In questo primo articolo del 2015 vi parlo di me. E’ la prima volta che lo faccio.
Finora le mie pubblicazioni sono state orientate soprattutto verso un’educazione alimentare di base: in tre anni di apertura del sito, difficilmente mi sono occupata di dimagrimento e di patologie.
Da quest’anno, invece, vedrete molti più articoli relativi all’approccio alimentare di certe patologie di cui moltissime persone soffrono, a volte senza nemmeno esserne coscienti, o -più frequentemente- senza sapere che con una corretta alimentazione sia possibile prevenire gli effetti collaterali della malattia stessa, o addirittura controllarne la progressione.
Malattie infiammatorie croniche come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa; disequilibri endocrini come ovaio policistico, dominanza estrogenica, stress surrenale; patologie autoimmuni come tiroidite di Hashimoto, psoriasi, celiachia o artrite.
Queste e tante altre malattie possono essere gestite attraverso specifici approcci dietetoterapici, nei quali non è sufficiente “mangiare un po’ di tutto nelle giuste quantità” per poter raggiungere lo stato ottimale di salute.
Non vi parlerò solo di dieta e malattia: continueranno ad esserci articoli riguardanti la corretta alimentazione, il rapporto con il cibo, lo sport, e le ricette sfiziose.
Però, troverete anche molti più interventi riguardanti la *cura* attraverso il cibo.
Perché questa scelta?
Perché non molto tempo fa ho saputo di avere una patologia autoimmune, e, grazie a persone che via via vi presenterò nei miei articoli, ho capito di poterla tenere sotto controllo attraverso il modo in cui mi alimento e il mio stile di vita (…ricordate, vero, cosa intendo per stile di vita?).
Ora non mi sento affatto malata, ma lo sono stata, e quel che è peggio è che all’epoca non sapevo quello che mi stava succedendo.
Non so quando e se ricomincerò ad avvertire tutti i sintomi della mia malattia: forse sì, forse no.
Quello che posso dire è che due anni fa ho avuto un tracollo, che ne sono uscita grazie ad un medico che non smetterò mai di ringraziare, e che da allora non ho mai smesso di informarmi per poter Stare Bene.
Come alcuni di voi sapranno, le malattie autoimmuni sono insidiose anche quando silenti (come nel mio caso), perché espongono a un maggior rischio verso altre malattie autoimmuni, infezioni ricorrenti, ridotta fertilità e un -ahimé ampio- spettro di piccoli problemini di salute.
Facciamo un passo indietro.
Come alcuni di voi sapranno, ho uno splendido fratello ventiduenne che studia Neuroscienze a Brighton, e che si laureerà a luglio. Devo a lui la conoscenza e l’approfondimento di tanti studi scientifici riguardanti disequilibri endocrini femminili e terapia alimentare: si tratta di protocolli alimentari in Italia sono pressoché sconosciuti, e che invece all’estero vengono applicati da diversi anni.
Quando vado in Inghilterra a passare qualche giorno da lui mi stupisco dell’attenzione che bar e ristoranti hanno verso modi diversi di mangiare: menu per intolleranti, per celiaci, per vegani, cucina paleo. Le librerie pullulano di libri di cucina “senza”: senza glutine, lattosio, farine, soia. E ho perso il conto dei centri di yoga, agopuntura e medicina alternativa incrociati per le strade della città.
Badate bene: non sono centri in mano a stregoni poco affidabili, ma a professionisti riconosciuti dal sistema sanitario inglese.
Insomma, anni luce rispetto all’Italia, forse a causa di una sorta di settorialità della salute nel Belpaese: ogni professionista tende ad accentrare su di sé la terapia, quando invece sarebbe molto più efficace un lavoro di squadra. Io credo che sarebbe molto più utile per il paziente avere un unico centro medico di riferimento, nel quale operano diversi professionisti con una stessa forma mentis in grado di confrontarsi sui diversi casi.
Chiusa la parentesi, torniamo all’oggetto di questo intervento.
Grazie agli stimoli che mi sono venuti da mio fratello e grazie a ricerche su Google e su Pubmed (portale di riferimento per i consulti bibliografici in ambito medico), nell’ultimo anno e mezzo mi si è aperto un mondo riguardante le cure alternative di patologie autoimmuni, ormonali e infiammatorie croniche.
Non sto parlando dell’ultimo ritrovato commerciale per una miracolosa cura dell’Alzheimer o della psoriasi, ma di protocolli terapeutici che molti medici in America, Inghilterra, Australia, Francia, Svizzera e Belgio (solo per citarne alcuni) mettono in pratica per i propri pazienti, con successo e con il supporto dell’operato di figure para-sanitarie (ad esempio, dietista, osteopata, fisioterapista, psicologo). E’ questo l’approccio conosciuto come Medicina Funzionale, una sorta di cura del corpo integrata, che mira alla risoluzione della causa e non del sintomo, e che si avvale tanto di principi farmacologici (spesso naturali) quanto di integratori alimentari, terapie meccaniche (fisioterapia o osteopatia) e sblocco emotivo (meditazione, respirazione, psicoterapia).
Non so se sia nato prima l’uovo o la gallina: il periodo in cui ho cominciato ad interessarmi alla Medicina Funzionale è coinciso con il mio tracollo fisico, che ha raggiunto il suo apice nell’estate 2013. Erano già diversi mesi che mi sentivo poco bene, sempre stanca, senza energie né fisiche né mentali; lo attribuivo allo stress e alle preoccupazioni di quel periodo. Però, i sintomi anziché regredire si moltiplicavano, e diventavano più difficili da gestire: la mia pelle era diventata molto brutta e oleosa, per qualche settimana mi sono caduti i capelli a ciocche (tanto che ho dovuto fare un taglio drastico), il mio ciclo mestruale era più che mai irregolare. Sebbene cercassi di stare attenta alla mia alimentazione, avevo cominciato a gonfiarmi e non riuscivo a perdere peso; anzi: l’appetito si era triplicato, e facevo davvero molta fatica a gestire queste nuove sensazioni. Ero abituata ad avere più fame solo quando facevo più sport: in quei mesi avevo invece dovuto ridurre la mia attività fisica perché non avevo energie, eppure la mia fame sembrava insaziabile.
L’arrivo del caldo estivo rappresentò il colpo di grazia: ero uno straccio, e se persino quel sant’uomo del mio fidanzato mi fece notare che “avevo le braccia un po’ grosse” (“per non parlare di viso, gambe e pancia”, pensavo io), *forse* era il caso di ammettere che qualcosa proprio non andava.
I miei studi in ambito di disequilibri endocrini femminili fecero focalizzare la mia attenzione sul problema del ciclo. Avevo già contattato una ginecologa, che mi aveva proposto la pillola per regolarizzare gli ormoni (senza farmi fare esami preventivi): rifiutai. Prima di tutto, avevo già usato la pillola anni prima, e mi aveva solo dato grossi problemi. In secondo luogo, sapevo che la pillola avrebbe coperto il problema senza risolverlo completamente.
