Approfondiamo punto per punto il decalogo con cui avevo concluso l’ultimo articolo: quali sono le strategie vincenti per prevenire l’osteoporosi e, ove possibile, limitarne i danni?

1. Ridurre il quantitativo di caffeina
La caffeina contribuisce in modo significativo a creare acidosi metabolica: meglio non superare le 2 (massimo 3) tazzine di espresso al giorno, ciascuna delle quali apporta circa 30-50 mg di caffeina. La concentrazione di questa molecola non dipende da quanta polvere macinata si usa, bensì dal tipo di miscela e dai tempi di infusione: l’espresso del bar contiene significativamente meno caffeina del caffè americano o di quello fatto con la moka (60-120 mg), perché il tempo di infusione dura solo qualche secondo. Se prendiamo in considerazione invece il tipo di miscela, l’Arabica contiene meno caffeina rispetto alla Robusta (circa la metà). Ricordo che la caffeina è contenuta anche in bevande zuccherate come Coca-Cola e Pepsi (35-50 mg per lattina), nel tè nero e verde (minime concentrazioni nel tè bancha) e ovviamente nei tanto acclamati energy-drink (una lattina di Redbull contiene 130 mg di caffeina, più di tre espressi!).

2. Non eccedere nel consumo di proteine animali
Le proteine animali sono più acidificanti rispetto a quelle vegetali: meglio tenere carne, pesce e uova per il pasto serale, e a mezzogiorno prediligere piatti unici con legumi (fagioli, lenticchie, ceci, fave…). Anche i cereali integrali in chicchi contengono una buona percentuale di proteine vegetali: pasta e riso ne contengono al massimo il 10%, mentre avena, amaranto e grano saraceno hanno percentuali che arrivano fino al 15-17%. Proteine facilmente assimilabili si trovano anche nella frutta secca (fino al 30% in pinoli e arachidi).

Per quanto riguarda la carne, quella rossa è più acidificante di quella bianca: selvaggina, carne suina, ovina e bovina (vitello compreso) sono carne rossa; pollo, coniglio e tacchino sono carne bianca. In particolare le donne, più a rischio di osteoporosi, dovrebbero limitare il consumo di carne rossa a un paio di volte al mese. Da eliminare completamente la carne conservata: i conservanti, i nitriti e i nitrati aggiunti ne fanno uno degli alimenti più acidificanti in assoluto. Niente prosciutto, salame e bresaola, ma anche wurstel, hamburger confezionati, carne in gelatina.
Diverso è invece il discorso per il pesce: oltre a contenere omega-3 (preziosi per prevenire infarto e cancro), esistono varietà di pesce che contengono molto calcio facilmente assorbibile: li trovate al punto 6.

3. Limitare gli zuccheri semplici
Evitiamo tutto ciò che contiene un eccesso di saccarosio, fruttosio o sciroppi di zuccheri: bevande zuccherate, merendine, marmellate, dolci di pasticceria, creme, gelati, dessert, cornflakes. Se prepariamo dolci fatti in casa e vogliamo rimaner fedeli a un gusto zuccherino ma naturale usiamo lo zucchero grezzo integrale (diverso da quello di canna, ricordate questo articolo?) e frutta disidratata (albicocche, uvetta, fichi).
Ricordo che zuccheri semplici sono contenuti anche nella frutta fresca (attenzione a non mangiarne a chili d’estate!), nei succhi di frutta (anche se riportano in etichetta “senza zuccheri aggiunti”), nello yogurt. Piccole quantità ne troviamo anche in sughi e salse (ad esempio il ketchup, certe passate di pomodoro, ragù e condimenti in scatola).

4. Limitare il sale
Vi rimando innanzitutto a questo articolo: un suggerimento per i vostri acquisti. Vi consiglio inoltre di moderare fortemente (o meglio di evitare) il consumo degli alimenti processati dall’industria a cui il sale viene immancabilmente aggiunto come esaltatore del gusto (o per mascherare la cattiva qualità delle materie prime…). In particolare abbiamo altissime percentuali di sale nei dadi ed estratti per brodo (sia vegetali che di carne), negli insaccati (prosciutto crudo e speck in primis), nel pesce affumicato o conservato (salmone, tonno sott’olio, baccalà, sgombro in scatola…), in tutti i prodotti da forno (pane, crackers, grissini), nelle salse pronte, nei prodotti in salamoia e sott’aceti, nei formaggi stagionati. Evitate anche tutto ciò che contiene come esaltatore di sapidità il glutammato di sodio: ne è ricca la salsa di soia.

5. Limitare il più possibile il consumo di latte e latticini
Ho già ampiamente parlato del perché questi prodotti non siano da considerare buone fonti di calcio: in particolare il consumo di formaggi andrebbe fortemente limitato.
Siamo italiani e per molti è difficile rinunciare alla classica grattata di parmigiano sulla pasta o in altre preparazioni, ma esistono delle alternative vegetariane che vi stupiranno per il gusto molto simile all’amato formaggio nazionale: provate ad esempio con il gomasio (un mix di semi di sesamo tostati con sale marino integrale) oppure con il lievito alimentare in scaglie (ricchissimo di vitamine del gruppo B e di aminoacidi liberi).

