Oggi vi parlerò di un disagio digestivo che colpisce in forma cronica moltissime persone, soprattutto dopo i 50 anni: sto parlando della dispepsia.
Per dispepsia si intende genericamente un quadro di cattiva digestione, associata a sintomi quali bruciore, acidità di stomaco, dolore gastrico, in misura minore anche vomito e nausea.
Le cause della dispepsia possono essere molteplici: ad esempio, potrebbe esserci alla base una patologia gastrica, come la gastrite, l’ulcera o il reflusso; le cause comprendono anche l’infezione attiva di Helicobacter Pylori o l’uso di medicinali FANS (ad esempio l’aspirina, che notoriamente non andrebbe mai assunta a stomaco vuoto). Altre cause di dispepsia sono fattori legati allo stile di vita: una dieta sbagliata, un eccesso di peso o la mancanza di attività fisica.
La lenta digestione che segue la dispepsia è a sua volta causa di emicranie, alitosi, sonnolenza e problematiche intestinali riconducibili alla sindrome del colon irritabile.
Curare la dispepsia attraverso l’alimentazione è possibile: vediamo quali sono le norme, andando un po’ oltre la “dieta in bianco” che per decenni si è consigliata in caso di malfunzionamento gastrico.
Dispespia e ipocloridria
Il primo fattore di cui tener conto quando si parla di dispepsia è la sua associazione a ipocloridria, ossia una diminuita capacità dello stomaco di secernere acido cloridrico (HCl), indispensabile per il mantenimento di un basso pH gastrico e per la digestione delle proteine. L’acido cloridrico, inoltre, permette di rendere la vitamina B12 biodisponibile.
Senza acido cloridrico non siamo in grado di digerire le proteine e perdiamo tutta la vitamina B12 assunta con l’alimentazione, esponendoci al pericolo di anemia perniciosa e -alla lunga- a problematiche a livello del sistema nervoso centrale e periferico.
Quando il pH dello stomaco si alza a seguito di una minor produzione di HCl avremo un ambiente più predisposto alla proliferazione di batteri patogeni, tra cui il sopracitato Helicobacter Pylori, la cui attività è prodromo di gastrite.
Altra conseguenza dell’ipocloridria/dispepsia è la riduzione dell’assorbimento di ferro: un pH ottimale dello stomaco è indispensabile per convertire il ferro dalla forma Fe3+ alla forma Fe2+ (il ferro Fe3+, ossia l’80% di quello che introduciamo con il cibo, non è biodisponibile). Se il pH gastrico è elevato per mancanza di HCl l’assorbimento di ferro non è possibile.
Curare la dispepsia significa anche controllare la secrezione di acido cloridrico da parte dello stomaco.
Integrazione di ferro sì o no?
A causa di quanto detto, la maggior parte dei casi i problemi gastrici si associa a una carenza di ferro registrata da esami del sangue; automaticamente si dà un’integrazione, in dosi spesso massicce: purtroppo questo non risolve il problema, e anzi potrebbe anche peggiorarlo. Lo stomaco, infatti, rimane comunque incapace di digerire il ferro fino a quando non si correggono le cause: il ferro dell’integratore potrebbe solo rallentare ulteriormente la digestione, affaticare il fegato (causando anche stitichezza) e dare avvio a fenomeni radicalici (ricordo che il ferro è il più potente attivatore dei radicali liberi che possiamo ritrovare nel cibo). Non è infrequente che l’integrazione scriteriata di ferro in presenza di problemi gastrici causi la comparsa di gastrite,o addirittura di ulcera.
Il farmaco “per eccellenza” che viene consigliato in caso di carenza di ferro contiene solfato ferroso, poco biodisponibile e con un’estesa sintomatologia collaterale; meglio, piuttosto, orientarsi verso altre forme di ferro (come quello a veicolazione liposomiale) e contemporaneamente assestare la propria dieta per risolvere non solo le conseguenze, ma anche le cause della propria condizione patologica.
Dieta in bianco?
Un tempo il rimedio per chi soffriva di disturbi allo stomaco era solo uno: dieta in bianco. Niente spezie, niente sapori forti, niente colori: solo riso bollito, patate, verdure cotte e poco più.
