Gli esperti di alimentazione non perdono occasione per sottolineare quanto le verdure, specialmente se consumate crude, siano importanti nella prevenzione di moltissime malattie cronico-degenerative (tra cui tumori e infarto). Ma salute non fa decisamente rima con comodità: chi ha tempo, e voglia, di recarsi dal fruttivendolo un paio di volte la settimana per avere prodotti freschi, e soprattutto di lavare, sbucciare, tagliare, cuocere le verdure? Soprattutto se si è appena tornati a casa da una giornata lavorativa stressante e faticosa?
A questa contraddizione tra vita reale e vita ideale, l’industria alimentare ha risposto con i prodotti di IV gamma, vale a dire quei prodotti freschi già lavati e imbustati, direttamente pronti al consumo. Non solo insalate in asettici contenitori trasparenti, ma anche carote già grattuggiate, erbe aromatiche e macedonie. Comode, pratiche, veloci: ma le buste sono anche salutari? Per rispondere a questa domanda dobbiamo andare ad analizzare le fasi del processo produttivo: l’ortaggio viene prima di tutto raccolto e mandato in azienda, dove viene lavato, asciugato e infine imballato. Pochi passaggi che non sembrano nascondere particolari insidie, ma non è così…

A monte del processo produttivo c’è già un campanello d’allarme da accendere: la stagionalità del prodotto. Le insalate in busta si trovano al supermercato tutto l’anno, ma in natura decisamente è impossibile farle crescere in autunno e in inverno (…questo vale anche per le insalate da lavare, e per tutta la verdura e frutta in generale). Per almeno sei mesi l’anno la coltivazione è dunque intensiva: per permettere la crescita dell’ortaggio si fa uso di fertilizzanti chimici. Non solo: le monocolture intensive favoriscono la concentrazione dei patogeni così, al fine di ridurre la carica microbica, si ricorre anche a pesticidi. Inutile dire che nell’ortaggio che mangiamo rimangono residui sia di fertilizzanti che di pesticidi.

Questo è uno dei motivi per cui si dovrebbe sempre mangiare frutta e verdura di stagione: niente zucchine a Natale o broccoli a giugno!

Ma andiamo oltre… La fase di lavaggio è indispensabile per eliminare quantomeno i residui di terra: è quello che facciamo anche a casa con il vegetale fresco. Però, se dopo averla lavata, si dimentica l’insalata nel frigorifero, dopo una settimana non avrà decisamente un aspetto invitante! Invece, la lattuga in busta è sempre bella, addirittura dopo un paio di giorni dalla data di scadenza l’unico difetto che si può riscontrare sono al più le foglie un po’ ammosciate, dico bene? Questo pregio si deve al trattamento con il cloro e l’anidride solforosa, che permettono di aumentare la conservabilità del prodotto. A che prezzo? Una ricerca condotta dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) ha dimostrato che il trattamento con il cloro e l’atmosfera protettiva di conservazione riducono anche più del 50% il contenuto di antiossidanti, di vitamina C e di beta-carotene: in pratica tutti quei nutrienti preziosi per la salute. In definitiva, spendiamo sei volte il prezzo dell’insalata in cespo per la verdura in busta, pensando quantomeno di giovarne in salute, e scopriamo che non è affatto così.
Come se questo non bastasse, c’è poi il problema dell’acqua utilizzata nella filiera produttiva: essendo molto costosa, non di rado le aziende riutilizzano la stessa acqua per più lavaggi, o addirittura ricorrono ad acqua non potabile. Ricordiamo che si tratta di prodotti ‘pronti all’uso’, quindi è difficile che a casa vengano risciacquati sotto acqua corrente: dunque ingeriamo tutti i residui che l’ortaggio porta con sé, sia dalla coltivazione (fertilizzanti e pesticidi) che dal confezionamento (cloro, acqua sporca, contatto con oggetti e materiale di imballaggio).

E, ciliegina sulla torta, concludo riportando i risultati di un’indagine condotta nel 2010 da Altroconsumo riguardo la presunta igienicità dei prodotti in busta: dopo aver sottoposto 10 insalate di IV gamma di marche diverse a test microbiologici, nessuna di queste ha rilevato un ottimo stato igienico, soprattutto per quanto riguarda la presenza di muffe e lieviti. In un caso si è addirittura segnalata la presenza del pericoloso agente patogeno Escherichia coli.
Se pensate che i prodotti di IV gamma pronti al consumo siano un buon compromesso tra il consumo di verdura, la salute e il poco tempo a disposizione, è il caso di ricredersi e di tornare al naturale (e allo stagionale!). A maggior ragione se si valuta il prezzo delle buste: mediamente 9 € al kg, quando il prodotto fresco difficilmente supera 1,5 € per chilo.
Decisamente, non ne vale la pena: né per la salute né per il portafogli.