Dopo un paio di settimane di valutazioni, contattai il dottor Perugini Billi, che conoscevo grazie al suo illuminante libro “Mangia grasso e vivi bene”. Volevo essere curata in modo naturale, cosa che lui fece: il dottor Perugini mi aiutò con integratori fitoterapici, omotossicologici e ayurvedici. Inizialmente usavo un paio di rimedi, che in seguito sostituì con altri tre. La cura durò in totale due mesi e mezzo, e gli effetti furono quasi immediati. Le energie mi tornarono completamente nel mese di settembre, il ciclo si era subito regolarizzato, e io avevo cominciato a sgonfiarmi.
In concomitanza alle cure, decisi di cambiare alimentazione. Un po’ su suggerimento di Perugini, un po’ per quello che avevo letto nei mesi, un po’ perché a me sembrava di mangiare sanissimo, eppure non mi sentivo bene: se ero davvero convinta che l’alimentazione cambia la salute, era il caso di cambiare prospettiva e cominciare a sospettare che il modo in cui mangiavo non era sano *per me*.
Intendiamoci, non è che mangiassi male. All’epoca avevo un’alimentazione perfetta, stando alle Linee Guida, ma quasi agli antipodi rispetto quanto avrebbe fatto bene a me.
Mangiavo cereali integrali tutti i giorni, tanta frutta e verdura, yogurt intero ad ogni colazione, zero uova, poca carne, pesce due o tre volte a settimana, legumi molto frequentemente, anche soia. Il mio introito giornaliero di grasso era rappresentato da un paio di cucchiai di olio extravergine al giorno, e un paio di manciate di frutta secca.
Sono profondamente convinta che quando qualcosa a livello organico è sbilanciato, la prima cosa da fare sia correggere l’alimentazione; la mia esperienza di dietista mi diceva: non esiste *la* dieta perfetta, ma la dieta perfetta *per te*.
Allora, ho cambiato.
Nelle prossime settimane vi spiegherò più nel dettaglio quello che ho modificato della mia alimentazione. Inizialmente gli accorgimenti che ho adottato erano sullo stile di una dieta per ovaio policistico, perché -pur essendo certa di non soffrire di PCOS- sapevo che era un modello alimentare che ben si adegua a quasi tutti gli squilibri endocrini femminili.
Vidi i primi risultati dopo qualche settimana, anche grazie alle cure che stavo facendo. Poi però non ci fu più bisogno di fare cure, e continuai semplicemente con la dieta: da quel terribile luglio-agosto 2013 non mi sono più sentita così debole, senza energie, gonfia e rallentata (anche mentalmente), e so che devo moltissimo al mio cambiamento alimentare.
Certa che la radice dei miei problemi fosse uno squilibrio degli ormoni sessuali, una volta che quello si regolarizzò e che io ripresi le mie energie, non feci più caso a tante altre piccolezze che scoprii in seguito essere segnale che qualcosa ancora non andava, ma che per me erano semplicemente sintomi familiari, che ho forse da sempre.
Ad esempio, l’avere costantemente freddo, anche con 40 gradi. Avere una temperatura corporea basale che spesso andava sotto i 36°C. Il cerchio alla testa di cui soffrivo in tarda mattinata. I frequenti giramenti di testa. Il dolore alle articolazioni di caviglie e ginocchia. La pressione molto bassa. Un nervosismo e un’ansia spesso ingiustificati. Un colesterolo totale molto elevato (fortunatamente con quello buono HDL altrettanto alto), che non scendeva con alcun tipo di modifica alimentare.
Durante l’estate 2014 si sono presentati anche altri piccoli “acciacchi”, sporadici ma fastidiosi: formicolio alle mani, occhi molto secchi, di nuovo un ciclo irregolare, e -da un esame suggerito da Perugini- vitamina D molto bassa nonostante una costante esposizione solare (la vitamina D è carenziale soprattutto -ma non solo!- in caso di squilibri ormonali e malattie autoimmuni).
Avete presente quando cominciano a mettersi insieme i puntini? Ecco, credo sia proprio quello che è successo a me.
All’improvviso cominciai a pensare che non fosse un problema di ciclo, ma di tiroide. Giusto per non essere presa per visionaria, decisi di testa mia di fare l’esame della tiroide. Risultò che avevo gli anti-TPO elevati.
Gli anti-TPO sono anticorpi prodotti dal corpo contro un enzima coinvolto nella produzione degli ormoni tiroidei; la loro presenza nel sangue è segno di una patologia autoimmune, la tiroidite di Hashimoto, che ha tra le sue conseguenze tutta la serie di sintomi che vi ho citato (e molti altri, quando la tiroidite è attiva e non compensata).
Onestamente, quando ho fatto gli esami del sangue non credevo di avere altro che un lieve ipotiroidismo; la patologia autoimmune è qualcosa di più, perché potrebbe portare a conseguenze un po’ più complesse che il semplice ipotiroidismo.
Non mi sono propriamente spaventata: per ora la malattia è silente (a parte i simpatici sintomi di cui sopra, che vanno e vengono, ma che non sono debilitanti). Però devo stare attenta, devo adottare una *dieta & stile di vita* che non portino ad una degenerazione della malattia, perché non ho proprio intenzione di passare la vita a prendere farmaci, chimici o naturali che siano.
Da quello che ho letto negli ultimi due anni, dalle mie ricerche, dalle testimonianze di chi ci è passato a livello molto più debilitante rispetto a me, so che la prima soluzione per contrastare l’ipotiroidismo è la dieta.
Così, ho deciso di dare l’ultima sferzata alla mia alimentazione, e di renderla al 100% adatta a contrastare l’Hashimoto.
In università tutto quello che dicono in relazione all’ipotiroidismo è: “si tratta di una patologia che porta ad ingrassare, quindi bisogna dare meno calorie e incitare a fare attività fisica”.
*Per fortuna* esiste lo studio individuale, ed esiste internet, dove tantissime persone hanno condiviso la propria esperienza e hanno stimolato le ricerche della Medicina Funzionale in America, Australia e Gran Bretagna.
Come ho detto, in Italia è molto poco conosciuta, e ancora meno conosciuto è l’approccio alimentare che si affianca alla Medicina Funzionale.
Perché si conosce poco, se funziona? Vi chiederete.
Bella domanda, alla quale non so se saprei rispondere.
Forse perché alle persone piace sentirsi dire quello che si aspetta di udire, e non frasi tipo: “Questo non lo puoi proprio mangiare: non ti farà ingrassare, ma peggiorerà la tua patologia”. Forse perché è difficile pensare che sull’alimentazione *non* patologica funziona il principio dell’accumulo, mentre sulla patologia funziona quello dell’interruttore. Vale a dire: se sei una persona sana e in salute, è chiaro che anche le cose più deleterie (es. junk-food) non ti fanno male se assunte sporadicamente e senza eccessi; ma se hai certe malattie, alcuni alimenti che per altri sono normalissimi, a te causano conseguenze molto amplificate e fastidiose: ad esempio, i latticini per la PCOS, oppure il glutine per l’ipotiroidismo.
