Settimana scorsa abbiamo parlato di come normalmente procede una *sana* diminuzione ponderale; vi avevo promesso che questa settimana avremmo parlato di come mantenere alto il metabolismo attraverso l’alimentazione, ma preferisco prima introdurre un altro argomento, indispensabile da conoscere prima di parlare di dieta vera e propria: oggi parleremo di come il nostro corpo usa le energie provenienti dal cibo, per meglio comprendere successivamente gli errori più frequenti e deleteri delle diete.
Sappiamo che tutto quello che mangiamo fornisce al corpo nutrienti sottoforma di carboidrati, grassi e proteine; le energie provenienti dal cibo vengono utilizzate dal nostro corpo per svolgere le sue funzioni vitali (il cuore batte, l’intestino assorbe, i reni filtrano, il cervello informa…) e per le normali azioni quotidiane (alzarsi dal letto, cucinare, fare sport…). Per mantenere un determinato peso corporeo il bilancio energetico deve essere neutrale: introduco 100 e brucio 100. Se introduco più di quanto spendo ingrasserò, mentre se brucio più di quanto introduco dimagrirò. Ovviamente tale regolazione è da considerarsi sul lungo termine: stiamo parlando di un equilibrio mensile o annuale, non giornaliero. Se per qualche giorno mangio considerevolmente di più o di meno rispetto al mio fabbisogno non succederà proprio nulla: ricordiamo che il nostro corpo non è una macchina contabile che tira le somme ogni notte…
I meccanismi di regolazione del bilancio energetico sono molto puntuali: per fare un esempio banale, se un giorno avrò fatto più attività fisica avvertirò maggiore fame, così come (proprio come vi ho brevemente spiegato la volta scorsa) dopo qualche tempo che si è a dieta il corpo tende a rallentare il metabolismo per non perdere ulteriormente chili (meccanismo di autoconservazione).
Le componenti del dispendio energetico sono tre: metabolismo basale, termogenesi della dieta, attività fisica.
Il metabolismo basale corrisponde alla richiesta energetica che il nostro corpo deve affrontare in condizioni di assoluto riposo: il nostro cuore batte anche quando stiamo dormendo, così come i nostri polmoni si dilatano, il nostro sangue fluisce, alcuni nostri muscoli si contraggono pur quando siamo rilassati. Tutto questo richiede energia, e non poca! Pensate che una persona normale, non a dieta, che conduca una vita normalissima (quindi magari lavoro d’ufficio e un paio di volte a settimana di sport), riserva quotidianamente il 65% di quello che mangia al metabolismo basale.
Il 65% di quello che noi mangiamo ci serve semplicemente per soppravvivere.
Ne avremmo bisogno anche se stessimo a letto tutto il giorno senza muoverci, cosa che avviene ad esempio durante i giorni di influenza o di degenza ospedaliera.
Le energie del metabolismo basale vengono indirizzare in quote differenti ai vari organi per garantirne il funzionamento: ad esempio il 33% del totale servirà al solo fegato, mentre un considerevole 23% andrà al cervello.
Quando ci si mette a dieta, uno degli sbagli più frequenti e più pericolosi è quello di adottare un regime dietetico con un contenuto calorico inferiore rispetto al proprio metabolismo basale:
Non si sta dimagrendo, si sta affamando il corpo.
Facciamo un esempio economico: se vuoi guadagnaste 900 euro, ma aveste tasse per 1400 euro al mese… Che fine fareste dopo un anno? Ecco, immaginate un po’ quello che succede quando date al vostro corpo meno energia di quella che gli serve semplicemente per sopravvivere… Nel breve termine (poniamo un paio di mesi) vedreste i numeri della bilancia scendere, ma stareste perdendo una piccolissima percentuale di grasso: in realtà stareste assottigliando le vostre riserve idriche e la vostra massa magra muscolare. Sul lungo termine i danni fatti al fisico superano qualsiasi entusiasmo possiate provare a vedere un peso che di settimana in settimana diminuisce: vi sentireste stanchi, irritabili, fareste fatica a concentrarvi e a muovervi, avreste un umore pessimo. D’altronde, se introducete meno energie di quello che il vostro metabolismo basale richiede come pretendente che il vostro organismo -quel bellissimo centro di equilibrio ed armonia che noi siamo- possa essere efficiente?
