Oggi avrei dovuto pubblicare l’ultimo articolo riguardante l’integrazione di vitamina D, ma preferisco rimandarlo a settimana prossima e dedicarmi a un argomento che mi coinvolge in prima persona: la bassa pressione sanguigna in estate, che con questo caldo mi sta dando non pochi problemi.

Anche in inverno la mia pressione è molto bassa (60-100 mmHg quando va bene), ma in queste settimane ha toccato i minimi storici: il mio medico (il dottor Perugini Billi) e la mia ginecologa mi hanno più volte guardato sgranando gli occhi quando il loro misuratore di pressione decretava un insindacabile 50-80 mmHg. Insomma, ho la massima pari alla minima della maggior parte delle persone.

Le cause di ipotensione possono essere molteplici, e il più delle volte sono da ricondursi a una semplice predisposizione individuale: magari carenza di ferro, emoglobina o globuli rossi; magari sbagli dietetici; magari piccoli squilibri ormonali. Più raramente il problema ha a che fare con uno stato patologico, spesso riconducibile ai reni.
Le conseguenze della pressione bassa possono essere alquanto disturbanti: stanchezza e apatia, difficoltà di concentrazione, ronzio alle orecchie, mancanza di equilibrio, giramenti di testa, gonfiore significativo esteso a tutto il corpo, sensazione di spilli sottopelle.
Nella maggior parte dei casi la pressione bassa non crea problemi, a meno che non si abbassi ulteriormente – come in questi afosissimi giorni di luglio.

Dunque, cosa fare per arrivare a sera senza sentirsi sgonfi come un palloncino?
Per comprendere pienamente i consigli che sto per darvi è necessario rispolverare il funzionamento biochimico della pompa sodio-potassio: si tratta di un meccanismo di trasporto contro gradiente di concentrazione, che permette a tre ioni sodio di passare in ambiente extracellulare e a due ioni potassio di entrare in cellula. La pompa sodio-potassio permette di mantenere il volume extracellulare, da cui dipende il nostro stato di idratazione e la nostra pressione arteriosa. Semplificando molto i concetti possiamo dire che un eccesso di sodio crea ipertensione, mentre un difetto di sodio determina ipotensione.
Gli ioni sodio e potassio sono “antagonisti”, ossia uno ha l’azione opposta all’altro. Quando una persona soffre di ipertensione viene incoraggiata ad aumentare il proprio consumo di verdura e legumi, ricchi di potassio, che permette di contrastare l’effetto del sodio (vale a dire del sale). Allo stesso tempo, le viene consigliato di bere molto, per far sì che i reni siano stimolati all’escrezione (= eliminazione) del sodio attraverso la diuresi. Non a caso molti farmaci anti-ipertensivi contengono anche un principio diuretico.

Alla luce di questi eventi biochimici, cosa possiamo concludere ai fini di una corretta regolazione pressoria volta a scampare il rischio di ipotensione? I concetti da portare a galla potrebbero sembrare opposti a quello che comunemente sentite dire (“mangia poco sale, mangia tanta verdura…”), ma -credetemi- sono importantissimi per non ritrovarvi con le stelline negli occhi ogni volta che vi alzate dalla sedia.
1. Non eliminate il sale. Usate sale marino integrale (approfondimento qui), ma usatelo: il sale aiuta a aumentare il volume extracellulare, contrastando l’ipotensione. In particolare, usate sale ogni volta che condite le verdure.
2. Non mangiate eccessive quantità di verdura, e cercate di evitare i legumi durante i giorni più caldi. Verdura e legumi sono ricchissimi di potassio, che andrebbe a perpetuare la vostra pressione bassa. Anche se “la verdura fa bene, la verdura fa dimagrire, la verdura è fondamentale”, non portate all’eccesso queste sacrosante verità: consumate la verdura senza sembrare delle caprette ruminanti, e cercate sempre di condirla con sale marino integrale.