Oppure, forse perché in Italia c’è ancora un forte tam-tam per la dieta mediterranea, con tutte le male-interpretazioni che ne conseguono; è difficile accettare il fatto che per alcuni di noi pane, pasta e pomodori non sono propriamente amici della salute. E che invece altri alimenti spesso demonizzati possono diventare preziosi alleati (ad esempio, sempre in relazione a ipotiroidismo, uova, grassi anche animali, carne bianca naturale e ruspante).
Non è stato facile per me in primis scontrarmi con una realtà che prima credevo essere solo frutto di estremismo alimentare deleterio e infondato: mi immagino come si possa sentire una persona che non sa nulla di alimentazione, presa tra due fuochi e da opinioni discordanti, tutte sostenute da studi scientifici in apparenza validissimi.
Se non fossi dietista, forse parlare di queste tematiche sarebbe per me più facile. Da dietista, invece, rischio che le mie parole vengano fraintese: è per questo che non ne ho mai apertamente parlato sul sito.
Nelle ultime settimane invece ci ho pensato a lungo, e ho deciso di aprire le porte anche alla trattazione di questi tipi di “diete alternative” per chi, come me, ha delle malattie che rischiano di deteriorare la salute psicofisica se non vengono tenute sotto controllo.
Al momento del mio ‘tracollo’ ho avuto la fortuna di incappare nei siti giusti (ossia, supportati comunque da evidenze scientifiche e non da fumose supposizioni new-age) e di incontrare il medico giusto (il dottor Perugini); ho avuto la fortuna di avere le basi didattiche per interpretare certi dati; e ho avuto la fortuna di capire che non si trattava di “restringere l’alimentazione”, bensì di “cambiare alimentazione”. Ho dedicato molto del mio tempo a cercare fornitori di cibo consapevole che potessi mangiare senza spendere un patrimonio, ho cercato ricette e libri di ricette sfiziosi, ho continuato ad adattare la mia dieta ai miei sintomi.
Quindi, mi sono detta, perché non condividere la mia esperienza e le informazioni che ho reperito? Potrebbe essere d’aiuto a tanti altri che brancolano nel buio.
A fianco di tanti articoli che continueranno comunque a parlare di alimentazione salutare per persone sane, che possono mangiare il famoso “poco, ma di tutto”, comincerò a parlarvi anche di altri stili alimentari adatti a certe patologie. E vi parlerò di come mangia una dietista con Hashimoto, sia quando è a casa che quando si trova al ristorante (il mio ragazzo dice che sono diventata l’incubo di ogni chef… Ma quando si tratta di salute, non c’è Cracco che mi possa fermare!).
Presto pubblicherò il primo articolo riguardante l’ipotiroidismo, con una collaborazione preziosissima sia a livello personale che professionale.
92 Comments
Felicissima di questa svolta! e non vedo l’ora di leggere i prossimi articoli! Per me la dieta per PCOS è stata miracolosa e mi accompagnerà per tutta la vita, ragion per cui è bello informarsi e sapere anche come soddisfare il palato nonostante le restrizioni e la società in cui viviamo! 🙂 E come hai detto tu… quando si parla di salute non c’è davvero Cracco che tenga 😛 ehehehe
Grazie mille Alice! Avrò anche degli aggiornamenti riguardanti la relazione tra PCOS e tiroide: non è il tuo caso, ma potrebbero interessarti 🙂
Ciao l’articolo risale a tanto tempo fa, ma per me leggerlo ora è stato di attualissima utilità.
Ci si senti soli, un po’ pazzi sclerati e soprattutto stanchi quando sbatti la testa su problematiche che sembrano senza capo né coda, quando accusi sintomi che non ti riducono in fin di vita, ma che ogni giorno ti fanno vivere male, quando bene che vada arriva il cortisone e se neanche quello fa effetto, allora “ sei proprio stressato “, quando cerchi un aiuto e non sai dove prenderlo, chi ascoltare, dove provare e a chi far retta.
Io anche soffro di problematiche autoimmuni, la più visibile è l’alopecia areata, ma insieme ci sono tanti altri sintomi che vanno e che vengono.
Ultimamente ho conosciuto proprio grazie ad un gruppo su fb il Metodo Apollo medicina funzionale, praticato soprattutto da persone affette da psoriasi, ma non solo. Devo ancora cominciare, ma spero davvero di poter incominciare a stare meglio. Cicli che sballano di tanto in tanto, risvegli con faccia e occhi gonfi come se fossi intossicata, rosacea e pruriti diffusi in diverse parti del corpo, rush, occhi che prudono, sentirsi male qualsiasi cosa mangi e capelli che se ne vanno, rimanere mezzo calvi ..tanta difficoltà ..
Spero possa essere la strada giusta anche per me. Ciao
“Forse perché è difficile pensare che sull’alimentazione *non* patologica funziona il principio dell’accumulo, mentre sulla patologia funziona quello dell’interruttore”.
Spiegata così è come una martellata sui denti, ma non c’è niente di più vero. E poi vorrei un medico come il tuo, e te a Genova. Si può?
Purtroppo, l’ho provato più volte su me stessa: *devo* rinunciare ad alcune cose. O essere consapevole che le successive 24h “non mi sentirò io”, se capisci quel che intendo.
Il mio medico riceve anche a Milano, che forse è più vicino a te. Io invece, prima o poi tornerò a Genova 😉
Grazie Arianna per questo articolo e per aver voluto affrontare questo tema personale con noi. Anche mia madre soffre di tiroidite di Hashimoto, e non vedo l’ora di farle leggere i tuoi prossimi articoli! Ti seguo da diversi mesi, apprezzo davvero tanto la tua attenzione in tutto quello che scrivi, la tua professionalità, la tua sensibilità, ed è una grande sicurezza sapere di potere contare sui tuoi consigli per aiutarla a stare meglio attraverso l’alimentazione!
Grazie per il tuo commento Marta, spero davvero di poter scrivere articoli che siano chiari ed esaustivi rispetto a questa insidiosa patologia, che troppo spesso viene banalizzata da chi non ne comprende i sintomi.
Ti leggerò, come faccio da molto tempo ormai, con enorme interesse. Anche io Hashimoto e ho tutti i tuoi sintomi…
Siamo in tante, colpisce quasi esclusivamente donne… E veniamo bollate come “fissate con il peso” o “depresse”: è ora di far capire che *non* è così!