Se proprio vogliamo parlare di calorie (come ben sapete, ritengo il calcolo calorico un parametro secondario nell’impostazione di un regime dietetico), le diete dimagranti da 800-1300 calorie sono qualcosa di folle e sconsiderato. E lo sono a maggior ragione quando vengono imposte o autoimposte ad una persona obesa: stiamo parlando di persone che normalmente assumono una media di 2500-3000 calorie al giorno, e noi vorremmo più che dimezzare il loro introito energetico quotidiano aspettandoci che il loro metabolismo non vada in tilt? Senza considerare le ripercussioni mentali e psicologiche di una dieta del genere…
Ripeto: sono folli e sconsiderate.
Ma passiamo ora alla seconda componente del nostro dispendio energetico quotidiano: la termogenesi indotta dalla dieta (TID), ossia la quota di energia che verrà riservata alla digestione e all’assorbimento dei nutrienti e che si prende il 10% delle calorie che quotidianamente ingeriamo. Vale a dire: una piccola parte delle calorie che mangiamo verrà immediatamente dissipata per far sì che il nostro corpo assorba i carboidrati, i grassi e le proteine di cui il cibo è composto.
Per semplificare la questione vi faccio un esempio astratto: se facessimo un pasto completamente proteico da 400 calorie, circa il 15-20% di esse verrebbe immediatamente dissipato per la digestione delle proteine stesse. All’interno di un pasto completo è difficile stimare una percentuale esatta, ma tendenzialmente sembra che la TID sia leggermente superiore quando i pasti presentino una quota di proteine e non siano quindi esclusivamente glucidici (pane, pasta, cereali). Ad ogni modo, a TID è un fattore che non viene considerato nella stesura delle diete, perché di fatto è pressoché ininfluente.
Se il 65% del nostro introito energetico viene riservato alla mera sopravvivenza e il 10% alla TID, il rimanente 25% spetta all’attività dei muscoli scheletrici. Qualsiasi movimento noi compiamo richiede energia: non crediamo che per attività fisica si intenda solo lo sport vero e proprio! Anzi, in moltissimi casi quello che noi consideriamo essere “sport” incide in misura veramente minima sul bilancio energetico, e dunque sul dimagrimento.
Prendiamo ad esempio una persona in sovrappeso che conduca una vita molto sedentaria: va in macchina in ufficio, usa l’ascensore per arrivare al terzo piano, quando prende l’autobus è sempre seduto, passa le sere davanti alla tv. Però va a nuotare o va in palestra due o tre volte a settimana: dimagrirà? Se contemporaneamente segue una dieta: sì, senza dubbio! Ma se non seguisse una dieta difficilmente perderebbe più di un paio di kg.
Se la stessa persona oltre che fare sport cominciasse anche a parcheggiare la macchina più lontana dall’ufficio, facesse le scale anziché prendere l’ascensore, stesse in piedi sull’autobus e adottasse in generale uno stile di vita meno sedentario, la perdita di peso sarebbe più considerevole.
E’ il classico esempio per il quale l’attività sportiva incide pochissimo, mentre ben più consistente è il contributo dato dalla cosiddetta NEAT (termogenesi non indotta da attività sportiva).
Per NEAT si intende tutto quell’insieme di attività quotidiane e ludico-ricreative che ci mantengono attivi pur quando non facciamo sport: possono essere dipendenti dalla nostra occupazione professionale (essere un carpentiere piuttosto che un impiegato, un operaio che sta in piedi anziché una sarta) oppure no. Nella NEAT rientra anche giocare con i bambini, cucinare, fare i mestieri in casa, addirittura fare shopping!
Spesso quando il sovrappeso è patologico ci sono grosse difficoltà a fare sport: alcune persone non possono farlo per non nuocere alle proprie articolazioni, o alla schiena, o alle ginocchia. Senza contare la resistenza psicologica che si può opporre ad ogni nostro buon proposito di iscrizione in palestra o a corsi sportivi: man mano che le giornate di accorciano e fuori fa più freddo, non è forse vero che il nostro entusiasmo si assottiglia e la nostra voglia di metterci in tuta viene vinta dal richiamo del divano? Ecco dunque che aumentare la NEAT quotidiana può contribuire in modo anche considerevole ad incrementare la nostra spesa energetica: camminare di più, alzarci a cambiare canale alla tv anziché usare il telecomando, usare le scale, fare una passeggiata mentre sbrighiamo chiamate d’affari (con le auricolari, mi raccomando)…
Non sottovalutiamo il potere dell’attività fisica quando intraprendiamo una dieta dimagrante: con la sola restrizione calorica si può fare poco. Quello che conta davvero è incrementare la spesa energetica, senza per questo pretendere di diventare degli atleti. Provate a pensare il paradosso: in una dieta non è vero che “meno è meglio” (meno calorie), ma al contrario “più è meglio” (più attività fisica)!