6. Scegliere le corrette fonti di calcio per assicurarsi l’apporto quotidiano
Come avevo accennato prima esistono varietà di pesce che, al contrario della carne, contengono calcio biodisponibile: parlo di acciughe, calamari freschi, polpo, cozze, mormora, aringa, scorfano.
Contrariamente a quanto si dice, il mondo vegetale è ricco di alimenti che contengono calcio, e calcio molto più biodisponibile di quello del latte! Inoltre le verdure contrastano l’acidificazione, mentre i latticini la promuovono. Come ho già ripetuto altre volte, le verdure che fanno parte della famiglia delle Crucifere (cavoli, broccoli, crescione, rucola, rape, ravanelli) contengono calcio biodisponibile fino al 50-60% (contro il 30% del latte). Altri ortaggi che ne sono ricchi sono la cicoria, i cardi, i carciofi, la bieta e un’erba spontanea tipica di questa stagione: il tarassaco, o dente di leone.

Anche le piante aromatiche contengono molto calcio: la salvia in primis (600 mg nella salvia fresca), senza dimenticare rosmarino, basilico, prezzemolo e menta; certo nelle ricette si usano dosi veramente omeopatiche di questi insaporitori, ma perché non impariamo a mischiare qualche foglia di basilico o menta nella nostra insalata? Piccole quantità aggiuntive che, se sommate, possono contribuire al nostro apporto quotidiano!
Tra la frutta secca, sono le mandorle quelle con la maggiore concentrazione di calcio (240 mg contro gli 83 mg delle noci). 
Nella rassegna di fonti vegetali non dimentichiamo i ceci secchi, che tra i legumi sono quelli che ne contengono di più: 142 mg.
I prodotti vegetali che vantano in assoluto il maggior quantitativo di calcio altamente biodisponibile sono però i semi di sesamo: ben 975 mg per 100 g di prodotto; anche altri semi oleosi contengono calcio ma in minor quantità (110 mg per i semi di girasole e 45 mg per quelli di zucca). Attenzione! L’olio ricavato da questi semi non contiene calcio: buttate via il vostro olio di mais, olio di girasole, olio di semi vari, e mettete in dispensa solo olio extravergine d’oliva!

7. Acqua minerale bicarbonato-calcica come fonte acalorica ed altamente biodisponibile di calcio
Pochi la tengono in considerazione, ma anche l’acqua minerale fornisce buone quantità di calcio altamente biodisponibile. E’ sbagliato scegliere sempre e solo l’acqua con il minor residuo fisso pensando che quando questo valore è troppo alto si causa sovraffaticamento renale: il residuo fisso esprime la quantità di minerali presenti nell’acqua, quindi per fare una scelta sensata dobbiamo andare a vedere di quali minerali è ricca la bottiglia che vogliamo acquistare. In particolare per la prevenzione all’osteoporosi dobbiamo controllare che sia contenuta una buona quantità di calcio e una piccola quantità di sodio; la marca che presenta un equilibrio migliore tra i due minerali è la Lete: un litro e mezzo di quest’acqua apporta il 40% del fabbisogno quotidiano di calcio (457 mg, con 7 mg di sodio). Buona anche la Sangemini (un litro e mezzo = 499 mg di calcio e 30 mg di sodio); discrete quantità di calcio le abbiamo anche nell’acqua San Pellegrino, Ferrarelle ed Uliveto (ma in questi ultimi due casi salgono notevolmente anche le quantità di sodio).

8. Astenersi da fumo ed alcol
Si tratta di sostanze fortemente acidificanti.

9. Attività fisica moderata ma costante
Dedicherò un articolo appositamente a quest’argomento.

10. Vitamina D e boro per ottimizzare il metabolismo del calcio
Iil metabolismo del calcio e la sua deposizione ossea risultano molto più efficienti in presenza di vitamina D, contenuta soprattutto nel pesce più grasso (aringa, salmone, tonno, pesce spada, acciughe…) e nelle uova. Al di là dell’apporto dietetico, il nostro organismo è in grado di sintetizzare vitamina D a partire da un composto che viene attivato attraverso la luce solare: passare del tempo all’aria aperta è quindi un buon modo di fare il pieno di questa vitamina, sempre ricordando di usare una corretta protezione solare dai raggi UV.
Il boro, micronutriente presente in traccia negli alimenti, si è dimostrato essere un valido alleato nella regolazione del metabolismo di calcio e magnesio, ed è dunque prezioso nella prevenzione dell’osteoporosi. Alimenti che ne contengono buone quantità sono noci e mandorle, germogli di legumi, mele, pere, pesche e miele.

Un suggerimento: il menu contro l’osteoporosi

COLAZIONE
Una fetta di pane ai cereali con semi di sesamo; una coppetta di mirtilli, fragole e lamponi mischiati a un cucchiaio di mandorle tritate grossolanamente. Infuso di rosa canina non zuccherato.

SPUNTINO
Una mela

PRANZO
Insalatona estiva fredda con avena e ceci, condita con pesto alla genovese (olio extravergine, pinoli e basilico fresco); un contorno di rucola e ravanelli con germogli di piselli; una fetta di pane di segale integrale

SPUNTINO
Coppetta di pesche e ribes con cioccolato extrafondente in scaglie

CENA
Acciughe marinate con agrumi; patate lesse aromatizzate con salvia e rosmatino; contorno di cicoria spadellata con uvetta secca e semi di sesamo tostati

Come condimento usate olio extravergine, sale grigio e succo di limone