Avere parlato della tua storia e l’idea di arricchire il sito con importanti argomenti non farà altro che rendere questo tuo spazio ancora più interessante e d’aiuto a tutti coloro che cercano risposte e soluzioni ai propri sintomi/patologie. Parola di una collega che ti stima! 😉
Grazie mille Eliana, sono stata molto titubante sullo scrivere o meno questo intervento molto personale. Ma è venuto il momento nel quale si è reso necessario: un conto è dire a un paziente “la capisco…” e un altro è dire “ci sono passata”.
Grazie soprattutto per la stima 🙂
ciao Arianna, leggo spesso i tuoi articoli li trovo sempre interessanti. Io soffro di tiroide con Morbo di Basedow, mi piacerebbe magari ne parlassi in qualche tuo prossimo articolo, con qualche consiglio a riguardo. Grazie
Pian piano tratterò tutti gli squilibri sui quali mi sono informata, Basedow compreso 🙂
Hai fatto benissimo a condividere con noi la tua storia Ary! Ho provato sulla mia pelle quello che intendi tu sulla medicina in Italia…i protocolli dell’estero accettano cure alternative che qua di rado prendono in considerazione… come ben sai anche io mi sono purtroppo trovata davanti ad una ginecologa che sin da subito all’età di 14 anni (pieno sviluppo) mi ha prescritto la pillola per la cura delle mie ovaie,che fortunatamente smisi ( anche se dopo sei anni mi aveva causato già parecchi problemi) ed è grazie a professionisti come te, che vanno oltre al “protocollo” la mia cura perfetta è diventata l’alimentazione con qualche supporto naturale, tu sei per me quello che il dott. Perugini Billi è per te! Un infinito grazie quindi!! E anche io non vedo l’ora di saperne di più, con te non si finisce mai di imparare, anche se purtroppo questa vicenda la stai vivendo sulla tua propria pelle : ( , però IN BOCCA AL LUPO Ary 🙂
Crepi Giuli, e grazie mille come sempre per la stima! Ci sono tantissime donne alle quali è stata prescritta la pillola “per mettere a riposo le ovaie”, che ora si trovano con acne e infertilità contro cui combattere. Non è giusto usare cavie umane per farmaci di cui non si conosce l’efficacia sul lungo termine 🙁
Mi sembra di rivivere il gioco delle figurine di quando ero piccina: ce l’ho – non ce l’ho. Aiuto, ho anche questa! Hashimoto presente! Ovaie non in forma con pillola in corso. Stanchezza cronica. Appetito eccessivo. Sindrome del colon irritabile. Secchezza oculare (meglio terminare la lista!). So che è un lungo percorso, fatto di consapevolezza e voglia di guarire (e quindi cambiare). E ho iniziato da un po’, anche grazie a te. Devo solo acquisire maggiore determinazione. L’assenza di glutine mi sembra uno scoglio insormontabile! Per ora riesco a fare 1-2 pasti pasti al giorno senza glutine, oltre allo zero lattosio. Ma che fatica! Riuscirò a togliere tutto il glutine e a provare quella strana sensazione che è lo Stare Bene? A prestissimo, Anna
Ciao Anna! Stai parlando con miss “mangio pasta a mezzogiorno e anche alla sera” fino ai 16 anni, con lauti banchetti a base di pane, pizze, focacce e dolci. Stai parlando che quella che fino a 17 anni non aveva mai toccato verdure (salsa di pomodoro a parte!), e che -sottolineo- fino a due anni fa seguiva una dieta mediterranea al 100%.
Ora però sto bene, e appena tocco glutine… cervello in stand-by 🙂 Nah, non fa per me: frumento, farro, orzo… au-revoir 🙂
Piano piano, sono certa, sperimenterai e te ne accorgerai tu stessa.
Un abbraccio!
Buonasera Arianna!
Leggere la *sua storia* mi conferma una volta di più che, non solo non si spaventa con i miei milleduecentocinquanta non (o senza che dir si voglia), ma che capisce sul serio le difficoltà che ne derivano.
Grazie per la costante e preziosa professionalità e generosità.
Un grande in bocca al lupetto per il suo percorso alimentare!
Crepi il lup(ett)o!
Ho scelto di mettere la mia testimonianza proprio per questo motivo: credo che la condivisione delle difficoltà aiuti a superarle, magari anche ad essere d’esempio per altri 🙂
Grazie!!! È proprio quello che stavo cercando! Anche io ho la Tiroidite di Hashimoto e ho cercato informazioni sulla giusta alimentazione per poterla fronteggiare… Ma non è facile trovare notizie al riguardo! Grazie ancora!
Spero che ti possano aiutare i prossimi articoli che pubblicherò 🙂
Cara Arianna, certo che sei incappata in un “disturbo” alquanto fastidioso! Hai indagato anche sulle cause? Oppure la malattia è congenita?
A causa della mia sclerosi multipla devo farmi iniezioni di interferone a giorni alterni (ormai vado avanti da 20 anni in questo modo) e so che uno dei rischi che sto correndo è proprio quella di incappare nell’Hashimoto. Finora i valori tiroidei sono nella norma, spero di continuare così.
Non so se in futuro vorrai provare a parlare anche della dieta idonea a chi ha la mia malattia, ma se così fosse ne sarei veramente lieta!
Ti abbraccio forte e ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutto…. E aspetto impaziente i tuoi bellissimi articoli.
A presto!!
Ciao Michela, con il tempo pensavo di trattare anche la sclerosi multipla. Pian piano, vedrai che scriverò un po’ su tutto 🙂
Non vedo l’ora di leggere i tuoi prossimi articoli. Io al momento non ho patologie (un medico che si interessa di ayurvedica mi ha però fatto la lettura del polso e detto di “stare attenta alla tiroide”) ma mi faccio diverse domande sull’alimentazione che sia davvero adatta a me.
Se ripenso al primo incontro con Perugini, anche a me aveva detto che “la tiroide sembrava rallentata”, ma in assenza di esami pensavo fosse una conseguenza dello squilibrio ormonale, e non viceversa 🙂
Domanda da un miliardo di dollari… ma se uno “pensa” di stare bene, perché non sa cogliere i segnali che il proprio corpo manda, come fa a scegliere l’alimentazione giusta? O se anche li coglie ma non corrispondono a nessuna malattia, cosa può fare? Andare a tentativi? Se è difficile per una dietista, figurati per chi non ha nessuna base. Che ne so, per esempio, come faccio a capire se mi fa più bene la carne o il pesce? O se tollero il glutine? O se il pomodoro mi fa bene o male? O se la mia stanchezza è reale o dovuta alla mia alimentazione? E’ davvero molto complicato.
Ciao Tiziana, grazie per i complimenti. La tua domanda è davvero da un miliardo di dollari, nel senso che non posso esserti d’aiuto: in genere quando sospetto che ci sia qualcosa da sistemare riguardo al cibo (che vada oltre al rapporto qualiquantitativo per il dimagrimento) chiedo di tenere un diario alimentare con eventuali sintomi, e poi aiuto a sistemare la dieta.
