Dopo i primi tre “perché non dimagrisco?” di settimana scorsa (qui), ecco altre tre motivazioni. Tra altri sette giorni gli ultimi tre problemi del dimagrimento.
Importante: queste motivazioni non vogliono esaurire tutte le possibili cause di un non-dimagrimento, ma vanno ad individuare e a spiegare i punti critici più comuni. Nella maggior parte dei casi, comunque, il famigerato ‘blocco del metabolismo’ in realtà non esiste, ma è ad imputarsi ad una somma di diversi fattori, alcuni dei quali spiegherò in questa seria di articoli.
4. Altra causa comunissima per la quale non si riesce a dimagrire: la non-necessità di perdere peso. Quante donne perfettamente normopeso vogliono perdere qualche chilo? E quante di loro vorrebbero raggiungere un peso che probabilmente non hanno avuto nemmeno a vent’anni?
Un corpo in equilibrio, sano, con la giusta percentuale di grasso, vede ogni nostro tentativo di dimagrimento come una costrizione a diventare meno forte ed efficiente: perché mai dovrebbe forzarsi a raggiungere un peso che determinerebbe uno sconvolgimento delle sue funzionalità?
A ben guardare, le donne normopeso non lamentano tanto un eccesso di grasso, quanto piuttosto una sua cattiva distribuzione nel corpo: chi la pancetta sporgente, chi i fianchi larghi, chi il sedere grosso… La cattiva notizia è che in questi casi una dieta potrebbe essere più controproducente che non utile. La buona notizia è che la soluzione c’è: non è il dimagrimento, ma una ricomposizione corporea da perseguire con allenamenti mirati e personalizzati con l’aiuto di un personal trainer competente ed esperto. A parità di peso, il muscolo occupa un volume inferiore rispetto al grasso. Quando si è normopeso e insoddisfatti della propria forma fisica non si deve dimagrire, ma si deve tonificare e armonizzare la propria struttura fisica.
A questo proposito vorrei fare una nota a tutte le donne che si lamentano di avere le gambe grosse. La donna, per sua natura, ha una predisposizione ad accumulare grasso sottocutaneo soprattutto a livello di cosce e natiche: la sua percentuale di grasso è più alta nella parte inferiore del corpo rispetto alla parte superiore.
Guardate ad esempio la ragazza in fotografia: direste mai che sia grassa? Non credo proprio… Però è innegabile che, percentualmente, ha più grasso sulle gambe che non sulle braccia. Sapete perché questo accade? Il grasso sottocutaneo negli arti inferiori è quello della fertilità, cioè quello a cui un embrione neoformato e -in seguito- un bimbo che cresce nella placenta andranno ad attingere come loro fonte energetica principale. Banalmente, se andiamo a ripensare alle statuette preistoriche votive per la fecondità, ci ricorderemo che avevano tutte il sedere sporgente e le cosce grosse: già nella notte dei tempi si conosceva istintivamente questa correlazione, questo segnale di fertilità che proviene dal corpo della donna. Se si è sovrappeso, la diminuzione ponderale sarà generica su tutto il corpo: parte alta e parte bassa. Se si è normopeso, invece, il corpo di una donna è programmato per perdere preferibilmente il grasso ‘inutile’, ossia quello che in caso di gravidanza non farebbe la differenza nello stato di salute del bimbo: questo significa che una donna normopeso che dimagrisce perde grasso soprattutto su braccia, seno, fianchi, mentre le gambe e il sedere faranno più fatica ad assottigliarsi. Un dimagrimento forzato di questo tipo non farebbe altro che accentuare la sproporzione fisica, creando una maggiore insoddisfazione: ne vale la pena? In questo caso, come dicevo prima, è molto più utile lavorare attraverso lo sport, tonificando la parte inferiore e rafforzando la parte superiore, cosicché a parità di peso il colpo d’occhio sia esteticamente più soddisfacente.