Premetto che un’alimentazione del genere non funziona su moltissimi pazienti: le verdure bollite si imbibiscono di acqua e diventano poco digeribili, i carboidrati peggiorano la già compromessa secrezione di HCl e non vi è nulla che stimoli a dovere le funzioni dello stomaco. Detto questo, la dieta in bianco può al più mettere a riposo lo stomaco, non certo essere un coadiuvante terapeutico: per farvi un paragone, sarebbe come dare le risposte corrette a un bambino che sta facendo i compiti anziché aiutarlo a trovarle attraverso il ragionamento.
La dieta in bianco è d’aiuto nel momento della fase acuta dei dolori di stomaco, ma non è utile nei giorni e nelle settimane successive, quando sarebbe opportuno educare il paziente ad evitare ciò che lede la mucosa gastrica (carboidrati raffinati, zuccheri, grassi, eccesso di fibra…), preferendo invece quegli alimenti che ne stimolino le funzioni.
Dispespia e proteine
Il macronutriente cruciale in caso di dispepsia sono le proteine.
L’acido cloridrico (HCl) prima citato viene secreto dal nostro stomaco soprattutto in risposta alle proteine e, come abbiamo visto, una sua scarsa concentrazione comporta problemi allo stomaco tra cui l’ipocloridria, che si associa alla dispepsia.
Se ne deduce, quindi, che una dieta ricca di carboidrati e di grassi ma povera di proteine porti a malfunzionamento della funzionalità gastrica, con rallentamento digestivo e problematiche che si ripercuotono anche sull’intestino (meteorismo, gas, gonfiore).
Il primo passo dietetico per risolvere problemi di dispepsia legata a ipocloridria è interrogarsi su quanti carboidrati (soprattutto da zuccheri e farine raffinate) si stiano ingerendo quotidianamente: un’alimentazione sbilanciata verso i carboidrati porta inevitabilmente ad un rallentamento delle funzioni digestive.
Viceversa, dovremo stimolare la produzione di HCl da parte dello stomaco introducendo piccole quantità di proteine ad ogni pasto: l’ideale sarebbe introdurne una piccola percentuale anche a colazione, preferendo le proteine dell’uovo poco cotto (il tuorlo deve rimanere ben morbido: ottimo alla coque o in camicia), ossia quelle a più alto valore biologico. Si potrebbe introdurre anche qualche fetta di prosciutto crudo, ma con cautela: in molti soggetti con dispepsia il sale dell’affettato è deleterio per la digestione, quindi fate attenzione, e se avvertite pesantezza o acidità di stomaco aspettate altre 3-4 settimane prima di consumarlo. Va detto che accompagnare il prosciutto con un paio di fette di melone (non freddo di frigorifero) potrebbe essere una buona soluzione.
Da evitare le proteine derivate da latte e formaggi: si tratta di alimenti molto complessi, che innalzano notevolmente il pH dello stomaco (ricordo invece che per essere ben funzionante uno stomaco deve avere pH molto basso), causando dunque pesantezza e bruciore. E’ davvero fondamentale che chi soffre di dispepsia e digestione rallentata eviti latte, yogurt e formaggi, in particolar modo quelli freschi e ricchi d’acqua.
Come la Bioterapia Nutrizionale insegna, si può invece usare una dose veramente omeopatica di formaggio stagionato da latte crudo per agevolare la produzione di succhi gastrici: un pezzettino di parmigiano ben stagionato prima del pasto, ad esempio.
Altre proteine a cui fare attenzione sono quelle dei legumi, in particolare della soia: come abbiamo visto qui e qui, i legumi contengono sostanze antinutrienti che inibiscono la funzionalità digestiva, quindi è bene eliminarli dalla propria alimentazione fintantoché si sta curando il problema gastrico.
Le proteine da prediligere per ripristinare la funzionalità gastrica sono quelle dell’uovo poco cotto, del pesce e della carne, purché si tratti di tagli magri: come vedremo tra poco, anche i grassi sono problematici per uno stomaco sofferente. E’ meglio evitare pesce grasso, come salmone, tonno, sgombro: preferiamo invece branzino, orata, platessa, sogliola, pescatrice, ombrina, ricciola. Tra le carni preferiamo quelle bianche provenienti da allevamenti all’aperto.