La stanchezza difficilmente è dovuta all’alimentazione. Ma è correggibile con l’alimentazione grazie a un cambiamento ormonale; idem per altre problematiche 🙂
Sei un mito Arianna!
Ho dimenticato i complimenti per l’articolo. Bellissimo anche questo. Davvero raramente ho letto articoli chiari e moderni come i tuoi.
Che articolo prezioso! Attenderò con ansia i prossimi, e quello sul Crohn, visto che mi tocca da vicino, come ben sai 🙂
Vedrai che quando tratterò il Crohn darò quasi solo consigli che tu hai già personalmente, forse qualche altra cosina che sto approfondendo in questo periodo, ma di cui ti passerò sicuramente prima le informazioni quando ci vedremo! 🙂
Ciao Arianna! Sono arrivata al tuo sito da poco, e vorrei farti i miei complimenti per la “nitidezza” dei tuoi scritti, sempre precisi e documentati, ma anche equilibrati e comprensibili.
La tua nuova “serie” mi tocca abbastanza da vicino. Sono in una situazione simile, anche se non uguale: ho dovuto togliere la tiroide per togliere un tumore, ed ora sono in terapia per evitare recidive. Soffro spesso il freddo, ed a volte mi sento fiacca, ma per fortuna – lo dico dopo aver letto i tuoi sintomi – solo di questo. Forse le tue indicazioni potranno essere d’aiuto anche a me. Ti ringrazio fin d’ora.
Una curiosità: hai modo di accorgerti dei commenti agli articoli arretrati? Ho intenzione di leggerli, piano piano, e nel caso avessi qualche domanda vorrei sapere se posso commentarli direttamente o se è meglio che usi la mail.Buona serata, Paola.
Grazie mille per i complimenti, spero che sul sito troverai tante informazioni che ti possano essere d’aiuto.
Man mano che leggi commenta tranquillamente, ricevo le notifiche e rispondo direttamente qui. Le mail sono più che altro riservate ai pazienti e ai contatti di lavoro 🙂
Grazie! Immaginavo (e speravo) che fosse così ma mi capita ancora di imbattermi in blog e siti con dei motori che avrebbero bisogno, per restare in tema, di una bella cura ricostituente…
Ti auguro un’ottima giornata.
wow, arrivare qui per caso mi ha cambiato la giornata!
ho letto praticamente fino a notte fonda molti articoli e li ho trovati tutti interessanti. Stamattina poi ho letto questo e, visto che mi è stata diagnosticata, anche se da ormai molti anni, la stessa malattia, ho letto con attenzione ritrovandomi in quasi tutto quello che racconti.
Raccontarti la mia storia sarebbe troppo lungo, ti dico solo che ora, grazie ad una nutrizionista negli ultimi 4 mesi, ho tolto tutto il glutine (mangio solo pane di segale, riso integrale… ) e ho cambiato la mia alimentazione, purtroppo però credo che lei abbia stilato la mia dieta sulla base del mio gruppo sanguigno e sull’indice glicemico degli alimenti che assumo (ad esempio mi aveva dato ogni mattina latte di soia, ma io leggendo per il web ho scoperto che i prodotti a base di soia andrebbero assunti raramente e mai prima di 5/6ore dall’assunzione del farmaco…) ora sono davvero in crisi, ho perso peso (14kg), ovvio, ma non so se sto facendo il massimo per il problema che ho 🙁
leggerò con attenzione gli articoli che pubblicherai e sto valutando di andare a fare una visita dal dott Perugini.
grazie davvero!!
Sono contenta di averti dato nuovi spunti su cui lavorare, e ti auguro di cuore di trovare presto la tua strada, anche in fatto di terapie naturali 🙂
PS. Se vuoi leggere di più sulla soia ne avevo parlato qui, qui e qui. In caso di patologia tiroidea è fortemente sconsigliata, soprattutto a ridosso del farmaco.
grazie, corro a leggere! ci sarei arrivata perché sto spulciando tutti gli articoli ma così vado dritta al sodo!
Ciao Arianna! Il tuo approccio mi è sempre piaciuto, ma questa volta hai fatto davvero scattare la scintilla.
Mio papà purtroppo soffre di una patologia autoimmune che si esplica in colite ulcerosa a livello intestinale e artrite per quanto riguarda la mano destra. Da quello che capisco una dieta fatta su misura lo potrebbe aiutare tanto, visto che sta già parecchio male così e che si sta parlando di fargli prendere delle medicine che, da quello che ho capito, raderebbero veramente a zero il suo sistema immunitario. Cosa ne pensi? E soprattutto, come potrei fare a convincerlo?? È la tipica persona di una certa età che ha sempre mangiato in un certo modo non troppo salutare ma *tradizionale* e che non si schioda dalle sue abitudini, e per giunta mi guarda storto quando provo a dire che la dieta influenza tutto il nostro benessere psicofisico. Come posso fare?
Grazie 🙂
Grazie mille Giulia 🙂
Purtroppo il primum movens deve venire dal paziente: deve essere lui a voler cambiare, e a capire il valore che il cambiamento alimentare potrebbe avere. Naturalmente, viste le complicanze patologiche di tuo papà, non è pensabile una sospensione o drastica modifica della terapia. Accostare una dieta adeguata è consigliabile, ma se il paziente stesso è scettico non ci sarà alcun risultato: non capirà l’importanza di non sgarrare (come ho scritto, funziona “a interruttore” e non “ad accumulo”), sarà poco incentivato a essere rigido, e non beneficerà degli effetti positivi. Forzarlo sarebbe inutile. Deve venire da lui.
Grazie Arianna, sei sempre gentilissima 😉
Hai tremendamente ragione… Non sai quanto mi pesi non poter fare nulla 🙁
Prenderlo di petto è inutile, ma magari nei prossimi mesi proverò ad essere un po’ “la goccia che scava la roccia”.
Cara Arianna, è un segno del destino.
Proprio qualche giorno fa ho deciso che quest’anno mi occuperò della mia tiroide. Mi sono detta che era il momento di cominciare la mia ricerca indipendente, così indispensabile se si vuole veramente migliorare la propria salute.
Allora grazie grazie grazie di voler condividere la tua esperienza. Non vedo l’ora di saperne di più.
Tanto per spezzare una lancia a favore dell’Italia, vi assicuro che lì non va tanto male. Vivo in Canada da nove anni e tante terapie alternative che da noi sono accettate da decenni qui sono sconosciute o peggio demonizzate. Il potere dell’industria del farmaco è molto molto più forte che in Italia. Certo sarebbe meglio se tutti i dottori fossero come il Dott. Perugini Billi, ma apprezziamo il fatto che lì, lui e altri come lui possono praticare in pace.
Spero che i miei articoli futuri possano aiutarti ed esserti di sostegno, lo spero davvero di cuore 🙂
Per quanto riguarda le terapie della tiroide, penso che la pubblicazione di settimana prossima ti sia preziosa, dal momento che in Canada è in commercio un tipo di terapia (medica) che in Italia invece è fuori produzione.