Dunque, arrivando alle conclusioni di questo lungo articolo, quali sono i fattori fondamentali di cui tener conto ancor prima di mettersi a dieta?
– Mai intraprendere diete troppo restrittive, che affamano il corpo e la mente e che non hanno efficacia nella perdita di massa grassa (vi rimando ancora una volta qui).
– Incrementare l’attività fisica, sia il semplice movimento che il vero e proprio sport.
– Valutare con attenzione il vostro dispendio energetico: come abbiamo visto ci sono casi in cui pur facendo sport 2-3 volte a settimana in realtà il dispendio settimanale ne è solo minimamente influenzato, così come esistono persone che pur senza fare sport bruciano quotidianamente più energie di quante ci aspetteremmo.
Vi sembreranno consigli banali e che non dicono nulla di nuovo, ma… sapete cosa afferma il principio metodologico conosciuto come rasoio di Occam?
“A parità di fatti la spiegazione più semplice è quella da preferire”.
A voi le conseguenze… 🙂
Nel prossimo articolo parleremo di suddivisione dei nutrienti in regime dietetico per dimagrimento, ossia dell’argomento che avrei dovuto trattare già oggi ma che ho preferito rimandare leggermente.
14 Comments
interessante e chiarificante sotto diversi aspetti. ho peró ancora alcune domane:
– come mai lo sport incide meno sul dispendio calorico ?
– le formule per il calcolo del metabolismo basale sono affidabili o è necessaria una visita?
– in che misura incide il momento del pasto? mi riferisco al detto “re a colazione…”
se sono una persona che dorme poco questo influisce sicuramente sul mio bilancio calorico ma anche sul metabolismo?
perdona l’interrogazione ma sono curioso.
Riccardo – cominciolunedi.com
– Non ho detto che lo sport incide meno sul dispendio calorico 🙂 Anzi, ci sono atleti che grazie allo sport bruciano quotidianamente il quadruplo del loro già elevato metabolismo basale! Il problema è quando per sport si intende un’attività fisica tutto sommato blanda e principalmente aerobica fatta un paio di volte a settimana, mentre nel resto del tempo si sta principalmente seduti (es. lavoro da ufficio). Ecco, in questi casi si pensa di fare sport e di bruciare le fatidiche 550 kcal/ora indicate dal tapis roulant, ma in realtà il corpo non risponde esattamente nel modo che ci attendiamo… Magari ci dedicherò un articolo più approfondito.
– Le formule sono abbastanza affidabili. Il calcolo esatto con strumentazioni tecniche è utile (a mio parere) solo in caso di atleti o per necessità specifiche. Io in ambulatorio ne faccio a meno, e ho sempre buoni risultati di dimagrimento.
– Il sonno è una questione a sé stante: ci sono persone che per necessità dormono poco ma che avrebbero bisogno di più ore, e questo abbassa il loro metabolismo. Ci sono persone che dormono 5 ore a notte e non hanno alcun problema. I tempi di recupero notturno sono in funzione di due cose principali: 1) Attività fisica ad alta intensità (che aumenta i tempi di recupero) 2) Sbilanciamento degli omega3-omega6 (un eccesso della serie 6 determina letargia e intorpidimento).
Riguardo la suddivisione dei pasti, ne parlerò nel prossimo articolo! 🙂
E’ bello avere lettori curiosi!
STANDING OVATION !!!!
Quanto mi è piaciuto questo articolo!! Sei stata davvero chiara, come sempre.