Ricordo inoltre che le proteine sono meglio digeribili quando sono poco cotte e quando non se ne mangiano grandi quantità in uno stesso pasto.
Possiamo provare carpacci di pesce crudo: mi raccomando, crudo non significa affumicato! L’affumicatura è pesante da digerire, quindi niente salmone in busta o tonno fumé.
I grassi
Quando si soffre di pesantezza gastrica gli obiettivi cui la dieta deve mirare sono due: in primo luogo, la stimolazione della secrezione gastrica (con proteine e piccole quantità di spezie adatte), in secondo luogo la velocità di transito nello stomaco.
Il cibo non deve rimanere troppo a lungo nello stomaco, per evitare che la funzionalità d’organo ne risenta: per questo è importante limitare alcuni tipi di grassi, ossia quelli più laboriosi da digerire.
Da eliminare totalmente fritti e soffritti, anche se fatti con olio extravergine: i grassi cotti sono molto problematici per il nostro stomaco. Meglio preferire olio extravergine a crudo, un paio di cucchiai a ciascun pasto. Evitate altri tipi di oli vegetali: sappiamo bene che quelli usati a livello industriale o venduti nella grande distribuzione sono oli vegetali raffinati e malsani, ricchi di grassi trans (che il nostro corpo non è nemmeno in grado di riconoscere!) e di sostanze proinfiammatorie. Da evitare anche gli oli vegetali estratti a freddo che si trovano nei negozi biologici: olio di girasole, di zucca, di lino e affini, anche se estratti a freddo, presentano un eccesso di acidi grassi a lunga catena, problematici per il nostro stomaco.
Nella lista dei grassi da evitare per non affaticare l’organo rientrano chiaramente tutte le salse che normalmente contengono oli vegetali o panna o yogurt: maionese, salsa tartara, tzatziki, senape, crema pasticcera, panna acida e via dicendo.
Per quanto riguarda i grassi del burro, essi sono sorprendentemente meglio digeribili rispetto a quelli degli oli vegetali: si tratta di grassi saturi ma a corta catena, che non impegnano la funzionalità gastrica.
Tuttavia, visto che il burro mantiene comunque una piccola percentuale di proteine del latte e di lattosio, suggerirei comunque di sostituirlo con olio extravergine.
La fibra
Come ben sappiamo, la fibra contenuta in frutta, verdura, frutta secca e legumi è preziosa per la nostra salute, non ultimo il fatto che ci permette di sentirci sazi più a lungo. Questo vantaggio per chi è a dieta diventa uno svantaggio per chi soffre di problematiche gastriche: la sazietà prolungata dalla fibra è data da un rallentamento del transito gastrico, che, come abbiamo visto poco fa, non aiuta a ripristinare la funzionalità d’organo.
In caso di dispepsia si deve dunque fare attenzione a limitare frutta e verdura particolarmente fibrose, come sedano, carciofi, asparagi, spinaci, erbette, lattuga, pere, prugne. Meglio, piuttosto, fare centrifugati o estratti di vegetali (non frullati, vellutate o minestroni).
Per quanto riguarda la frutta secca, meglio optare per quella pelata e non tostata: scegliamo mandorle bianche e nocciole pelate, noci di Macadamia e pinoli; possiamo usare anche creme spalmabili di frutta secca al 100% (come quelle Rapunzel) o la tahin (pasta di sesamo da poter inserire in condimenti per verdure e primi piatti). Evitamo -almeno finché non staremo bene- nocciole e mandorle con pelle, noci, noci brasiliane, e tutti i tipi di semi, eccezion fatta per i semi di chia. Questi ultimi, molto ricchi di omega-3, diventano dei preziosi alleati anti-infiammatori, da usare ad esempio al mattino a colazione. Avete mai provato, ad esempio, questo fantastico pudding? Suggerirei una porzione di 20 g di chia con 150 ml di latte di riso senza zuccheri aggiunti e una porzione di frutta.
Dobbiamo prestare attenzione anche alla fibra dei cereali e dei legumi: questi ultimi, come precedentemente detto, sarebbe bene evitarli soprattutto a causa della presenza di inibitori della tripsina, un enzima responsabile della digestione delle proteine, secreto a livello gastrico, che viene reso meno attivo.