Grazie, cara Arianna, per aver condiviso questa esperienza. Ho fatto le analisi da poco e ho il tsh a livelli stellari, mi hanno proposto la solita terapia sostitutiva…e io non ne sono stata felice…
Mi hai messo positività, ora so che un’alternativa può esistere, provo a cercarla anche io!!!
In bocca al lupo per il tuo percorso, di tutto cuore! 🙂
Sei una forza della natura e ti ammiro molto 🙂 ti seguo in silenzio e spero di poter fare presto la tua conoscenza di persona 🙂
Ohh! Ma grazie!
Anche io ho una tiroide che non funziona bene. O meglio, dalle analisi del sangue sembra tutto ok, valori nella norma. Ma dopo un’ecografia fatta dalla ginecologa subito dopo la prima gravidanza sono apparsi dei noduli. Sentirsi dire “uh, che brutta tiroide!” non fa piacere. Ancor meno ne fa quando alla domanda “c’è un modo per intervenire senza farmaci, dato che le analisi vanno bene, magari per risolvere questi noduli?” ti viene risposto “no. Aspettiamo che la situazione si complichi poi prendiamo il tal farmaco”.
E che cavolo. Io non voglio aspettare di ammalarmi. C’ho 32 anni e quasi 2 figli e pensare di passare la vita a prendere un farmaco solo perché non ho provato a fare qualcosa prima che il problema diventasse una malattia un po’ mi scoccia.
Quindi aspetto i tuoi illuminanti articoli.
Sei una forza della natura 😉
Ahahah! “Aspettiamo che la situazione si complichi” è incoraggiante… Comunque, ti avevo già consigliato il sito del dott.Vergini, che opera vicino a te, vero? 🙂
si cara, appena sarò in piano con il nuovo nanide lo contatterò 🙂
Molto interessante Arianna! E` proprio il tuo essere cosi` umile che avvicina le persone che non ti conoscono.
Sei una professionista coi fiocchi, ma allo stesso tempo un’amica a cui poter chiedere aiuto!
La tua esperienza fa riflettere molto…… E chissa` se arrivero` anche io a scoprire che mi sta succedendo…
Un abbraccio!
Grazie Cristina, come sempre io ti rinnovo il mio in bocca al lupo, sperando che presto si possa essere a capo del problema 🙂
Grazie Arianna!! Davvero illuminante per me questo articolo! Soffro di tiroidite di Hashimoto e vorrei provare con oggi a togliere il glutine. Non so se riuscirò a toglierlo completamente da subito. Secondo te, se lo riduco posso sperare lo stesso in un miglioramento o è meglio toglierlo drasticamente? Spero di risolvere almeno in parte i miei problemi. Grazie davvero!!! Un abbraccio
Ciao Carlotta, come ho scritto nell’articolo sulle patologie autoimmuni funziona il principio “acceso o spento”, non “accumulo”: se decidi di toglierlo, toglilo e basta. Se invece lo riduci solamente non avvertirai benefici.
In bocca al lupo 🙂
Cara Arianna, sono arrivata da poco tempo sul tuo sito, e devo dire che mi piace molto il modo in cui tratti gli argomenti. Ho letto con attenzione la tua storia e come sei arrivata alla scoperta della tua malattia attraverso l’ascolto del tuo corpo, mi ci ritrovo perché è quasi la stessa cosa che sto facendo anche io. In realtà io so già quello che ho, e sarebbe l’endometriosi (chi ne soffre conosce bene quali siano le implicazioni a livello fisico e psichico). Mi ritrovo nella tua storia perché ho intrapreso una via diversa dalla classica cura ormonale, che proprio non riesco ad accettare, per cui curo la mia alimentazione (sto attenta ad ogni alimento e l’effetto che ha sul mio corpo) poichè credo fermamente che parta tutto da lì e sto seguendo una terapia omeopatica prescritta dalla ginecologa. E’ dura, ma insisto finchè troverò la strada giusta. Intanto ti ringrazio per aver condiviso la tua storia e per tutti gli articoli davvero molto interessanti, aggiungerei a misura di donna. Cosa dici, ne arriverà uno che parli dell’endometriosi?
Ciao Mauri, avevo già parlato di endometriosi qui, spero di cuore che possa esserti d’aiuto questo mio vecchio articolo! Se avrai qualche domanda, commenta pure lì: risponderò con piacere.
Credimi, so quello che puoi star passando… E’ per questo che ho voluto condividere la mia esperienza. Per dare l’esempio, e la speranza. E per raccontare anche i momenti ‘no’, perché mica è sempre tutto rose e fiori 🙂
Grazie mille! Lo leggerò subito!
Medicina Funzionale……mi piace. Ed è incredibile, come, istintivamente (da quando ho più tempo) è quello che sto facendo per me…
Chissà che in Francia non siano più preparati che in Italia 🙂
Sai che ho fatto una ricerca su google.fr, ma non so da dove cominciare…..mi riservavo di chiederti aiuto …;)
Ciao Arianna, ho una storia simile alla tua, nel 2013 ho iniziato a stare male, il medico non sapevo cosa fosse, si pensava al solito ‘colon irritabile’. Non mi hanno dato nessuna cura ma stavo sempre peggio. Visto l’indifferenza dei medici mi sono messa studiare le possibili cause dietro la mia patologia, cercando diete e alimentazioni che potessero farmi star meglio. Leggendo molto su internet, anche pubblicazioni mediche, e arrivando a chiedere ai medici esami del sangue per scoprire di più. Fin che nel 2014 mi hanno trovato gli anticorpi del morbo di Crohn. Nonostante questo, non mi hanno dato nessuna terapia (perché con pesanti effetti collaterali). Mi sono trovata da sola diete e soluzioni personalizzate, e cure naturali, per cercare di guarirmi da questa malattia, o, non farla avanzare, anzi, vorrei proprio vederla sparire. Ciao.
Cara Barbara, spero di potermi presto dedicare anche alla trattazione del morbo di Crohn, debilitante tanto quanto l’Hashimoto, e molto probabilmente anche di più. Spero tu possa trovare il tuo punto di equilibrio…
Com’è cambiata la tua alimentazione?
Ne parlerò nei prossimi articoli, non ho ancora avuto tempo di dedicarmi alla loro stesura 🙂
Ciao Arianna,
Sono arianna ed ho anche io hashimoto! Vorrei sapere se con la paleo sei riuscita a far regredire gli anticorpi anti tpo e se i sintomi sono scomparsi! Come stanno gli occhi ? Il mio problema più grande e’ la secchezza agli occhi e portando le lenti a contatto capisci anche tu che e’ un supplizio! Mi piacerebbe avere una dieta personalizzata, io seguo la paleo ma a volte mi risulta difficile e rischio di mangiare troppa frutta negli spuntini !! Tu presti consulenze vie Skype ? Mi consigli di andare da qualche medico in particolare ? Grazie mille
Ciao Arianna 🙂
Gli occhi stanno benissimo: anche io porto le lenti a contatto e non ho problemi a tenerle dalle 7 alle 23 (sì… lo so che è comunque TROPPO, ma spesso non posso fare altrimenti!).
