, zuccheri semplici e proteine animali.
Tutto ciò che ho elencato contribuisce a creare una condizione di acidosi metabolica, a seguito della quale lo scheletro si indebolisce.
Calcio: quanto al giorno?
Il fabbisogno di calcio parte da una quota di 600 mg durante il primo anno di vita (apporto assicurato dal latte materno), per aumentare gradualmente fino ai 1200 mg dell’adolescenza (11-17 anni). Dai 18 anni in avanti la quantità necessaria cala progressivamente, assestandosi a 800 mg al giorno. Intorno ai 50 anni si consiglia di assumere più calcio, in particolare alle donne nel periodo della premenopausa, ossia quando il ciclo comincia ad essere più irregolare senza sparire completamente.
La deposizione minerale ossea è un processo sempre attivo dalla nascita fino ai 20-25 anni; durante questa fase il calcio introdotto con l’alimentazione viene deposto e serve ad irrobustire lo scheletro: in seguito servirà solo a mantenere l’omeostasi (ossia l’equilibrio), ma non sarà più possibile aumentare i depositi di calcio, il cui picco sarà ormai stato raggiunto.
Il maggiore fabbisogno che caratterizza le seconda fase della vita (dai 50 anni per le donne, dai 60 per gli uomini) non deve essere interpretato come una riattivazione del meccanismo di deposizione, bensì ad un aumentato metabolismo del calcio e all’inesorabile processo di demineralizzazione.
Le strategie di prevenzione
Possiamo dire che siano tre i modi davvero efficaci a contrastare l’insorgere dell’osteoporosi:
– Una corretta alimentazione che eviti l’acidificazione organica (ne riparleremo nel prossimo articolo);
– Apporto di calcio da fonti veramente biodisponibili (e anche di questo parleremo prossimamente);
– Un corretto stile di vita: astenersi da fumo ed alcol, e avere uno stile di vita attivo.
Fare attività fisica costantemente è di certo una strategia vincente: durante l’infanzia e l’adolescenza lo sport aiuta a consolidare lo scheletro, favorendo la deposizione minerale ossea. Raggiunto il picco di mineralizzazione (25 anni), e soprattutto dopo i 50, l’attività fisica aiuta non tanto ad aumentare la deposizione (che, come abbiamo visto, ormai si è conclusa), quanto a minimizzare le perdite.
Il decalogo per la prevenzione dell’osteoporosi
1. Ridurre il quantitativo di caffeina giornaliera.
2. Non eccedere nel consumo di proteine animali.
3. Limitare gli zuccheri semplici.
4. Limitare il sale.
5. Limitare il più possibile il consumo di latte e latticini.
6. Scegliere le corrette fonti di calcio per assicurarsi l’apporto quotidiano.
7. Acqua minerale bicarbonato-calcica come fonte acalorica ed altamente biodisponibile di calcio.
8. Astenersi da fumo ed alcol.
9. Attività fisica moderata ma costante.
10. Vitamina D e boro per ottimizzare il metabolismo del calcio.
Nel prossimo articolo analizzerò uno per uno i punti che ho elencato, segnalandovi le scelte alimentari migliori per la salute delle vostre ossa.
Per ora auguro a tutti i miei lettori una buona Pasqua: io vado a preparare la valigia, e parto per qualche giorno di vacanza!
18 Comments
Io sono praticamente spacciata 🙂
Non scherzarci troppo 😉
no no ero seria! solo che ci sono cose che amo troppo per farne a meno, nonostante non ne abusi. Non riesco ad astenermi dal buon cibo (anche se a volte è poco salutare) e dal buon vino.
Dovrei far leggere questo articolo a mia madre che mi riprovera da anni, da quando ho smesso di assumere latte e latticini per la mia colite, che, con l’avanzare dell’età, sarei un soggetto a rischio per l’osteoporosi.
E’ incredibile, comunque, come, sempre più spesso, siamo vittime di informazioni così errate.
Chissa’ se la causa è nella nostra pigrizia oppure nell’ignoranza generale.
Questo articolo, come quello precedente, sono stati molto interessenti: attendo di leggere gli altri.
Grazie Arianna
Non è colpa né della pigrizia né dell’ignoranza: che colpa si può dare a persone che non hanno alcuna infarinatura di alimentazione? Ci si fida di persone che presumibilmente ne sanno di più, ossia i medici. Peccato che troppo spesso è proprio la classe medica a dare scarsa importanza alla prevenzione di malattie partendo da ciò che ci mangia: ci si limita a dare il rimedio farmacologico, scelta più comoda e immediata. Altre volte, anche quando ci sono consigli alimentari, sono troppo strettamente legati a informazioni datate e superate, diffuse nella popolazione: che nel formaggio c’è il calcio, che i bambini hanno bisogno di latte, che per avere ferro bisogna mangiare tanta carne, che la vitamina C c’è nel limone, e così via… Spero con i miei articoli di suscitare interesse anche verso metodi alternativi, e conoscenze un po’ meno diffuse 🙂
Entro il fine settimana penso di pubblicare la seconda parte sull’osteoporosi!