I cereali andrebbero scelti a basso contenuto di fibra e non completamente integrali: sarebbero da evitare avena, segale, grano saraceno, riso integrale e frumento integrale. E’ invece possibile introdurre orzo e farro perlati, miglio, quinoa, amaranto, riso semintegrale o rosso selvaggio, pasta di grano duro (meglio se della varietà Senatore Cappelli, a minor contenuto di glutine).
Ad ogni modo, evitiamo di inserire i cereali più di una volta al giorno: la loro digestione risulta più complessa in chi soffre di dispepsia.
Altri alimenti da evitare e piccole accortezze
Chi soffre di rallentamento della funzione gastrica e di bruciori di stomaco dovrebbe eliminare dalla propria alimentazione alcuni alimenti specifici almeno fino alla remissione totale dei sintomi.
Abbiamo visto che i problemi più importanti sono dati da questi cibi:
– Latte e derivati di qualsiasi tipo, specialmente formaggi freschi e ricchi di acqua
– Zuccheri di qualsiasi fonte
– Carboidrati in grandi quantità, specialmente se provenienti da farinacei
– Oli vegetali, raffinati o non raffinati
– Legumi
– Eccesso di fibra
Altri alimenti a cui fare particolare attenzione sono:
– Pomodori (di qualsiasi tipo), peperoni e melanzane
– Caffè, caffeina, tè (anche nelle forme deteinate o decaffeinate)
– Cioccolato e cacao (ammessi in piccolissime dosi)
– Pepe e peperoncino (in generale, andrebbero ridotte le spezie, ma sarebbe opportuno sollecitare la secrezione gastrica attraverso l’uso di dosi davvero omeopatiche di zenzero, curcuma, curry; mi raccomando: piccole quantità -quasi nemmeno percettibili inizialmente- da aumentare gradualmente man mano che i sintomi regrediscono)
– Nitriti e nitrati contenuti nel cibo come conservanti
– Menta
– Alcol
– Cipolle e aglio
– Ad alcune persone possono dar fastidio anche gli agrumi
Oltre alle accortezze dietetiche finora esposte, aggiungo anche che è fondamentale evitare di riempire eccessivamente lo stomaco: è preferibile fare piccoli pasti durante la giornata, così come in acuto sarebbe importante ascoltare il proprio corpo e optare per una giornata di digiuno. Fate il paragone con gli animali: quando non stanno bene, non mangiano, per poi ritrovare spontaneamente l’appetito. Mettendoci in ascolto di noi stessi potremmo accorgerci di avere la stessa necessità.
Un rimedio da poter usare per stimolare la digestione è un infuso di zenzero con una spruzzata di limone e miele (non pastorizzato).
Il menu per…
Ecco un esempio di una giornata alimentare per chi soffre di dispepsia.
COLAZIONE
Prima di colazione Ananas al naturale o di papaya
Una fetta di pane di grano duro a lievitazione naturale, tostato
Un uovo alla coque
SPUNTINO
Qualche mandorla pelata con una ciotola di mirtilli
PRANZO
Prima del pasto Una ciotolina di carote grattuggiate e ravanelli con emulsione di olio extravergine e tahin
Carpaccio di manzo con rucola condito con olio extravergine
Pane carasau
SPUNTINO
Macedonia di susine con cocco in scaglie
CENA
Prima del pasto Sedano in pinzimonio con scaglie di parmigiano
Branzino al forno con zenzero e limone
PER CONDIRE: olio extravergine d’oliva
44 Comments
Buondì Arianna,
per fortuna non soffro di problemi digestivi (a meno che io non mi abbuffi a cena…. e talvolta capita!).
Forse non è il posto giusto per chiederlo ma visto che ne hai parlato colgo la palla al balzo. I semi di chia che hai citato sono utili solo in occasione di problemi digestivi oppure si possono assumere quotidianamente a prescindere dallo stato di salute? Tu li mangeresti (20 grammi) a colazione ogni mattina anche stando bene?