Gli anticorpi sono diminuiti più grazie all’integrazione di selenio che non grazie alla paleo: li ho comunque molto sopra i limiti, ma inferiori rispetto all’inizio. La paleo mi ha aiutata enormemente per i sintomi, soprattutto stanchezza e sonnolenza. Comunque, la chiamo “paleo” ma io ho mantenuto riso e lenticchie, e uso una buona componente di carboidrati da tuberi e radici: bene o male seguo questa dieta.
Mi spiace, ma non presto consulenze online. Come medici, ce ne sono alcuni che prescrivono tiroide IBSA e tiroide secca (migliori rispetto all’Eutirox): Vergini a Forlì e Milano, Polimeni a Roma, Luchi a Grosseto, Bianchi a Verona e Labanca a Lallio (BG).
Ciao Arianna,è bellissimo trovare persone informate sensibili e coerenti come te. Vengo da odissee alimentari, e ultimamente dopo qualche mese di alimentazione pulita naturale, ho assaggiato pizza integrale e latte di capra: non l’avessi mai fatto!!! Crisi che mi hanno spaventato, simili a deliri, gonfiore, pustole sul viso, pelle untuosa, accumuli di adipe. Ritengo ormai che per me cereali e latticini siano la causa della non salute. il nutrizionista che mi segue che si basa sull alimentazione naturale mi ha messo le gallette di pseudocereali, che pero mi gonfiano lo stesso e non mi saziano. Oltre cio, ho un problema con il ciclo che manca da due anni, con episodi di sbalzi d’umore, poco tono, poca vitalità, gonfiore,, purtroppo dopo dieta vegana. Vedo che sto meglio con uova e salmone. Ho un problema con la frutta, nel senso che quando sono sotto stress rischio di mangiare troppe banane, cacao, fragole, ciliegie eccetera.
Ho visto che ricevi anche a Mestrino, non escludo di venire perche mi sposto verso Padova. Intanto mi potresti cortesemente dire come comportarmi per bilanciare un po meglio le cose? sarà la tiroide? è un periodo di cambiamenti e stress incredibili, credimi. sto andandomene per questo. oltre cio vorrei rimanere asciutta e snella, e senza episodi di frutta ci riesco. Peso ora 46 per 162 cm. Ho sofferto molto per l’alimentazione. Come te ho cercato e mi sono informata indipendentemente su tutte le cose che riporti sul sito, se no ci rimettevo le penne.Mi è venuto il dubbio che sia la tiroide. Se puoi dirmi due parole, grazie.
Per me è importante restare magra e asciutta. Grazie
Alessandra
Ciao Alessandra, purtroppo non mi è possibile dare alcun tipo di informazione personalizzata senza una visita e un’attenta anamnesi: le variabili in gioco sono troppe. Puoi, al più, fare degli esami per capire dove sia il problema: TSH, T3, T4, vitamina D, vitamina B12, insulina, folati, glicemia ed emoglobina glicata. Rivolgiti poi al tuo medico per una corretta diagnosi.
Mi potresti dire dove hai letto che ricevo a Mestrino? Credevo di aver tolto tutti i riferimenti a quel ambulatorio, perché non ricevo più lì: lavoro a tempo pieno solo in provincia di Bergamo. Evidentemente mi è sfuggito qualcosa, se mi dici dov’è lo rimuovo onde evitare fraintendimenti con altre persone. Ti ringrazio!
Ciao Arianna, ho letto la tua storia e son contenta che stia meglio. Ti ringrazio per l’aiuto datomi con la dieta che uso sempre quando i sintomi dell’ ibs mi torturano.
Un abbraccio Veronica
Grazie mille Veronica, per me è stato un piacere aiutarti!
Ciao Arianna,anch’io come te soffro di tiroidite di hashimoto,solo che per me si tratta di ipertiroidismo,e sono dimagrita tantissimo! e non nego che un pò mi spaventa,però ora sto seguendo la dieta del gruppo sanguigno che suggerisce a chi ha questa patologia,di eliminare glutine,cereali,latticini e zuccheri.Per ora ho eliminato il glutine (anche se ogni tanto una pizza ci sta ;)) e horidotto drasticamente anche i latticini ( la mozzarella o la ricotta di capra mi fanno cadere in tentazione).Spero ora di migliorare e mi fa piacere prendere spunto da ciò che scrivi,confrontarsi con gli altri e adattarsi alla proprie esigenze è lavoro costruttivo :).Grazie!
In bocca al lupo! 🙂
Ciao Arianna, ho letto con piacere la tua recensione, ho appena fatto le analisi in seguito a certi disturbi il TSH=5.4, il TH=0,91 e T3=3,44 prima di prendere l’Eutirox mi piacerebbe sapere che tipo di alimentazione magari anche per risolvere il problema. Grazie in anticipo. Ps. Ho 54 anni.
tiroidite di hashimoto scoperta nel 2011. ho 65 anni e sto decisamente megio da quando mangio senza glutine. ho la figlia celiaca.purtroppo al mattino mangio molta frutta secca(mandorle, fichi secchi, datteri e bacche di goji) ma non bevo latte ma bevanda di riso e soia. Devo eliminare i formaggi che mangio 2/3 vote a settimana? Grazie di cuore se mi può rispondere, assumo ogni giorno Eutirox (la metà di 125). Nell’attesa ringrazio e porgo distinti saluti
Lorenzina Micotti Saint Pierre Valle d’Aosta
Sì, le consiglierei di eliminare i formaggi, e magari di rivolgersi a un dietista o nutrizionista che si occupi di ipotiroidismo. Sarebbe l’opzione migliore, per non fare sbagli grossolani… Altrimenti potrebbe farsi più male che bene.
Cara Arianna,
ti seguo da molto tempo e ho sempre trovato i tuoi articoli preziosi e d’ispirazione (questo in particolare!). Grazie per la tua generosità! Non è da tutti condividere le proprie competenze in maniera disinteressata.
Io soffro di alopecia areata e vorrei cercare di migliorare la mia malattia attraverso un’alimentazione corretta. A tal proposito mi chiedevo se potessi suggerirmi un bravo dietista che lavora in Campania, magari in provincia di Caserta. Purtroppo non sono ancora riuscita a trovare professionisti competenti in materia. Spero tanto tu possa darmi un suggerimento, dato che ho davvero bisogno d’aiuto.
Ancora tanti complimenti per il tuo lavoro, la tua passione e il tuo impegno. Grazie anticipatamente.