5. “Mangio poco o niente e non dimagrisco”: siamo davvero sicuri che sia sempre così? Spesso non ci si rende conto di quanto effettivamente si mangia: si possono fare errori sia nella quantità sia nella frequenza. Per capire se le proprie porzioni non sono esattamente da dieta il primo passo è sicuramente quello di provare a pesare quello che si mangia: sono contraria alla dipendenza da bilancia pesa-alimenti tanto quanto quella pesa-persona, ma ogni tanto è utile provare a vedere se si è perso l’occhio nel misurare le giuste quantità dei propri pasti. Provate a fare la vostra porzione a occhio, e pesarla solo in seguito: corrisponde a quanto è prescritto nella vostra dieta o state abbondando un po’? Tenete fatto questo esperimento per qualche giorno, fino a quando non vedrete che la quantità che vi mettete nel piatto corrisponde a quella che dovrebbe essere da dieta. Chiaramente piccole oscillazioni sono accettate e non compromettono la dieta, ma se vi accorgete che quotidianamente state mangiando 20-30 g in più di primo piatto, un pezzetto in più di pane, che la porzione di secondo è più di quanto dovrebbe e abbondate troppo nell’olio per condire… Ecco, molto probabilmente avete individuato il vostro errore, soprattutto se non state facendo adeguata attività fisica – come abbiamo visto nello scorso articolo.
Ad essere completamente onesti, non sono gli sbagli nelle porzioni che incidono nel frenare la perdita di peso, quanto invece gli sgarri frequenti. Notate bene: sto parlando di sgarri *frequenti*. Se si segue bene la dieta, e una volta a settimana ci si concede una cena libera o un dolcetto non si andrà a scombinare il programma di dimagrimento; anzi: nelle mie diete introduco di prassi almeno un pasto libero a settimana, perché l’eccessivo rigore non sarebbe salutare né al corpo né alla mente. Quello su cui dovremmo essere veramente onesti sono i piccoli sgarri che si ripetono tutti i giorni, magari più volte al giorno: quel paio di biscottini quando tornate a casa dal lavoro, le forchettate di pasta avanzata dal figlio più piccolo, il pezzetto di formaggio mentre state cucinando… Magari ai pasti rispettate rigorosamente la dieta, ma come vi comportate fuori pasto o quando siete fuori casa? Se siete consapevoli dei vostri errori, ma li tacete per non sentirvi troppo in colpa, vi consiglio di essere più sinceri con voi stessi: se vi nascondete dietro giustificazioni e bugie non riuscirete mai a intraprendere con serietà il dimagrimento. Se invece davvero non capite dove sbagliate, provate a tenere per un paio di settimane un diario alimentare nel quale segnare tutto quello che mangiate durante il giorno, e fatevi aiutare da un dietista ad individuare i vostri errori. Per esperienza vi assicuro che spesso non è così facile individuare qual è la somma di errori che porta pian piano a un rallentamento del dimagrimento: l’aiuto di un professionista vi sarà prezioso per correggervi e riprendere con nuovo slancio il vostro percorso!
6. In termini meramente nutrizionali, lo sbaglio più comune che alla lunga rallenta notevolmente la perdita di peso è un apporto proteico troppo scarso. Al contrario di grassi e carboidrati, per le proteine c’è un fabbisogno giornaliero al di sotto del quale non è possibile scendere, pena il malfunzionamento dell’organismo: noi siamo fatti di proteine in ogni nostra cellula, e tali proteine vanno incontro ogni giorno ad un turnover, ovvero ad un continuo processo di demolizione-ripristino. Quando le proteine alimentari sono carenti in modo costante (quindi, non quando capitano giorni nel quali si mangiano meno proteine, ma quando tale diminuito apporto è molto frequente e costante nel tempo) il nostro corpo lavora peggio; sul dimagrimento questo si ripercuote con un rallentamento del metabolismo. Quando si intraprende un percorso di dimagrimento si devono diminuire le calorie totali, ma non si deve diminuire l’apporto proteico al di sotto del fabbisogno quotidiano. Anzi, sono sempre di più le evidenze che confermano che durante il dimagrimento l’introito proteico debba essere leggermente aumentato a scapito dei carboidrati.
Purtroppo spesso si crede che per dimagrire ci sia da limitare tutto ciò che si mangia o ci si focalizza sulla conta calorica: si preferisce rinunciare alle 200 calorie del pesce al forno per potersi concedere 60 g di gelato in vaschetta, puntando su una soddisfazione gustativa più che sull’adeguatezza nutrizionale degli alimenti. Sbagli simili, protratti giorno per giorno, non fanno che andare ad assottigliare il contributo proteico.