Grazie mille e scusa se sono andata fuori tema:)
Ciao Michela! Sto consigliando a molti pazienti i semi di chia come antinfiammatorio; direi che una colazione come quella suggerita nell’articolo può essere fatta a giorni alterni, a meno che non si abbia bisogno di una forte integrazione di omega-3 🙂
Cara Arianna,questo articolo sembra proprio scritto per me! Da 3 anni soffro di problemi digestivi, dopo aver contratto l’epatite il mio fegato non si è più ripreso, ho una gastrite cronica che mi fa impazzire. Mi ritrovo in molti consigli che tu dai, come ad esempio aumentare l’introito delle proteine ed eliminazione totale degli zuccheri e delle farine, però ad esempio io non tollero l’uovo in nessun modo e nessun alimento salato come può essere il parmigiano o il prosciutto, nessun tipo di frutta ad eccezione delle mele e di qualche pera ogni tanto men che meno la frutta secca non parliamo poi dei latticini, ad eccezione del latte fresco biologico diluito e senza eccedere.
Nessun tipo di pane ad eccezione del pane azzimo ne pasta di grano duro.
Come vedi non è semplice avere una alimentazione sana, il più delle volte è più semplice digiunare specialmente alla sera. Nessun medico è stato in grado di darmi dei buoni consigli fino ad ora, sanno solamente dirmi di mangiare ciò che non mi fa male.
Saluti Dorella
Cara Dorella, le indicazioni riportate nell’articolo valgono per la dispepsia nella sua generalizzazione; per i casi particolari bisogna attentamente valutare i consigli, a volte anche cambiando i suggerimenti giorno per giorno per poter ripristinare la funzionalità d’organo. Il fatto che tu soffra di problemi digestivi a seguito dell’epatite è già significativo a mostrare che il problema potrebbe essere localizzato non solo nello stomaco, ma anche in un’ipofunzione del fegato: ecco quindi che il quadro si complica, e che probabilmente non ti ritrovi in alcuni consigli qui riportati. Forse potrebbe esserti utile avere un dietista a cui appoggiarti: in questo modo avresti più garanzie di riuscire a gestire tanto l’aspetto salutistico dell’alimentazione quanto quello relativo alla tua patologia… Ti faccio un enorme in bocca al lupo, e spero che, leggendomi, tu possa comunque trovare qualche consiglio utile…!
Grazie Arianna per avermi risposto e ne approfitto per augurarti buone vacanze
Saluti Dorella
Grazie mille Dorella, buone vacanze anche a te! 🙂
Cara Arianna,
articolo utilissimo!
Ti chiedo un piccola aggiunta riguardante la frutta, visto che soffro di acidità di stomaco: dall’articolo ho capito che posso stare tranquilla con ananas, papaya e mirtilli. Eventualmente pere e mele, ma cotte.
Secondo te, ad esempio, i kiwi sarebbero tendenzialmente da evitare? Potresti consigliarmi qualche altro frutto che potrei mangiare a colazione senza sputare fuoco 😉 ?
Grazie mille!
Ciao E. 🙂
I kiwi sono frutta acida che a molte persone con problemi di stomaco creano bruciore, andrebbero testati individualmente. Anche tutta l’altra frutta va testata individualmente, perché la tolleranza è diversa non solo tra persona e persona, ma anche in uno stesso soggetto a seconda del momento in cui si trova (mattino/sera, stress/non stress…). Non saprei proprio consigliarti senza avere il dubbio di aver dato un’informazione sbagliata, mi spiace…
Non ti preoccupare Arianna, hai ragione è soggettivo, comincerò a provare dei frutti singolarmente per rendermi conto!