Sono sempre più contenta di questa tua iniziativa 🙂
Posso chiederti di chiarirmi più esplicitamente i danni prodotti a livello “fisico” da una dieta particolarmente al di sotto del basale? Quando porto questa visione ad altri obesi che stanno facendo diete a lungo termine, la risposta principale è “io mi sento bene e sto dimagrendo comunque un chilo a settimana, perché dovrei preoccuparmi? Non sto perdendo oltre misura, rispetto la varietà dei pasti e dei nutrienti e il mio corpo sta reagendo bene”.
Partendo dal presupposto che ogni corpo è diverso da un altro, di norma, cosa succede perdendo massa magra piuttosto che grassa? Quali funzioni metaboliche ne risentono di più? Nell’articolo si pone l’accento sulla questione energia… (stanchezza, malumore, disattenzione), ma a livello fisico-chimico ecc. che danni stiamo provocando sul lungo termine?
E’ proprio un passaggio che mi manca a livello “scientifico”.
Ti ringrazio ancora moltissimo.
Vado subito a far pubblicità all’articolo :-))
Simo
Cerco di rispondere alle tue domande ma non è semplice… 🙂
Il primo sintomo di una dieta troppo ipocalorica è proprio la stanchezza: sia da un punto di vista muscolare, sia da un punto di vista cerebrale (le diete troppo strettamente ipokcal sono spesso troppo povere di carboidrati… e il cervello funziona SOLO a carboidrati).
Altri rischi che mi vengono in mente, in modo randomico:
– Aumento del colesterolo (una diminuzione della massa magra comporta un’aumentata secrezione endogena di colesterolo)
– Perdita della libido e dell’appetito sessuale (per scarsa introduzione di grassi)
– Aumento dello stato di infiammazione organica, con aumento degli AGE (prodotti finali di glicazione metabolica, responsabili dell’invecchiamento cellulare anche da un punto di vista estetico)
– Problemi di dismenorrea nella donna, molto variabili dall’amenorrea vera e propria, all’ovaio policistico, alla presenza di ciclo ma con mancanza di ovulazione (e tutti i problemi di fertilità che ne derivano)
– Aumentato rischio di calcoli alla colecisti (questo ad esempio è uno degli effetti collaterali più temibili della chirurgia bariatrica, che impone regimi very low kcal)
– Depauperamento dei minerali ossei, con un aumentato rischio di osteoporosi dopo i 50-55 anni (dopo la menopausa nella donna)
– Nel muscolo, la diminuzione della massa magra comporta anche una sostituzione delle fibre ROSSE che bruciano grassi con fibre BIANCHE che bruciano zuccheri (con ovvie conseguenze sul rallentamento metabolico)
Attualmente non mi viene in mente altro, ma nel caso aggiungo man mano 🙂 Per ora è soddisfacente come risposta? 🙂
Soddisfacente?????
È partita la seconda standing ovation!! Grazie! Molto esaustiva!!! Molto interessante anche la questione sonno (letargia) causata dagli squilibri omega. Non lo sapevo.
A presto! 😉
bello bello bello quest’articolo e nn vedo l’ora di leggere il prossimo!!!!brava Arianna!!!!
una cosa che mi ha incuriosito molto è stato l’inizio,dici che il corpo non assimila subito quello che mangi ma dopo un po’…ti faccio un esempio:se una persona conduce una vita alimentare corretta e controllata sempre ma ogni tanto “sgarra” magari con dolci(tanti) presa dalla golosita’ quando assimilera’/incidera’ sul suo peso?i kg sulla bilancia il gg dopo sono da attribuire a quello mangiato il gg prima o a fattori organici tipo ritenzione idrica/gonfiore?ho letto un articolo che diceva che se ogni tanto dai una scossa al metabolismo con un pranzo/cena super abbondante,il tuo corpo brucia di piu’ e viceversa c’è chi consiglia 1 gg di digiuno per accellerare il metabolismo…cosa ne pensi?grazie e ciao
Grazie Enrica! 🙂
Mi hai chiesto degli sgarri: generalmente il peso in più che vedi la mattina successiva è solo ed esclusivamente ritenzione idrica. Due giorni di alimentazione sana (non necessariamente di dieta) risolvono tutto. Se dovessimo guardare solo la questione matematica, pensa quanto dovremmo ingrassare dopo le feste di Natale, durante le quali l’introito medio è moooolto più elevato di quello normale 🙂
Riguardo invece le “scosse” al metabolismo ne parlerò prossimamente, se non settimana prossima quella dopo ancora 🙂
Articolo molto interessante, ho chiarito diversi punti e la ringrazio molto.