Quando c’è uno stallo del dimagrimento il più delle volte è sufficiente far seguire per 3-4 settimane una dieta maggiormente proteica, non ipocalorica e con una discreta quantità di grassi; tale dieta è in primo luogo da armonizzare ad un giusto contributo di frutta e verdura, per poi essere equilibrata anche da giorni di “ricarica” dei carboidrati. Insomma, non è consigliabile il fai-da-te, che potrebbe essere estremamente deleterio.
Il consiglio di prestare attenzione agli alimenti proteici introdotti quotidianamente non significa affatto intraprendere diete iperproteiche o mangiare carne tutti i giorni: le proteine sono contenute anche in uova, pesce, legumi e nei latticini (da limitare nelle diete per altri motivi); le ritroviamo in piccole quantità anche in alcuni tipi di frutta secca (come i pinoli) e in certi cereali in chicchi (come il grano saraceno o la segale).
Inserire due volte al giorno un alimento particolarmente ricco di proteine e una-due volte un alimento nel quale le ritroviamo in quantità minore aiuta a non perdere di vista l’apporto di questo prezioso nutriente indispensabile per il nostro organismo.
Nota a margine. E’ anche vero il contrario. Ossia: il metabolismo può rallentare e il dimagrimento frenare anche a causa di diete proteiche perseguite per lunghissimo tempo, che non abbiano previsto giorni o periodi con una quantità di carboidrati nettamente superiore. Dunque non stupitevi se la vostra bilancia non si schioda se sono mesi che state mangiando ad ogni pasto solo secondi piatti concedendovi poco o niente di carboidrati (pane, pasta, cereali, legumi, quel dolcetto una tantum, ma anche frutta essiccata come uvetta o fichi, frutta fresca, miele)…
Equilibrio: nessun eccesso, né da un lato, né dall’altro, ecco ancora una volta il “segreto” che spesso ignoriamo, cercando le motivazioni più complesse per i nostri crucci estetici.
12 Comments
Cara Arianna,
quello che dici a proposito delle persone che vogliono dimagrire per correggere quella che in realtà è solo una cattiva distribuzione del grasso nel corpo è molto interessante e mi tocca da molto vicino. Faccio parte anche io della categoria delle donne normo peso che accumilano grasso soprattutto nelle cosce. Con la differenza che, nel mio caso, la sproporzione tra “parte di sopra” e “parte di sotto” è ben più evidente di quanto non sia nel caso della ragazza ritratta nella foto. Nel tentativo di risolvere il problema, ho fatto sia diete che attività fisica mirata, ma devo dire che il risultato lascia molto a desiderare… L’attività fisica, infatti, certo tonifica la massa muscolare, ma ne accresce anche il volume. Con la conseguenza che, se con la dieta non si riesce a perdere grasso nella zona interessata (cosa, come tu dici, molto difficile se non si ricorre a diete drastiche che facciano perdere globalmente molto peso), l’effetto finale è senz’altro di cosce più sode, ma sicuramente non più sottili. Anzi, la circonferenza delle mie cosce è persino aumentata….. Piuttosto che (o meglio oltre) l’attività fisica, io quindi comincio a pensare che la sola soluzione sia ricorrere ai trattamenti di qualche centro specializzato…..
Cara Chiara, una cosa che non hai preso in considerazione è che un allenamento *davvero* personalizzato e funzionale dovrebbe mirare anche ad irrobustire la parte superiore del corpo, ampliando il torace e rafforzando spalle e pettorali (non sto parlando di body-building, ma di semplice tonificazione e rafforzamento corporeo). In questo modo la figura risulterebbe più armonica: le donne con i fianchi larghi hanno spesso spalle strette; se invece si snellisce la parte inferiore e contemporaneamente si irrobustisce quella superiore si ha un effetto estetico differente.