Ciao Arianna, non so se puoi aiutarmi , non so che fare non mi fido dei medici perché non fanno sltro che prescrivere medicine senza risolvere nulla. Da quasi 6 mesi soffro di problemi digestivi la sera , solo la sera, qualsiasi cosa mangio o non la digerisco o mi fa acidità, è un incubo! Invece a colazione e pranzo qualsiasi cosa mangio non ho nessun problema. Non so se si tratta di dispepsia fatto sta che non so da che parte cominciare! Tu cosa mi consiglieresti? Da che parte comincio per farmi dei controlli? Sto perdendo tanti chili perch praticamente la sera sono costretta a mangiare molto poco x non stare male! 🙁
Ti conviene affidarti a un nutrizionista della tua zona che possa esaminare la tua alimentazione e darti consigli ad hoc; valuta anche se possa essere un problema posturale: ho delle pazienti che soffrivano di problemi gastrici dovuti a un cattivo allineamento del diaframma, e hanno risolto con un bravo osteopata. Mi spiace veramente, ma io attraverso uno schermo non posso fare proprio nulla…
come prima cosa per non saper leggere e scrivere farei l’esame del sangue per controllare i valori degli anticorpi per l’helicobacter pilory, se i valori sono alti o al limite passerei al più sicuro breath test helicobacter pilory, in caso di positivà c’è da fare la gastroscopia, prima per vedere che tipo di danno ha arrecato l’helicobacter, che è un’infezione che si consolida in vari anni e poi per stabilire la strategia per l’eradicazione, perché se già ha arrecato ulcera va valutato l’uso di antibiotici o una dieta specifica a lungo raggio.
Se ha notato il sito è gestito da me, che sono dietista: mi limito a dare l’inquadramento dietetico, dal momento che i pazienti mi vengono indirizzati dal medico già con diagnosi (cosa di cui io non mi occupo affatto).
Grazie comunque per le informazioni aggiuntive 🙂
Grazie Arianna sei gentilissima e capisco che non è semplice da un pc risolvere un problema, però sai magari ti era già successo di analizzare un caso simile. Ma vorrei un altro consiglio, leggo che i derivati del latte non vanno bene. ma ho anche letto da qualche altra parte che lo yogurt bianco aiuti , è una bagianata? lo devo evitare ?
e le bacche di goji che io adoro sono anche difficili da digerire?
Suggerirei di evitare tutti i latticini, e anche le bacche di Goji: sono zuccheri, non aiutano le secrezioni acide dello stomaco.
Casi come il tuo ne vedo molti, ma ogni soluzione è a sé 🙂 In bocca al lupo per ora! 🙂
Grazie Arianna sei stata gentilissima.
Vedi tanti casi come il mio che solo la sera ha di questi problemi?? e pensare che pensavo di essere la sola .
Cmq il medico (non nutrizionista) mi ha detto che può essere ansia e nervosismo. boh
E’ molto frequente avere problemi digestivi solo la sera, non sei l’unica 🙂
Il nervosismo può incidere, in genere non è l’unico fattore però.
Si sente spesso dire che un bicchiere di acqua tiepida il mattino aiuta in caso di disturbi gastrici e aumenta le difese immunitarie. È davvero un rimedio efficace? Grazie!
Sì, è efficace 🙂
Ops. Dalla fretta ho dimenticato di scrivere: un bicchiere di acqua tiepida con spremuta di limone….
Ciao Arianna! Ho 19 anni e soffro da 9 mesi di gastrite cronica. Gastroscopia, ecografie varie e una risonanza magnetica non hanno rivelato nulla. I medici mi dicono che è colpa dello stress, ma io sto male anche quando sono trnaquilla e rilassata. L” unica coss che riescono a dirmi é che si puó risolvere solo con i farmaci la mia patologia, e quindi continuo ad assumerli, ma non hanno mai sortito alcun effetto. Ho giá da un pio di mesi eliminato latticini e tutto ció che possa contenere farina di frumento, ma mi chiedevo se altre farine (soia, riso, amaranto, quinoa, grano saraceno, avena) sono invece tollerabili da coloro che sofrrono di gaastrite cronica! Sarebbe importante per me poter introdurre qualcoss di nuovo, dato quel poco che riesco a mangiare, ma intendo esser certa che possa giovarmi questa scelta. Rimanendo in argomento: dolci con queste tipologie di farine, sono permessi, nel mio caso? continuo a dimagrire in modo incontrollato. Sono altamente sottopeso e vorrei prendere qualche chilo!
Altri dolci quali budini, sorbetti e gelati con latte di soia, potrei riuscire a digerirli?