Grazie per i complimenti 🙂
A Caserta mi verrebbero in mente la dott.ssa Giovanna Corona e la dott.ssa Arianna Izzo: se non sbaglio seguono entrambe diete per il tuo problema, e spero di cuore che possano aiutarti. Al limite prova a mandare una mail per assicurarti che conoscano il disequilibrio endocrino retrostante all’alopecia areata e conoscano la gestione alimentare.
Grazie di cuore, sei davvero gentilissima… peccato che lavori troppo distante da me! 🙂
Ciao Arianna anche io come Francesca sono un’appassionata dei tuoi articoli e come Francesca soffro di perdita di capelli, il mio dermatologo mi dice che ho un problema di alopecia androgenetica, mentre l’endocrinologo mi dice essere un problema di immunità scatenato dalla tiroidite di haschimoto, nella tua esperienza ambulatoriale ti è mai capitato di seguire pazienti con lo stesso mio problema???? Grazie sempre!!!!!
Se soffri di Hashimoto potrebbe essere una conseguenza della sindrome: mi capita con molte pazienti.
Ciao Arianna, per fortuna ti ho seguita in Instagram e da istangram sono arrivata a questo articolo, soffro di ovaio poilicistico “rovinato” da anni di pillola, perché i ginecologi solo quella sano darti… sono stata da un bravo endocrinologo che mi ha aiutata a sbloccare un po’ la situazione. Ho cambiato anche alimentazion e devo dire che sto meglio di prima, ma non del tutto o non come vorrei. Ad esempio sono molto scarsa di ferro e francamente non credo di apportare il giusto nutrimento nella mia settimana… ho letto di questo tuo dottore salva vita, mi piacerebbe molto andarci ma io sono di padova e Milano per me è’ un po’ scomodo. Tu sapresti darmi qualche indicazione? Conosci qualcuno nelle mie zone? Ti ringrazio se vorrai rispondermi.
Purtroppo non saprei aiutarti, mi spiace. Nella zona non conosco endocrinologi o ginecologi. Per il lato alimentare ci sono io, ma per quello medico c’è bisogno di uno specialista…
In bocca al lupo comunque 🙂
Soffro di stanchezza surrenale (scarsa risposta allo stress) cortisolo basso al mattino,alto a pranzo, regolare il pomeriggio e la sera é normale ma tendente al basso.Sono ipotiroidea per tiroidectomia totale…mi potresti aiutare con l’alimentazione?
Mi spiace, attualmente sono in maternità e non sto prendendo nuove pazienti; se avesse piacere, riprenderò in autunno.
Ciao Arianna, nel post parli di integratori fitoterapici, posto che serva sempre una prescrizione di un medico, posso chiederti quali hai utilizzato e che ti hanno tanto aiutato?
No, mi spiace: non indico nulla di terapeutico per evitare che le persone assumano di propria volontà rimedi inadeguati alla propria situazione.
Ciao, Arianna. Ho bisogno di chiarire un aspetto… E’ vero, come ho sentito, che se si inizia a prendere l’Eutirox o simili bisogna continuare per tutta la vita perchè la tiroide si “abitua” all’aiuto dall’esterno? L’endocrinologa mi ha consigliato una terapia con Eutirox 25 mcg, mentre faccio anche gli esami Ab-anti TPO e anti-Tg, però al momento non ho sintomi debilitanti, solo un po’ di stanchezza generale che penso potrebbe benissimo essere anche il caldo e la pressione bassa, credo che se ho ipotiroidismo sia ancora molto leggero. Sinceramente vorrei contattare una dietista per provare a sostenere la tiroide con l’alimentazione, prima di arrivare a prendere farmaci che dovrò continuare per sempre. Già mi immagino però che il mio medico di base mi riderà dietro quando proverò a spiegarglielo… Eventualmente qualche mese di terapia con l’Eutirox a quei dosaggi secondo te va a rendere inutile un successivo approccio alimentare?
Sarebbe da valutare con l’aiuto di un medico endocrinologo esperto di medicina funzionale: io attraverso un commento non posso fare granché, mi spiace…
Purtroppo non è facile trovare un medico che applichi questo approccio… Già l’anno scorso sono stata da un’endocrinologa che, anche se gli esami del sangue erano nella norma, mi aveva già prescritto il Tirosint. Non ho iniziato a prenderlo per scelta mia, andando contro anche al parere del mio medico di base. Ora sono stata da una diversa endocrinologa, ed essendo che adesso TSH è a 4,69 e FT4 a 5,65 , premerebbe anche lei per farmi iniziare con il Tirosint. Dello stesso parere il medico di base che al mio desiderio di rimandare quanto più possibile l’integrazione dell’ormone mi ha detto “Ma i valori questi sono, la terapia va iniziata”. Lei è stata davvero molto fortunata a trovare un medico come Perugini Billi…
Ho avuto fortuna, lo so, ma mi sono anche informata bene prima di scegliere da chi farmi affiancare.
BuonGiornoo sono ritrovata qua da te quest’estate cerca info sull’hashomoto, volevo chiederti un consiglio da poco ho scoperto di avere la tiroide di Hashimoto anche se i valori di tsh t3 t4 anche se elevati sono nella norma . Oggi sono stata da una dietologa per sapere cosa è meglio mangiare e cosa eliminare, alla fine mi ha dato una classica dieta dimagrante dove dovrei eliminare legumi, cereali, frutta secca ma non ha fatto cenno al glutine e al lattosio. Invece guardando in giro molti dicevano che si sono trovati meglio eliminando il glutine… oltretutto a parte carne, pesce e verdure non mi ha detto di provare altri alimenti…. insomma la classica dieta voi che ne pensate?
Buonasera Arianna. Vorrei farti una domanda un po’ inusuale… Ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu. Da qualche mese mi è stato diagnosticato l’Hashimoto (tra l’altro so che è quello perchè già ti seguivo e mi ero un po’ informata, per la dottoressa una volta viste le analisi l’unico commento è stato “Devi prendere l’Eutirox”, senza spiegare niente su questa patologia). Ad ogni modo, visto che al momento non ho sintomi così debilitanti di ipotiroidismo ho deciso di rimandare il più possibile l’inizio dell’assunzione dell’ormone sostitutivo, nella speranza anche di riuscire a mettere da parte un po’ di soldi per rivolgermi a una dietista in modo da essere ben istruita sul come comportarmi dal punto di vista alimentare e magari ritardare ancora di più la terapia. Ad ogni modo la mia domanda riguarda la vaccinazione antinfluenzale… Vorrei capire se sarebbe raccomandabile o meno farla in questi casi, perchè non sono un soggetto sano ma tra le patologie croniche per cui si è considerati a rischio e quindi la vaccinazione è raccomandata l’Hashimoto non l’ho mai trovato elencato. Sicuramente tu sarai meglio informata…
Purtroppo su questo non saprei esserti d’aiuto, non mi sono mai informata a livello personale e non è di mia competenza a livello professionale.