Quanto alla circonferenza cosce aumentata: bisognerebbe vedere che tipo di allenamento seguivi, perché molto personal trainer non tengono in considerazione il microcircolo della donna, che è meno drenante di quello dell’uomo. In soldoni, noi abbiamo bisogno di un numero maggiore di ripetute e basso carico per poter tonificare e snellire, facendo passare almeno 48 h tra un allenamento e l’altro per evitare l’accumulo di tossine. Insomma, c’è molto di cui tenere conto… 🙂
Quanto ai trattamenti estetici: a mio parere funzionano al termine di un percorso di dimagrimento/ricomposizione corporea per ‘solidificare’ i risultati ottenuti, ma non sono granché utili per agire direttamente sulle cause (se non nel brevissimo termine).
Aspettavo ansiosamente la seconda parte di questo articolo!
Brava, sto scoprendo un’infinità di cose utilissime… grazie!
Bene, sono contenta di farti scoprire cose sempre nuove! 🙂
Cara Arianna, grazie per questo Suo articolo e piu’ in generale per il Suo sito e la Sua passione per l’alimentazione che condivide con tanto entusiasmo e genrosita’. E’ illuminante per me.
Io La seguo da lontano, da Citta’ del Capo, in Sud Africa, l’ho trovata tramite una cara amica intelligente ed attenta a cio’ che mangiamo. Io non mangio carne da anni ormai, non mi ricordo neanche bene come e perche’ ho iniziato, fatto e’ che tuttora non riesco a pensare di avvicinare alla bocca un pezzo di “cadavere”, come lo chiamo io! e si che qui la carne dicono sia buonissima, mi fido aulla parola! Qui inizia ora ad esserci un po’ piu’ di attenzione sul cibo, ed e’ una citta’ con persone molto “fit”, ma dipende sempre di che popolazione parliamo.
Comuqnue grazie perche’ mi da modo di riflettere sui miei comportamenti alimentari e su come posso ottimizzare quelli che ho gia’. Il mio problema e’ che come molte mamme fatico a ritagliarmi una “mezz’ora d’aria” al giorno per me, che sia una passeggiata o una nuotata, stamattina mi sono svegliata alle 5,20 per riuscire ad andare a fare un’ora di palestra, poratre i bambini a scuola ed essere alle 9,00 in ufficio. Questa “alzataccia” non riesco a farla per piu’ di due giorni a settimana proprio per il fatto che ho anche bisogno di recuperare. Bene ora che mi sono presentata auguro a Lei e alle persone che seguono il suo sito una piacevole serata. Silvia
Buona sera Silvia, grazie per il suo commento e grazie soprattutto per i complimenti che mi ha fatto! Credo di aver capito chi l’ha indirizzata a me: d’altronde, conosco solo una persona che abita in Sud Africa (anzi, adesso con lei siamo a due!).
Sa, il fatto di avere i bambini non deve essere visto come un limite, ma come un’ulteriore possibilità: se riesce a ritagliarsi 1-2 ore a settimana per fare sport vero e proprio, perché non sfruttare poi 30-60 minuti quotidiani per giocare con i bambini, fare passeggiate o biciclettate con loro, stare con loro all’aria aperta? Sa, anche questo fa la differenza, e fa la differenza anche per i piccoli che si divertono di più con la mamma! 🙂
Gentile Arianna, grazie mille per i suoi utilissimi articoli. Ho solo una domanda: nel caso di diete vegetariane o vegane l’introito di proteine è usualmente minore rispetto alle diete onnivore. Dunque, è possibile comunque perdere peso? Io ero tendenzialmente vegana ed ho scoperto da poco di avere un problema di iperinsulinemia. Il mio medico mi ha consigliato caldamente di reinserire il pesce 2 volte alla settima e la carne 1 volta a settimana anche per limitare un po’ l’apporto di legumi di cui, per altre ragioni, non dovrei abusare . Per me è difficilissimo per motivi ideologici, tuttavia mi sto sforzando almeno di mangiare il pesce. Nonostante sia molto attenta alle quantità e stia facendo attività fisica quasi tutti i giorni da qualche mese ho smesso di perdere peso. Il motivo potrebbe essere insufficienza nell’apporto proteico?
Grazie ancora per i bellissimi articoli!