Grazie in anticipo per la tua risposta e quella di chiunque volesse commentare; se mi viene in mente altro, lo scrivo! Buona serata a tutti 🙂
Ciao Alison, purtroppo non riesco a dare un inquadramento alla tua sindrome senza poterti conoscere di persona: le variabili in gioco sono molte, troppe, e non vorrei darti consigli che si rivelino essere controproducenti o inutili. Ti conviene contattare un bravo nutrizionista della tua zona e rivolgerti a lui, visto che ti potrà visitare e ‘interrogare’ di persona 🙂
Ciao Arianna, ho letto il tuo articolo e volevo sapere come mai prima scrivi che alcuni ortaggi e frutti andrebbero evitati come ad es. il sedano e le prugne e poi però li inserisci nel menù tipo..è una questione soggettiva oppure si possono consumare ma non abitualmente?
Grazie per la risposta 🙂
Non avendo la possibilità di mettere indicazioni personalizzate, nel menù tipo ho fatto uno schema generico e flessibile, che andrebbe opportunamente modificato in base a sintomi individuali.
Ciao Arianna!
E’ ormaI un anno che soffro di cattiva digestione, da poco mi è stata trovata una brutta gastrite…
Ho eliminato latticini e frutta acida dalla dieta, che mi dava problemi. Il problema è che io sono vegetariana, ma non mangiando latticini sto diventando quasi vegana, e l’unica fonte di proteine a cui posso attingere (a parte l’uovo che cerco di non mangiare troppo spesso) sono i legumi, spesso accompagnati da cereali integrali per avere un apporto di proteine completo.
Non so come fare a stare meglio senza dover calpestare ciò in cui credo e tornare ad essere onnivora, abbandonando tra l’altro i cereali integrali che amo mangiare. Hai mai avuto pazienti con questo dilemma? Cosa mi consiglieresti? La prossima settimana mi metterò in contatto con una nutrizionista nella mia zona, ma intanto mi piacerebbe sapere la tua…
Grazie mille!
Ciao
Aggiungo una cosa: soffro inoltre di ovaio policistico (sono da buttare e ho solo 25 anni! 🙁 ), e le fibre mi aiutano contro l’insulinoresistenza… help!
Dal momento che tra una settimana contatterai una nutrizionista ti conviene semplicemente aspettare e vedere cosa ti consiglia lei.
Io, per altro, ti direi cose che faticheresti ad accettare: a livello terapeutico in caso di PCOS e cattiva digestione trovo quanto mai inadeguata una dieta semi-vegana come quella da te seguita. Ho avuto pazienti con i tuoi stessi problemi, ma che erano molto desiderose di stare meglio e pertanto propense a seguire i miei consigli benché prevedessero schemi alimentari ben diversi da quelli utilizzati sino ad allora.
In bocca al lupo!
Ti ringrazio.
Ti chiedo solo un’ultima cosa: se dovessi rinunciare alle mie idee per stare meglio, una volta passata la gastrite potrei gradualmente riprendere una dieta semi-vegana? O è bandita per sempre?
Dipende dai sintomi e dalle cause, non saprei rispondere.
Buonasera Dottoressa, volevo sapere se con la colite ulcerosa si possono assumere semi di Chia e cereali semi-integrali come il miglio o la quinoa… Adesso sono in una fase leggermente infiammatoria ma con una complicazione che riguarda una stipsi cronica veramente debilitante, ed avrei bisogno di alimenti che aiutino, ma allo stesso tempo non irritino. Per esempio da pochi giorni, sto prendendo un cucchiaino di farina di semi di lino quasi ogni mattina… Potrebbe andare bene?… Grazie.
(Ultima cosa: mi da fastidio il lievito… Anche il pane di grano duro lievitato naturalmente, e ben tostato, potrebbe dare problemi di gonfiore?…)
Gentile Clarissa, quello che lei mi sta chiedendo sono indicazioni personalizzate che, per essere date, devono prevedere un’attenta anamnesi che tenga conto dell’evoluzione dei suoi disturbi e del suo stato infiammatorio attuale. La invito a prendere appuntamento con qualcuno che la possa seguire di persona, e le faccio in bocca al lupo!