E’ vero ciò che scrivi e le tue sono speranze ben poste dato che coinvolgono persone che, come me, hanno voglia di cambiare in meglio, mettendo in discussione tutto ciò che gli hanno insegnato da una vita.
Mi spiace solo che ci sia una così vasta mal informazione, soprattutto da chi, invece, dovrebbe bene far conoscere, giacché non è per nulla semplice sradicare abitudini e i tanti luoghi comuni sul buon mangiare sano e semplice. E, forse, chissà, se si capisse quanta importanza ha, avremo molti meno problemi fisici e psichici.
Concordo pienamente con te, perché l’ho provato sulla mia stessa pelle: cambiare verso un’alimentazione più consapevole ti regala salute, e benessere anche mentale. E sono proprio contenta quando leggo i tuoi commenti: vuol dire che le mie fatiche nello scrivere articoli semplici di argomenti che semplici non sono non vanno sprecate! 🙂
ovviamente sono daccordo su tutto, insisterei solo un po di più ma come consiglio amichevole sull’attivita fisica che non vuole dire solo palestra e corsa, cioè fare qualcosa ma divertendosi come il ballo
Hai perfettamente ragione, prima o poi dovrei dedicare un articolo intero a cosa si intende per “attività fisica”: serve a poco chiudersi in palestra 4 ore a settimana se per il resto del tempo si fa la spola tra ufficio, divano e letto!
Buona pasqua anche a te, anche se in ritardo ^_^
Sono molto curiosa pure riguardo a questo argomento: sapevo già che i latticini e derivati non fossero una gran fonte di calcio, ma non ho mai capito bene quali invece lo fossero (soia a parte, che sinceramente non mi piace).
Volevo anche farti sapere che ho preparato un po’ di muesli fatto in casa, regalandone un barattolo a mia madre per Pasqua (come ti avevo accennato su facebook): lei tendenzialmente del muesli si stufa subito, quindi l’ho fatto “mirato”, tenendo conto dei suoi gusti.. Il risultato è che le piace molto, e finalmente da una buona colazione la mattina! Tutto merito tuo 😀
Grazie!
Ecco, ieri sera ho pubblicato l’articolo 🙂 La soia, comunque, non è una fonte così buona di calcio…
Sono contenta che a tua mamma sia piaciuto il muesli: spero di darti anche tanti altri buoni consigli in futuro!
Ciao! Non avevo mai letto prima che “Il latte e i suoi derivati non sono fonti consigliabili di calcio atto a promuovere la crescita scheletrica”. Se ti va potresti linkarmi o indicarmi la fonte da cui hai estrapolato questa informazione?
Grazie mille, continuerò a leggere il blog e magari ogni tanto a commentare:)
Ciao Simona, per tutta la bibliografia completa ti consiglio il libro “Il male di latte” di L.Acerra: per ogni capitoletto troverai tutti i riferimenti degli studi 🙂
A presto!
Grazie!:)
Buona sera dottoressa,ho due domande da porle :
1) Vorrei sapere che cosa ne pensa di quanto viene riportato sul sito della Lega Italiana Osteoporosi ,proprio a proposito dell’alimentazione per le ossa e del ruolo di latte e derivati.
http://www.lios.it/scheletro/pagina.asp?cap=2&pag=1
2) Ho letto in uno dei suoi commenti che l’equazione “limone=vitamina C” sarebbe errata,potrebbe spiegarmi meglio? Perché sulle altre sono d’accordo,ma questa proprio mi giunge nuova…
Grazie infinite!
Andrea
Qui puoi trovare i miei consigli su latte-calcio-osteoporosi: in tutta onestà non ho tempo per leggere quanto mi hai linkato.
Mi segnaleresti dove ho parlato di vitamina C e limone? Detta come l’hai riportata tu non è sicuramente un’informazione giusta, vorrei capire in che contesto l’ho scritta per poter spiegare.
Mi sono accorto che il link riporta l’articolo per intero, a me interessava che guardasse solo la parte finale,quella intitolata “Alcune considerazioni per chi dice che latte e latticini fanno male” . Lì si parla proprio dell’accusa al latte di essere un alimento acidificante e volevo sapere cosa ne pensa.
Per quanto riguarda il limone,mi riferisco a uno dei commenti di questa pagina qui, per comodità glielo ricopio :
“Altre volte, anche quando ci sono consigli alimentari, sono troppo strettamente legati a informazioni datate e superate, diffuse nella popolazione: che nel formaggio c’è il calcio, che i bambini hanno bisogno di latte, che per avere ferro bisogna mangiare tanta carne, che la vitamina C c’è nel limone, e così via… ”
Per caso voleva dire che l’errore sta nel pensare che la vitamina C si trovi solo nel limone?
Il latte non è propriamente acidificante. Ma non è la soluzione all’osteoporosi.
Quanto al limone: esatto, nel mio commento mancava un “c’è SOLO” 🙂