3. Bevete il giusto. Fa caldo e abbiamo più sete, sudiamo e dobbiamo bere di più, ma non forziamoci a bere eccessivamente nel tentativo di drenare più liquidi o scampare la disidratazione: un eccesso di acqua determina una maggior perdita di sodio, che a sua volta abbassa la pressione. Se, come me, avete lo stimolo a bere più di 4 litri d’acqua (…e vorrei ben vedere, facendo sport tutti i giorni e praticando un lavoro che mi porta a parlare per diverse ore al giorno!), cercate di alternare il consumo di acqua a basso residuo o del rubinetto con acqua a medio residuo, come la Sangemini o la Lete. Più basso è il residuo dell’acqua, più determinerà diuresi senza concretamente idratare il corpo, e più acqua perdete più la vostra pressione crollerà. Anziché sciogliere sali minerali in acqua (che indubbiamente aiutano la pressione, ma causano anche una ritenzione antiestetica a livello linfatico), preferite acque che fin dalla fonte contengono in modo naturale un buon apporto di minerali. Allo stesso modo, evitate acque eccessivamente mineralizzate, come la Boario.
4. Fin dove possibile, evitate gli shock termici dell’onnipresente condizionatore: ogni volta che passate da un ambiente refrigerato al gran caldo ambientale, il vostro povero organismo comincerà a sudare e a perdere liquidi. Ecco perché, pur avendo passato 8 ore in ufficio con l’aria condizionata a 23°C, potreste arrivare a sera stanchi morti. Mantenete piuttosto l’ambiente deumidificato, e non abusate del condizionatore in auto.
5. Esistono fitoterapici utili ad aumentare la pressione, come ad esempio la liquirizia. Io purtroppo non la tollero affatto, ma un piccolo tocchetto di liquirizia pura potrebbe essere sufficiente a tirarvi su le energie.

6. Non usate diuretici. Donne, mi sto rivolgendo a voi… Fa caldo, siamo in estate, e… siamo gonfie come palloncini. Soprattutto se abitiamo in zone molto umide, soprattutto se siamo sotto ciclo (o abbiamo disequilibri a carico di estrogeni e progesterone), soprattutto se abbiamo una struttura fisica “a pera”. Ci gonfiamo a causa della nostra pessima circolazione linfatica, dei valori esterni di umidità, e magari a causa di sbagli dietetici: è normale. Punto. Non lamentiamoci di quello che è normale. E’ disagevole, ci fa sentire goffe, ci rende i vestiti stretti, ma è normale. Usare diuretici non è per nulla furbo: forziamo una diuresi che non è naturale, perdiamo liquidi, ci si abbassa la pressione, e ci gonfiamo ancora di più. A voi la scelta.
7. Non trascurate l’attività fisica. Lo so che fa caldo, lo so che non avete voglia, lo so che avreste solo voglia di stare gambe all’aria con il ventilatore acceso. Ma l’attività fisica può fare la differenza, per almeno due motivi. In primo luogo, il lavoro muscolare permette di pompare sangue al cuore, aumentando la pressione. Questo vale soprattutto per il lavoro breve ad alta intensità: squat, burpee, allenamento con i pesi, functional training. In secondo luogo, una buona massa muscolare permette di avere una corretta distribuzione del potassio intracellulare: più muscoli avete, meno la vostra pressione subisce variazioni.
Chiaramente, evitate di fare attività fisica nelle ore centrali del giorno, in ambienti non condizionati, o incentivando una sudorazione eccessiva.
8. Non confondete le crisi ipotensive con le crisi ipoglicemiche. Alcune persone ricorrono alla bustina di zucchero quando si sentono deboli, facendo uno sbaglio madornale e peggiorando la risposta del proprio corpo: quando la pressione si abbassa è meglio bere un bicchiere di acqua e sale piuttosto che cercare una fonte di zuccheri.
9. Non bevete liquidi freddi di frigorifero. Per poter digerire quell’acqua così fredda il vostro corpo dissiperà energie per poterla portare ad una temperatura superiore, vale a dire che suderete. Vi disidraterete. E vi si abbasserà di nuovo la pressione.
10. A mali estremi, valutate un’integrazione sinergica di magnesio, potassio e ferro a veicolazione liposomiale e a basso dosaggio. Fatevi consigliare dal vostro medico.