Crepi il lupo, Gentile Dottoressa!!… Ero curiosa di sapere se poteva avere delle opinioni a riguardo… Io sono seguita da anni da un reparto di gastroenterologia ospedaliero, ma per quanto riguarda l’alimentazione mi hanno sempre saputo consigliarmi poco e niente… (“Umnh… Si, potrebbe… Forse… Veda lei…”)
Diciamo che alla fine l’informarmi da sola è sempre stata l’unica e migliore soluzione… (Come il seguire pagine interessantissime come le sue… Ma valutando sempre le differenze tra i suoi esempi per persone “sane” e meno sane come me…) Io sinceramente lo trovo un po’ triste… Una persona vorrebbe essere sicura di affidarsi ad un medico, ma… Rimane solo l’assoluta incertezza.
Lo trovo molto triste anche io, mi creda, per questo cerco il più possibile di fare informazione.
In bocca al lupo, di nuovo 🙂
Crepi, e grazie. 🙂
Ciao Arianna cosa ne pensi dell assunzione dell aceto di mele per aiutare la digestione? Puo’ o meno risultare efficace? Mi rimetto alla tua grande conoscenza degli alimenti solo tu mi puoi dire qualcosa di interessante in merito Grazie sempre per I tuoi preziosi consigli.
Dipende se i problemi digestivi siano dati da iperacità o ipocloridria… mi spiace, è un dato variabile.
Salve, vorrei chiedere soli un suggerimento… Visto che ananas e papaya sono un po’difficili da reperire, quale altra frutta posso mangiare per colazione che non sia particolarmente fibrosa e quindi aumenti i tempi di digestione?
Magari la mela? Le fragole?
Grazie
Agrumi o frutta in piccole quantità secondo tolleranza individuale.
Buonasera sig.arianna,
Le scrivo per chiederle un consiglio..soffro molto di dirturbi digestivi a livello dello stomaco, il mio medico di base mi ha fatto fare diverse analisi ma non è risultato niente di anomalo mi ha fatto assumere diversi farmaci ma il problema rimane. Ora mi sono consultata con un altro medico che mi ha prescritto un nuovo farmaco da prendere prima dei pasti, sto molto attenta a quello che mangio anche se ci sono periodi dove eccedo troppo con i dolci faccio palestra da un anno però il disturbo continua ancora…lei cosa mi consiglia? Devo rivolgermi a una\un nutrizionista? Ho provato di tutto anche le tisane che leggo su internet ma quando sto proprio male mi fanno peggio invece mi sgonfio quando faccio attività fisica poi mi rigonfio di nuovo…non so più cosa fare! Prometto che con il tempo sono diventata stitica e per riuscire ad andare al bagno devo prendere i farmaci
Suggerirei di rivolgersi a un nutrizionista che la sappia visitare di persona, assestando la sua dieta su misura per lei.
Salve Arianna
In caso di ipocloridria un cucchiaino di aceto di mele biologico,sciolto in acqua puo’ aiutare ai pasti principali?
Se si in che modalita’ va assunto? 10 minuti prima del pasto o durante i pasti?
Grazie
Michele
Parlerei con il gastroenterologo per valutare la tolleranza.
Salve,
penso di soffrire di ipocloridria: lo dico perché nell’80% dei casi quando mangio carne mi sento appesantito e ho difficoltà digestive, oltre ad avere un ottundimento alla testa. Settimana scorsa ho mangiato mezzo galletto di pollo e l’ho digerito in 24h con forte pesantezza allo stomaco!
Il problema è che penso che sia concomitante a qualche infezione micotica (tipo candida) perché soffro di ogni genere di malattie respiratorie (sinusiti, bronchiti, 2 polmoniti, asma da piccolo…) e ho notato con un diario alimentare che le riscontro quando aumento gli zuccheri/amidi/carboidrati. Inoltre anche le unghie sono sfaldate!
Ho notato che digerisco tutto ciò che è tenero (es la tartare) e non digerisco carni dure, biscotti, fette biscottate, carni (a volte pesci) alla brace…
Cosa mi resta da mangiare se non digerisco la carne e devo limitare se non escludere i carboidrati?
Come faccio a non dimagrire troppo?
Grazie
Salve io penso di soffrire di ipocloridria, leggendo l’articolo mi ritrovo in tante cose,
però avrei una domanda da fare.
Nell’articolo leggo che è da evitare il sedano
Però poi nell’esempio di dieta giornaliera viene consigliato a cena!
Il sedano è da evitare o si può mangiare?