Mikaela
Ciao Mikaela, grazie mille per i complimenti che mi hai fatto 🙂
Qualcosina-ina-ina sulla tematica “proteine-dieta veg-dimagrimento” avevo scritto a questo articolo, magari potrebbe interessarti. Effettivamente lo scarso introito proteico potrebbe essere uno dei fattori che concorrono al non-dimagrimento, anche perché -come tu stessa hai detto- le diete veg tendono ad avere meno proteine delle onnivore, e invece dovrebbero averne… di più! Nell’articolo che ti ho linkato spiego il perché…
Non riusciresti nemmeno ad alternare tra pesce, uova e alcuni tipi di formaggio (tipo la ricotta o il parmigiano o lo yogurt)? Capisco le motivazioni ideologiche che orientano verso una diete vegetariana, ma credo che in certi casi sia indispensabile fare una lista di priorità, cercando comunque un *consumo consapevole* di derivati animali (ossia, ad esempio, con grande attenzione al modo in cui sono stati allevati e nutriti).
Cara Arianna, grazie molte per la risposta. Ho trovato utilissimo l’articolo.
Nell’arco di nemmeno un anno ho sviluppato la resistenza all’insulina e delle microcisti dell’ovaio da cui era derivata anche un’acne forte e mai avuta in vita mia. Ho immediatamente sospeso l’uso di latticini e di zucchero (tranne quello della frutta fresca ovviamente) e l’acne è sparita (ho anche preso un antibiotico per un certo periodo). Non posso mangiare troppi legumi per problemi 1) di fermentazione intestinale, 2) di sensibilità del colon. Capisco che reinserire un po’ di carne e pesce è necessario e lo farò, anche se con difficoltà e “senso di colpa”. Devo ammettere che, oltre a motivazioni etiche ed ambientali, sono angosciata dal fatto che le proteine animali siano nocive per l’organismo umano. Cercherò di trovare carne che i miei nonni avrebbero definito tale, anche se negli USA è un po’ più complicato che in Toscana!
Grazie ancora degli articoli. Il mio medico mi aveva vietato alcool, the, caffè e dolcificanti e inizialmente ero rimasta stupita da queste limitazioni. Ora, avendo letto il tuo blog, le sento non delle imposizioni “artificiali” ma solo come sensati consigli. A presto!
Abiti negli USA? Anche se non so la zona in cui vivi esattamente, prova a guardare nelle catene di negozi bio per quanto riguarda la carne bianca, e non dimenticare le uova quali fonti proteiche preziose per il nostro corpo 🙂 Capisco invece le difficoltà con i legumi: forse qui trovi qualche suggerimenti che non conoscevi e che ti permette di digerirli meglio…
Sono invece felice che grazie ai miei articoli tu abbia compreso alcuni divieti del medico: a volte è indispensabile spiegare i perché, di modo che il paziente capisca quanto piccoli sbagli incidano sul suo stato di salute 🙂 Se avrai qualche curiosità sarò felice di rispondere! A presto!
Sono spesso negli USA e credo che ci vivrò stabilmente a breve e viaggio davvero spesso tra la Francia ed il Texas (come catena biologica c’è Central Market che è molto buona).
Questo rende difficile avere una routine e mi costringe a mangiare spesso fuori casa (anche se preparo la schiscetta per il pranzo quasi ogni giorno!).
Le uova potrebbero essere un valido alleato. Quante se ne possono mangiare a settimana? come hai detto giustamente tu il problema del colesterolo alto non è imputabile alle povere uova però mi chiedo se sia possibile mangiarne 4 o 5 a settimana senza avere problemi. Per i legumi ho letto l’articolo, molto interessante! Secondo te è utile sciacquare i cereali in acqua e bicarbonato prima di cuocerli? Grazie ancora!
Ti parlo sia da dietista che da grande consumatrice di uova (alla coque al mattino mi danno carica e sazietà che nessuna colazione dolce sa darmi): se l’alimentazione è ben bilanciata e se non ci sono patologie correlate che ne limitino l’uso (es. problemi alla colecisti) puoi tranquillamente consumare anche 7-9 uova alla settimana. I problemi del colesterolo sono ben altrove 🙂
Per quanto riguarda il bicarbonato, spesso utilizzato per allontanare i fitati da cereali e legumi, io sono un po’ scettica: di certo dà un’alterazione al pH dell’acqua che si ripercuote sulla digeribilità dei legumi, però sono in molti ad imputare questa pratica anche a una maggior produzione di acido cloridrico nello stomaco, che dà acidità e problemi di reflusso.