Ma la mia domanda è come svegliare il metabolismo. Sto di nuovo cercando di cominciare l’ennesima dieta! Ho letto che fare diversi spuntini aiuta ad accelerare il metabolismo. Vorrei saperne di piu’ grazie mille!
katia.
Buongiorno Katia, tutto quello che riguarda il metabolismo verrà trattato la prossima settimana con il successivo articolo. Spero che riuscirò a risolvere i suoi dubbi con quanto scriverò 🙂
Grazie per questi articoli sempre chiari e chiarificatori….
ho una domanda da farti a proposito di metabolismo
…ho avuto dei disturbi alla tiroide…ora per fortuna regrediti …ma il mio fisico è ancora sotto sopra nel senso che ci sono settimane in cui mangio poco e non perdo nemmeno un etto e settimane in cui mi concedo qualche sfizio di troppo e la bilancia mi riserva piacevoli sorprese….quale alimentazione devo seguire per trovare un equilibrio e ritrovare il mio peso forma? sono alta 160 cm e peso 63 Kg 🙁
Grazie mille x tutto! 🙂
Cara Lucia, ti ringrazio per i complimenti ma purtroppo non so aiutarti con indicazioni dietistiche precise: spero comprenderai che non sarei assolutamente professionale a darti indicazioni senza averti vista e senza avere la minima idea della tua anamnesi clinica. Andrei assolutamente alla cieca: ti potrei dire che funzionerebbe una dieta proteica così come potrebbe funzionare una dieta vegetariana. Il punto è che dipende dalla persona: senza conoscerti, non so cosa sia meglio per te… Mi spiace veramente non poterti essere maggiormente utile 🙁 Però magari con il prossimo articolo darò indicazioni generiche che potranno darti una linea guida su te stessa, almeno spero!
🙂 grazie ugualmente …sei gentilissima! aspetto il prox articolo!
Ciao Arianna, sto leggendo tutto il tuo blog, mi stai facendo capire tante cose. Questo articolo l’ ho riletto due volte ma io credo di averlo già fatto il danno. Ti spiego: mi sono sottoposta a diete sconsiderate per anni, credo di avere sempre avuto la tendenza ad avere una percentuale di massa grassa alta ma non l’avevo mai misurata. Qualche anno fa mi hanno regalato una bilancia impedenziometrica ( niente di professionale comunque) che mi ha misurato una massa grassa del 30%. Pesavo 53 kg per 1,56 di altezza e mi sono messa a dieta, per due anni ho pesato intorno ai 50 kg con picchi bassi fino a 47. Non mangiavo e facevo troppa corsa e palestra. La massa grassa è sempre rimasta 30, minimo 28. Ora sono di nuovo aumentata di peso, mi sento meglio, mangio sano. La bilancia ha fatto un bel volo nel cassonetto ma nessuno mi toglie dalla testa quel 30% di massa grassa. Credo di aver peggiorato la situazione con le mie “diete”, voglio rimediare, c’è un modo per ricostruire la massa magra? O sarò “grassa” per sempre?
Grazie!
Ciao Lory! Non preoccuparti, il tuo problema è comunissimo a tantissime donne, vittime di input dietetici sbagliati provenienti da ogni dove.
Ora, premesso che le bilancine domestiche che misurano % di massa grassa sono spesso fallaci, il modo per recuperare massa magra mantenendo un peso corporeo costante c’è: è la ricomposizione corporea. Ossia: il mio peso rimane quello che è, ma perdo grasso e metto muscolo.
In questo la dieta fa un 40% del lavoro: il 60% è dato da esercizio fisico mirato, ma veramente mirato (ad es. l’aerobico strenuo -come corsa o simili- peggiorerebbe solo la situazione). Ti converrebbe consultare un personal trainer, o acquistare questo ebook di un collega che stimo moltissimo e con cui spesso mi confronto.
Da un punto di vista alimentare: low-carb, aumentare le proteine senza eccedere, giusta quantità di grassi, e cercare di ciclizzare l’assunzione di carboidrati (es. bassi per 5 giorni a settimana, più alti per i rimanenti 2). Mi spiace non poter essere più precisa, ma avrei bisogno di vederti per capire quale sia l’approccio migliore nel tuo specifico caso…